Fiera Letteraria - Anno VII - n. 15 - 13 aprile 1952

1\Tu111ero dedicato a f;.iova1111i Puseoli " ,lolf,,, ,n,-,rte LA FIERA LETTERAR AnnoVII• N. 15 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE AHTl E DELLE SCIENZI!- Domenica 13apnle1952 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE ROMA. VIA D'ARACOELl n. 3 - Telcroni n. 684..0ln e 684.098 - Pubblicità: Amm1 nlst.railone e LA FIERA LETI"ERARIA • - vta d'Aracoell, n. 3 - Roma - Tarlffe: Commerciali lire 60 - Editoriali lire 40 al millimetro ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 _ Semestre 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Annuo L. 4..000 - Abbonamento speciale (Insegnanti e studentll: rnta mensile L. 225 CoPH\ arrPtrat.11 L. 100 - su,dtzlone tn ce.o. ,oruppa 11, _ Conto corrente oostale n. 113142& PASQUA nell'angiporto 1951 ... diADRIANO GRANDE G-f4 dJ prima mattina, i suoi colorf qui Primavera lntlt19e r.el tanfo. Od-Or di wne caldo $'alza invade la contrada $e1tza vin.cere que&ti 1entort d'inferno che a.stLuiano i chi.l!f di mimo.,a nell'edicola della Madonna dei Sette Dolori. Al mercatino, ilt pianelle e sottana, una raoazza dal profilo antico fa le provvl.tte; sceglie intenta, qU41i f011ero gic,l.elll, bia11chl finoccl1 I, cipoUine, mele rubUze, verdi e gialle ba.nane. Il ma.rin.aio 1peno, come leoato dalle liane d'Un4 fore,ta magata, 109guarda, cogl~ un'occhiata. fra Hmida e in.fa.f'M. Ve<u ,u chiome nere, attorcigliate al par di &drtfe, n,lendere UM rosa di carta. che glt sembra madreperla. ScantoM, ma. fa to1to un P<USO indietro per rl~derla. La. chiude, con. fiori uotfcl, con donne dt lontani paed, nel vetro auurro C'Ulla 11«1 memoria. Intanto Il vento porta • dalle calate odore di catrame, di ,ala.mota. Al barrito profondo d'un. bcutlmen.to rl$ponde ,uf tetti, la.uù , come dall'orlo d'un. vulcano, un. volo di cOlombl, un. improvvt.so .suon dl campane sler,4te, uno 1cro$cfo pano di mortaretti. ADRIANO GRA?li'DE EO :EVCO CHE lOIHO PONE .A.OUOSSO A LUI LE l~HiUt'l'A Ul NOL 'l'U'l"l'l * Pasqua "fUori della porta" LA CROCE è stata pian– tata e Cuori dt'lla porta>. 011 e oLtlmatl •. c he ll'lud i– cano e condl\tmnno de-nt.ro le murn, mandano I\ morir e e fuori dcll'nccnm1>nmcnto > per non contnmlnnre c: lR cll– t.A >, Oh\ s·ornn aunrdnt!. quando avcvnno condollo Oe– &ù dn Cnh\fa I\ PIiato. e dnl– l'entrarc nel Pretorio, per non contnmtnnrs! e cosi poter mnnglnrc Il\ PnSQUI\ >, Nessuno vuole SP:\rtlre con Lui e li\ sun IJmomlnln >, ln ilmomlnln e dell'uomo di do– lori. che conosce Il patire e che hR Pt'C~ su di sè I no.,trl hrn,:ruorl> Usaln): e ln. sca– richiamo e Cuori delle murn > sul colle del Teschio (Golgo– ta> o nel e- Campo di snnguc > lHnceldam>. '' Uristo patl fuori della 1iorta. U8ciamo1111i1Hli Yersodi Lui- luori dell'1iccmnµa1111mto, 1iorta111lo Ja ~ua iirno111i- 11ia.~on abhiaruo inlatti qui una città perrr1a11e11te, ma cerchiamo 1111cJJa futura,, (Snn Pllolo llgli Ebrei) ,li J•JUHO HilZZfU,illU nessuno s'accorda nel dirlo Spesso l'io11ominfa è una no- 5tr11. attrlbur.lone, 111. nostra croce me-~ sulle Sl)ftlle di un altro. e E' bene che quP.leuno porti. che Il giusto muoia> e- essendo E~U contrarlo alle nostre opere>. Ma facendo cosi e la città> dlventn e un accnmpamcnto •· un cnmPO lrlncernto, uns con– sortcr!n di !:\rise-I. unA. fA.zlo– ne, unn e coso ant.lquat.R e Ve<:chh\>: mentre Il lllt0VO non porli\ cinte d'Intorno. nè mur:\. nè pnl11..-,ni.e. Non Im– port.a se le braccia sono ln– chlodw.te , se I piedi sono tn– chlodnll. Q uelle bracclA. non lasciano fuori nessuno: quel vledl c!lmmlnnno t.uttc le stra– de dell'uomo. e Ciò che è nntlqunto e In– v ecch ia. è prossimo alla scom– p :t.rs .'l> <S. Paolo>: onde l'In– vi to pru;quale a uscire e verso di lui. fuori dell'accampamen– to. POrtando In sun Ignomi– nia> u non V()f(llnmo finire sotto I crolli di Ullll clvlltt\ fa- Ed ecco che Dio e- pane nd– dosso a Lui le Iniquità di tutU noi>, e la nostra lgnomlpla è divenuta la sua croce: una croce che va per l'ertil del Calvario, che sale a fatica, che ONL sbAnda e POI cede una due tre volte. L'l1111omh1ia l\ un nome e anche se Il suo voi- tL,;cente. to è QUMI na.scosto e vllipc- L'nvvcntura crl.st.lnn:i è ln- SO>. Lo dice anche Il cart.1- cominciata cosl: la e no.ttra ;:Ilo che è un'hmomlnln re- Pa1q11a > è Incominciata cosl. aalc. col comtrndo di WJClreda un,. Adesso. non soltanto Pilalo. cittcì che si rlrlut.n di cammi- ma tut.t,a OcMJsalcmmc. In nnre e verso In città futura> e s.'lnta clttà >, si può t,ware e che e mandn I\ morire fuori le mani. Flnnlment.e la città dclln port.n.> chi A. sete di respira: e Il nemico> muore cicli 1111ovi e di terre nuove. e fuorl dclln portn >. L'onore Questo essere fuori col cuo- è anlvo, la \lbertA è imlvn, rl- re dalle muri\ di qunlslMI pur :tt~l~~~~::;~,CC$Ore l\ unn IL mu:co - t Via Cruel•, (pnrtleoJ•re) ~:~;ll~~Snde~l~cs~ so!~r~ren~~ e Era. lllusto che morisse Neanche l'ombrn della Cro- raduna su dl Lui ln sua e hrno- nl > sono dentro la. città. e bastano. que8to dover PMS.l– perchè li popolo f05$e salvo>. ce su ·in e città del pndrl > ! minia> tino a. orererlrgll Ce- c'è anche BRra.bba dentro: re di là. fuori della porta. ove Ma deve morire e fuori dellfl Il Cielo avevll radunnto sul sn,re. a volere Bnrabba lnve- e fuori della· pari.a> Il Mal- Cril1to morendo prepara. la porta> se sl vuole 'che dlven- e Piallo dell'Uomo> tutte le ce del Cristo. fattore iuronlu.a tra due la- 11ovilci, è II nostro dramma 1:. un rito la su11.mor~. un &Ue e compiacenze>: Oeruaa- dronl. pasqunle. 11 dramma del e PM· UAL 1/Ll,\TU l~~U ALLA t\Ol'l'E *: Carme pasquale di ,\'OV ,11,1.S ...•Mori 11ell'età ,lforen.te strappato al mo11do amato, alla Madre piangente e agli amici 1blgott1ti. Il cupo calice d'h1dfcibih patimenti &orbi la .tua bocca amorosa. Spira11dogli u11'ang0Jcfa J)(lUTO.StS, 1'appre11ò l'alba dt'l 1111000 Mondo. Asprame11tc lottò contro i terrori dell'a11tica Morte. Sopra di Lui gravò con tutto il $ILOpe$0 il .\fondo antLco, Vol1e l'ultimo tenero 111uardo alla Madre ...... ed ecco la liberatrice man dell'eterno amore fece un cenno, ed Egli $'addon1ti. Solo per pocli.i pion~l u ,i profondo velario redò so,n,e$0 $Opra ll ma.r mugghtcnte.. e topra la trepida ttrra. Spar,ero lacrime in,lfnite f Suoi diletti. Il mi.!tao fu poi diuugoellato: celesti .spiriti 1ollcraro110 dalla tomba o.scura l'a11tichi.!.si111apietra. Pre$SO il Dormiente era110 asslse lieOI ftgure d'a119cU, &orte dal $Offto dei Suol 1og,n.L Rlde$tatO$Ì nel divino fulgor novello, 4$Cese $0pra i vertici del nuovo M omio appena nato. RiC01nPO$e Lu.i ste$$0 la talma dcll'a11tlco mondo IU!ll'arca aòba11do,tata, rica la11d-O vi sopra, con ma.no 01111iPOtente, la pietra c he neHuna. form non rl.,olleverà mai ptiL. A11cora piangono l Tuoi cari lacrime ài letizia. lacrime d'e-mozion.t" e d'lnlhlita gratitudine 1ul T110 $CJJOlcro. g~to che cl 11vlncola ~rtlno lrmme: la vecchia cltf,(\, Ja.cit- 1:-çend, Il vuorQ: doml\nl ~ • Che- (M!(' di mll,lc?.,. ,.,nKUII) > <Phn.cit), eh.- À n11tll111 '-------------------'ldalla. sua memorfa. u-. che uccide I suol r,roretl. la Para.sceve. 1 e Jalantuoml- N~uno S.'\ dirlo di preciso: preghiera lltul"'ll'lca Il suo rl• E sempre aitcor TI vedono c-lnlo1t1mrn'c ,bigottftt, nell'atto in cui rlaorgi, e $e ttet$i ri.soroere CHE COSA FANNO GLI SCRirTORI ITALIAN.I .. Pratolini a Roma sogna Parigi Biblioteca Gino Bianco ,:---------'Il~~- ~~u~~ch~I:.~~~~:: pur i:ed-0110con. Te: e tempre ancor Tf vcd-Ono me1&tre con dolce ardore ver$i il Tuo pianto Alle pagr,. J, 4, S, 6 e 7 * GHllerin degli scrittori ituliaui * GIOVANNI PASCOLI a cura di AUGUSTO VICINELLI ' lllNALOO 1"ROLDI * Saagl e articoli di: CARl,o cun·ro t'ltANCESCO 1-'l,OIU RINALDO t'ltOLOl ASSA J.'Ui\lAGAl,1.1 AU'ltEUO (0Al,l,ETTI AIISOl.llO MONllAOOlll C.. A. l'EltlTOttt: 1,UIC.I l'IETltolH>NO lllNO l'HOVESZAI, Gl,\CINTO Sl',\GSOl,ET'l'I ESJUCO TUHOI.I.A l',\,!l;Ql!AU; \'ASS1lCCI AUGUSTO \'lCINELLI * • mtd11i di Gfotannl PaaOOli KesLlone di ciò che è vecchio, e cl renda. caoncl di santa novità>. La Domenica delle Palme ml fu chiusa In faccia la por– w.. della mia Chiesa, come vuo– le il rito. Ricordandomi del Maestro che PRllSCe e fuori dell1t por– ta>. Invece di picchiare per farmi nprlre. snrel andato vo– lentieri a. cercarlo ov'Eirll pre– para Il domani, per costruire la 1111000 città col suo Calva– rio, che è sempre e fuori del– l'accnmpnmcnto >. Invece. tornai a plcchl1tre. Mn domani che è Pasqua. chi ml trnllcrrA. dnl pe nsare - per qunnto sia gros.sa la pietra del Sepolcro e ben slA:1111\ta e ben guardata - ch'Egll cl attende anche e fuori della port.a > afflnchè la nostra gioia sia completa? Tutto si può capire del cri– stiano: la na&trR fraRllltà, le no.stre Infedeltà, l nosl-ri pec– cati. i no.,trl tradimenti: mal però questo ostlnarsl a l.ener su una civiltà. da cui Il Cri– sto esce I uorl orni giorno. riel UII0 bC11edctto di Tua Madre, o mc11trc alJ.-'tcro mcedf eon gli amfe-f e proJUrnci parole che 1cmbrano $piccate di .sull'albero della Vita; Tt vedo110 nell'atto In cui t-utto anelante TI aetti nelle braccia CUZ.Padre, retxrndO{Jli la nuova umanità ed il calice i11esat1rlbfle della futura eta dell'oro. I.a Madre Tua ben pre$to Ti te,:mi sulla via triotifale del cielo. /Jlta fu la prima ad anfder&t accanto a Te la nella nuova patria. Lunghi cvi $011trascorsi da. quel o-forno. e il Tu.o 11U0V0Creato freme i11 u110 n,lendore $t11ipre più auou.sto, e mille Tuoi fedeli. colmi di lede e d'an.slo$a bra,n.a, 11fu9gc11doalle Pene e al tormfflti. tra.stero dietro a Te. Co11 Te e con la celcde Vergine ora trionfano uel reo110 dell'Amore, of/lcia110 riel Tempio della 1uperna Morte, e .sono Tuoi ftgli per tutti I $ecoli dei $ecolL (trad. Glovannt Necco) SO\'A.LIS rntMO ,t:AZZOLARI 1'-------------------...J UN LIBRO ALLA SET1 !MANA PR~S~NTATO DA CARLO BO VN,AL'.1.'RA LIBERTA' di Gio1•9io Bosso11i (EDIZJONJ:'; ~;1QND Il libretto di poesie di Gior– gio Ba11ani, che contiene il /a– ooro degli ultimi anni e uhi precisamente degli a,u1J Jra il '46 e {I '51, pu6 euue preso come 1i111bolodi un attegpia• mento elle supera il caso iwr– sonale e allude a 1111a sooue,1:a comune e a 11110 posi:io11e 11or• male ili particolare ralort. S1 ripensi ~r un momento a Qutl– la che t 1tata la PQt!.Jia ilalia,ia Jra le due gutrre e tovrat111to al 1igni/lcato. al JH!SO clit i ltt. tori le ha,rno dato: a 1m ctrlo momento ddla r1ot1rn storia .tpirlt11ale ci sembr6 elle .,010 la ,>Cntia /oue 1m limite uu:orrut• tiblle in u11mo11dor-Oflllo alla dbfnafor1e e all'oblio. Allora .tembrot1a irrnlile JHrnlart .tu ualorl d'oltrt1 1wt11ra t, ipilll, ira QUe$I0dalla qrcll/t cri,I dtl· la nostra COSC/t!'ll!O, /Ulfl/110 :::;:~ur,:,l'gr:;~:;,e t'i~aì~ 1 ~1, 1 1~ ' 1'irle$prl!,ISO O lll('fl/10 i/ (/(1/() della $0lltclla:10,1e fuori tlrW1 le(111eq11olid/a11adtl COt/11111r poltuero traclurre ud 110Mro JallflllC Il .tento sltH0 dt//'rtrr- 110, Evidt11lt•111r11te li lrllllllflll • di una VO$i:io11e critlct1 /or,., ► C'Cceuivame111e audtwr ""' r.o,, 111ucC'va da IU/fl col/abora::/01,r fra Potici r /ti/ore come dt1 IC'IIIPO 11011 .11 cono1ceca o comr 110nc'e dubbio, µer molti 1rnr11 non $1 ripettra: a volte $1 ave– DORI) ,:..==-----....i Lia l'bnpre.u1one che f ooeh Glor;:io 81.».anJ 1te.ui non fouero pfe11 .ament• conco rdi ,u oue.1to pia.no d'tl\– terpret<Uione. timor otl d i UM lettura che restava .rotto ,t.e.sa per loro, allre volte non c'ua 1hibbio che il lettore agaiu."-Oe– ra molto di $110 o meglio oor– tc.u•a 11cl dialogo quelrantla, Q11eUa drspcra;:,one che deriva.– ra dalla $toria dei oforni 1qval– hd/ e perduti, h1 ooni modo 1u•u11no vorrd 11toare ch e la poe.ut1allora abbia avuto ou.el P<Hlo di ourda, oue.lla part e df d;rr:io11e, elle 11tssu11'aUraat– twild ivirltuale e i11tellettu.atc pottt•a dC'g1zamt11tepretendere. Co,i J'ap1x1re,1tetrasJorrtUJ.t1one dei ft'lllpl, COII la Jfne della p11rrra, 0011 que$to curio10 do– pogutrra di pace apparente e ili lotte po/1/lche le cose hanno nrt$o u11allro corso e la oouta ha fi11ito cli lll11111i11are con la stessa b1tc,"IM il dialogo d'un ft'IIIJ)O: lt co.,c ha,1110 ripreso te loro 1•rrc propor.t1011i, Quella ft11gio11c /C'llcc appare $ptuo acldiritt11rc1 i11comprer1slbfle e f lt"llori 110,1 hnnno plìt QUtl con– forto diretto, 1011ora,10quella ln<.'oltil tli confronto che aveva fatto svcrare molte cote. E' h111lilr dare la colpa aqll uni o aqli altri, ai vocii come ai let– tori: 111/atll sarrbbe iomma- 111O1te 111gi1utodire che la no• ,tra pOe.$taha 11bdtcatoa a~l– le prcrogatii:e ,traordtnarle op– pure ha ridotto di molto le $U.

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