Fiera Letteraria - Anno X - n. 47 - 20 novembre 1955

Data la sonabbondanm di scril-tl che cl pervengono con la e5pUclla richiesta di giudizi particolari, comunichiamo agit lnteres.sati che direttore e redazione della •Fiera, sono asso• tuta.mente lmposalblllt.atl n dar riscontro a Que5to richieste. tA FIEltA tETTERARIA ORARIO DELLA REDAZIONE 11·13 18°1ft Manoscritti, foto e di.semi non pubbllcall non 11 rcstllul11cono NEJL PRIMO ANNIVJER§ARIO DJEILJLA MORTJE L'ultima Jmmag:ine di Hcnri :'!latine I.A prima L'Olta che andai a Vence la Cap. ,nlla dd Ro,ario era In cwtruzione: il pic– colo cantiere appena 11'morruo cruceva 1en– ramenre nel corpo 1teuo dd Convento delle Domenicane ,enza richiamare l'attenzione cfci pacifici 1,;llcggianrl. Ben divcr,e ml apparvero le oo.scneu·e,ta• te dd '52, allorchi tornai nella cittadina pro– vcnziale. Da ogni parte della « c:o,ta •· con pullman, auto e moto .te00tcr, t turl.sti con– fluivan o al/o ra a Vcnce per vi.sltare /a /a• mo.ta chic.sa di Matluc. Il viale clic porta al con vento a ppariva letteralmente o.strulto dalla /olla e dalle macchine che, Inutilmen– te, un vigile con « tartarlnc.sco • vigore ccr• cava di Incanalare In « .sen.soun.lco •: tale e tanta era la con/u.slone che quando, dop::, non meno di mezz'ora df caotica /Ila, giun.d all'ln grc.s,o del concento lo trouai gi4 ,bar– ro.to da una .severadomenicana, intron.slgcn– tc o. ucrvantc dcU'orarlo di chiul'ura appunto ,coccaro da pochi 1ccondl. Erano le acl dl un lfmpldo pomerigolo. At·rd cll'itato rfndomanl la chlt'ta. Ma dc• tldcro ora riandare a quc.lla priml,alma, par– tfcolarc impreuione della Cappella del Ro- 1arlo. In contra.sto ,con l'tdl/lcto del convento. un ca.seggiato del pfU vieto llbcrt,y ln/loret• tato di .stucchi come un gA.teau de ma.rtnge, la cappella dal lato nord, l'unico 111.slbflc dal– /a atrada. appare al vLsftatore di una .1e,n– plicit4 /in .sconcertante. Senza vetrate, bian– ca e bi:zua, cua ha l'anonimo a.spetto di un capace garage patronale. Tuttavia t tu/fl· ~;,~!:a a~;: ~e ~h!;:~~ z;t::it!I?~~: travcdt-re fingrcuo. animato dal taglio del· le 1 1 ctratc, perchè al deludente dl.sogto ,u. bentn un .scn,o di calore: la percezione di una rcaltuata armonia. E /In d'allora ml parve che com.e u n c,acr e l'ivo, quc.sto edi– ficio cerchi fl 1olc, qua.si Il .suo Jraglle ritmo architettonico non po,1a pretcfnderc dalla luce che con tanta e.sarta aderenza lo In• Vt.Stt'. BI.sogna fermar.si a que1ta luce che attra– vcrto Je a lte /lne.s trc a canna d'oroano In• vadc la piccola chic.sa : ne fmpallldi.scc lo fiamma delle c andtte: ammorbidL.scc la ,e– vtra mezzaluna di pietra ,u cui poggia l'ar– caico, belliul,mo altare; nwtura I cactlU di– at'gnatf nelle vetrate: coordina la dramma– tica compo.tizione della Via Cruci1: d4 vita alla utrema lincarltd del S. Domenico: co- 1trui6Ce un volto di puro iole per l'ot 1 a/c .sen– za lineamenti della Vergine. Fermar1I e par– tire da quc.sta 1ucc. Proacguendonc un"ldealf' ttrada, ,orpa.s,are fl muro della Chic,a, gli, verro Il glardh10 delle .suore - I cfpreuf, gli aranci. l'orto - ver,o Vcnce mite tra le om– brt. dtl .suol ulivl td oltre Vence: vcr,o Saint Paul ed oltre S. Paul: Jlno alla co,ta: /ino al mare: Inco ntro a q uella chlarltd t:ia via pf(.i libera di paluar.sl , eh.e fn/lnc c1plode tra un pre.1tf gioro e p recario trionfo di co– lori. nell'ara, dei more, Il mare di Mati.J.1c: il Mediterraneo, Dal Ja.,ci. di luce che nell'interno della capptlla di Vence mutano l'tupdto dtl/c co– le, rftultando eo.11. come volle Matlue, « i vtri protagonlati della chiesa•· alla placata vertioinc della luce mediterranea .si ,noda U moUt'Oconduttore dell'arte mattulana. E chll il Mcdllcrranco non cada ristretto per Ma– ti.s.scad una ,celta di panorami a lui pii.t o meno cari, ma 1n toto co.ttltui.sco U mare delle ,uo coerenti rouc ,pirltllali prova la tua lnten•a produtionc, tutta ba.tata •ulla luce, l'1tl calor e e •ulla rc aJLuazione~ di uno spaz.Jo ottenuto auravcr.so un ritmo di com– J)O.fizione alta mente decorativo. E' in/atti Quc.stoelegante di.stacco decorativo delle ope– re matlulane a rammentarci altre esprc1- sioni d'arte medlt,crranca, quali la egiziana, la bizantina e Jlnnnche la etru.sca. Nd im– porta 101/crmarcl 1ul /atto che in quelle an– tiche /orme d'arte il gu.sto della deco ratione non /o.s.sc, come accade In Mati .s.se. al ,cr• vizio di un cdonl11no spcuo /In comp iaciuto, ma piutto.sto l'elemento formale atto ad c.sprimcre li di.stacco da un mondo contin– gente, con Il quaJc, 1,,ecl/icaicmentc nel bi– zantini, il principio cla.s•ico della imito.rio– ne della natllra L'icne tottitulto dal princi• pio a.strauo dtll'omanazione divina. Del re– ato. a ben t:cderc, anche Matl.ue ottiene •fa pure nella rappresentazione di una moder– no gioia di vivere. «quello .tpa.tlo .spirituale» che è gi4 la decantazione del ,entfmcnto e la 1aggc1za di un prc.sente auaporato çon Intellettuale di.stacco. In altri termini .sebbe– ne per gli antichi (bizantini, medioevo), la creazione vada dall'a1 tratto 01reale e In Ma– tf.s,c dal rea le vtr.so una ,cmpllficazione di • /orme e di co ntenu.l o sempre p1u a,tratta, per gli uni come per l'altro espressione e com posldone decoraUva tono. in ultima ana– lt.si , una 1tcua co.ra : il modo pittorico ptr espr imere dei , cntlmcn tl: 11 La composltlon •• diceva lo ,te.sto MoUuc, «est. l'art. d'arran– ger de manlère decorative !es dh-ers èlèmentll dont. le pelntrc d1';pose pour exprimer se, scntlmenl6 •· Abbiamo occenna.to aU'lnJlucnza che eb– bero talu,i e culture a ntiche e primitive ,u Matiue, In verltd .sl8atte influenze e 1110• gestioni trono .sentite non 1oltanto da lui ma da tutti gli arti.sii a cavallo tra i due ,e. coli cntu.sla.stl delle riabllltazionl e delle ,co– perte che dtl Mtdlott'O, dei PrimlUvl Italia• nl, degli Egiziani, degli Orientali, del Peru– viani, dcf Clnc.sl e dell 'arte negra , .fl anda– t·ano facendo nel mutcl lndocinc.si del Troca– dero o Gulmtt, nelle mo.sire dell a Galleria Art nou,-cau che Slcg/rfcd Blng dedicava per la quaal totalitd alrE.strt'mo Orientt. ntgli 1crltti della rlvflta L'YmRglcr, nello E.fpo.si – zlone dtl '900 •peclalmente conaacr ata al Medio Et'O. nel cor,f della .scuota Gut'rin .sull'arte mu.sulmana e 00,!I uia. Mati1.1e partecipò dunque con i .suo! colle– Ohi a qucata nuova crumogonla artl.!tlco t però cl 1cmbra in modo particolare: 1enzo l'aeccn.slone paufona/e di un Gauguln, sen– za le dcvla:lonl violente che !'orte negra por. tò in Picauo, Braque e compagni, .senza g:I in.segno~ntl che dall'Oriente rlcararono e sierUmcntc applicarono, malti pittori dd ,uo ttmpo. Mati11e .sebbene non troroue lii· blto la propria ,n·ada li moue in/atti ,cm– pre In un'unica dirtrione. con la determina. zione. 1op ratutto. d i realizzare un ,uo mon– do, Jino a limitar.si talora pur di non tradl• re fa prop ria natu ra. Una natura non da colpi di .flato ma il buo11 governo del ~aogio amminf.stratore In HENRI MATISSE l'ordinoto,•e del eoos * Matisse, come un eroe omerico, ha compiuto il periplo mediterraneo della pittura moderna: e a 85 anni confessava di trovare l'arte con l'emozione di chi cerca le violette in un campo cui le molte 1ltuazioni .sono progrc.s.slvc e con.stgucnti. Co,fcchè la 1ua rivoluzione pit– torica Ju ponderata e lenta ma duratura e le ,ue •coperte si integrarono l'una all'altra. roltc tempre ad « ordonner un chll06 • piu che a ,catcnarlo. Per quc•to le in/luenu di talune civiltà pittoriche ,ull'artt matiuiana ci appaiono chiare al~no quanto il rl/luto di altre cd in out.sto ,cegllcrc e scartare qua– Il ogni vOlta a priori plu che a J)06tèriori 'c'è, a parere no.stro, il 1eg110 di come Mati,– .se /hl dagli inizi ,e non calcolavo bene la 1ila misura di arti.sta calcolat•a però benL,11- mo la aua natura d'uomo. Egli 11 conobbe e· •C:ppe a ,pettar.si~ ogni giorno, In ogni tela preparò l a tuo maturltd di pittore che conqut.ttò lentamente dopo an– ni df lavoro. ollorchè da tempo a1·tva ormai raggiunto la matllritd /Lsfologlca. Rara~ntc una meta Ju ottenuta con più tenace. /e• dcle td Intelligente preparazione, Non Ju un temperamento precoce Mati11e. Si 14 che pr/m4 del t:cnti anni mai aveva dipinto pur mo.strando nella diligente car– riera di ,coloro «QUeJqucs facili tea AUcours dc dessln •· Ne egli aveva particolari predi• llzloni ,nr /e arti /lgurative .se, la prima VOI• ta che venne a Parigi nel 1888 per preparare la tc•I di diritto, non vL. sitò neppu re Il Louv– re. Poi una prolungata dcgcn.ta In clinico, dovuta Od un a ttacco di oppe ndldt~. la ccuuale vlcinan.ta di letto con il direttore di una Ja bbrlca di t euuti che panava la lunga giornata di in/ermo a copiare pedantemente del pae•aggi da un album ed il patetico do– no materno di una .scatola di colori, ,convol• •tra il cor,o normale della ,ua ul.stcnza. Una pa.s,ionc violento per la pittura uplo,c In lui. Nel 1890 aveva gfd ,al •uo atrlOO il primo. dignltosiulmo qwadro una Nat.ura morta con libri. Due anni dopo d a Parigi I.scritto al cono .serale di Arti Decorative. Quindi entra o far parte dell'athcllcr di Qu. 1tavo Morcau ed In qunta II corte coltivata fino al bb::antlninno • riceve l'impronta /on– damentale della •ua formazione artl.ttlca: Il culto del colore ,Il gu.sto dell'arabc•co. l'~ more ptr le civiltà orientali (Ptrtianl, Giap. J)Oncll), la ri.fpetto,a dct-ozfonc per I capo– lavori dtl pauato. che andò poi .sempre 1tu– diando e copiando con accanimento ntlle quotidiane 1.-ufre al Lout·rt. (SI racconta, a quuto pror,o,1to, che Ju Mati11e ad fapirare ad lb&en la /amo,a lirica In cui Il poeta nar– ra di una donna che con1u111a l'c•l.stcnza ri– copiando una Madonna di Murll/o). E' ,uua copia dei capolavori dtl pa.ssato che Mari.si~ si prepara c,ercitando ,cmpre plti. la tccnfca dl.segnatlva t"d acquistando conte /or,e ncnun altro pittore moderno, uno .1ba/orditlvo senso dd « valori •· Con la ,crlct4 e la tenacia, Matluc mo– stra /In da allora un altro lato tipico del prp– prio carattere: il gusto umile ed. artigiano per U 101.-'0ro. Una rolta che rl/lnh:a per un /ranco e mezzo al--giorno alcune ghirlande di un aaruco. ad un collega eh~ gli doman– dava Ironicamente .se .si divtrtiue o lavora• re In quel modo. rlspo,e ,egultando a dlpln– gur, « mi diverto ed è un lavoro lmportan• te•· Dare importartza ad ogni cosa dell'arte /ino ad. amarla con 11tupita meravlolla In ogni loto e a tra,/ormare le ore di accanito .studio e di &l'mpllcc esercizio tecnico (a 80 anni, ogni ,-ua. ricopiava pagine di lettere per mantenere agile la mano), in ore di gi°'o,c .scoperte. provano l'lmpa.sto cltu1ico, di quc.sto mac.stro moderno cht con acconi– mento putò tempre alla rcaliuazlonc più cht alla enunciazione dtl problemi pirtorfci, Matl11e appare quindi dagli inizi tutto tuo alla dLsclplina, all'ordine, alla tradlzlont. Tuttat•ia gli t necu.sarlo per ben pro/ittarc di tali principi, crearti una sua di.,ciplina. chiarire quale sia la tradizione da predi– ligere. Nel '45, para/rasaudo una /rase di Cèzan– nt. Matiue ebbe a dire c he « Il giovane plt– tort c11enon può liberar.si d.oll'in/luenza dtl• gencrazione' che l o proctde ca rer,o la con• ,umazione•· Con l'abituale reticenza Il mat– .stro regalò ai po.steri un principio che tgll ctrto gi4 seguiva da anni e anni. Guardiamo alle prime tt'lt!, accademiche ma co,truitc con viva p~r,10n alitd e. ,oprat– tutto, porcamente imprtuiont.tt Motl.s1c /u poi un convinto p o,t-imprc.ufo nl1ta? E' ,ra– to dttto di ti. Ci pare invece cht lo J011e 11 meno p0,11lblle. Pittore di grandlulma im– maolnadone e gli avre bbe ctrto /atta 1ua una polemica ma ti /tea.ce Jra,c di Odllon RC!ton: * DI LORENZA 'Jl'.RUCCHIC « Les lmpreuionls~s sont. ptUl6 en ce qu'lla ont. nte l'lmagtnatlon •· E •f ,a che I nel de– gli frnprc.s1fonLatl divennero le plaghe del nco- lmprcu ionf.sU. In cri.si fin dall'ultimo decennio dell'Otto– cent o. dop o /a prima ctd glorlo,a, l'lmpre.s- 1lontsmo, ,minuito et intellett ualizzato tra Nabl.s, Ro,e-Crol;r, e« puntini.ti •· mutò trop• po pre.sto Il suo spiri to Innova tore. I pittori del tempo, tranne Si.sleJI, cd I grandi I.solati Gauguin, Toulou,e-Lautrcc, Van Gogh, pare– t.-ano abbandonanl ad ·una nuova Inerzia, qua.si limitandosi a rc,pfrarc il plcln Alr a boccat e dalle /ine.strc degli 1tudi e la,clcndo che 1ublto quella paca aria libera 11vfzlaa,e nd toro quadri. Quando Matlue abbandonò la carriera di at."VOCato di provincia per l'arte, la morte per anemia minaccia dunque Ja pittura. E Matl.s1c non Il aggiunge al coro disarmonico del JlC).ft,.lmprcufonl.sti, ma del movimento lmprc.s,ioni.sta .sceglie la derivazione più ano– mala: il dlvbioni,mo di Scurat. Egli (!_c110 aveva curato nel 19<15 le rivela– trici mostre retro,pettivc di van Gogh e di Seurat agli Indipendenti. Oltre all'ln/Iuenza dcll'olandc1e che gli tro•mettc Il coraggio vcr,o una tecnica plti. libera, immediata cd c1prc.s1iva, Matl.s.sccomprende appieno l'im– portanza dell'argine edl/fcoto dal Scurat - « il .1010 imprc.sllonl.sta che avcue tormentato la geometria li - contro l'ccce,aiva /aclllt4 imprc.uionl.sta. Per Matlue quel 11 •olidl/lca• re• le impru,foni della luce, nocciolo della Ucnica divilioni.sta, co,titul.sce la Ju!onc che lncon.sciamente il wo apirlto ordinato a.,pet.– tava. Lo .stcuo anno d'utate a Colliourc, un piccolo porto catolano ,evcro ed e.saltante, egli .si libera completamente delle 1corle po,t– lmprd.f.sionl.ste gld. tuperando anche Il divi• sloni.smo di Scurat. Ma oltre che da Scurat e Van Gogh. Matl,.se è attratto in quel tem– po do Ctzann e e G auguln. Dt Ctza.nne ,e lo oueutona il ,en.so dtlto '1)azio lo ra/lrcdda– no Invece la manca nza di meraviglia e l'ln• di/lercnte lnten•fblUt4 del mac•tro per il gran •ole Mcdftcrranco, (meridionale Cezan. ne dipinge qua1c 1empre ,otto le nubi ,ebbe• ne la ,ua pac.saogl1tlca resti fedelmente pro– venzale). Di Gauguln Matlue ama l'impiego dei colori purt 1u grandi dlmcn.sloni e ne ,u. bi.1ce la •cnnialc cuno,ltd per il mondo pa• gano td. edoni.stlco. (Più tardi &I 1plngera', in uno del molti viaggi, /ino a Tahiti, ma torncra con le tele Intatte senza aver trac– ciato un 1010 dlaegno nel •uo blocco di ap– punti). DI tutte QUt.stc ln/l11cnzc antl•lnt– prusfonlatc è chiaro .specchio la Jole de VI• vre dipinto ntll'fnvcrno 1906, opera tonda– ,nentalt in cui Matl.f!e ,e dichiara aptrta– mcnte le proprie prtdl/e.tlonl ,no,tro gld di accrle .superate l71corporandole e traa/orman– dole nel giuoco non cqulroco della wa netta peraono/ftd. Arrfratl al 1905 bi.sognerebbe 10Dcrmar1I a parlare del l&uve.s. dato che e quc.sto fanno del 1oro contrastato batte,lmo. Ma .febbcnc la pittura f&uve abbia la fio ritura culminan– te tra il 1904 e fl 1908 e.s.sa . in e8etti, era gfd praHcata, Juorl do og ni 1ch cma di scuola, da molti anni. I lauve3, o rigore, nacquero dopo che Van GoQh ntl 1886 cori il ,uo celebre Quatorzc Julllct. diede l'avvio ad una e.stre– ma llbertd tecnico. Llbertd tecnica e paro1- .1i1mo cromatico In lotta contro l'accadcml– ••mo e l'intcllcttuali.smo po.st -lmprculoni.sta, ,1 svilupparono via via d ando luogo ad una pittura esprenica t decorativa. nuovamente aperta alla Janttula. L'e.,odo veno il Sud JomcnU, non poco ta– li tendenze, l'abbagliante ,olc Mediterraneo scaldò Il ,anguc e le tele dti pittori nordici proponendo loro i problemi di un « colore– Iucc • e di un «8pazio-dccorotioo». Ntllc mani di Vlamlnck, Derain, Marquct. Braquc, Du/11, Frl~sz. Manguin. Matfue, i tubetti dei color! divennero co.1ì la dinamite per una lm:on,clo rlt'Oluzlone che, debellato per .sempre Il po,t-lmprusloni.,-mo. doveva la• 1ciare tracce pro/onde ancora per anni e an~ nl. In altri termini Il fauvismo pur /inlto come movimento di1tlnto, re.sto come ebbe a dire lo ,-u..so Motl.s,c, « la p&rtle \'ivante des mallrcs. des colortAtes surtout.•. Ma te per I Braquc, I Derain, i Vlamlnct, l't1perlenza fauve è pur tempre i.fOlata, /on• damcntale e paro ul.stlc a in1lcme nel qua• dro dell e loro dft •cr.st pcnonalltd, per Mo– tiue le co.te vann o dl tter,amenrc. Egli solo .sembra poued crc il .segreto del come ado– perare ,enza paura di u.stìoriar,I, lo materia lncandc.scente della pittura fauve, ed il .suo laroro pur rimanendo intimamente legato al– l'l..stinto fa\fve. dfvèrrd appunto da allora un lavoro di. controllo e di organfuazionc. « La pittura ti /a con Il colore• ai•eva 1cntcnzlato cd oro 04glunge: « ciò che conta M>no I rap– porti li; dall'uattcua dd «rapporti• na.sce la luce di Mati.sac: uno lu ce non Imitata, ma creata dal pittore llt.s.so : « lA coulcur con• lribue Il. exprtmer l a luml è.re . non paa le pht• nomènc Ph)'SIQue m ais la sc u.Je lumlère QUI exlste en tait.. celle du cerveau dc l'Artis~ •· A ,ua volta Il di.legno riprende corpo, un dl.!egno lineare che fa da perno 41 colore. Il cao, t COii ordlnqto, domato da un ritmo dl eucnriale chiart.!Za e vo/utnio,a armonia. Lo Jote de vlvre (1906), Le luxe (19()1), La Dtuerte (1908), U ritrruto della StgnOT'a M.a.– t.isse (1906). Margucrite ( 1901), I cartelloni per la Danza ( 1909-10), pro,•ano t! con/erma– no qManto Il mautro tla lontano dalle c•tc• rforlua.zlonf •entimentall dtgli •tcul rauv~: egli ha ormai rapporti con la natura oltre le cmcnlonf. L'espreulone e per lui intera dl– f'J)Oltdone del quadro, ottenuta cori. una cre– acente .scmpll.flcazion, tecnica cd ideologica. Matti.te e gld da tempo ,ulla •trada di oue• .sto crc.1cente rlgort .stlll.ftlco quando .si fn.• contra con Il cubi.smo. Pica110 ha preparato Il suo colpo di .stato partendo da nomi g/4 cari a Matl11e: Ct.!anne, Seurat, ed 09glun– gendovl in più come droga 1aporrua cd inso- 11ta, l'arte negra. L'incontro con il cubL.tmo è /alale un po· per tuW i pittori dtl tempo: Il movimento è trop-po vltaJc, la pcrwnaJU4 di Pica.sto lraVOlgente. Anche Matiue ha dun.– que fl ,uo periodo cubista; tra Il 1111-13 du– rante un prolungato 1oggiorno a Parigi, la suo produzione umbra correre tu due bina– ri: opere d'Impianto èubi.sta 11alternano con altre del tutto dh:erie. Del ruto egli non è uomo da evitare di propo.slto le ln/luenze dt altri: «Credo•· diceva ad Apollinairc /In dol 1907. «che la per,onalltd dcll'artl.sta .si 1vi– lU"PPI e .si a8ermi attravcr,o le lotte che .su• bi.set contro altre pcrwnalitd. Se Il combat– timento è Jatalc. 1,-uOI dire che tale doveva c•1crc la 1110 .sorte•· Ma per Mali.sic neppu– re U combattimento con U cu:bf.smopuò dirc– nlre Jatale. Lo .scontro prot·a ,alo quanto i tuoi mt'zzl pittorici non possano uttre gli ,turi adoperatJ da Plcayo: e chiaro. una rolla per tutte, quanto lo ,pagnoto dfr4 più tardi appunto a propo.tlto di lui e di Mati.s,c: e Quand l'un de now. deux mourra. li y aura dc& choscs que l'autre ne pourra plus dire à personne •· Dopo la guerra 19.15-18 Matlue 11 tra•Jtri• .sce de/lnltlvomente a Niua. (Si 10 che ri/Or• m.ato egli 101/rl ,noltl.slimo di non poter par– tecipare attivamente al con/litro, tanto che in.,iem.c ad Albcrt Marquet andò un giorno dal leadtr •ociall.tta Marct:l Scmbai per con– fidargli le nce Inquietudini e chfccfcrgh In che modo avrebbe potuM c11c rc utile a l pac.se, al che pare ~ Scmba.t rl ,pontks.sc « contf– nuando, come Jatt, a dip ingere b ene•· E bene dipln1e Matlul', ma con un tormento /In crudele, Indice anche que1to di quella ,uo continua, umanlulml'I partecipazione alla Di– ta che trapela nelle tele dc/l'epoca e, .special– mente. nella va.sta c .,mpo,fzfone dl Les de• molsellC:$ a la rlvlè.rc ). Dal 1918 in poi pur . segu itando a viaggiare un po' dovunque, Matl. .s.se r i,fcde dunque nd Sud, a Nluo prima, p oi a Cimiu ed in/lne a Vcncc. E ,-una co,ta medttt'rranca di an– no In anno •cmprc più la ,ua apcro ti chia– rl/ica ,J rablna .Veri miracoli di .sapienza s di 1emplicitd:. di mil'ltra e di violenza, di tec– nica e di l•piraziont, gli interni aperti ,ul mare, le nature morte, le Odali.sche. I ritrat– ti, li •!ternano ad opere monumentali quali le due cdlzkml di La danse (1931.J3/, coro– name nto di una .serie di lavori e di mcdfta– :!:lonl qua.si vcntlclnquennall. Mal grado l a gu.r.rra, la grave operazione .su– bita a Lione nel 1942 e l'ctd avanzata. Matf.s-. ,e no n rallenta l'111imltato lntcru,e per qual• ala.si ricerca, ne, aperto com•è alla .speranza, 'J)Crm cttc che la innata, portentosa piacevo– lezza divenga con gli anni cd U ncccl.fO, .semplice Jacilit4 o giuoco: « L'cspolr est. tou• jours là et. augmcnte tous !ca jours • •c rive nel '43 ad Aragon II l'~ir dc falre d.es cho– ses mlcux dan., la sollt.u.dc QUIest. si ne ces– saire pour sortir l e trè&-fon d de son coeur.~ J'y troU\'C oonat.amment. dc nouvclles saU&- 1.,actJonscomme on Lrou\'e dcs vlolet.tes soua la verdure•· Eccolo co,l ad 80 anni rlprtn• dere la tecnica, gi4 cara al cubisti del PA• plen; decoul)h. ll colore puro, il di.segno Jf.. ncare che ,empre at:cvano diretto le ricer– che del mac.stro, .sembrano lrovare quf la lo– ro logica conclu.slont: è l'utrcmo limite di un proceuo di .semplf/lcazlonc~ ,Ja pouibllit4 di dil'egnare dfrettamcnle nel colore. ln/lnc l'opera ulrlma: la Cappella del Ro– sario a Vtncc. Matl11t mori 10lo dopo averlo completamente /lnfta in ogni dettaglio, dopo quattro anni di lavoro e1c1u1i1,-o cd oulduo, lo.sciandoci uno stupendo ttstamento di U· .senziallt4, del .segni. dd tentimenti, lo crca.– zlonc di uno upazfo rdlg/o,o •: U ri.tuJtato più. alto di una 11/to e con,acroto alla ricerco della vcrita •· LORENZA TRUCCHI MAti&Sc,nella !fUa camera d'Infermo, disegna con un:i pertica "uattro ndute della Cappe.Ila ~ti Rosario a \ltncc. Da sin.: il San Domenico; li pannello della \lcr1lne e del Bambino; le ,·etrate: cactus e fiori; 11Crocllfsso iblioteca

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