Fiera Letteraria - Anno VII - n. 15 - 13 aprile 1952

Domenica 13aprile1952 Glonnnl Pascoli pM>feNOre a Lh•orno nel 1894 Il poeto, 099i .. DI RJlNALDO FJROLD][ SONO tra.scorri quaranta anni da quel 6 apdle 1912 quando (era fl Sabato Santo), nella ,ua casa di Bologna pO.fta .tt1L colle deU'Os.tl!!rtlCln.ta, ,i spegneva Giovanni Pa,colf Ricordando oggi la dota crediamo che al di là. di una alfettuosa partecipa2ion1: di me– m.,.ta al poeta che fu detto •buono>, 1ia opportuno onorarlo coll'additare la viva pre• ,en24 di lui ntl mondo dei valori più puri della poe,ia. Pa1coll vivo, la polemica s'era delineata violenta fra .so.ttlrnftori e denigratori, con una dlverottl.Ul talora co1i violenta di posi• zlont da su.scitare sgomento ed iniborazzo: il Pcucoli , te.uo era dato vittima del contrasti. Dopo la morte dei poeta c'è stata una ltrnta ma dcura chiari/ica.:ion, del .tuo valore: molte .tcoperte sono state /atte, motti errori corretti, molti ecceul polemici si sono smor– zati. Oggf la 1ua persomilità si può dire chia– rit11 nei suoi aipettt euenziali, e l'interesse p,r la &ua poesia si presenta sempre pili vivo: mi &a qualcosa chi 11a il compito d1 /ar conoscere i nostri poeti ai giovani e si accorge della risonanza enormc111ente mag– giore che ottiene nel loro animo la poesia del Pascoli a confronto, ad esempio, di quella del Carducci e di D'Annunzio. Con tutto ciò, intorno al Pascoli, resta alla critica ancora molto da /are. Non sarà per– ciò inutile volgere un poco lo sguardo al pauato per nconoscere meglio la strada già percorsa ed additare poi quella nuova che li deve percorrere. La storia della critica pascoliana ha un suo chiaro punto di pa.rten.za nella critico negatrice del Croce (1906): un punto di par– tenza che divenne presto il cardi11e attorno a cui mo.ue tutta la seguente critica, a11ti– pascollano, la quale - piit o me110limitando il valore d,.l poeta df Romagna -. solo o volte si presentò viva di spunH originali ma put 1peuo vi,se dell'eredità delle definizioni raggiunte dal Croce. Ricorderò a que.tto pro– poMto la famosa inchiesta dello e Ronda>, le posizioni critiche del Flora e del Momi– gltano, l'opera del Bia11coni, benchè questi ultimi due autori siano ricchi anche di 1punti nuovi. D'altra parte avvenne che l sosteni– tori del Pascoli furono spesso incapaci di superare la posizione crociana con il sostegno sicuro di un loro metodo critico c. quando cn'trarono in polernica col Croce, non 'pote– rono non /are avvertire l'imbarazzo della loro posizione, quasi - vorrei dire - la loro soggezione all'autorlt4 che non sape– vano come .scalzare. Cosi, per altra via, la definizione critica del filoso/o ldeali1ta finiva coll'hi/luire dan– nosamente aulla nuova ricerca. E il ricono– &cimento del valore del Pascoli dive,rne più un atto d'amore, non .senza ingenuità, che un atto di critica. Ed invece era avvenuto che al contatta colla poes(o del Pascoli Il metodo crocia110 aveva rivelato certi tuoi di/etti quando ad– dirittura non era stato il Croce ad uscire dal solco del suo stesso metodo, condotto Juor di .rtrada, senza accorge.sene, da naturali li– miti di gusto. L'anima del Croce, quadrata, definita, clas&icamente composta (latta davvero per amare i concreti valori e visivi, di certa mar– morea lirica carducciana) rivela in/atti un distacco profondo dal mondo poetico pa.sco– lfano /atto d'Intime evocazioni, Jra sentl– mtrnto e fantasia. d'elementi Jra i più inde• finiti e irrappresentabili, d'evocaz:ioni e sug· gerlmenti a volte a/fidati soltanto all'onda musicale di un mlltevo/issimo vt'rso. Se la base euenziale del metodo critico crociano è adeguamento del critico alla condizione 1plrltuale del creatore nell'atto del creare, i certo che questo adeguamento troppo .rpes– so manco al Croce: in questo senso ha .ti– gnfffcato l'accusa di e insensibllitO, rivolta a lui frequentemente. Certo, oggi, la formula del poeta ut puer e del p1.1er ut. poeta elle, ,ccondo il Croce, i U 1imOOfo più adeguato alla -poesia del Pa- 1eoll, si presenta ormai come ,caduta: ca– pace di cogliere soltanto un a.spetto di certo Pa,coll minore. Eppure non si trouò chi Im– mediatamente Josse In grado di dare una nuova, pfù vera, interpretazione pascoliaiaa: I saggi del Serra, del Borgese, del Cecchl (/ra 1910 e 1913), I primi due favorevoli e con spunti anticrociani, il terzo piiltto,to limitatore col ,uo ricondurre tutto 1/ poeta a Myrlcae. Il pre,e,itano incerti, a volte let– terariamente di11aganti, a volte con intui z,oni felici, più .rpe,so imbarazzati di Jron· te alla poesio. in questione. Una strada nuova segnarono il Bui/eretti (1914) ea il Galletti (1918): il primo ad.di · tando l'equilibrio della poesia pascoliana nel ,e11tfmento del mistero, tl secondo colla vio– lenta polemica antl-idtalistica e con la Jtl1ce indfviduauone dtl po~sogglo del Pa.,coli dal po,ltivis,no al misticismo (che inquadravo anche storicamente. il ser1timento del mistero pa~colfano e gli dava un ,en.so ) rlt·elarono un Pascoli ben più grande e complesso di quanto non appar/,.ssead una ,uper/iclale let– tura o ala critica piuttosto pretenzio,a del Croce. Intanto perO. nella preoccupazione dello rt-:'"rca delle formule riassuntive e conclu– s·vt, rPstar'<l'nO in.soddisfatte altre. e,iqenu o sacri/lcatf altri aspetti del problema cri– tico pa.scollano. E a ciò reagirono il Pietro– bono che con la sua Antologia. pascollan1 (1918) compiva un necessario ma forzata– mente parziale lavoro di esegesi a te,ti e Il Viclnelli fin un suo saggio ,ulla "'Rassegna> del 1920) giustamente preoccupato di ricon– durre a coerente unità la varia produzione pascoliana apparsa troppo collegata a certi aspetti discordanti della psicologia e della cultura del poeta nell'opera degli altri critici, &perle del Galletti. li /atto i che nuoceoo as&oi olla pura interpretazione critica del poeta di Romagna l'as,n:tto polemico sopra cui l'i11terpretazio11e era stata inizialmente. impostata: lo stesso libro del Galletti ad uno atte,ita lettura appare qua,i nato più per polemizzare coll'idealismo (ma si deve rico– noscere al Galletti Il merito d'averne colto Jclicemente il punto debole) che non come e.,;lgenza intima e serena di chiarificazione della lirica pascoliana; né è privo di ,lgni/i• cato il /atto che chi tentò una vasta, co,n– plessa, quasi scolastica ma utilissima fnter– preta::ione di tutto il P(l,ScoU (non ancora svolta, mentre già s'era tanto sentenziato e ma,uJ.ato!) Ju proprio uno .straniero, al da fuori della polemica co,itingente: il / rance.re Albert Vo/c11tin (1925). Il Valent1n oo qui ricordalo per la sua one– sta laboriosità: al termine di ,m lavoro tanto ampio ed intelligente non ,1 senti di dare un giudizio conclusivo ma s'accontentò d'avere preparato un più solido terreno all'indagine altrui. Gli sta vicino per l'onestà dei suoi intc11ti il Turo/la, sagace ed accurato inter– prete, specie di Odi ed Inni, l'Ono/rl con le sue acute osservazioni sulle Myrlcae, e gli sla11no vicino i fondatori di quella Soc!el.À. Jt.allana G. Pascoli che iniziò nel 1926 una attlvltO la quale ebbe purtroppo vita breve. Re.stano quattro fascicoli di Studi pal'tCOllanl pubblicati nel •21, '29' '33, '36 dalla Zanl– ehelll e che raccolgono importanti studi do– vuti a taluni dei migliori critici pascoliani: il Giuliano, Il Valli, il Gandlglio, il Pietro· IX>no, il Fucile, il Lippa.rin!, il Turolla, Il Volgimigli, il Festa, ecc.. A.ttraver,o questi studi cd i volumi pub– blicati dal Titone, dalla Benedetti e dal Giu• liano (tutti del 1934) venne sempre più chia– rendosi la storia dell'anima e della poesia pascoliana, ve,ine meglio determinata la com– plessitlt della .sua Ispirazione. Ed ecco la Fumagalli {1935) in una ade– sione quasi sentimentale alla poesia del Pa– scoli cercarne le profo,ide ragioni liriche; ecco Waltt"r Binni (1936) precisare gli aspetti validi t quelli ,1egativi del suo decadenti– smo, ecco il Co.passo (1936) concentrare la sua attenzfo11e sulle Myrlcae e sui Conviviali e darci una serie di preziosi preclJaz:ioni, ec– co molti altri, che sarebbe troppo lungo e11u– merare, arricchire se,npre pill la bibllogra– Jia paseolia11a. Ricorderemo soltanto il Coz– zoni, autore di ben quattro volumi su tutta o qua,i l'opera pascoliana con utili apporti anche se I suoi scritti si leggeno mah:olen– tieri per il tono enfatico e sempre laudativo ,.;orne di chi vuol persuadere, con/erenz1ando, il suo uditorio (1936-'38), Il Curto, acuto stu– dioso del primo Pascoli, il Chlmenz co,a vari ... '011Lrlbutl e G. A Perilore autore del p1u re– ce11te C0'1tplesso s09gio (1942) ove le posi– zioni della critica pa.ssata sono ben riuuunte ~ sptsso superate con nuova, felice. frnpo– sta;:lone dei problemt. Un discreto avoorto ~ infine quello del Viola (1949). Non ci t giunta notizia di nuovi .taggi in questi ultimi 01111!: ,10l0 ricorderemo l'atti• vità del Vfcinelli e del ValglmigU curatori presso l'editore Mondadori, il primo delle Prose paseoliane (è uscito un 1. volume con u11 lungo e attento saggio proenuale e sta per u,.scire il 2. che rfurnrd gli scritti dan– teschi), il secondo dei C1lMnlna latrni ben pre,entatl nell'ampia prefazione e da lui e da altri be11 tradotti ed a,motatl. l, ·esame, sta pur rapido, della bibljogra/ia pascolfana ci permette di /are alcune osstr– oozfoni che rìte,uarno possano mettere a Juo• co l'attuale situazione. Anzitutto la critica all'opera del Pascoli t nata e s'è sviluppata nel segno di una CO· 1ta11te 111certezza,attenuatasi solo negli ulti- 1111 tempi, Perché mai? Io credo che la rag10· ne del /atto sia da cercarsi nella diJJicoltO in– trinseca alla poesia steua. Pascoli è pill com– plesso di qutX?to lo &i sia creduto al suo tempo o di quanrn si è continuato o crederla iri seguito. l.a sua poe.~ia ti colpisce ma ti sfugge: la co11d1zione ,1pirduale dt!l Pa1cola creatore è di/ficihne11te ripetibile nel critico: la sua poesia, soprattutto, ( e ci si e accorti di ciO da poco) t m0derna,1tente precorri• trice, perciO più vicina a noi che alle gene• ra::ionf precedenti. La famosa triade carducci-Pa.scoli-D'an- 11u11zio oggi - criticamente - 11011 ha piu senso. Carducci è qrui1i tutto colla tradizione e chiude u11a ,tag1one della nostra poesia ptu che Iniziarne una nuova; D'Annunzio 1010 h1 porte ha lasciato 1'800e nel 1uo e.stetismo troppo c't. di pratico ed e impuro,. Pascoli i molto più moderno, più «puro> in sen,o poetico: la vita sua ,te..ssa &i configura a RINALDO f'ROLDl ------ rco11t111:uaa pa.1,1.6 iblioteca Gino Bianco LA FIERA LETTERARIA GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANl GIOVANNI PASCOLI L' annunt.lo dell'opera e Il 1uo !io<'Opo Il primo annuncio del vo• lume è nellB • Mirabile v1• i-Ione.• 11901): non 6010 nel\11 copertina. O\·e ce n·e la pro– megsa <« In preparazione: Lo potEIR del mistero dRnt.eSCO it 1, ma 11nche nelle pRrole con• clu.!;i\'e e lf!A rlvelMrlci del metodo: • Quanto. per la ma1t1t!ore chlnrezza (11,, mira– bile \'\1ilo11e dell'Oltretomba) riesca ancor ph1 mlrRblle. 1,1 \'tdn\ nel \'Oh1me che e per seguire,. Ne riparlava nel 1903. In principio della prera- 7.lone < tutta un11 • con!essio· ne• a quella e Propul~lone al PRrRdlM> I che eitll già leJi"0\'8 al libro tut.uro: « Io sto com· ponendo l'l•ltlmo dei miei 11 · bri su Dante: "La poesia del mistero dantesco", E' Il libro che otrriro alla culla di Dan– te: ma che culla.? al primo e ultimo pensiero di Dante; a FlorenZA ... Voi comprendete che In qu~to libro lo mettero tutto ciò che nella n1h1,anima r ruoto 11uro. Ebbene di esso libro Il 11rlmo ca11itolo sa.ra , mutate poche co..c;e d'ordine e di stile. "IR Propulsione" ... che ora leii:gerete ,: parole che rh'elano non solo lesalt.llot.a comm07Jone con la quale il poetll lavorava. almeno Imo R che non si stancAA~e. ma ben anche un concetto che lii \'tdrà e.."-Sere ssenziale In quel suo Ja\'oro. e nella dedica (dopo Quella a Riwenna della e Mlubile visione>) e era Il 1,cgno di coronamento dello opera Ma già in una leltera al Plelrobono del giugno 1900 (In Vannucci. • P. e ;-Il Sco– lopi•• 262) &veva scritto che • l'ultimo - del IUOI scrlUJ danle~ehl - 1ara. "un capn la\Oto" f~cusJ!l» e dh·er ..( MENTRE lutti 1li Italiani commemorano Gio,anni Pucoli ne.I quarantennio della morie.. 1ia l&eito all'Editore del Poeta riauumue in bre\e. l'auualitii trnlta ne.fii ulti• mi ,cnt'.mni per la diff11!.icnc delle !Ut 01ierc. ~ti 19U ,i dirde initio all'edi1ione in ,rande formato f cm. 16 X 23, col mollo e Sub 11rbuto ,, curala d.Jla !!oreIla .'.Ilaria e d11Angdo Sodini. in IO ,ohuni, J'uh1n,o dei quali u•ci nf'I 1938. I ,olumi ai lU!•e111irono in quc•t'ordine t•e· ,::no acl'i111to :!I cia•cunu il numero di 1:'tlizioni r1,siun10J: ,,11or;i poemrtti t2J. C11nti di C11.•1elt•«d1io 151. Pmni poc• mclii f Il. Poemi italici 12). Poemi cont•id11/i t3), ,.,,.,;. OOI!I U. Odi ,. inni 12), l'or.,ir 1·11rie I:?,. Trodu:ioni e 1h t/u:.ioni f}). l'Of!.mi dr/ UÌJOrFimcnto (2). Qua•i ro11tcmponme11me.nte. 1 parlirc. dal dicembre 1932, 1'iniii11,a la J>Ubb\icnione di un.i teric di luuo. rilegai~ in tutta pell!!. 1111che quc.•ta • cura di Maria Pucoli e An· ,:elo :,odit\i, ,u urla Ma•lianieo rer1mte 1n filigrana la eigh paacoli1na e Sub 11rb1110 >. L'ordine di pubhliruiont fu il ,eguente: !'rimi poemut, 11932), N1101'1 P""'""''i fl9HL Poemi ,lei RiJorgimenro , 193O, Conti ili Caslt'h·ttchio ( 19311. Poemi itolici t 193~,. Poemi co111ìdrrli 119351, MyridJ,. 11935), Odi o inni 11935). l'oeJie i·11rie t 1936). J'radu:.ioni e Rid11:ioni (19381. Ntl 19~3. nono•tnntt l11 ,:u,rr11. •1 ai::l!iun•ero le 11oe1ie Ialine in 2 ,ol11n1i (Carnunn I e Il, l'H3). Accanto ,11e due ~uddcttr rdhioni. una delle tJUali co· •to•a e arr,•.•il,il,, •ohanto ■i bil,liofili. ~i fact• a 1inò ,em• pre piÌI f('ntire il hi~o,:no di rarroglierc in un corpt.lJ tulla l'op('ra poct10 1i11~rolia1111. \'■eque co~i l'idea delle Poe.sie in ,olume unico. rile,:nlo in 1111111 ttb. a cura di Egidio Hi11nchtt1i ,. Au~u~To \ ifinrlli, con un A,,cr1in1ento d1 \n1onio Baldini, Il libro fu ■rl"oho con enllniumo e, u•fr lt1 la 11rim> ,oh, nel 1910. t onna1•11Ja ae•t■ cdiiionr. Di foinro al1e poe•1e italiani! non potC\1110 nunr1re lt latin,. [,d tcco. in un 1010 ,olume. a cura della Sortlla \hria e cli Manar■ \'al,::imil!it, tuui i Ccrmiflfl; il ,olunu fu pubbliuto rtttntcm,nle tdicemhre 19~1). Affinchè la poe1ia l11tina del Pa•coli 1101, .. , e~•ue i::u•lata. non •olo rlagli 1pcci1li!ti, ma d1 un pubblico llill ,u10. lÌ è data 1 fronte la •enione. it1liao1, 1111 quale hanno collaborale ben 29 latiniiti. Per romplttar6 l'opera omnia era necuurio pubblicare. le proie. il cui primo ,•olome. (Pro- d1 ttarla umanità) Tide la luce, 1 tUril di Augu.;10 Vicintlli, nel mano 1911; la ri.tam1,11 ,iene dilfu•a in qu'11i giorni, in!itmc col ,olum, 1ccondo (Scriui dc1111r,el11) l"hc. dh·i!o 1)('r t'omoditi del letlore in due tomi. ;u·cQ,:lit J)tr la 11r111111 ,olta tulio tJUan• te il Pa•l"oli l1a ~nillo •u Dante: i tre lil,ri 1mbhliu1i a 1uc tt111110dal Poeta ( \linerni 0M.·11rt1. Souo il rcfome. l11 mirnbile t·wouc), il lil,rn curato dall• ~rtlla .\laria (Cow /ere11:e e •1m/i ciflnlf'<chi), i;li articoli 1,1ub1Jlir■ti ntlil ri, i, •ta e F'lriru >, una ler.1cnc tt11nt11 • 1Joloi:m1 ai 11111,e.1ri, il HFf:io di con1111rntoall~ Commrdi"· t. ordinata dii tur11· tore \ icinclli. una ~illu,e dei pa••i in rui 1\ Pa•coli, fuori clcdi •l"rilli danturhi. 11arla di IJ11ntc..ntllt pro-e e nelle ))Ct<I('. Con parlirolar" a1tc11i1on, furono rurale anche le cdi, zioni ptr le. ,ruole, in primo l11oi;o le anloloiil! limpido rfro, a rura cldla :::ore.Ila ~laria. c. fior da Jwre, a cura di Lui,:i Pietrol,0110, il quale predi!pO.&e anche un 011imo commento • un ,olume di PoeJie Jt'elte. mc111rt Luciano \ i&l"hicura,• un• •cdta di / 1 oemrlli ft11ini. Alle lruluiioni clu,icht del Pafroli ÒM\~1110 ,liffu~icnt ntlle -ruclt con un·Anloloi:in omtric.YI.u11'An10l011-in omerico-1'fr1i/fon11 e con l,,trure ,ili Om"o e do I irs1lio. Ultima, ma non meno iu111orlanlt.. l'initi111i,11 ,li due anche •i mt110 1bl1itnti l:i 1iouibil1ti di lenue t. di in•erire ndla µropria hil,liottra lt 11ot•it 11a•coliane in cdi,iom in1e1nli e acrurati,-in t: lt ,dizioni rioè dc.li • e Biblio· 1,u Modf':rna \londadori >. Ai ilot , olumr.ui 1ii puhbli· cati (,\f,ricot.. 1948 e Poemi ('On1•11•i11/ì, I951J •i 1,:,:iuniono in que~ti giorni i Primi p0t'me11i, e gli 11hri \Olunu tegui· Qu,•lo il contributo fhe, ~tarn11undo n1i1li1i• e migli11ia di e1tn1plari, ien1prc Mnforta1a dalr11fftt1uo•1 romprew sione e a•!htrnia della Sordla Minia, la ,·igilt cu!lode del· l'open e dtllt mf'n1orit del !UO Gio11nnino. la mu C1•a ha ,cinto dire. ptrfh~ l'opera del Peti■ poteue penelnrl:' in tulli gli 1tu1i dc.I 11cpo\o italiano. F ... oggi. partecipando con animo conuuo ..o alle oncr.n:ne cht ,·en~ono lr1butatt alla mtmoria d1 Gio, ;mni Poco li. mi riprcmeno di conti· nuarl! il 1■,oro intrapruo ,;rea ,en1'1nm or 1ono a !"ntpre mauior gloria dell'imn1ortale Cantor11 di Cuteh·etchio. ARSOLDO M01'o'l)A00ltl Pag. 3

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