Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 9 - 1 marzo 1953

Pig. 4 LA FIERA LJ'.TTERARIA Domenica. 1° marzo 1953 UN RACCONTO DI P. A. QUARANTOTTI GAMBINI L'aequ, cont.lnuava a entra– re MUa rrotia: era gll tanto :alt.a che tra poco non si ,a .. rebbe toccato più, e Sergia non rluaclva In nessun modo a tor· nare all'aperto, Al buio. non trovava l'imboccatura attra– veno cuJ era enttat.a In quel– la caverna per adagiarsi su un let.to d'a!Jhe e dormire. LAGROTTA E L'ALTANA pro\•a,•a un'lmprt5slone com" St' fosse vh•11: gli al rinnova– vano, quasi pl\1stru;:gtntl. t.ur – b,menll e desideri. e E' moc• tal> si i;;!o:-zavaallorR di pen• san. per rltlllclre a vincersi. e Non può non essere mortai> SI era de.stata t.utl'a un t.rat• to In mtuo all'acqua. QUB.!I !os.se tn mare; e. muovend05! alla cieca, a tentoni, senza più. ricordare dov'era. aveva sbat• t.uLO da 01nt parte, con le braccia. con le sambe, col vi– so, contro le pareti di suso. Allora si tta ml!SSaferma, se– duta su un rialzo, sperando che l'acqua non cre"<:tsse più, e a poco a poco- nonost.anLt l'angoscia. - aveva ftnlto, st.tn• ca euust.a com'era, per dca– dtr-e nel 50nno. Quando s1 ridestò, l'acqua l'aveva di nuovo raqlunta e continuava a crescere. Scesa dal rialzo per cerca.re di nuo– vo l'uscita, al era trovata lm• mena alno alle anche, poi si· no alle ,palle. Presto avrtbbe dovuto nuotare, e temeva di batte.e CDI capo conl.ro la vl>l• l.a di roccia. che lientlva In ,lto. po~ e rrtdd•. se al• uv, la mano. Non rlusclv, a trovare da nts5Una par~ l'uscita. nean• che se wtava - vincendo Il r!breuo e l'orrore - p&lmo a palmo tulta la lrot.ta. Cercò anora di tornare sul suol p&S• al, per ragelungere di nuovo 11 rlalr.o; ma, per quanto si a.nlrasse tastando Il suolo col piedi, non rtu.,clva a r\t.rovar• lo. Le parve anzi di es~ere SJ)1"ofondata ln una cavnà. Eme:eeva fuor d'acqua soltan• to a\u.ndosl sulla punta. del p!edl. e quella depressione era vasta corne l'intera erotta: non J)OU\'a U!Clrne più. - Atrcça ! - rlpc:r.é Fredt. !: si precipitò giù ~ Il ~en• LJ~o: - Vieni. Pos.1!amo an• cora ulva ria. Corri I Correndo, saltanto tra I sa.s. &!, Incespicando, Mu. che ue– \'a con sé la lampadina le non upeva come fosse capitata !n mllOO a lui), la ~ul. Non Cl· piva dove Fredl lo po~tJ&&e. Andavano lunco Il grande pra• to, ma tenend01I 11,lquantoa lev11,nte ,qua.si al suol mara-lnl. non molto Ioni.ano dalla SOO· gllera. Max non conosceva quel la· to dell'Lwla, e a un certo pun• t.o - ancora annebbiato dal sonno - a-Ilparve di non ca• pire più nulla: nè dove r~,e• ro nè perchè oorres,ero a quel modo. Correva. ma qualCOfl in lui do1mlva al"Cora. quasi fosse lassfi nella aciralo: e tut• to - erbe, arbusti. blancore d! sassi - rii 06C!llava all'ln• tomo alla luce della lampa• dina, con lo steMo ritmo del sangue che gli puls,.va alle i.empie. Avrebbe voluto parlare. far. ~, SP!Cl'areda Fredl: ml quel- 10, d!nanU a lul. c:prreva dr!t• t.o via. quul distinguesse la st.rada come di giorno (era la prima volta che Max, che Sll.· peva muovenl al btrld, vedeva di notte meno di Fredl). Fece per chiamarlo: - f'te. dli Fredl! - Ma, amante co,, m'éra. con wt.c.o Il nato In 10-– la, non em1se 1uono. • Dove andiamo? - si do• s~n là. Anzi. senza spleprse• ne bene Il perchè. aveva stm• pre .schivato quel paràgrl. e E' la Gobba - rlpet~ qua– si con appreiulone. - La iiob• ba dell1sola •· Luc:1att gli ultimi cespi di erba. allra\•ersa:ono uno sua• to di t.err!cclo gh!a!mo, che si ~muO\·eva e cr:cchlava souo I piedi. Po! cominciarono le roc. ce. E p!ù In là MIX distinse Il mare - da ur. lucelchlio quieto - prlmll anetin che la lampadina lo !llumloosce. i- ~redt.eh! procedeva col pie• di nell'acqua a r!dos~ del• l'altura che In quel monwntn 3C05Cende\·arc:ec'°'R sul ma• re, si voltò e fece con tutto li braccio due a-e.sti rapidi e perentocl. come per d:re a Max: per di qua. ~brl~at.1! Max entrò neU'acqua, e ru !n due bn..lzi,dl roccia In riJC• eia. aJ nanco di Fredl, Continuarono a procedere assieme. cerràndo di mante• nen! nel cerchio di luce .1if• fuso dalla lampadina. A mo-– menti entravano nell'acqua .:o. no al ginocchi e a moment.i rie uscivano oln qua.si a do'll":--Si Inerpicare. Max, con la destra Impegnata dalla lampad111a, r~hlava di perdere J'eqmll• brltJ: e di continuo, In quel salti, si trovavano entrambi al buio: la lampadina Ulum:na• va l'acqua e le rocce, a sob– b:ilzl. ora qua e ora là. o trop– po avant.l o a d~Lra o a ~i· ,------------------~I nlstra. REALJSMO e. suggestione ... diARNALDO B CELLI Olunsero lnnne davanu a un enorme lastrone che sl e~ea~ va fuori a:all'acqu11,- 111.r~o e piatto ccme una quinta - ra– sente lo saaplombo della cO\l.a. LI P'redl si rermò, poi pro• sezul cauto: - Vieni. 61 gira per di qua. At.ttnz.lroM!- gridò a un rrar.– to. - Qui ore ra sono cadu• to... - e non aveva ftnlto di dirlo che affondò nell'acqua sin oltre I ftanchl. Nel cer• ch!o di luce diffuso dalla JllJn. I padlna. Max vide la gonna aollevarsl allargarsi e rest:ire S06pesa a nor d'acqua. r.ult'ln Tem« tlomfnc:u1tedello narrativa di Quarantottl Gambini. giro al busto bruno di Fredl, dal primi rcco011H, I no.:u1 slmUI (1132), al romanto O oome una gramie corolla b·an- rocconto lu,igo L'onda dcll'ln:iroclatore (1141), 't J',nlzfa- ca. E In quell'istant.c ca.pi la zlone alla vita .teuuole, In quegli annf tra fn/anzfa e adole- coaa che ore Prima gli era ,ce,na. che ~no tutti uno ,coperta e un'auventura. Tema sembrata tanto strana, quasi eh• ha, certo, I ,uot antecedenti nella letteratura triuttna, pazza. Tutto era scmpl!ce: In ricca, da Svevo e Stataptr, da Saba a Stu.por!reh, df motivi quel paS6llggloFredl era spro• analitici e p.tlca.naliUcl; ma che ~11 riprende nel modi di fondato In acqua già p:-ere- un neoreaU.tmo acuto. minuto t tuttavl4 aperto aUe sugg~- dcntcmente; e per questo, 11,p. 1,tloni Uriche della memoria. con vn·arte che t venuta pena rtunto alla vl!I•. al e~• a6fnando.tl di libro In libro. L'onda dell'lnoroclatore è. sb11.r11..zato del panni fradici eppunto, di coluta arte. la tutlmonklnia a tutt'oggi piu coprendosi con l'unico !ndu• pfua, più felice: ,torlo di una otornata e ln1ieme storia mento che llV~se po!uto tra• di un ro94uo, nella qU1Jle al pae.taggla fnterfore, dell'anima, vare sott.cm •no. QuellR gonna ,1 acco,npcqna e si /onde, ~mp,e, un pae.,ogglo $Sterno. - egli ora t.e ne r.cordava - Inquieto, mutevole, t,.ra.,coloronle, dove U mare - quel c·era al mattino sulla seeç1ola mare df Trle.,te-Ja da coro e do protaqont.,ta ... Racconto accanto al letto di Sergl•; e li a.ual bello, in cui l'acu.t,..ua d~'anallsl è J)Q!'I al vigore era rlmM:ìt.nanche quando IN, dtlla Janta.tia; e In cui la parola. a.pparenttmtn.te dUO· vest.lt.asl In fretta. era coha dorna, ha quallt4 ,orglvt. Fra neoreaU,1moe J)O,!J'a, Qua- via 1n cal2 :onc.nl e b:un. ranlottl Gambini ha sQ.pittoporre un segno di equazione - Sergia! Sergia! - al ~ra - Guarda... - mormoravi. FrN:11, come lndec.so . senz.a most.rare plu quella rrett• che lo a,•eva splr.>'o sin là; ma Max non gli badò. l batUtl del cuore gli erano C~l!SC!Utl di colpo; e stnU alla nuc.'\, due tre volte. alcune piccole: trafttture, e la lan:pa• dlna gli .wbbalz.ava nella. ml'nO. Ll a de~tMl si apriva nella roccia una cu·crna. Guardan• do qurll'lmboc";itura. !n cui Fredt en·ro, Max senti ere• scere l'ang0$:la. • Adesao, tra un altlm.., - pemava 1asc!Rp· do che Fredl av11,nzassee ~e– nentl'>SI un po' Indietro. pure lllumJnando megl!o che pote• v11, quell"antro - ud·b un 11r• lo... ,. E ,1 sl'nth 1 a glà t.tan~– gere dalla \'OCe lmpat~'.ta d! Fred!, e ueva le tempie Im– perlate. La caveroo era tiepida; e svelta.va , li ali' Imboccatura. ttlcch! Max, pur procedendo. non v«leva davanu a Fredl ~e m:.n pochi palmi poro~! di roccia. , Oh I - pensi> - la Gobba è vuota dt dentro ...• Ed t>ML tutto tl!oO,sino al capelli. Fredi, hi\'ece. pareva calmo dopo tanto oreMmo. F,gll pro-– cedeva qua.si i~lto, g11nr– dt1ndo oont!nuamen(e a terra, dove ,1 vedevano alghe stnp• p.. t.e. susollnl e altri detriti - anche un peu.o di legno In– triso di ca1.rnme - port..atl dalln. n:area. La caverna era qua.si all'ascluuo. con pochi rl· pgr.oll che fluivano verso !'e. sT.erno. Glu~ero a un allnrgamen• to, e Mnx. che continuava a tene:-sl un po' Indietro. alzò )!\ lamp:idlna per fue luce .!òl• no In rendo. e F.cco - pc!' l.sa· va - adbllo \'edremo. ades•o ...• Nulla. Anche quel momento pa!.SÒ.Fred! guardava sempre " terra. n. quel\'acquA - li ce n'era tutta una pozza - che fluiva via. E la sua voce, quan– do lnnne parlò, suonò solle\•a• ta, ma Anche perpleua. quasi delu~R: - Avevo sognato ... - escla– mò r.alta.ndo In raocla a Mnx due occhi stravolti. - Ero cart-0.. - Cos'ha! 150ln11to? - Che Sergia Affogava. Qui d~ntro. Aveva sognato eh~ l'llcqua, con l'alta marea, andava c~e– acendo 11 nella grotla; e Ser• a-la ,tava per llftogare. Era Sergia che aft'011n•a. e In. pa.rl ~mpo era lui Era lui, Fredl, che annegJ.va (aveva (Irma\ l'acqua nl ment.o e g.à Il capo g:I! uruwa contro la volta di rocchi, ed era tuttavia Sergia. Era come 11efo,se Se:-gla, l'!'& lei. E si era dUU.lo col car1elll Irti, urlando. - Ort fa - dl<.i-er!cordan• dc la prima caduta - l'l\cqua ern tanto alta, quJ ruorl, che ncn S1 tocct\ 1 a: ho dovuto p3i,,• enre oltre a nucto. Anche la grotta, t.n quel}e o~ dl cabna, e st.11.a forse !>onuner ~• !!et rnuo: mn ora li marea t: ca• lata .. Max nor. gli domandò comt mal conosc~e quella c11,ve~– na. e se vi fosse star.o qualche volta con Serila, e perchè ro~• se pa.ssuo ore prima pc:r di là <solt.snto il d:Lvantl. ~embra• va. sl!I\U avventurarsi nella g-rot.ta ). F,gl\ tacque, con un11 ruga In fronte. - Guanht, guarda! - dice• va Frtdl. lnd!cando alcune al. a-he rimaste 1mp'.gllatc, anco• ra st.Jllant1, sulle p.i.retl ace.– dentate e granulose. all'altcz• u delle sue spalle, - L'acqua e:a g!unta per IOmeno sin quK. • Sono venuti qua dentro a,s. sleme? Hanno ratto all'amore anche qui, sulle alghe? - sJ dorr.andò Max, col saneue &U· bit.ameni.e aJ capo, e guardò a terra. - Quant.e cose t:he non saprò mal I • 51 era q,n– tlto saavolgere. dall'uno al• l'altro istante, da una ressa di Inquietudini che c~e,•a or– mi.I ~mparse. Fred! frat.tanto si era alza• to la gonna. che gli llderlva f:adlcla e quasi tra~parcnte al ft■nchl al ventre alle CO$Ce, e si dette a spremerla. Poi &e la tolse addlrltt.uu . Nudo sol· l<I gli occhi di Max, comlnc:ò a 5:,remerla sempre p!ù strtt· IR, auorclgllandola e ract:n• done u.s::lre un rigagnolo di acqua. Mu, che pure l'aveva. veduto altre volte cosi, forte e be.Ilosenza niente Indosso. tb· be un attJmo d'lnsofferenu. La. lampadina si spense. - 61 è gu11.1tata?- trasai\ Fredl, e per qulllche l!tant.e non si udi più lo sgocciolio della gom.a nella poua che a.vevano al piedi. - No, - risJ)06e Max, e la voce gli suonò baMa, quasi spenta. • Cos'hanno ratto quR den• tro. Ieri, e roue anche st&· m:rne? - si chiedeva. E st senti portar via, dolorosamen– te, quasi In un r:suochio nel cervello. come quando aveva avuto sulle lolbbra la b::,oca di Serrla. E con quel ricordo In• n:ie rima.se . a lungo. -Accidenti! - Intimò Fredl. La lampadln.s, scattando, Jo Illuminò mentre alta,•a una gamba per innlula ne 11 a ,onna. li r.trehlo di luce ebbe alcu– ni sobb,\ld, come se a Ma:t tremi.~e la mano. Fre:U traballò• - Stai Cermo. accidenti! Fuori drlla caverna, ebbero un brivido di freddo; e ru C"I· me se tornando a quell'ula viva della notte r.emer1:eo;1ero, di colpo, alla realtà: alle an- ARSALOO BOCELLI messo a chlama:e Frodi fr11t,• '-------------------'! ~::~r~~\~:~o!~e;:~~:; L' o NDA procedendo adagio Il neil'ac- • Ché l'acqua cre!Ca ancora mandava. - Perchè cl @bmo qua. AVt:va portato le palme ~ ~~~~è~~e;~:o In ':~~~ d 1 utatl In questo 1 ,modo e cori alla. bocca, e gr;dava rh'◊lto ' • l'&tt.lmo, ~me In una sr.lletta· ~:i;n°ò ~:o~~~~:u~e a~v!! ~~t:!~ ~~~ v:~e! ~~":e~:; de11 ,·ner o e I a tor e tt anht.accla.nte che la pa.si, ,ò ghare Free!! I • E riudi quel alcuni istanti, In ascoUo; e !n da pui. a parte, ebbe davve• rr.do : - Atutol Alutol qn,.lle pauEe Max, che si era. ., ~!~~~~~~Ione di llar forse va~ ~~d~~~ ~~~~:. ~:~: ~::r~ ~:v:tx!~ ~~p:;,~ll~~ {Contlnuat. dallo pagina 3) totrl Gambini? E di neceuftd Allora. nuotando all'lmpat• re si è svegliato prima di mr?. ne che proprio In_qu~I punto, capitoli~, q-u ndld .tUC• re r~iv!u~" .~,7:. ,;-:~:r:.' ;,~~ uta - sebbene al sentlue \'e• OJ quei pr!ml istanL! non e ln qu~ll lstan,;!, I aru,la di ccr,frf al pr:mo .sono ronte• rro la /ermeua de/rana /I.ti, nit meno - si mise a 1rldar~ rlaf?erm.av11.più nulla. Tcr.na- F'redl - quell'ansia Che lo ave• ;atto preparatorio t gli ultnnl contro la freddezza delf09get• con tuta la sua voce. va solta.nto a farlo su~ultai·e. VR ratto correre cleeamrnte .tcf la conseguenza prcclpll0.ta /, tirozlonc, o tratti 11 lei o e ur- Sul tunzzo. le sedie a sdraio di Fredl e di Max ternavano due ombre Mila notte srmpre p!ù chiara. La l(!.ralo di Max era ferma, non si alzava da tua tJ minimo acr!cchlol\o: In• \'CCC: quella di Fredl. èhe da qualche momento acrlcchlolii– ,•• di tanto In t.anto, ebbe a.J. l'improvviso alcuni su.MUiti. Tuttavia il primo a des1.ars1 di sopr-a!lialto ru Max. Oltre Il sonno, ea-U aveva Udito quel cr!do: - Aiuto! Aiuto! - ed era blluto in piedi e acuot.eva li compt..Cno. - Fredll P'l1!dll - chiama– va. - Che c:G!ac'à? - Serri•. Atrora I - rispose 'F'rtdl, quui .soft'ccando ar.che lui. e balzò Jn p!tdl, - Ma oome? Ohe hai? Per• Ché gridavi? qua.sl lo destUle di m.1•wo, sin là - a.nduse dlmUluendo. rirorrono i ternani di • anpo• ge qua/CO$a di • mo. .ttruo.JO • quel vrldo: - Aiuto! Aiuto! - L'acqua - l!Rlirilevo In• t1~ 0 :a cc:i, 1 .t1dc"::::ru::i: 1 tc~: ~~}, r~=~o ~ln:!~"::f'~,;: • Ma è Frl!dl che 'ha a-rida• ratti con voce atzana, qu..al nl-chlat'C- L'Autore li adopera O paragone. tutto /lui.tee come to, - si disse ancora - non ca.Ima - è andata calando." non pfli di quanto g'4 rf,uWno In un Ingenuo fd'llloJ. E di er& &r;!a. Era Fredl ,. - Che c ·en1.ra? eo~a ,·uoi µre.tenti e obbligati nella ra• continuo. sento 1pbcr .tio. ma Corttvano tffllpre sul pra• dire? 1 ,~~a~!ne,~1~ ~e,::~;' na~~:r,~~ fr:nch::Za .roz:ar:~t<)t~'t~~e:z~ t.o: e davanU. a desl.ra , Max - Aspeu-a. dedfcote ult;mamt'nte a 1 la dt!• bini ce lo rlattt'.tta attrartrao dl.allngueva sempre mt;ll".> un Fredl ch'era g·unto sotto li ft:rl.:lone ,o regfJtra::loneJ del /a ridda degli f.ftfntl e delle rl· :;~ne~:,~~O acs::i~l~~reo 1:1:~~ lutro~. POIIC 11 • piede, come ~:;~'~",j:_!~.t~ii dee~!111f~:i~t• ~~ro~~io c~~tf:r~O :1 ,::,:~i/:::. lt: al dlacpra e tutt."lntorno, ;~ us~~:: 8;1 ~u~i~",or;: f. 1 1 '~~~IRr:,~an,:.~tft~•o;!"' ~~~ ~uf:~ti;i~i:u: ',~e:m: ;~ori':1 dallo ienlt all'orlzt0nte, e rio!. un sas,o p!atto cht emergeva a ,~. Quel JX)6to stu~ che e fn lui E noi lo 111.t'Ciamo, OP• tanto in quel punto, entro tn quel punto, bianco In mcz.• Quarantottl Oamb 1 nl merita penato e 1ch'ftto, 1u/la .soglia quell'arco. non dlstlneueva al· zo :ille rocce runlnose. Max, nella Narrat/t•a df un'e,i,tenzo che grida i-en– iro che buio. cammlnllndo, col soli piedi lm- Una matulo co,1 Irta e {n. detla ma tuo/e carità Non e Ahi - cap1 nnalment.e. - mera!, lungo una specie di ere• ~~~:!i":'~:r:~l:i~. 'ft: ~ ~:~: :~,e~~,:o::~~/:rarv~~:Ì~~ E' la Gobba•· sta, In pochi Lstant.!rll ru ac- dnlo 1pecch ·onte. come .te non /o /o tteuo art 1 ,ta1 Sottracn- Erll a,•c:,•a batttt.zato oo--1 cant.o. /oue eh.e un'an:entura tra ra- dola alla t ronnfa. arro.•.te.u·o. l'altura, moua dal lato del Girarono intorno al las~ro-- gaut. L'ha. In certo •en,o, ca- ne /reud'ono e rt'J"tltuendo'a a mare,·che si erteva a sud, al• ne lnst.nuandoal In uno i.Lcet• 1tigota Per drtu dtll'arla ma. un pl1i l bero. lfm:,ldo ,orrl,o7 l'ultimo llmlte del prato: Ja to' pa<.\atg!o t.ra qut.sto e \o 'it~a ,C:eqi:,,~'rlr:"c~/dC:!d' 0 i~j:?v" d~a:~~;~~ge0 :0J~,';:_ ~r~ ~~~ ~e J::: ~tt S~rrla atrapl~bo r~O'IO d~l.l ~ na.1'COnde. anzi che co.,o .ti Jfre. 11 terdf poratfl.d d"ll'ln/anz'a Mu non 51 tra mat spinto !ta~~ ~-a~ac~be ~ui\U::1 1 ~. ~1~:e,nr~q~u.b•,1:p;;,lG~~~:Q~~1torno.uero 0 ct':r'~~ FALQUI gotce di prima per la sorte di Sergia (e Max. e!ononO"itant.c. senll 5Cllltvo d'e5,5erc u~c!tol. DI là, F'. ed! volle rifare- c:.n Max tutto l'arco de'la b!l!R. Eql! stentaYR a persuader.il che quel sogno ros.se stato i.enLa senso. che In esso non ,,1 fO!l-ce un'!nvoclzlone di Sergia. Ave• va ud'to parlare tanr.e ,·olle di ll!lepat!a: che CO!ialo a\·eva ar.go• cla-to sino a de.starlo. 5! non l'angosc:a stessa di Set· 11:ia tr~me~sa a lui? e Cl dev e<.Sereun'altra ca– ve:na. - pemava. - B\sOll'na tl'OVRrlR•. E soltanto dcpro aver cerca• to, con Max che gU !IU':C\'a sempre luce, lurqo ~nl mnro di roccia. capi quanl.o quel• l'ans:a ro~se lnut'le. D11.llo str11.– p!ombo sotto la comici! (come g,I sembra,·a lont.ano, di un'al– tra vl111., Il mnttlno ch'era sa• lito con Scrg!a lass\l! menlre lo scunvolgl!\'a 11.ncorametten– dogli un b,!Vldo D?'llaschiena. quasi foMe vero, Il sogno del• l'ac<:tWI. nella caverna) .il di· lunaò a cercare sino al rnpo opposto della baia. Ebbe ptr qualche Istante la certezza che E si stupl In quell'!~t:11:i,e. (con una seruaz~one cos1 acu• la da restllrne poi come Rn– nebb!atol che quel ricordo del bacio che l'anva accl"'-0 I' ·~ ~On\'Olto nellR Pl'Olla gli \'e– nlMe da una ragau.a mort..a Fre<ll. frattanto, aveva af• frenato 1u\Co~" una \'Olta Il passo. - Sèrgia ! - c~I! ru li n per ch!amllre Mn appena ilu:u,c– ro ai piedi dtllo '-perone. ln• V6CeMClsmò, Incerto: - Chisfà ... - e non disse sltro. • Pcn.,;_I che:sia tornata men– tre noi eravamo v!I\, o che sia sbucitA ruorl dal suo na.scon• dsgllo, e ,•orrestl ch\amarl11,e ti pare già di sent!rla rl,;_pon– dFre? > stava per dirgli Max; invece tacque anche lul. e LR troveremo! La trovere– mo! • ru Il pensiero. acrf! e amaro, che lo fece su.ssuU.are poi: e r!Vlde, di co!po, Ser('la distesa a Quel modo sull'a.1- tana. QUARANTOTTI GA~lBL~1 là In fondo, sotto quel con•ll""--------------------------"I tuHort.e di roccia che chiude• v::.lll balota ponente lcon qul'I pino oor>tortq tn cima: ma uon ln rivedeva, seb~ne li\ not.te fOSlechiara) cl dovesse eMere un'altra caverna. che t:il\ conosceva, ch'ctll ave,'a veduta e \·edeva ancora: quel– la da cui gll era giunto l'urlo di Sergia Cercava. 111erutando, tastan– do lll rooo!a le do\·ettero di nuovo enuare In acqua, seb• bent fossero ormai le ore di secca): ml\ tt:ntava di hrlo s~za laadarsl cRplre da Max. Era come se cercusero sol• tanto Ser(!a. che - rorse S\'e• nuta - poteva essere chL~à dove: egli a\·eva onta di rar sapere a Max che prova\'a an. cora l'angCk'iCIR del l!OgllO.E di aver portato !\hX sln là {e lnu· tUment.e). entro quella ch'era st11ta la Baia Sl!l"reta. nota soltant.o a 1u1e a Seraia, .:o• mlnclava a roderlo un certo rlmor'SI>. ) , Ma che cosa cero? - si domandò lnftne. - Se anche t.rovl.$$1la caverna, quella ca• verna, quale aiuto potrei or• mal por1,ue a Sergia? I\ col-j mo dell'alta muea è il3ll\ ;r~s.;~ t~~!~!: ~:,era~o ~~~;= I to, o &I è salvata dll wla. o... - I ebbe li respiro In golR, e poi un'Impressione come di sv~o- I tamcntu: - oppure ... non si può più rare nulla per le!! • 1 Ma ecll non la \'edeva, esa• n!me, che In un luoa:o solo: 1 quello a cui aveva sempre pcn• ~tLto. li non 11.ver trovato ttac• c:n di lt:I nella caverna, M lunio lll sp!qgetta e sotto le rocce della baia, lo riportava a un'1mmaglnt che non rlu– ,ch•a più ad allontanare: Ser• ala di.stesa sulle ta,•ole del– l 'alta.na sopra la ca.sa La. \'l'• deVR IIISSU,abbandonala. boe• cont. E cercava di spfeaarsl come la dlsira.zla poteva ti· sere llccaduta. Serg!11.era andata. là In alto a pt·tndere Il sole, e aveva chiuso R chiave la bolol11.per non essere sorpresa da loro due. E, dopo ore e ort di ca• lura. dlatuna, unu nulla ptr coprlril Il capo e neanchl" un po' d'acqua per rinfrescarsi li avt\"a anche nnlto per plom• bare tn m.o di quel sonni da cui non si r!c.sce 11, rlemen;e– re), un colpo di sole l'ue,•a tulmlnllta Non era un caso unico. Mllx 11 ricordava di una dlsgrula simile ll0Cadut11In cl«.à. SI, Ser;:la Cn\ 111.,sù: lo ~en– t!va, ,-cmpre più d!1Untamen• u. n:entre 31avvicinavano •I· lo sperone su cui sora:eva 11 vll\a: e tornava a vede,-Ja ab• 1 b!l.ndonata bocconi, col brac– cio piegato sotto Il vl3o. Puc• va dormwe. , E' morta. è morta , t.0rnA• VII.A ripete~!. E pure, a rlvt• derla d~tesa a quel modo, nu- UNA S'l'OHlA D'lN}'ANZIA Hambini sulle "trincee,, Personaggidel raccontodue bambini,Paoloe Norma,ed i lorogiochi,i loroumori, lo sbocciare nuo,'odi sensazioni di Leo11e Pieel,mi· I.A pro,•e maggiori d\ Pier Antonio Qua• 1"flnt.otllGambini. quelle che lo pongono trK I pochi veri narratori del n06tro temPo, &en• &!bili di !\Curi sviluppi. e completa~nle al di fuori dell'orbita provlnclRle o dlRlettaie Uuppure oon forti ll'gaml sorgh·I RIIAlerrR d'origine). EOllO - rhl non IO M".' - li ro• manu, e L'Onda defflnt'rochnore •· ed Il rl'– centl' diario sullR pl\SSlone di Trlc,te (e Pi'l– mRvtra ft Trieste•>. Mn se lo doves.'11Indi• cnre qunll fono le ,me pagine che più ml IIOno restate In mente, l perM>1mgsl. I colori dèl paesaggi() e delle stnglonl. In rapida ,,.,. rletA delle vicende e Il trascorrere vivo ttel Mntlmentl che plil ml colpirono e ml per- 11;uasero.dO\rei confesso~ che le mie r!J;o– ste prderen,.e v11,nnoper • Le trincee•· Un mcconto lw1go,o un romanzo breve - come si dice - cma un racoonto, oerto) UfCIW pres,o ElnRudl nel ·42 e lnglustrunt"nte rl• mRsto (a quel che ne 110, alla prlmn edtzJo. ne. Ma c"è dn pensare I\ questa data: 1~42. 1 llbrl usciti In quejJII nnnl <'42. '43, '44). la Rt"nle troppo prc.•R. 1;0fferente, diStrMtH dn tttmcnde COIIC. non ebbero. nè potevano ll\'ere, tortuna di pubblico e di Jet.tori. E cl nndRrono di meu.o anche queste seuantn co poco più) Jl1\glnet1edi e Trincee•· R11cconto.oltre a tulio. assili Importante pf"r chiari~ lo sviluppo stlllsllco di Qunran• lotti Gambini Per mk> 001110.~no l\n trop• 1>0 n~uto @ullncrono!ogla di uno scrittore. e quella di Qunrnntolll Gambini ml hR sem– pre lat.olato aperto un problemi\ o un Inter• r<>iRtlvo.Delle sue pro,•e narr11th·e. lnfn.ttl, una è certo rlmMta lsolatR e pertrerlcfl., sen– U\ entnre nt"IIOavlluppo ,•h-o della aun rl• cerca. @ebbene Al ponga a metA 11trada, nel pieno iwlluppo di mlLlurltà del narratore. SI tNlttfl. del romanzo « La rou ro.saa• (1931 ). quel!Q. per l'Appunto, che gll fruttò li pubblico rloono.clmento di un lmportnnte premio lettentrlo dell'epoca. Iniziò lm•ece, anni prima. con I tre racconti del e Nostri elmlll •· primi' prove ricche e convlnoent.l. ~bbene con ,:;etrnlRnCOrRvisibile di dlpeu– dcnu al ml\e11t ri o modelli letterari che più IO fl\•evano lntereMato cche meravhtlla se furono quelli a lui più vicini anche Sl"Otlnl· l\c:imente? 1. Ma 111 $\Il\ \'Crfl mAturltA C libertà di in• vcndone. I &eKnlsuol pe.M10nallS11lml. Qua. rantottl Ollmblnl ragglun11e oon le e l'rln– ett •· Oiudlc11.1adh•a1Jante una prova oome quellR del rom11.n,,odel '31, è proprio e Trln• ctt • che rlesoe di medlRzionc, di filtro. dal– la più 06CllfRcapRcllA, I ricchi lntereMI dd trt rRccontl giovanili. 11olla chlareu.a, IR ~ strudo~. ramplR llpertura dell'ultlmo ro• manto. e L'onda dt:ll'lncroclatore •· Oli 11t~– ,il peri,onaggl paiono parenti. e qualche eroe del romanr.o. per certl lRll. pare colto bRm• bino. qui nelle pagine di e Trincee• Per,onaggl del racoon10 due bambini. Pao– lO e Norm11, cd I loto giochi. I loro umori, lo 11boeclRrenuo,·o di ~nsa1.I01\I f' 8e:ntlmen• il. RRgAul In eiA dlLRbbandonarc l'lnfan,Jn, per Affrontare l'Rdolescem':a.con I primi moti della umana natura. Innocente anoom la bRmblnR. oon una \'ena di prtmR torbidità Il rRga7.zo,Nel loro rapporti d'lnfanzlR, nl'I loro giochi, comlnc111n 1.ubentrare un ~ntl• :nento nuorn. un tnterC5Se dlveNiO.qualche snspt'lto. Quarnntottl GRmbin1 coglie con grande dcllc !t.tn :rR ed esatteua quc.~to pro– re~so: sa ,•edere l'lmpronllla dolcev.n che non ~ più d'lnnocen.r.a. e 11a \edere nnch~ lo scntto d'Ira, di lnso1Tercn1.n.d\ rapidissi– mo ma cieco odio o rnncore che è nuovo do– c111nentodi oltm 11ttruzione. Mtntre si a,'01· .-e anche cncl raJ)portl con I gr,mdl) uno stretto giro di a-el0..'llt Cosi l'nrla di Idillio. t- tempre Rrtl\'ntn da qu~tn nube di mlnRc• cln. da questa tensione di drammatlclti\, che c1-plode.nppunto, sulle e trincee•· Paolo e Nonna decidono un giorno di &a· lire sulle e trincee•· dove altri mgau.l g:o– cano alla guerra In un cnmpo !iOllOstnic scavate due profonde f~e. ed I ragazzi vi si riparano. dh'lsl In due fnll.lonl. mentre 111 gettano gli uni contro gli altri. wllc di tcr• ra. l.n una gnra nnlm~n e torte E I due b1,mblnl $I dMdono. l'wto oontro !'nitro, mentre la 1.uffa 111 accende. Ed ecco No11na. e rltla In plC'dl aul cl1llo dclln trincea, più grande od. lnnammata che mal, con le gambe nude e li ,·estlto MlCCOltoentro le 1m1l11.ndlnc. come un maschio•· e Dov'era - si domnnderl\ Pnolo - IA rnga.u.lnn t:sllr. nccond111ttndente, troppo p!ccoln clff'RII n• ,•cvR Rbbrncclnto poco In nel boschetto? Rnc• rolse due nitre manale di terra. le compre~– HI nel pugni: si rlnlrò, f-plò Nonnn; eccoli•! Scagliò can tutta la 11unron.n I due groppi oonr.ro di lei. Desldera\·R colpirla, maenrl. rnrle mRle. rarla snneut.nart' •· E un allM colpo, poco dopo. partlrA. La bllmblna stramnua All'Indietro oolplta In pieno: Paolo fugge. Ed ecco le pa~ine deiln 3llll tugR, COItimor, di RVerla uccl3a. Il ri– torno nlle trlnoec sentn più tro\·arla, Il mo• tlvato sospetto cmoth•nto. dico. da clrco– lltAnzc puntuali) che sin g!A stRtR acpoltn In quelle stc.qe tr!nctt, con un crescendo dA\',·cro drammatlca t: che prende ncll'an. ftOS('ill,rlmorM. nmore del rRRll:r.zo. M n quel– l'lnrubo al sclOGllerAattra\'erao pnglne del!• cn1e, In una nuo, 1 1\ concordia nffc:ttu011u. Attorno a quc.~to t'PIIOdlo centrale, ccoo tMln altMl rlceh1!7.7Rdi acn~azlonl e di \'I 11\onl:ecco li paellA{Z:(l:lo delln Vent"tlR OIU· lln. Il mlLre. le ,·ognte a pieno &Ole. I tuffi. Jc, nuotate, Il saport e l'odore di s11.hnR$trO, I IJMlndl albl'rl accoglienti di ombre. Sempre. nella narrRllva di QuarRntottl Oamblnl, 11 pAl'SfllilO pnre aprirsi un \·arco di fol"la. urge con prepotenr.a. e: fln!gce per domln:ire. E ricorderò lnllne un peN"onAgg!ominore che esce dallr pagine di e Trincee•· con PO· chi tratti, eppure quanto vh·o e lndlmenll• <"abile <nitra IIRurn che fCr\'lrà 1111·« Onda dell'Incrociatore»): Olorfl'II\, la rRJZnu.ache per prima R,·eva baciato Pnolo. Pll&11,·n In blolcletta JR acrn. sul crepuscolo, \•lclno n prati dove ern dolce atender~. ln&elava dlC· tro di i=.t un Indicibile l~uort. un ricordo che non se: ne :indava. e ritorna,·a QRnl·tan• to n tcntart LEONE l'ICCIONI Era come se quell'imm1111t:111 fo.se dietro ogni suo peMlero: I a quahla.sl coaa etll cerc11.S11e di pensare, essa gli rlappa:ha I da, 11enr..a nunche n costum~. '----------------------------' RJS11.'AN"-JPA D.C Ul\l\ .BIER.TO SAB"'-. COSELEGGEREE VAGANTI REN"OIR - e fa,.tano sulla nen • Cna'.:ira mcr·a, Biblioteca Gino Bianco omore del ?«to pcr la .tua c1ttd, che cosi 1puso 1l fden• ti/lca con un·1mmaglne Jem• mlnfle (e Poa!tna, frutto - no. 1 10, - fatta di CO.te le plu aeree e tn.n'eme - lt più ter– rene, - nata ote Jo/o na,ce· re potevi, -- nella cltt4 bene– detta O'Lie nacqui, - .tu cui i;a- t1anlm~n~~~l ',e'::~rn~W:icòf~: rl, luogh, rtcord1 ,i .rohiaruco• no In modo .tWhU~omente on• che più Jenno ntl J>Otmetto che reca ,xr WOlo L'amoro.-a rt~:n:!!e?t~al;, %n~~~l()co! alternante di rt::lt:1tn:f più medl!clkt e doi;e o cer- ~l laf~~~f~:~~f/~ .t~J~:"!f~f limpidi .teni... 1; • -O/ suo df monelluccfa corplcelo'o .. :t} /anno eco riehtlmt più dtnsf e abbandoni a qul'llo che l 'o.ma· ro gu.tto dl 1ntro.tpr:lont del poeta, qul'll'fndaaint oc-uta In ,e .fltJso che r1trottremo dt'I tutto chiarita 11ell'ultlma liri– ca e /n riva a/ mare• nl'Ua y.~::~r/~tt;~::!.'~~ ci:,~1a:;: tlva. lo fo11elullttza d rlo.,su· mono fn un'mima?mt' dtlla morte co,1 1anona e dt/lnlll– i;a. FEROINA!lrDO \'IRDlA

RkJQdWJsaXNoZXIy