Fiera Letteraria - Anno X - n. 47 - 20 novembre 1955

Pag. 2 QUARTA GENERAZIONE }f. Linaua~~io poetico esituazione cultu1 1 ale Di quale tipo è m.ai la conoscenza del 11iondo,possibile in questi mm-i? di ENRICO FALQUI - a- Ftgurars1 se la caduta di un,reglme. 1a perdita di una guerra. un'occupazione nemica, una liberazione straniera, Il mutarsi di un regno In repubblica, ix:ce– tcra eccetera ...: figurarsi se avvenimenti di tanto ec• CC.lionalc travolgente portata possono non avere r(>• cato alcun Influsso, alcun cambiamento in una mate– ria e in una forma sensibili come son quelle assunle nel loro versi dai poeti degni della quallflca di poeti. E infatti I poeti più vivi delle prime tre generazioni lo son venutJ e lo vengono dimostrando d.l opera In op~ra, con naturale coercm•..aumana e con lineare rispomlen7.a critica. · Per Pasolini, lnvece, rappresentante tra l più scaJ. trl della Quarta generazione, e la guerra è una cir– costanza puramente negativa in ogni sede, compresa quella letteraria-' e e l'Io in tale esperienza non si arricchisce>, bcnsl subisce delle nevrosi. (Chimera, ottobre 1954.) Per Romanò, rappresentante tra i più attenti della Quarta generazione, e una poesia del Dopoguerra, .cioè una poç:sla che rispecchi peculiarmente la situa. zionc di questi anni e ne esprima I motivi, non esi– ste>. neppure nella misura In cui Invece già esisto• no una narrativa e una critica del Dopoguerra. Non esiste, ln quanto e la poesia dei poeti formatisi nel periodo culturale fra le due guerre non si è modlfl• cata nel suol elementi strutturali. non ha mutato le sue componenti ed è rimasta fedele al temi, agli In• teressl e alle combinazioni di quegli anni>. (Chimera, maggio 1951. l Resta Il !atto che, se nell'Indagare quanto c'è o no di nuovo nella poesia Italiana del Dopoguerra. noi limitiamo adesso l'esame agli autori della Quarta generazione. è con la fiducia che proprlo tra essi la ricerca possa risultare quasi maggiorment~ Indica– tiva, grazie alla libertà di cui dispongono. Non già nel rls\lltali, di là da venire, ma negli Intenti, negli sforzi, · negli aneliti. La loro insoddisfazione, la loro lnsofle– rcnza hanno qualcosa In comune. E mette conto esami• narle per quanto rivelano ~I sintomatico In rapporto ai nuovi sentimenti e al nuovi problemi; :.enza esclu• dere che si rlcolleghino a un'insoddisfazione e a una Insofferenza i cui precedenti immediati restano pur sempre da rintracciare nel poeti stessi ripudiati. Non a caso, precisamente questo è uno -del punti più controversi, In rapporto alla guerra e al dopo guerra, nonché riguardo alla situazione spirituale ve– nutasi dolorosamente determinando coml! una con• danna, attraverso un lungo giro d'anni. Fino dal 1916 Ungaretti si è definito e uomo di pe– na>: "Quando trovo - In questo mio silenzio - una ~~~~l~;l 5f92v1a~~o~:i~\; 1 :o~~~s-;t~~"!~~~ ~~l~s~n: darci la formula che mondi possa aprirti, - si qual• che storta sillaba e secca come un ramo. - Codesto Dopo il Premio Strega a Un gatto attraversa la strada di Giovanni Comisso e dopo il Premio Viareggio a Uomini visti di Giuseppe Ravegnani altri quattro premi sono stati assegnati a autori editi da H@§11 i 11•i9• Premio 1'opoli MARINOMORET1'1 SALVATORGOTTA Pn particola.re premio di 500.000 llre e una medaglia d'oro del comune dl Napoli sono stati assegnati a Salvator Gott.a per l'edl· z:lone organica e riveduta della ~a . Saga del Vela, che In tre volumi «Omnibus• racchiude un secolo dl storhr. Italiana attra– verso lo svol~rsl di 12 romanzi concatena;ti. Pren1io Marzotto ANNA B.A.NTI Al romanzo di Anna Bantl, Allarme ,ul ~a~iez1ori; 3 ~a~:=t~! ~nno ~mot~: ::o~~ riconoscimento della 'critica e della cultura Italiana alla au~rlce di Arteml$la, che già nel '52 ebbe, con Le donne muolo110, Il Pre– mio Viaresglo. Premio Salento DOMENICO REA La giuria del r,f'emto del Salento « Terra g:?~~~~~ •h::,~~~t~ 1 a:~b~ Qgi~~l~~ ~:t~ 1amente .ammirativo della critica e dt=Ipu'lr bllco verso la più recente prova dell'autore di Spaccanapoll. LA FIERA LETTERARIA Francesco Biondollllo Giovanni Secco Anrelo Maria Rlpelllno INOSTRIPREHIHARZOTTO solo, oggi, J)O$Slamodirti, - ciò che non slamo, ciò che non vogliamo,., Sono versi divenuti ormai em• blematlci di tutta una condizione umana, che nel 1952, con Mario Luzl, In Primi..:iG del deserto, tocca li fon– do della desolazione. '' Mi trovo qui a questa età che sai. - né giovane né vecchJo, attendo, guardo - que– sta vicissitudine sospesa; - non so più quel che volli o ml fu Imposto... •·. E tuttavia al Luzi (del 1914) fa se- ~:~~lr;a~o//!~~ (!~~~!~ 7 ~, ~~eu~:;na:al~~ffe~~~ aggravato svolgimento della linea tesa dall'invoca– zione d'Ungaretti alla negazione di Montale e alla so• spenslone di Luzi. Sembra l'Insegna della « genera• zlone perduta>. e Se tu vorrai sapere - Chi nel mi~! glornl. sono stato, questo - O, me ti potrò dire. - A una sorte mi posso assomigliare . Che ho veduta nei campi; L'uva che ai ricchi giorni di vendemmia - Fu 'trovata Immatura - Ed i vendemmiatori non la col~ro - E che poi nella vigna - Smagrita dalla pena dell'inverno - Non giunta alla dolcezza - non complu• ta la macerano I venti.> Ma - mentre due giovani spiritualisti, Lconardl e SpalletU, nella rivista Terza generazione (che non è allatto la terza indicata dal Macrl, bensl quella lm· mediatamente succeuiva, rlallacclantesl alla quar– ta senza soluzione di continuità). mentre osservano che nell'Isolamento di una situazione simile e il poeta muore e la parola finisce>, se non s'Impegna. con nuova speranza. e alla ricerca di un modello umano fuori dello sgretolamento> (cfr. Siti problemi dcllt1, poe3ia, ottobre 1953) - ceco che, dalla parte opposta i~\ 1 1° < f~hJC:r!';!~! 0 dc~~ai~~;~~9~r~~~ii!~ ~h~!r~ proprlo la natura, se non Il retaggio, della poes!,t moderna a consentire soltanto irr minima parte una continuità e insieme una novità di sviluppi>. E ag– giunge che è e dUflclle far contare sul plano drlh realtà l'esperienza di sentimenti e di stati d'animo nuovi e vivi, quando proprio ha dichiarato la sua bancarotta sul piano della poesia; ovvero, e con pa• role più chiare, quando proprio la vita quale si af• tacciò al Decadenti, quella vita fra tumultuosa e st l· gnante, in sé diversa e uguale, ha finito col raggelare nell'Indifferenza. o neil!l negazione, o si è svuotata da se medesima>, E' e dlrrtclle fare, In una condizione di vita cosi Intimamente nullUlcata. della poesia sen• tlmentalmente viva e nuova non Siccome è natural– mente nuovo ogni momento del-la nostra vita rlspet• to a quello che lo precede: storicamente, non eslsten• z.lalmente nuova>, Ma, al di sopra di queste contrastanti os1:1ervazlonl, noi cercheremo di assodare se i poeti della cosiddetta Quarta generazione abbiano o no raccolto nell'aria I dettami del compianto Emmanuel Mounler e stiano o no affrontando li duro-compito di e sperare senza !~~;>"~ol::1~erdi~{,~1:·,~Cf~o~:~!{~~~1:ftàt g~;!;~~~ meno, a non negare Interesse verso I giovani poeti, noi non abbiamo aspettato le polemiche, qll attacchi e I contrattacchi, le csaltazlon). e le negazioni dello ultime stagioni. Fin dal 1950, recensendo l'Antologia rlella Poeaia italiana del '900 di Spagnolettl (r:.el TemJ)O dell'll lu– glio), osservammo che ormai fino a Quaslmodo De Libero e Luzl, lo svolgimento poetico del '900 è abba• stanza chiaro, quantunque bisognoso di qualche giun– ta e correzione, anche In rapporto agli ulte:-lori svllup• pi di quelll stessi e di altri precedenti poeti. (A comin– ciare da Ungareltl.) F. aggiungemmo che appunto •dopo> comincia Il tratto più. difficile, r,tù rischioso: dopo Sereni. dopo Caproni. dopo Bassan. Uh'lndaglne critica che si fosse spinta fiduciosamente oltre sen~• brava a noi destinata, non tanto ad assicurare grandi scoperte e grandi conquiste. quant.o a rlnablUre e a mantenere, comunque, una continuità di svolgimento. E ne eravamo tanto convinti che tornàmmo a farvi riferimento (nel Tempo del 9 dicembre 1953> In occa• slone dell'antologia della Lirica del Novccc >1.to a ppron– tata dall' Anccschl f' daU'Antonlelll. con un criterio secondo Il quale, In Italia, dopo Il '45, non cl sono stati e poeli nuovi> bensl e nuovi poeti >. A noi pareva Invece che. anticipando la data alla scadC>nzadel 25 luglio 1943. non 1osse aifatto da escludere che qual• che e novità> si fosse venuta delermlnando ed affer• mando perfino In poeti già noti. E cl semb.-ava anChe che qualche successiva supplementar esegnalazlone di giovani poeti - spingendo l'Indagine più avanti - fos&? già conseguibile. Riviste e collezioni spiccatamente sperimentali non stanno a documentare quanto di diverso s! vien ten• tando e quanto di uguale si vien ripetendo nella pro– duzione poetica del più giovani, al flnc di dare nuov3 espressione al tempi nuovi, nuovo acccmo ai senti• menti nuovi, nuova soluzione al problemi nuovi? Mu tanto desiderio di indipendenza che diventa bisogno, tant'ansia di rinnovamento che diventa smania non debbono trarci in Inganno. E come non deve sorpren– derci ttoPP0 l'incertezza della {ormulazione teorka, cosl non deve deluderci troppo la debolez1.adell'espres• slone poetica. Nel riferire sull'una e sull'altra e per non rlnun• t zlare a qualche esnueua fra tanta bar:ionda, convlen'-! ~~~~:r~::e 1 ~~~~ ~~ti~!! 1 is:~ef1terict~~l~~J! e?~~~ stati ia via Cornltl dagli autori in discussione. Sarà come se fossero essi medesimi a Interloquire, n spii{:.r~.vantl di addentrarci nell'esame partlcolareg• glato della giovane poesia del Dopoguerr3. è anche opportuno cercar di sfrondarne e spartirne la copiosa e Intricata produzione. sl da rimettere un po' d'ordine dove ormai regna Il disordine e ristabillre .m mlnl:11:.> di rigore dove l'accondiscendenza spesso prevale flr,::, all'estremo dell'Jn!atuazlone o fino a provocare l'asso– luta negazione d'ogni , alore. Blso$'na Inoltre avvcr– tlre che, in una produzione poetica dilagante come la nostra, non appena e! si faccia a riguardarla da vici– na, si rlnvengono scorie e ùctrlti delle penultime cor– renti: dalla carducclana alla pascoliana. talla classi– cista o.Ila futurista. SI tratta dl Imitazioni e ripetizioni quanto mal oziose e noiose: e dunque non se ne do• vranno raccogliere -'tllesempi. Senza con ciò escludere che influssi e suggestioni e riverberi di qu.:!llepassate correnti possano favorire, attraverso Incroci e svllup• pi, Il formarsi di nuovi prodotti. Ma in questo caso sarà preferibile ldentlflcarll come tali, registrandoli · a 1 Àg:a!:e~ ~o~~.d!~t!~Ono dunque di ilà prodotti del tutto orlglnall e autonomi? In realtà non esistono. Ciascuno è legato a precedenti più o meno immediati. Italiani e slTanierl, recenti e remoti, essi non man– cano mal. Anche In poesia. E forse l'errore vero del giovani sta nella pretesa di e ricominciare da capo>. E' un peccato di orgoglio. Un malinteso di critica. Un e<:cessodi polemica. Eppure, oltre che di program• matica arroganza, è segno di autentica ino;offerenza; né l'una é meno genuina e slgnlflcaUva dell'altra. li diffonderai di certe esigenze costituisce Il fermento necessario e spontaneo perché una cultura non s'ln- i~~l}s~~ t~)~e~\i}f%!\l:c:~~or;;~~g:a~!~'i6:°Jer~;;t~ nutl, nella riforma del linguaggio, nella Istituzione di nuovi e più stretti rapponl con la realtà: Insomma nella fondazione di un nuovo concetto di cultura-.. Vorremo noi meravigliarci che 1 glovanl•J)Oetl si sen• tano chiamati e Impegnati a far si che queste esigenze risultino presenti Cd operose nel loro versi? Già Gramsci aveva affermato: e SI deve parlare di lotta per una nuova cultura e non per una nuova arte; In quanto lottare per una nuova arte slgnifiche- ~~~d~~t~~~rn~;o;: ~1;;;:~~~n~~~r~al~r::fl~r:s:: mente gli artisti. Si deve parlare di lotta per una ~~~v~ugu~!,'1:~s:~ ~t~an~e~~:1~~!~a a~nr: 1 ~·ug~; intuizione della vlb. fino a che essa diventi un nuovo modo di sentire e di vedere la realtà, e quindi un mondo Intimamente c:Nnaturato con gli artisti pos– slblll e con le opere d't1,rte possibllJ >. ( Le.tteratura e vita ftatiòn4Zs, 9.J · · E qui no.n manca chi attribuisce alla giovane poesia l'antlclpatQ merito e vanto di aver a~ulslta la persua– slòne che e nel concetto di poesia sempre più decisivi) è il concetto di cultura e che cultura di un secolo, di un'epoca, dl un anno, In definitiva significa vita di quel secolo, di quell'epoca, di quell'anno>. La giova• ne poesia avrebbe e compl'eso che !'ultimo fondamen• to della poesia, che l'unica solida struttura da confe– rirsi alla poesia In ogni tempo, è la cultura>? Avreb– be compreso che la cultura, e nata dall'abisso dl una epoca dolorosa>, va Intesa e come indlssoctabllità fra l'uomo e la poesia, come forte alleanza fra l'oggetto e l'Immagine, come lmplacabUe processo di dlstru• zlone dell'isolamento>? E cosl starebbe attuandosi lJ poesia come cultura: :,on di gruppo, ma al di sopra delle diverse aree culturali costituite dalla religione, dalla scienza, dalla politica, dall'arte e dalla poesia stessa? In vero, più che di attuazioni, cl troviamo a dover tenere conto di formulazioni, di ricerche, dl prove. Aveva forse Montale profetlzz.ato Il giusto, anni ad• dietro <CCr. Confeaaioni di scrittori: Quaderni della Ral, XI, 1951), allorché, dopo aver espresso li timore che e la recente poesia Italiana è minacciata di esau– rimento> e che e propriamente il suo lato classico sembra In pericolo>? On quanto e cl sono parole, modi, cadenze recenti che' non si potranno più usar!:! per, molto tempo:, e In quanto d'altronde e un nuovo ~~:::i~ten~f~ 0 ria :~:~~ 1 lo 0 ~h~ ::~l~oa:~h:,>~~ detto linguaggio e non sorgerà, vorrà dire che l'Ila• lla ha bisogno di molti anni di prosa e possibilmente di vera prosa, non di prosa poetica :a? Per Romanò (Chimera, maggio 1954.) e il proble– ma del Unguagglo poetico e della nuova poesia SI può risolvere esclusivamente con la fondazione di una si• tuazione culturale unitaria. alla quale oggi sembra più tacile giungere con gli strumenti dcll'!ntelltgenza e della riflessione che non con quelll del sentimento e dell'Intuizione>. Per Betocchl (Ohimcra maggio 1954), Invece, la cultura non deve e soprarlare la spontaneità dei rap– porti tra gli uomini, tra gli uomini e le cose, tra gli uomini e gli avvenimenti>. (Continua) EN{UCO FALQUI li Premio "Fiet 1 a Letteraria,; Ilvincitore saràpubblicato dall'Editore Vallecchi TONOOLEIO. <Arcani mondi arcana felicità flnien– do) _ Non si ammette o\ nuova giudizio. La. &:lolt.eua. dt lingua che fil correre questa narrazione come per un~ china - e che svela dell'autore meriti indubbi di «mano», di abUltà e di saplenal ne!l'organt.zzareun periodo - flnl· soe col non aiutare i personaggi, col non farli maturare, approfondire, durtLie oltre Il suono della citazione, del· l'lmmailne o della bat'tula. E non ,•aie la profusione di punLi esclamattvl a rendere più Incisive e du1Jvoli questo apparizioni. Ed è un peccato. L'autore ha molte qualità. ~!iut~ sx :r:t1~\, as=:t~~fw'nln cl!~Je~1:~I per loro LUNGOIL CAMMINODELFIUME - Non si ammette a nuovo giudizio.Notevole la vita 06.Servata,v!Mut..a, rivi~ suta narrativamente in paesi di sicuro fascino. M"a tut.to e reso con una troppo facile vena, da narrativa amena di soocnd'ordlne. del romanzo, che In alcuni riuscito per lo. \'Istone della vita pur I dieci ammessi a nuovo turno: Diario d'agosto (• Thou. Nature, Art Mli Goddeu >) Dodici racconti brevt (« Bene vl.l:lt qui bene latult •i Etd Irripetibile f• Racconti 4 memoria») H '0 (« Il resto è .tUenilo 1) l racconti dtl borgo (« Horla >) I vincitori. (• Amor mi dUse che ml /4 parlare>) t~ ;::1~e :a'm~ 0 ,:a p~:tuon ';a~~:e c:i~emr::~/) Veronica (e Daniele nemi fossa del leoni») Viaggio con Eva (e Au pavs qui te rauemble •J Si u,·, ·crh.mo I concorrenti che, o,·e non richiedano I manoscritti 1mrtecl- 1•nnU ut t:C?,ncorMo m1fro un mese dnlla puhhlkazlone del giudizio, le copie del loro hn·ori ,·errnuno cesl Ionie. iblioteca Gino Biar r Domenica 20 novembre 1955 Elio Ba.rtoli11i * 1 La Fiera Lethl!aria nel 1956 CONDIZIONI DI ABBONAMENTO ABBONAMENTO annuale . • • , • • • , . , • ABBONAl\lf;NTO annuale con p.,.pmento semutrale • ABBONAMENTO annuale oon pngami:,nto trlmest~le I!: S T E R O - annualA • • • • • • • • • • • • ' L 2.700 > 1.400 I 700 • • fi,000 N. B. - Gli abbonati che gradiscono Il paitamento semestrale e trime– strale, ASSUMONO L'IJ\IPEGNO DJ EFFE'ITUARE I PAGAl\tENTI A.'i'• TIOJPATI E PElt TUTTA L'A..'liNATA. 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