Fiera Letteraria - Anno VII - n. 36 - 7 settembre 1952

DOMENICA 7 SETTEMBRE 1952 ROBERTO BELLUCCI - « Raraua :t Durante 1 due anni che la figlia maggiore stette allo sportello, si vide arrivare ogm sabato. sul tardi. quella donna lunga magra dalle gambe stec– collte. tenendo per mano una bimba con le stesse gambe stecoollte. Si met.tevano alla colonna, con la maschera d1 cont101lo e.se non passava gen– te. le due donne ciarlavano Alla bimba era stato detto: Mica è la porta della chiesa - perchè s·accoccolava sul gradino. Subito la madre la fece rialzare. Cosl rlt.ta , ben– chè si stancasse, la lasciavano, Il direttore non fece più osser· vazlone. Sicuramente nemme– no s·era accorto che non fos– se In stessa. Il secondo anno. già la ragazzetta dello scali• no, con piccole polpe alle gam– be esili. una rmngia bionda in fronte e quell'aria di giglio che prendeva a un tratto, entrava la domenica con le SO· rene a vedersi li film. Il di– rettore le lasciava passare tut– te: non sapeva quante fossero. ma le riconosceva. « Devo guardarmi la figlia Non capLsce 00me Il direttore, quell'uomo alto e potente (es– sa ne ha paura) se ne stia a mirar J'Amlna allo 6J)Ortello~ Qui fanno sempre tutti le stes• se cose. La rimira anche quan– do è girata. Del resto sembra la pupa dl cera che ha la par– rucchiera ln vetrina, proprio cosi rivolta per mostrar la pettinatura col capelli In su. Essendosi fissata le si confon de la vista. si rilascia e comin– cia a gorgogliare. finche Jama– dre le dà di gomito. « Senti come ronfa - dice. (Nina ha in gola e nel naso le vegetazioni). - La debbo far operare - dice la madre. Qualche volta ch'erano anda– te In salar Il dentro al buio, sedute. a entrambe veniva 11 sonno e la plccola ron!sva. - Guardals 00ni'è Intontita. La piglia pure alle reni. - La guardano tutt"e due. Nina \'OI• ge un poco a loro. tranqullla. I piccoli occhi opachi. poi tor• na a svagarli. - Sempre, el1? dice Berta. • Uh 1. sempre la !(tessa storia. ha infracidato il letto». La -.,lmba non fa. case, !~~C :t~it~:;~ ~ n g~{ anni. si farà come l'altre ». Berta pensa al suoi maschi ne– ri tosti e inutili. ha Invidia LA FIERA LETTERARIA LE BIONDINI? delle figlie dell'amica tutte bionde. e già le occupa. Da giov1me anche la madre era blondfl., faceva spicco nel vi· colo pieno di teste more a.Ile finestre. Non che i figli le ven– gano belli: come Nina: spcn– nacchi!U.C In testa. con rucce Informi un po' livide. le labbra grasse aperte. due stecchini dl Rambe e l'aria Imbambolata. Si sa, tale padre. Ma. come arriva la fioritura. gigli: una galanteria. E trovano posti. 1e ha sistemate da commesse. que.'lta In trono. fanno un ve– dere espo.'lte.• SI si. ma dC\'O farle sturare - dice la ma– dre - la notte è una ragana». «Sono anni che te lo sento di– re - fa Berta. inagrita. guar– dando Il direttore fisso allo spuortello. « Eh! - dlce 1a madre - è una parola: opera– re. e i soldi? Entra gente, la cassiera dà I biglietti, conta. Il resto. Pot s! glra dall'altra parte, s'accor– ge all"aria che le fa In mano quello svolazzio.• Dacché avevaM no messo li nuovo sportello, n ognl aprir 6lmultaneo delle due porte 61 sentiva trapassa– re 00rrente gelata. Sa, ora. che lui sta guardandola di dietro. e le isi accappona la pelle. Nel rla-lrarsl. solleva un pooo e spola le gambe: semp1e cosi appese si gonfiano. ma es• sendo magre non appare. In fam.iglla hanno tutte gambe da merlo. Aehe Amlna allo sportello pensa sempre le si.es • se cose. Guarda la sorelHna e vede com'è brutt.a. Bertn che 61scansa dal fiato di sua ma– dre, quello che guarda fisso. Se ne saranno accorti tutti. Lui comparve una volta so– la, di sera tardl. per fortuno non entrava più nessuno, e 11 direttore in quel momento va in sala. SI ferma allo sportello imbalordito. la ragaz.:ia dice: - passa senza guardarle. Pas– sò e andò 1n galleria, Cece un mezzo riso. ebete a Berta, un cenno verso quel coso di legno 00me volesse farci cadere li biglietto che non aveva. Mo– glie e figlia quasi non le ve– desse. girò via gli occhi h1lct– tat1. Puuava. Sall ·;,.,tennar1- do. « Gesù - dice ,a moglie - "enlre qua. che ·Caccia. Quando rientra a casa ram- * Racconto di LAUDOMIA BONANNI mnz.zo » . « Eh! - ra Berta. Sa bene che non succederà nien– te. non è successo In tnnvanm. La bimba sa Invece ct1e riSen– tirà tuta la storia. « Te In n• ·oordl. te la ricordi - dice sua madre a11·a1tra. Parla della suocera. Berta non se ne r1 corda. Sempre con la corona ln mano e lo zlnale nero. Cosi stava giorno e notte accanto al fuoco e Insieme a.spett.m•a– no. cominciò ad aspett.arlo già la sera dopo sposati. Aspetta aspetta. la cena era là, luJ non si vedeva. Cosi sempre, ed es• sa sul principio a smaniare e piangere: chis.à che è succes– so, sono le due. sono le tre. gli è succes.~ qualche cosa. Alla fine la \'ecchla muta si mette a parlare e dice che Il figlio suo è cosi, dopo Il lavoro ha diritto, s'è abituato cosi e In moglie deve assuefarsi, ha di– ritto a ufi. poco di svago, la not.te gira con la chltfl.rra. Non parlò del vino. essa s'ac- 00rse I\ poco a poco, non ne aveva in corpo molto e lo te– neva. anoora bene, poi alle !e– tile bisognava trascinarlo e \"O• mttava nel letto. La biancheria rlcamat.a. la coperta da sposa, tutto rovinato. Questo im.t,re.s– slona Nina, lei s·1mmagina quel letto da sposa come ne ha vLstl al cinema, la rovescia tra– forata, la ooperta di seta cele– ste. e un rivolo di vino nero che scorre. Essa ha ·bensl visto U vino nero sul lett.o. ma ora nella coperta grigia e per le toppe del lenzuolo sporco. Sua ma– dre s'è messa a piangere 00me Il solito. Nina vaga con gli oc– chi. « Su dice Be1ta - ora hai le figlie grandi. non cl pensa– re lP. « Grazie a Dio - sospira la madre - sono venute bene. A questa facci fare l'operazio– ne subito ». « Purchè tl deci– di una buona volta». SI deciderà. certo. solo che bisogna ricominciare a salir le &cale, Il municipio. !"ospedale, tl dicono che vuol tutto dal governo, aspetta aspetta non si conclude mal. e lei adesso per le scale ansima, poi &i scorda quello che deve dire. « Ma gliela faccia fare entro quest'anno'">. La figlia sta al– lo spor-tello come una statua d1 sale, stanotte a casa risa- * ranno scene. Erano scene da bada a nessw10 ,. Mal, fra lo- ce Berta per consolat;la. Ma \'Cnt.·annl. Quella sera non la ro due, hanno fatto cenno di dentro di sè considera che nvn aspettò che uscls.se dallo ,.g:i quello là che i.e 1-t mangia wn an00ra fiorisce l'ultima e sta buzzlno dove Hndava pel con- gli occhi. « E' ,ma bt-1!.1 b1•\ll la prima 6"è bacata: buoni fl ti 001 dlretore. La bimba si dina - dice Berta -- tt , I· gli mlei neri e tostl peL\'S& stava addonnenta.ndo Jn µ!eo! stemeral bene». va r::la~re B<'rta. Ro6lnella dirige a 6UB e taceva un rantolo.· · pensa che anch'essa erfl r1ata madre con lmprontit.udlne J~ Amlna era sempre stata tra una bella biondina, ora è CO· sorriso large1. Guarda un po le figlie la più incomprensibile, lor cenere. Eh! -sospira. Sl rl- anche questa se non sembra una ragazza talmente chet.a corda di quando lui veniva la un·altm. <Risentita, quest.a, è r,. ALIGI PFAU - Paesarrto di città. da stupire. Un po' pareva a- notte nel vicolo e suonare la \'esse preso dal padre, per chitarra: uno con la bottega quel modo di vivere come ap- - dlce\'ano tutti - che for– partata chiusa ln sè. non capi- tuna. Anche quando st.avano sci mul che abbiano In con.,o. Insieme da fidanzati buttava Lu madre provò l'lmpresslont le dita per la chitarra senza di averla vista davvero - non mal parlare, la bocca grassa s1 può dire conoscere: e chi semiaperta e gli occhi 00n u– conosce un altro, sia pure 11 na \'elatura oome I gatti appl– proprlo figlio - a quello tpoi-- solati. s·era bevuto l'Intera tellu. s·ac00rse com·ern bc:la, bottega. « Ma - dice Ja bimba ounsl n casa proprln, ·,lsia eia tlrandc.l11.per una manica. Si Vicino, non Jigurasse. E, là, riscuote e le dà uno schla!fo. produceva allft madre uno «Zltta tu. dove credi dl stare». strano effetto: che penasse di «Come piagnucola. e si sente trovarsi In mostra. Cl stava quelroccupazlone in gola, di· bent', lo dicevano tutti: sape- ce: « La debbo proprio far O· va trattare 001 pubblico - u- pemre » La bimba piagnucola na tCMettlna tlmlda, - se le a bocca aperta. flnchè s'ln– parlano. gli uomini cercano chnta alla giubba turchina: cl sempre d'attaccare - rapida. vede dentro acquattate le mai uno sbagllo 001 resto. Ma mammelle nere di Berta - 11 a vederla, IRmadre seni.e òtm• giorno allatta sull'uscio di ca– t.ro qualcosa. <E murn. 1:.ut:i sa - e le viene da ridere. com1t sua nonna). Una 1<\x::1 «Quest.a è pazzarella - dice attonita quasi lne...pr";~slvn, · la madre. Si ricorda e la por– con le labbra - tinte appena ta a.Igabinetto. capace di far– - tumide, schiuse. e ;;li ocelli sela addosso anche qua. Do• dolci dolci velati. Occ.11rlo;to- manl - pensa - 00mlnclo a si. dUllcJU da lnoontr.ue . Co- fa.re le carte. Le carte. l).ll'Jdea si bianca, un collo lLt~ tene- vaga. con le carte si fa tutto. ro. e quel capelli blou_.L Ouar- per !"operazione biSOgna CO· da un po· l'Amina. è proprio mlnciare dalle carte. Dopodo– lel quella. Se si \'Oltava - Dio mani - pensa mentre la blm– sa chi le aveMe lnscl(ntll.o a ba tira e rltlra la catena. Si pettinarsi cosl - w:n nuca siede anch·essa su quella bel· candida oon qu-!1l"onnugollo la tazza bianca. lei che in casa tiene a bada J'ubrta00ne). Ha uua faccJa. magra briosa. oon tutto quel rossetto alla bocca le.rga i otn ti sembrano una S\'emiclata di ban00. Come sl glra, dà un 00! po di testa, Il mazzo biondo del ca.pelli sventola e ricade su una spalla sfioccandosi hl !"aria. C-è sempre corrente. Tutt.·e due le donne vanno con gli ochl al direttore: i.ta P. guardar là. Berta sa che Amlna se la baciava dietro Il collo. li hanno visti nello sga– butzlno del 00nt1. essa piegata come una pecorella e lui a ba ciarle i ricciolini dt>lla nuca– bianca come un assetato alla fonte. Ora guarda quel mazzo d'oro che sventola. Bert.a co no.<;ce la moglle. le vScne In mente proprio adesso che col– lo corto ha c. "!sta <li dietro quel cespo scapitozzato C.i Ch· pelli grigi. « S:è fatta eortJccll\. Roslnella - dice. POESIE di LUIGI CAPELLI * Lucertola assassinata I fanciulli ora iltcendiano tl canale di capelli e di gridi, l'acqua magra 1ie barbaglia. si gonftano le prode pro/o,ide, f ftll d'erba. Nel clamore che df sè s'arroventa è prigioniera una piccola vita. una lucertola dal capo mostruoso. DI quei gridi tra l'avvampo rinchiuso come tra lingue di fuoco esita l'animale, ftssa il vuoto colmo di muto orrore. Con la p~tra una mano innocente si cala, già tUsasslna si solleva da terra, strappa l'urlo dal petto, vittoriosa. Lacera il cielo, espl01a nel chimo schianto, la vit.a, della piccola morta ,uen.2:iosa. Sera al lido E ancora u,ealtra sera 1tau/raghf spensierati a quuta rloa. U ftotto cl solleva dove U lago ftnisce in una 1iera pozza di silenzio. Domani scioglieremo dall'ormeggio la barca ancora e il gesto sarà senza un sussulto, senza un fremito d'ansia, sarà ancora. il gesto di chi sa che è per celia, che a sera sen?.aavere passato il promontorfo rivolgerà la prua a questa buia pista di cemento . dove si aspetta fl vento bevendo birra amara senza sete. Inganno Fu nel vfcolo dove un po' d'ombra rH>ara dalla luna. Alta e esatta easa fruga ogni crepa, mette a nudo i pensieri_segreti. J,f a là all'ombra del muro .eiuò stare la menzogna. Nessun occhio 11i mise fra di noi. (l'",.on vergogna e con pena f nostri per fuggirsi erano chlml. A lungo fra le braccia ml" tremavi tu calda di sao ~n.to e cl.i torbido ardire. Una. vfta, una appena Pag.3 non ,Ja fanno due bocche che poi tornano amare e anche più sole. E an,--,ra ti darai preda .al flutto del sanaue, dalla noia turbtna.ta qua e là. Se ti ptacht e una calma ti sorpr,end-e e ti illumina, è per poco. Vie-ne u:n altro, riprende il gluoco pili caparbio e più triste da oani prova. Ma ,ion muta la notte, sempre d'un<1 luce splende e fa lieta ogni altra co.~a. Con una Jurla gioiosa sf MSaltano due ca,u nella pi~tta madida dt luna. Se un giorno ... Un aion10 se .anche la terra sarei tutta in. pace, le navi s'inarcheranno sul mari come ,tendarcU di gioia, se al- quattro uentf la noia come un polline disperderanno gli uomini e osctlleranr.o sotto un cielo lewero In gabbie d'oro, a11chese un gioN10 la terra li stringerà tutti al suo se11O e uno sg11ardosereno si• aprirà in fronte a loro. oh ditemi che faranno, ditemi voi, se anche allora ce ,1e sarà u,1O, uno ancora a pianoere cosi solo ·nel suo cuore. LUIGI CAPELLI - dice la madre. benchè vada una volta per set.tlma.na. La tiene d 0 occhio IA allo sportel– lo: gliel'hanno messa in cor– nJce e ci sta anche bene. Con quel nuovo sportello doppio nel tramezzo di legno - sullo tne-resso di galleria e su1ra1tro di platea - è diventata prfma cas.slera: dopo le dlecl. rll;!• randosl dn ambo le parti. r!e• sce a ,~e il lavoro da sola e le hanno aumentato la paga. « Mica t.anto - dice la :nad:e - dovessi credere». i( Eh!, quello là. l'ebreo - dice Rer, ta, tut.ta compressa nella ginb• ba turchina. col 00IJ0 nlw e glJ alamari. che le hanno f.1tt.o mettere. Perclò la èfitamanO maschera. pensa la bimba. Pensa sempre le st.esse cose. ritta accanto alle due donne che dicono sempre le stesse OO· se. Berta sparla del t:lrettore. a quell'ora U freddo nu:i Intor– mentita e i piedi trnbocc.mo dalle scarpe. « Dico, e 11te chi te lo fa fare :o. « Io U1:vogunr– danni la figlia :o. In 1ca;tA la madre si distrae a uscir C:.,cr..– f:ia. stare su quel pianerotto– lo alla luce. gente che t.fl.i1. e gente che scende. curios...-irdie– tro a tutti e spl\SSlonarsl ron l'amica. Da anni. :>rinm che cresce.._<t.sero le rìglle, non usci– va che per trafficar da unn botteg<l all'altra senta soldi, Le gusta anche guardarsi quella figlia in cornice. La bimba trova che sua oorella. ha solo un grembiule nero col collet.tlno, come a. scuola. Es$e– re sempre mascherati - e strappar biglietti: uo gioco - questo a lei par bello. Il giac– co turchino di Berta la seduce. di rlcclollni d"o10 ...Il rn:.a del• Fu a primavera che Amlna le orecchie scop.:.rte. Mn guar- dovè andarsene. Le carte, e da un po' l'Am.!r.a. Pttno ln anche in fretta, bi!!Ognò farli.! madre s·acco1~e r!ie qur,knno per lei. Q~ando la madre rt– (mal precisa (.hl. neanche comparve. una sera tardi, a mentalmente, le tiene bli oc- guardare Jo sportello le venne chi applcclcari tl'id~so. l(Olo- da piangere. Non che Rosa ra come sua ,12:lla ,,\a rtuselta non cl stia bene a sua volta, a quel poste. mn P. sicurn che an 7.1è una fortuna. « Le serba non lo perdera. E: uor<1t t.mlo ll posto - dlce. Nessuno ave– a casa. non ~lene una lira per va pensato che quel garbo di sè, proprio una perla di ftglh1.. tossettlna rosse una cosa ma- E la madre capisce ogni co– sa. capisce che giro .11 p,ms!e– ri ha avuto. capisce che Ami na già tutti l'hanno so.;tltm~ Si mette a plangert davvrro là all'jngresso del clne.i:u. S<'O· zn nemmeno nasco,1der;,\ .lita colonna. « Amlna. figliu mia bella, flore mio - dice, e pian– ge e puzza terribllme::.ro i~ faccia a Bertfl. che non sl scansa. Su su - fa Berta. E Impietosita e senza Invidia I'-------------------~ Non slamo terra da fiori. noi - pensa. La bambina sta mu-1~------------------, .ta dietro la colonna. Nell"om• bra, sbianchita e chiara in vi– so. sta a guardare con due occhi d'acqua celeste. Biondi– na anche lei. to· come brillnno quel fillnl d"oro. Qualcuna del– le sorelle le ha tagliato, un po' storta, la frangia sulla fronte. ROBERTO BELLUCCI - « Paesai,lo con case• « Mosconi ne avrà cli cuto Ugna. a un t.ratto ti dicono - dice alramlcr. •- ma 11cn cl che cl vuole il sanatorio. « Ve– sl capisce, cçn l'A:uL'1.ll.non dral che riviene presto - di- LAUDOMJA BONANNJ LA MORTE DEL· PASTORE iblioteca o Bianco POESIE di GLUSJ,,PPEsqoRTJNO * ' Siciliana Rive serene, ardue rocce, ove il sol/io di tre continenti le11e o irato co11ipone, tra gli orli, varie tenzoni. Negli azzurri dorati stanza hanno i miti; voci alterne fanno a.3SOpltal'anima sognante regni al suo cruccio. Ed, è la terra u1t't1maca: fiori fronde ht un'iride cullano chiare parve,ize; a.ure musicalt s·eno,uLono; alterne melodie rispondono dal pietrame corroso. Veleggia l'a'nlma verso luoghi d'btca11to. Per mari ignoti a ionote mete sembra di navigare; varcato un confine - oltre il tutto, oltre il nuUa, - un altro confi11e è da varcare. • Isola, naviglio lieve dell'anima s1t pelaghi enormi. Compleanno • 5 marzo: c'è il sole - ta,ito sole - suoli O11tanistecchiti; risca.ldafo gi<i ferve la vita 11ellastrada che sa oli opposti cuori in mt trauaglio vano smarriti. Sorridi. Ti levi co,1 u,i salto, te11temti sul letto, scivoli a piedi nudL. t esageri per gioco). intirizziti. I bacetti e gli aua11rl della ca.sadime11ttca dei co11suetimalamti; , anche i rumori tpe11dolo, stoviglie. Il trillo dei tele/O11O, l'accostar lieve deoli 1i.sciJ cantano i tuoi otto a1rnl. GIUSEl'PE SCIORTINO

RkJQdWJsaXNoZXIy