Fiera Letteraria - Anno X - n. 47 - 20 novembre 1955

Pag. 6 16 8~:fèpibC:: 0 !Jt~n?o~ 6 1~ 0 ::i:r:ot1~~: ~J:!~ ~bri, ptwrose1 Qual dolce aperto mare nello stretto da t<rnta,aure batttito1 Riprendi cuore, A11ìma mia, riprendi nuova forzo; midollo di fest11cn, ·i!!~~~i f!'sT:~z:,/1!u,:;~rc~~· 17 lmpam anche dal Tempo, che tu cerchi di allungare; 111ascor1·e via, si perde, e attenderti non p11ò. Tutto si o/fretta, si perde, scorre via insieme al Tempo; dove troverai d1rnque qualche l1tnga d1irata1 Altrove,· ma non puoi tu senzG la fine al punto gillSto del tuo male incominciare il Bene che prete,idi. 18 ll tuo male ~ il tuo carcere, ed ancora carcere il corpo, di cui giorno e nott6 cura h rode. Rompere• bisogna, rom.pere questo carcere alla fine. Alla Colma, al, bel Giorno, alla Pianure allor doto sarai antiché a tanti LA FIERA LETTERARIA Domenica 20 novembre 1955 RICORDO IGIOVANNI BARDI Non pareva credibile, eppure anche lul proveniva da famiglia a: bLzzurra. •· Quella del « buuuni •• come al sa, fu la prima mlgrazkme interna, che comlnclb ad allar• gare I contorni e mescolare le tinte nella ce-rchla.ri& tretta. e crudamente individuata della Roma di Bartolomeo Plnem e di Gioacchino BeUl. In senso mtretto erano •buzzurri• i cltla.dfnl di Val padana, di&ce-SI nella nuova capitale, lmr,repartua alla. bi&ogna, per ra.glon.lpolttlehe o a1nmlni.stratlve o di a/fari; ma. generlca.mentt: ii Indi• cava cosi qual..!Jculnuovo abitatore della clttd venuto da r,aese a nord della Valle tiberina. Cod Ju del Bardl, il CUIcognome li rivela, a..s.sal bene ~C:rrli'. 0 1t:J,t; 1 ·B::Jel18:. 1 e~trÒ 0 7:o /!;/;,~~o i' a.t!~ra::~ Fon:anl, proprleta.rlo e con.direttore della piìt mOderna e attrezzata tipografia dt:l ttmpo, In Roma, tanto che poté ~~~~~e{~az~:J'S: 1 ~~,n.~~~~r,"~b::~i~~~sf:gft f;~1i:1i $:l Forzant a partecipare alle nuove fortune della ditta. Qualche tempo dopo entro In società con essa, che Infine. diventata proprietà dei Bande.sfo, fu rilevata dal cun(e Alessandro Bardi, diplomatico, zlo paterno di Glovan.nl. Que.1tl nel 1911 divenne unico suo erede (U padre, mm. tare, lo aveva perduto da fanciullo). cò nel 192' una nuova o/flclna tipografica di alto valore tecnico, creata al servizio dell'Accademia del Un.ce!, çbn la qualt: era. entralo ln rappartl di lavoro. Ora la. Tipo– grafia d.tU'Accademla. del Lincei possiede a.ne/te una se– zione per ia stampo. In caratteri orientali, &icché altri l..ttltutl di alta cultura ,1 sono rivolti ad e..ua: la. Bibllo– rientale di Napoli, IJuello per Con.slglio nazlo- • e a malgrado diale, l'a11-tlcatipografia Forzanl, di carattere commer• c!ale, ,1 era tra,1/ormata, nelle mani del giovane Bard.I., In una tipografia. anche di carattere scientifico. Egli era un &odo lavoratore, ricco di tn!zla.tlVt:, senza dubbio; :~;fv:r~ch:e:~~:n~h~r~J~s:vb':~";e h':S::fio ~ prlnctpio, nella Infanzia e negli anni di .1et.10la aveva a..uorblto complttamente lo spirito romanesco,· dal -'UO parlare scandito, dal gesto parco, dal sorrl&o ttuvoUa camonatorlo, meno In rilievo dalla piega del nMo, chi non sapeva non poteva indovinare un tosca.no dt lmmt– grCJnone recente. 0011ti, notti, tormmiti, quali so110 sfer~a, tancbra e giogo a tua ragione. L"a più .recente fotografia di Ezra round nel giardino dell'Ospedale P5ichlatrlco di Saint Elh:abelh, alla periferia di Wll.1hlnrton, do\'e si trova da dieci anni Cosi Giovanni Bardi, che era nato in. Roma nel 188(, e che già nel 1902 a.veva cominciato a lavorare nella tipo– grafia del nonni, nel 1911 ne venne In possesso. Da allora l'antica ditta Forzan1 prese U nome dl Tipografia del Senato. avviandosi verso plfl Uirghe fortune. All'avita tipo– grafia già Forzanl, Ingrandita. e rlnnovo.ta, Bardi a/flan- Un'aura caratterlsttca romanesca In lui nnccata. era U giudizio flemmatico 5crezlato d'Ironia. Intorno alle vi– cende del mondo politlco.,.Non che /oue un lndlfft:ren.te, rinchiuso egoi&tlcamente nei suol Interessi particolari, come che anda,ue la cwa pubblica; ma non sentiva la politica quale pa,ulone accecante, come è troppo spe.sso del toscani. Era eminentemente un gentiluomo e un uomo ragloruvole, e Il cavare profitti dalla vita. politica ripu– gnava al suol principi di ge11t11uomo, e Il trMcendere ad lnglU&tlzlco violenze per favorire la parte propria e nuocere l'altrui egli giudicava oltre che tutto irroglone– vole. perché era Il germe di od.I che terminavano solo nella rovina comune. ' 19 O piaceuole Morte, che ci ,ypinge ._VISI'JrA. AJL JPOJET~ DEJC ••cANTOS,, alla Vita, una Vita che non teme essè-r tolta mai più! O troppo amaro il vivere che ancor te,~ la morte! Un tal vivere ~ mare in citi tempeata fragorosa a ogni tratto ci minaccia 1in naufragio sicuro. Ah nai~fraghiamo, naufrpghiamo, e gettiamoci nel Porto! 20 ·* " L'attesa di Pound Le belle moniere obbllgan.tl, la temperanza net giu– dizi e la sicura di&crezJone glt avevano guadagnata la fiducia. e l'amicizia degli eminenti uomini polltlct di quel• l'ora rU protratto sereno tramonto deU'Ottocento; dalla. loro consuetudine acqui&tò motivi per con/ennar&I nelle sue convinzioni, e poi per con.solar.11 nt:l ricordo e spe– rare neU'avvenlre, quando tutto quel mondo ancora cosi prossimo fu negato e di&preuato come una vecchia ln&t, pìda favola. Mia A11ima, io so bene che que3t'Aria. quest'Onda, questa Terra, questo Fuoco. o il Cielo che recinge il Mondo, gonfia, inabMsa, ritarda., brucia, stringe le tr,e brame. T11,vedi non .10 co.1a di piacevole e amabile, ma degno di più .1tima è l'Em.pireo del Cielo per lieti amori e amabili piaceri. 21 Quegli Amori e Piaceri, ond6 le schisrè degli Angeli blandiscono le eccelse meraviglie di Dio coi mod11.lati accordi d6lle loro varie voci, so,10 piaceri ben diversi, amori d'altra nat,ira: ciò che ttt qui vedi non ne è pure l-"immagine dipinta, non Joss'altro perciò, elle tit li vedi. 22 Oh Bellezze infflibili, Delizi.e invisibili! A questo orrido fond-0 di castello rapitemi, stmggete questa car,ta, rompetemi queste ossa. Bisogna, per vonire a voi, passare frammezzo il mio martirio, il mio martirio di morte; perch!io voglio cominciare col travaglio e finire col riposo. 23 .Ma disponi, m·io Dio, la. mia tr~mante impotenza az ditri.ssimo fardello dell'obbedùmza a Te: se è Tllo volere ch'io resti ancora a vivere, io lo voglio. Come, il THo Bene, sol, di cui sotJpiro, m'invidi, Nulla infatti altro che male mi ~ la vita imperfetta, che languisce sopra la Terra e che vivrebbe in Cielo. 24 81, solo male, eppiire un. male colmo di s]Htranza. che dopo le moletJte pene della mia lrmga tJol/erenza la mano tJtc,iderai, Dio, per guarirmi. Ma fincM un desiderio cosl bello covo allevando, poiché /iM e scopo della mia t>ita tJ un Bene, Tii rn'in.segna a ben vivere a fin di ben morire. JEAN de SPONDE Trad. di Eurlalo De Mlehclls e Ar1o Mar1an,tl Fu allora che per scuotersi di dono la malinconia e l'inerzia. che succedono alle forti delusioni, e per tenersi più vicino ad amici coetanei e di comuni sentimenti apri una. libreria e cominciò a fare l'editore in proprio. La libreria. la pose quiul di fronte all'Ingresso prmctpa.le dJ Pal.ado Madama. Pre/eri quel posto per ragioni di como– dltd. LI vtcl110,presso S. Lulgt del francesi, Si trova la tipografia, e I auOico,itlnul rapporti con gli Ul/lcl della Presidenza del Senato lo indussero a n.on allon.tanarsl. Ma .!tanti lt circostanze e le am!clzle /uor del comunt:, i~::::rt~ 1 ::,er;:u~:lo~ai f;,!~~=t°Jef:c=~o:fu:u:rr. ~~;:edico,::1;;~;~tf.ucg;:::1u:1v;ann':;,J~;:e:eu:en,.:}b: Le cose andarono su per glfl allo ste"o modo con l'attività edftrfce, poiché eua si ince-n.tròe rlauu.nse nella persona di Adriano Tllgher. Certamente l'Incontro con Tllgher fu per Bardi una. delle più lmpen.tatt e strane avventure tùlla sua vita. A mettercl..tt di proposito sa, rebbe stato dllflelle riu.1clre co.tt bene nello .scegliere due Individui ver formare un'antitesi vivente: cosi colmo, ragionevole e volenteroso di non prendere fl mondo con• ~~~f~ ;~L~lntta f::Zfe~~~v:;• ;~~~'::~•.aft~~~:i~ occorre aggiungere che di .slmllt minacce non fu esente l'amico editore. E come poteva rf.fparmiarselc? BMta.va un contrattempo In tipografia o nella di&trlbUZfone df alcunj pacchi di libri al librai -per mettere TUgher nel più grande orgasmo e fargli sorpa.&sarela soglia dtU'uf• /telo di Bardi come una ventata dt maestrale. Bardi ofoava gli occhi dalll carte che aveva davanti, lo faceva sedere, lo atava u.n po' a ,entlre; poi entrava in dlscor.so: « Sai che t succeuo .stamane nella biblioteca del Stna– to? • Egli disponeva dJ una inesauribUe coUezlo~ di jat– terelll senatoriali o dell'Accademia dei Lincei. Erano lec– cornie per Tllgher. Ed erano l'Infallibile parafulmine di Barc11. • ra/"it,~~~~t! 1~ ~~:::;z!rap~~~s~~g~!r~fmnee t!::a valutato U preci,o valore. Quella unione di contrari di• ~~t~~o;G{~t~nn1 3:~~'o/u, ed!:1/~m'i~tdi ~1;',i~,.c':u~fi~ che plu accoratamente ne pian.se la dipartita, ed ebbe unica consolazione quella di aver fatto in temp0 a met– tere ,tatto gli occhi del mOrente la prima copia tirata in tipogr•i/la dtl volume preparato neg11ultimi mesi di vita. Né, come le burrascht: superficiali, quella unione fu ~~;aj:Jo~~·z;''~; ;f::~ lr';!~tr~~o~~~1:er:!~jj!~ef~ del mondo che Il circondava, che si uprlmevano In modt di/ferenti. Tllqher. irrequieto, inada.tto alla vita pratica, trovi.I un editore /uor del comune, che lo la.sclb lavorare a. &uomodo, e senza parere, Jn.,tnuante e -pertinace, pen.sò lui a dare un sl..ttema alla sua vita laboriosfnlma, ma. lndi&cipllnatlulma, Quasi di anno in anno vennero fuori regolarmente j volumi dalla copertina. aranctone, d41 Quali In complesso st ricava una interpretazione estre– mamente personale, ma avvincente, di quell'en.igma.tlco periodo del primo dopoguerra, che già si prese11-taal no– stri occhi come un }'a&satoqu(UI remoto. Rlpen.sando a quegli anni non ci è poulblle di.1taccare la. figura del– l'amico editore dal maggiore del :.u:hro'f,'i'NctGUERRA (Continua da pag, l) tro sapere»; e dirà: «Nella preghiera al fan• no le cose»: e l'orazione è di tutte le tllO&>– tJe la più sublime. di tut.te le scienze la più I.struttiva•: • ho più Imparato In mez.z'ora di Messa che In dieci anni di studio»: 1s'lo dO\'essl secondare l'Inclinazione ove ml tira. aru:lchè allo studio mi .sarei dato tutto alla orazione». ·ANTONIO ROSMINI L'ASCETA- IL MISTICO bene In lui l'altlMlma fiamma della vittorio– sa carità di Cristo nella volontà del Padre, consumasse v1a vto Il dramma in osanna: polchè cgll appunto In quanto sovrano a– matore e pensatore ele\'ato alle cose divine, essendo nell'essenziale vl\'eva nella realtà, tutto concreto e non sognante, ,•ero asceta pcrchè davvero mistico, ed è staio perciò ancora wt amplissimo e veridico sperimenta• tore delle ca;c umane. Conseguentemente prol)OSe,per sè e quin, di per la sua Famiglia Religiosa, di eleggere una vita occulta e contemplativa, Imitando Gesù Cristo nel trent'anni della &ua vita privata: e passare alla vita att.lva (o &Idi– rebbe forse pili esattamente, alla esecuzione esteriore) quando si fosse rlehl.e&tldal Pro&· simo. come segno della ProVTldenza. per eseguire 11 precetto dclln carità, proprio di Òesù. in cui .si conosce e ama di fatto li Padre. e la vita etcmn su.Miste per noi. A ventiquattro anni è sacerdote: un'eco del suo Jntlmo straripato Innamoramento di Dio - quasi anticipata riparazione per chi vorrebbe cancellarne li Santo Nome - cl è rima.sta in un ritmo poetico che oomincla CO· sl.: «Oh quanto è dolce il conversar con Dio• e prosegue I volere, e intender Dio... Inna– morarsi in' Dio. 10 star. l'andar e Il ritornar con Dio... e a Dio solo placer, patir con Dio... veder Dlo toccar. e gustar Dio, e vl\'ere e morire e stare in Dlo... con Dio e 1n Dio lo otrrlr Dio a Dio. con sempiterna gloria e onor di Dio... Oh Dlo, che gaudio e che dolcezza è Dio! oh Dio. oh DIO,oh Dio. oh Dio\... •. In questo tempo fa l'offerta del pro~rlo sangue in unione col Prez!osiMimO Sangue di Gesù e diverrà la de\'ozlonc propria del auo Isu"tuto «che sl chiama della carllà. perchè nella morte di Cristo si vedono le tor– ui della carità•· « Felici le anime che poMo– no esser vittime bruciate dal fuoco di Cristo e condite dal suo sole I... « Povero mondO se nessuno si ,·o!eslicsacrificare! Me felice. se Il mio sacrificio ,•a.lesse qualoosh presso Dlo! •· Oet.ta, con compagni, le basi di una Socfe.– td degli Amici, per richiamare tutto Il mon– do al princlpll del Vangelo. nell'entusiasmo. si ta d'lmprovv!So pensoso. scande quet.te pa. role: 1Miei carl, noi pensiamo tanto per gli altri: ma. e per noi?•· Davanti all'Insuccesso Dio gli apre gli OC· ohi conosce la sua Impotenza: pone come una delle Massime di Perfezione li e rtcono– ~ere Intimamente Il proprio nulla•: e ca\'& due regole di conclot.ta : « pe~re serlAmen• te a eme~dare mc stesso: abbracciare le ope– re di carltà quando 1a divina Provvldema rp.e le prcscntasSC. esaendo Dio potente di sen1rsl di chiunque e pure anche dl me per le opere sue 1. Oosl si rende Idoneo au·opera ,·oluta da Dio: promuovere Il .1f.1tema della Carltd, tondando Il suo IsUtuto, e Il .1istema della i:erità scrivendo 11 Nuot,'OSaggio; contlnuan. do Agostino e Tommaso. Ma alla vigilia sl ln!erma, e pare a morte: egli dichiara: « Io non desidero nulla, e nulla ho mal desiderato. fuorchè di fare In tut.te le cose la volontA divina•· E scrl\'C a un amico: e l'aver sensibilmente un piede qui o l'altro neu·etemltà ah! è pure uno stato consolante, felice. perchè cl rende tanto più tacile la prescritta vlgHanza e tanto più ,•h·o. Il giubilo dell'aspettaz!one dello Sposo! Quan– to bene si sente ln questo stato l'lnuUJltà di tutti nol! Un'Jnconoeplblle illuslone ci po– trebbe. 1n altre circostanze. far credere ne• cessari alla Chiesa di Gesù Cristo ... Se lo morrò aen.za che l'opera .s.J compia. non è per questo che es.sa neces&arlamente debba rl• manere arenata e Impedita. Chi sa che la mia partita da questo mondo.non l'accelerl, non la ingrandisca? Chi sa se lo non sia un Impedimento alla medesima? E che i miei peccati ritengano forse r,,ospesa111. piena delle divine misericordie sullR Chiesa? Io ho ben. sl tatto da lungo tempo li sacrlt!clo dcllR mia v.Jta. unito al sacrificio di Gesù: lo ri– peto ogni volta che ml accosto all'altare. di– cendo al dlvin Padre che se col gettare In mare questo Olona dl!ubbldlente si pote&sc calmare la procella, Egli ml vi getti senzn pietà!•· Ma al Signore bastò l'lnt.ellzione eroJca: IOconduce .ancor malaticcio. al Sacro Monte Cah•arlo sopra Domod0S60la per lnl1,lare, Il giorno delle Ceneri. la santo Quaresima I a oommemorazlone di quella che fece per tutti noi Il nostro dlvln Maestro». e piangere IR Passione dell'Uomo-Dio e uniformarsi al Cro– cefisso, con Maria Addolorata. prepRrandosl In tal modo ~a eseguire la volontà de1 P&· dre Celeste»: 11! mio scopo è quello di dare \ retta alla voce del Signore. di purlrlcare me stesso, e di mettermi. con la guida dl\'lna. In una maniera di vita più conforme al di• \'4lf Insegnamenti deJ Vangelo». e Sempre più ml convinco che questo è tutto l'uomo: e che qui. alla Croce. al Cal\·arto devono r\. dursi a emendarsi I pensieri di que:U che so– no destlnatl " gioire». Cosl Rosmlnl. per operare visibilmente Il ::~::t~~l~~ s:~~~:1~~~~ d1:~?e~~- ed! ~ intelligenza e della mlontà. e quasi a nome dell'epoca. lasciava l'amb!cnte confortevole e colto di Milano dov·era amato e ammirato, e ogni più pro;nettente prospettiva wnana. riducendosi in un eremo seh•atlco. pieno di prlvaz.lonl. pur provando, lui. squisitamente slgnortle, • Intimo rlbreu.o della natura•· Scriveva al Tommaseo dlMpprovante: • E" una di quelle dellberazloa! che Il mondo glu• dica pazze; ma ml accontento bene di esser pazzo con Gesù Cri.Sto•· E !ntonnà poi Il suo cantlco: 1Oh deslderatme pa:r.zla! Oh chi ml darà che ml prenda una simile pazzia. e che questa pazzia sia incurabile e oltremo– do eccessl\'a? Io ti desidero. lo ti sospiro. lo ti prego ogni giorno con lagrlmc dal Signo– re.. o cara. o prezlOEa,o dh•lna pazzia!». Era 'io stesso Rosmlnl che diceva: la Ve• rltà «è di un·eterna bellezza: chi più la contempla. più ne dlvlen "ago, e rln pazzo•· E conclude\'R. esortando quanti cominciava– no a raccogllersl Intorno a lui: «Amiamoci tutti nel Signore, possedendo Il quale tutto s! ha. Amiamoci nel Signore, ove sta l'Amore». E allora .a poco 11. poco. ramante netramato ,1 trai/orma. E quanto più la carità di p!o 1 ferve In un'anima tanto più IR rende In· telllgente, operosa. pronta aJ sacrl!lclo e torte». Perciò intendere principalmente allo acquisto di essa carità, • avvt:7.Zandosl ad ftmare Dio 15enza limiti e a pregare senza fine Dio che rimuova gli impedimenti che I Biblioteca Gfno Bianco vengono dalrlnterma natura ...». Gesù Cri• sto cl arricchisca d,el conoscimento di se, che.è quello del P11dre.«perchè tutta la no• stra fellcltà sta nel conoscerlo•· Perciò. nellR Te0.10/ia (n. 35), a Lui, filosofo. piace definir l'uomo • una potenza. l 'ultl.mo at.to della quale è conglungcffll all'Essere senza limiti per conoscimento amat!'lo ». «Slamo dunque un cuor solo e un 'anima sola nel Signore, a cui ogni onore e gloria». Proponiamoci an. che di «--vincere tutU l nemici amandoli•. • Amiamoci: que.sta è l'Insegna del discepoli del Signore. Che dolce Insegna! che divisa beata I Oh potessimo essere una cosa sola tutti con Ges\1. In Dio Padre. per Il Santo Spirito! A cui gloria In tutl i secoli. Amen». Quanto a sè. era disposto a una spoglla11!0- ne assoluta, raccaplioclante se pensiamo a lui genio SO\'rano. esomma.mente Illustre per la scienza delle cose dh•lnc e umane• (come disse di lui Gregorio xvn. ma mal - da "ero amatore dl Dio - «a rinunziare 11. ne&• sun grado d·amore per minimo ch'esso sia». perché teneva « ogni sclntllluzza di amor Suo in conto di tesoro lnf!nlto, e lmparcggla– b!le, anzi per sè Il tutto ...•: e. la spoliazione. di una generosità Inaudita. era quella che Rosmlnl propone"a. e come CO.'in naturale. a chl avrebbe dO\'Utoe.,i;sergllcompagno di fon– dazione. in quesU term.ln.l: • Slamo ben con– tenti d'essere. se cosi plflce al Signore, stu– pidi e Insensati tutta la nostra ,·lta e non capaci nè di pensare più nulla nè di agire. perchè egli ricrei, in not e In altri suoi servi. ciò che Egli \'UOIC!Non c•è nulla .11 più dolce di questo nostro annientamento, perchè nella nostra stoltezza possa entrare la Virtù di Cristo. e rlnno\'are CSSR sola tut– te le cose•· Il Signore non accettò l'offerta di Rosml– nl come vittima sul phmo tisico. perchlJ si riservava di accoglh:rla ben altrimenti e con martirio dluturno .sul plRno dello spirito. nella parte eminente dl !\è. della sua perso– na. perchè egll a\•e.ssemodo di esercitare. a luce unl\'ersale le $Upreme virtù con una eroicità senza 'pari; e sembra slgnlflcatl\·o che Il transito di Rosmlnl sia avvenuto nella Festa del Preziosissimo Sangue, rivelazione. della C:arltà essenziale. per In quale egll ha pensato ,ha operato . .!I è reso amoroso olo– causto: e si direbbe che lo Spirito Santo - Divino Stratega - lo abbia tenuto sin qui nell"umlllazlone p<"r lmmCll"rlo al momento opportuno: « I tempi e I momeiitl sono nelle manl del Padre•· amava ripetere, In ogni modo egl!. rin dal principio. a,•e,•a detto: e Ben sento clb che ml aspetta•: e In seguito: e scrh·o. non Ignaro delle perse– cuzioni che tale scrivere adduce con se ». Egll pativa Inenarrabilmente: avendo tem– pra di natura senslblllsslrna. e Il delicato sen– tire di uno spirito vastissimo e Immensa– mente amante. Il suo patire ebbe gamma sconf!nata, specialmente nella sfera delle pe– ne: Intime che sono come la mistica gravi. danza di quanti partoriscono Gesù: fuori la .sua vita pareva tosse tutta (come d!CC\'8 li Tommaseo) «una tranquilla preordinata ar- monlii »; e lnfRtU non veniva mal meno la serenità del suo dolce gra\'e sorriso. 18 sua placida allegrezza. la quale dertva\'a dalla purità della propria coscienza, nella grazia dello Spirito Santo. che lo faceva stare (se• condo una sua espressione) allegramente sulla croce. abbandonato In Dio, nella sua \'Olontà: • Oh adesione fortunatissima del nostro volere 001volere sommamente buono, unlcament.e buono e perfetto detrOnnlpoten• te, che trasfonnn In beni tutU I mali, In felici av"enture tu.tle le umane calAmltà! ». «Io meditando la divina Prowldenia ram– miro: runmlrnndola la celebro. celebrandola la ringrazio: rlngrazlandola ml empio di le• tizia. E come farei altrimenti se so. per rn• glone e per grazia. e 10 sento con rlntlmo spirito che tutto c!0 che si fa, o voluto o per– messo da Dio. è fatto da un eterno, da un Infinito. da un essenziale amore?•· « l.,a ma– no di Dio - quella mano saplentlM!ma e on– nipotente che ha ratto I cieli - vuol forma– re noi pure al celeste nmore: e Il magistero delle tribolazioni con cui cl tonna, non ò meno ammirabile di quello con cui ha crea– to runlverso sebbene sin un magistero OC· culto. e per 'quanto appare di fuori, plutto.. sto di distruzione che di edificazione•· E si contenne cosl. Mentre lo dllaceravnno, attaccando le sue opere (di lui si giunse a. dire che era o: slmlle a Oluda. più malizioso del demonio») scrive a un suo caro: «Que– ,;t,a pennlsslone del Signore cl de1.·cgrande– mente rallegrare ... Quando penso che coloro che ml \'anno assalendo sono mossi In qual– che guisa dallo zelo della Fede. cosa cosl preziosa che va a tutAe le altre anteposta ... 11. Quanto a sè prega\·a: «Fa. o mio D!o. ch'lo s!R d'accordo con tutti quclll col quali sai ch'io sono d'accordo». Circa li suo onore. dlce\'a: « di es.w, come di tutto. ho fatto un sacrificio al Signore». E frainteso. male Interpretato. calunniato. perusa: e Il Signore cl \'Olle umiliati: dO\•eva essere necessario anche questo per fare an– dare Il Regno di Dio: e noi che altro non cerchiamo esultiamone». Ma clrcà. l'lntegrltA della SUR fede, pro– testa: « lo non sono già nato per essere dot– to. o per acquistarmi 1n gloria presso gli uo– mini. nè mal a questa fama ho rivolto lo mie povere fatiche; ma sono nato bensi per essere credente e fatto degno delle promesse di Cri.Sto,qual figliolo devoto della sua Chie– sa•· « Io ho fiducia In Dio solo. In Lui che m'infuse la Fede bamblno. e ml diede una lllwninata devozione nlle declslonl dclln S. Sede Apostolica: ln Lui che spande nel mio cuore la gioia quando posso fare un atto di Fede. e che ml farebbe desiderar qua. si d'esser caduto In un Involontario errore. purchè senza altrui danno, per potergliene rendere una confessione più alta e solenne•· Quando si pervenne alla proibizione. scris– se a un sacerdote Indignato: «consideriamo. come l: li dover nostro, le cose dall'alto. Una somma Bontà e Sapienza Il tutto dispone per nostro bene. e per la sua glorla; ho bene– detto quindi H Signore nena proibizione del- le due note operette!. come 1n ogni altto even• to fcllce; e con tutta Ja sincerità e la de\"0· zlone del cuore ml sono sot.tomesso al decre– to. senza conoscerne e ricercarne I motJvl. Furono proibite; dunque c'erano ragioni dn proibirle. Altro a mc non import.a sapere•· Quando si riusci a farglt tramontare Il Cardinalato. dopo aver detto che egli avrebbe potuto dl\'entar cardlMle fin dal suol glo– van'nl anni. dichiarò: e lo no]\ ho mal scrtt,. to una llncn. nè ho mRl fatto un passo per app~annt la via al Cardinalato. Io consi– dero quest'onore come un peso spaventoso. non da de.sldenm;t ma da fugglrsl •· Incommensurabile poi tu 111. sua abnega. i.Ione quando si accorse che c·era chi mlravll a ro,•inare Il suo Istituto rellg!ooo. pupilla del suol occhi, li quale. nel suo lntendimcnto. dovera essere «un'Immagine In terra del Regno cU Dlo nel cieli•· Eppure dichiarò: • Io non ,·ogllo che quello che vuole Dio, e lo benedirò di ogni wsa. Se Iddlo permetterà che !'lst!Wto vcngn distrutto, sarà anche questo per la sua gloria, glacchè sono Jnve– stlgablll le sue vie. Abbiamo dunque bisogno di fede e di orazione•· Egli pensava sempre e ancora che e le vie del Signore sono runmlrablll e super:lorl al pensar nostro: dobbiamo adornare la Mae– stà, e non dlmenUcsrcl a un tempo degli Infiniti tesori della sua Bontà ... Rlcordlamocl che non c•è nulla di più caro al Signore che una grande confidenza In Lui•· Del resto Rosmlni aveva gli\ dato al suo Istituto, cU sua natura universale come la carità di Crl• sto, una tendenza 8 rifondersi - allorché D!o mostrASSe venirne un maggior bene - nella Chiesa. comperata dal Sangue dello Sposo. E quando l'gll ospitò nella sua Casa Padri di un Ordine religioso. da cui gli ve– nh•a ogni plù grave at.tacco. cacciati da una nazione \'lclna e mRl\•lsl. a chi lo awertlva che ne sarebbe venuto danno al suo Istituto. rispose: «Se per cagione di carità. nsuwto \'en!sse distrutto, raggiungerebbe li suo fine, che è di essere sncrltlcato per la Carità•· Non è che Rosmlnl non sentt.s.se 1a sua umanltA. Quando si acclngc\'a, trentenne. al– la sua missione, confermatagli da Pio VIII, «condurre con la ragione gli uomini alla Religione•. rtconc!Jlando oos\ Il genere uma– no col genere cristiano. scrtve\'a: «sento ,quanta fortezza. cl voglia a non Indebolire sotto la debolezza universale. sotto quella debolezza che cl abbandona add0S50 tutto l! peso della carne mortale•· E diceva. di· plngcndosl a sua lnsaputf1: «TUtta la vita del Santi. cioè del grandi amatori. è lntes– suta di atti di orazione e di contemplazione, che li mantengono contlnurunente, e certo abitualmente, quasi In aria. di sopra di tut,. to Il creato: mentre tutte le potenze della natura con contratio peso li aggravano. per i.trapparu da quella sublime altezza e at.– trerlt In ba.sso•· La sua Interiorità di luce e di canto riful– geva intatti sullo sfondo d'ombre e di pian– to della sua pienamente so!'ferta e lnve.stl– gata condizione di esule tiglio dl Eva, seb- La sua Mima fu portentosa nel nascondere se stessa. tut.ta occupata da Dio. Diceva: «Il Slgn0re è vlc.ino a noi e dimora in noi: av. veu.iamocl a sentirlo, e a esserne sempre consapevoli; cosi Egli cl aiuterà ad aocresce– re ln noi la carità, perchè Egli è tutto Ca– rità e Fuoco per essenza•· o: La solitudine del cuore, oh quanto questa è più preziosa dello mura di un monastero! Quivi, dentro di noi, conviene erigere delle mura di fuoco, dentro alle quali non possa penetrare altro che lo Spirito di Dio che è Fuoco. Queste mura sono ramore d.1 Dio e del prossimo•· Immnne è l'opera scientifica di Antonio Ro6mlnl; ma Il segreto della sua grandezza StAnella sua vlt.a Interiore. che è un tesoro di Dio In seno alla Chiesa. per li bene della Intera uml}.tlltà. Pcrchè egli fu un grande bisognoso di Dio; suo è questo detto: « Lo uomo non è grande se non perchè e ln quan– to ha bisogno di Dio•· Dentro gridava: e Pa– dre. vedi Il fondo dell'anima mia: fammi buono I». Egli avverti che occorre sempre con• .\'Crtlrsl, a Cristo. e ln Cristo: ])()chi anni prlmR di morire, scriveva 8 una sua paren– te suora: 1Bramerei che domandaste per me la grazia di far giudizio una \'Olt.a. almeno ora che ho I capelli canuti. e di convertirmi al Signore. almeno ora che. avvicinandomi all"eternltà. ml si allontana Il mondo, e di cominciare a essere, benchè da lontano, dl– &cepolo almeno ora che Il Maestro ml ha sopportAto tanto». Diceva: «Consideriamo che slamo l)OStl In questa,bre\'e vita per tab– brlc!Jrcl una caaa eterna•· «Cosa è questa vita tutta Intera se non un noviziato per 1l Paradiso? •· • Camminiamo In piena luce e con un cuor solo davanti al Signore». «Te– niamo sempre I nostri affetti di ciò che 6 eterno; se 11 poniamo in ciò che è tempo– rale. g1A I nostri propositi non hanno più conslstenza •· « I luoghi materlall sono trop– po angusti per noi: 11 nostro luogo è Dio». e Slamo dunque con Maria in Gesù. e con Gesù ln Dio, ora e sempre per tutti i secoli. Amen». Egli, mlstJco fra i più eccelsi. non ebbe alcuna manifestazione eccezionale, tuor di quella di vivere totalmente e perseverante– mente come uno delle membra. più csubc– rantl di salute, del Corpo Mistico. «La mia vita non è da storia•. disse \ma volta; e Il suo vivere fu comune e raglone,·oJe: un vl– ,•er comune, però, con Gesù. pensiero a pen– siero, cuore a cuore, Imparando da Lui _ ti&.."<> alla bellezza del Suo volto -· «più dj tur.to ciò che cl possono Insegnare gli uo– mini•· A\'eva palesato a Pio VIII che la vo– cazione era • affatto ordinarla•: sl, quella dl un battezzato che \'Iva conseguente come tl– gl!o di Dio, mirando unicamente e infini– tamente d'esser caro al Padre nostro, col rendersi degno delle promesse dl Cristo. An– cora sul letto d morte mormorò: «Dio cl sia sempre presente, che tutto u resto è niente•· Quella sapienza. che conobbe giovanetto. la riconobbe avvl11nd0.'iia morire: o: ADORARE, TACERE, GODERE». CLEMENTE !\I, REBORA

RkJQdWJsaXNoZXIy