Fiera Letteraria - Anno VI - n. 43 - 11 novembre 1951

no,1\cnica 11 Novembre 1951 La voce diLucia * Paura di che? diceva quella voce soave: abbiamo passato altro che un temporale - Chi ci ha custodito finora ci custodira' anche adesso * di DIEGO VALERI * e O.UE .tarò che un libro eosi chiaro, e semplicfi, • (si, i-enia i.-erbo) unfroco, ci ,i mo3'ri " opii nuo1.·o kt· 1uro nuoco e dit:euo? Come sarà che in un pae.JO& · gio co,ì tf{JerlO, e di co,ì nello ,litegno. e di co,i inun~ cultura, scOpriamo ,empre nuoci cammini e nuot.-e mtt"o• vi1lic, qua.si andauimo er-robondi ~r lo JoreJta di Bro– ceUon do? Porlo dei Promeui Spoti. Da tempo immen1orobile noi conosc:iamo e ~r,one e fatti e luo1hi dH racconto. Non biuta: pu merito (o colpa) d~lo besummiata scolelto, po– tremmo recitarne a memoria pasine intere, a cominciare do e quel rnmo del laso :t. Ma non /a n11lla: ogni coilri ehe riar,,Wmo il libro, con l'ìnlen.:ionedi apfH!na 110M1ri:i ili occhi e ,ùbito richiuderlo, Nnmo ini·tte cos1ret1i a letgere più avanti, e poi più ni'tlnli; Jincht!, a w1 ceno momento, sentiamo di comminare s11 un terreno no11 mai tocco dal no.stra piede, trediamo appa,~e delle pro,petlive cllf1 no11 somigliano a quelle Jis– Mlf! nel no,tro ricordo. Non siamo d11nq11e,mcor paglai e sa:::i di apprendere come qua/mente Ren:o .sposi L11ciae Don Rodrigo fa«ia I.a /ine che ben 1li ,111?Non ne sappiamo ancoro abbostan· :n? Pare di no; pore nn:i che, più. nf! apprenderemo, • meno ne saprn,io: proprio come dei /nui dello vila rfi'.Jle, dei }111ti nostri. Crrto ~ che Ren;:;o, Lucin, Don Rodrigo. • umi gli nitri, per ben indit:id11nti che ,inno, non ci con,egne-ranno mai f11himo upelo dello loro verità. Sono, e,,i, bensì ddle figure di rom:rn10 ri1orosamenre anali;:;;:;ote.inter· pretote. llili::::ate; mo non per quf!.llo rin11nciano aUe infi• nile po11ibiliti, di e.t!f!:re dello vfoo t,•Ìra,che ignoro le eu1a– li~i, le imerpreto;:;ioni, i tipoi e i topoi. Stanno saldi da– t'l'lllli ai no.stri occhi, mo emano110 inronio non so che ti– bra;iane co111i11un che 11u.110 • rimuta sen;:;a poMJ i loro preci,i contorni lineari. Si dirò che ciò non è e.sclu,iva dri per,onaggi man:o– niani; che qllelli di Donle, di Shake.spure, di Tol,.s,oi, e i,,in di«nda. ,ono dt:lla ,tusa natura e ,i comportano allo Muso modo. Vero; le cr~lure delfu pande ~io sono tulle di una famiglia, avendo in comune lo virtù di rtip– pre.tentare una certo realtà umana, non solo in ciò di.e ho di più proprio e determinato e mani}eJto, ma anche in ciò cl1e hn di pi1i mis1eriosq e di univt:rsale; di euer perM>ne e al tem1,o strs,o simboli, non per sovropposi:::i~· 11e di cone4!tli, bensì per radio:ione di e:uen:iale 11ma11i~a. Jlt:ro: mo il miracolo il più commovente q11anclo ci Vlf!• nr inconfro da 1111 rncconto cosi piano e rai:ionevole e rii ~::'~::t: ,~,:~i:aia;;~,~";/~m!l /1;::u:;::,/~C:::.n;::~ t,'f!lo e sen:a nrnrgine d'ombrn; dove la logica costruttivn e I.a fcrmn 111i111ro impoda alla sen.sibilitil, olla fantasia, alla poJJione mtKalt:, nlln parola, sembrano aver abolito og11ipouibili11i di sorprrw. E U1rece le Jorpre,e npn hanno fine. Rile~Jt'ndo a r11wnrlo II quando quel racconto da1,-vero e straordinario>, o me succede di procerlere, sen:a 1,0/e– re. con una ,pccie di meuxla. Una i·olra mi prt:nde 1111 personr,,rtlÌo che d"improni,o ncqui.st -0 ttn rilievo più alto s11l fondo della n11rro:io11e, per "" 111 0 o.spe lta o ie.sto porticofore non prima notato (pen.wte il vi.so 1pe1m1le, e belliuimo, della si1norn di Mon:o, dietro bi gr ata del par• lotorio; quello mano e.son1nie appo;giala lan1uidamente alle sbarre .•• ), e allora cado cercando nel rolume 1,,uo ciò cl1e del per,onnggio ,i dice. Un'allra ~olla mi ntrira nel .mo gor,o .wnoro In follo di Milano in rfrolla: o m·im• prii:iona ,0110 la s11acnppa d-'inc11bo la ,o[imdine spaventoMJ di Milano appellato. Un'altra volta ancoro, mi melto in tratcia di fi111re e xene minori e minir,1e; il notaio elle, stretto rlolln follo minacc:iosa (e 11h cor1"1CCÌO >) non può, per amor d,lla cappa nera , ,l'ignorula al modo dei birri; l'amico di Rcn;:;o rima.io solo e me:;zo i.stupidito nella aua di.serio/o dalla peste; e via via. 011i, riprendendo in mano il gra11libro e aprcndolu n caso, lio ICOJJf!:rto qualcosa che o t10i for,e porri. di poco o ne.t.Jlm co,110, ma cl1e ,,er me ha un srande valore. Ilo "opt:rto, cioè ho sentito per la prima volto la ooce di Liicio. Non prei11mo, ,'intends, che altri non l'abbia sentita prima di me; e può nnche tlnrsi che qualcuno abbia ~"Ji• 1truto la 1110scope,rta in doue corte. Ma io, q11est't!il fatto, non avevo mai poito atten:ione a quella voce. Ricordavo fu mode.,ta belle::o della fanciulla (non mai descritla al minuto, mo così 1Jviden1e); sii oechioni che non piacevano o Donna Pro,s.«de, i neri capelli e gir., • 1 011ili > (io pen,o che a pettinarli al buio dovevono m.an· dnre scintille). i moi:inumti un poco e ruerrit:ri >, i 111o di bru,chi (e Vi ,al11to. Come Ilote?>); e i ro110ri p udichi, e i ,in~hio::::i, e le lapime, e le preshien, f! quel ,arri.lo finale (e Quando non i,-olesre dire che il mio &pr opo.sir o sia llato quello di 1--olerd bene.->). La voce, strano, non l.a ricordai.-o, non l'avei·o seniita mai. Eppure oui mi por certo che L11cia ,ia i:it.-a, di quella doppia dto cui cc,cennaoo, ,opratlutto pe,r la sua coce, nell. ,ua toce. Della quale il Man:oni dice qualche co,a in tre o quattro minuti ,oltanto; ma, ol solito, dice tulio. - e W poi:~etla con quella ,11a roce .soave,e ollora turta trerrutnte, ai.•ero appena potuto prof~ire e quf!~lo._,che don Abbondio le at·e1'0 butlato ,garbatamente il tappeto sulla tata. per impedirle di pron11n:iare intera la for– mala>. Qui lo t:~ ,oare trema di ,gomento; più. avanti, quando donna Prassede, nel sua Mr.nto :elo inq11i1itorio, t·uole la confusioue dell e e bri cconare cml colai dot-ero aeer fatte, anche al suo pce.se> , la 5teua 11 oce trema di 1 crgogna, ,li dolore, e di q11dl o 1tleg,10che potei.·a aver luo,o in co,i dolce a11i1110 e umile fortuna. Che è uno mu· ' ra:ione di 10110, f!:di tremito. veri.ssima, llmonis,ima. Ma il p11nlo in c11i ,/all'umano di l.ucia se11tiamo.11p• punto per me::o ,lei/a ,·oce, sciogliersi il divino, e 1111 altro; e io ,lirei 1cn:11 nmbagi che n &11onolo 11orapitÌ alta di 111110 il 110cma. Ren:o ,'ii aF1iro10, trtr coraggio.so e disperato, per l'orrc11do labirinto riel W::e retto, sotto un cielo nuvoloso, a/oso, fumigante, in 1111 calore e morto e pe,ante >; ha oucn'OtO &filare lo pr~ssione dei }01,ciulli e delle donne (e t111ti viii sconosciuri >): 1,a incontrnto padre Crislo/oro 1ià 1eg11alo rlalla morte; ha t.i.sto don Rodri10, livido, nero, d11re gli ultimi traiti sulla marera.ssa lurida; non sa pili ,lo, e 011dare, dove t'e.rcare. Si appoggia olla porete di pa1lia d'11no delle capanne ... E, ,l'un tratto. e 1li vien da quelln oll'orecrhio 11110 rOt'e, Tutta la ,ua onimo e in quel• forN:Chio, bJ rvpira:ione il sospf!:$(1 ... Si! si! e qut:lla 1 oce... Paura di che? di«t'O quella t·oce soai~: abbiamo pnualo al,ro che un 1emporalt:. Chi ci ha c1111odire/inora. ci cuitodiri, anche advw >. L'aggt:llivo è sempre lo ,ieuo; e soare >. Ma è impos– sibile non 1t:n1ire t'he qut:~a e una ,oodtà 11uoi.a, cero– mf!:nte ce lestinle , che su~ra, nel ,uo a"oluto oondor,, p,r/i,io l 'E1.dg Weiblich, di Margaretf!:, Lucia dice e con 11nselica i:oce, in 1w1 fai·ella > lo semplice porola della /ede; di 11n'11mile ferie uscila piU forte dalle prove pi,i crmleli. Quel cJ,e In povera contadinella ho puaa10. dal 1ior110 in c11i/m dot·mo melanconicamenre n'eSlire il bf!:l• l'obi10 di af)OJano,1 spoJOta, fino al momento in cui si ritrot"a, sen:o Y!pere, al fianco di Rcn:o, ieporalo d11 lt:i solo per una parete rii 1mglio, lii/li favetc prt:se111e. Ebbene, il tanto male potilo - le no::e impt:rlite. il rauo. i ter• rori al caJtello dt:ll'lm1ominato, l'angoscia del r:oto, la ~fle, il [a:;:;,.re110 - /!Ilio il male riel mondo, è nulla 11cr l'intrepida giovi11t:tto ... In reritii io credo cl1e e il succo della ,toria >, meglio c-he nella moralit,ì finale s11i g11ni et.itabili e nori e1Jitabili, , s,11/afid11cfo in Dio che li raddolcisce e li rendf! 11tili per 11na tita misliore, sio espreuo nelle Ire pnrolctlf! brct.i, nclln ,wpila inlerroga:::ione di quelfu t·oce 1001•e; e Pa11rn di che?> Da e Trivium > • Zurigo, IV, 3 • Seuembre 19'6. LA FIERA LETTERARIA GALLER[A DEGL[ SCRH'ITOR[ lTAUAN[ DIEGO VALEFII La sua educazione letteraria è di bisogno del canto, ma si castigano la prosa di un poeta è la spia quelle che nou si nutriscono solo nel al lento lavorio della ricerca stilistica: che scopre la sua malurità letteraria D][ G U G L Jl E L A.-"-. O P E 'Jf' R O N ][. N ON pochi lettori di 0lea-o stessa e mant iene v iva nel che una unitaria mnllnc.onla. per la sua aperta cordialità la prosa di un poeta.~ la spia Valer!, rimanendo piut,.. suol u omlnl i qua.li , se non un accento umano .semplice che Venezia ha scelto tante che scopre lnesorabUment.c la tosto In superficie, in• alt.ro . neJl'ec cezlonal ltà di ma suadente di toccante ve- volt.e ad interprete. perché sua mat..urità lettera.ria, gannaLI dalla chiarezza tra- quei m ondo, s"lmbevono an- riti\ ne .scat.urLsca501levando più strlni'e 11 colloquio con fa- Note,·ole infatti, In Valerl, dlzlonale di certe sue lmPo- cora di quella meravlgllou anche t.enerl. anche piccole elle nat.uralena. più discopre la consapevolezza d'una pro– stazlonl, includono la sua favola. che è la storia e lo cose, piccoli pel"50naggt, In- una arist.ocratlca ra! !ina.t.ez- prla mlsura intima, che una poesia. nel !acUe ed angusto spirito di Venezia. Quando dl certi volti di donne, an·evi- za di sto.mPo antico e di de- sapienza lette.rarla ed una filone delle esperienze profes- Dle;o Valer! si sia debto della denza d'una Poesia sincera coro qua&!aullco. acuta indagine cult.urale han– stonali che non vanno olt.re sua. cast.l.gateiza libera ma I!- che non vuole e sa di non vo- La disinvolta. .!qulstt.ezza, no lucidamente detmlto. SI una acont.nta eEperlc.n za ere- gla alla nostra ultima poetica ltte sconfinare olt.re I limlt.1 un poco ·malinconica, siano- tenga l nfat.t.l present e che puscolare, con qualche tene- tradl~onale, quando si sia che la rendoDt > a!f ellt.uosa- rtle, pacata, della J)OeS!a di Valer! e. olt.re a r.ut.to , un va– rezza pascoliana. In realtà, a nabllito come In essa suben- mente a.ccostablle, tenera ma Valer! più chla.ramente pub lente uo mo di c ult.ura, un cri– ben guardare. a ben ca,plre la tri internamente un tessuto non labile. esst:re inusa ed apprezzata tico ed un maestro di quella sua non comune ra!!lnatez- modttno at.t.raverso la poesia Non per nulla, da molti an- conoscendo anche Ja sua pro- civiltà letteraria francese che. za di scrittore, cl si accorse francese più universale. non nl, Dl~o Va.Ieri è l'uomo che sa: tra l'una e l'altra non v'è se pur oggi è divenuta n !a.– ch'egli mlse ben presto rndl- si può avente una immagine reca. il saluto di Venezia a la benché mlnima dl.scontl- elle ed Incompreso e bistrar.– cl più profonde di quRnto non completa se non si agg1unie tutti coloro .::he a Venezia nuità. la medesima descritti- Lato cavallo di battaglia di sembri che acquistò fineu.a Venez.ta, cioè quel mito che, giungono. ancora OHI chla- vità, la medesima evocazione troppi dilettanti arrivati e cosc.Ìeru.a. oltrepassando ia quanto plù rischia di sfocia.re mat: da quella Imperitura ec- di Immagini e. mentre si può quul meuo secolo In ritardo, angu. stJa della p,oes ia scola- nel favoloso, tanto pi ù Invece cez lonalltà che, mentre sem- confondere la descrlttlvità è pur sempre. dal punto di vl– st.lca. postpascolla.na . Infatti nell'lntimo è tenere zza urna- bra qua.si cosa. lntoccn.b lle. si del suo verso con quella della sta che tu t.t'oga:1Valer! e Po– non deve sf,ugglre a l lettore na, cordlnlità qua.si casalinga, riv ela poi al cont.at.to. cosa sua prosa. cl si accorge che chi a.lt.rl possono prospett.a.r– atitento O provveduto, che bellezz a ~ner a e po p()lare nel st.mpllce e vtv a. che po rta li l'una non peS& sull'altra co- cl, la base ed 11 punto di par– l'arte di Valer! e percorsa da sen.so plu alto e scorrevole fasto della bellezza tncompa- me succede a molti a.nelle tra t.enza della LSenslbilltà mo- una. sottile e vitafe acutezza della p arola. rablle con la st.M6a Kmpllcltà I mC\8'glorlpoeti: la sua edu- derna. che. pur nella limpidezza e La poesia di Valer! è Poe- con cui un vlllagglo trova cazlone letteraria è dunque di CUGLIEUIO PETRONl nella .semplicità della nostra sia che descrive, suggerisce modo di essere dolce ed acco- quelle che non si nutrlscono migliore tradlzlone dell'ult.lmo un colore, un volto, un pae- gllente al.traverso la sua r.u- solo nel bisogno del canto, ma ot.t.ocento s'imbeve di una &a.gelo, li include magari &li stlea. povert à. No n per nulla si ca.stigano al lento 1a,·orlo linfa moderna. più ampia, di uni dentro gll altri, In modo Va.Ieri è da tut.tt conosciuto della ricerca ftillstlca: si sa. MEMORIADI UN CAMPODI ESULI ~a~:l!f~1:::!.:ra e~~~::1,.----------------------------,I nea.mente alle più moderne e meno anguste esperienze del– la poesia europea, ed in spe• cial modo fra.ncese. La geme• razione dl Valerl, dov e si è POESIE * CAIHERA Pag. ~ salvata. ruppe I llmitl ca.sa • c1; Dt.JIJI' i1llt\OJS llnghl della scolastica naz1o- ce dou.z minotJ, st proche de mon 4me nale, ed andò direttamente a lébloufe, !=~la. d~~te ~::~ m'6te la uue d.u ciel, de la mort, cte la vie. '800 e fine secolo. In quaal t.utti I nost.ri scrlt.torl di quel– la. gen erazion e la. prassi è sco– PIJIIG. l'III, :!S-30 In. tenue luce l'autunno si spaglia. Una rete di nervi esili e un veto d'oro diafano, tesi sotto il cielo: l'autun,10 è quel che resta d'una foglia. l~I-: l'Ol! 1 !'tSfJ \ 11,4 IIITI-; L,I. .111-.lt La perdita della liberta' sociale restituiva ai piu' forti il senso e il gusto della li berta' interna: mentre la solitudine li obbligava a riportarsi su se' stessi, a trarre da se soli tutto il nutrimento per l'anima perta, anzi spesso ost.entata, La. foglietta pur mo' nata, ln Valerl invece Il processo è uscita appena, lembo a ~bo. Le poi.non habite la mc di I.) I EGO V A L E I~ I più interno e, ln un certo dal plcoolo tenero grembo comme l'erifant sa mère, senso, più sert.ament.e cultu- della .fila gemma st raziata, comme la force le Jer, L ASSU' non c'erano che del destino. 0 della storta; palo di osterie: e nlent'altro. rate anche se meno eia.moro- comme le centre sa sphère; nuvole; e nor! per una usciti dalla bufera infernale. Tutto li resto, e cioè tutto U so. E' qui a parer mio li me- verde splende come l'a11oelo • et moi, tan.t que ;e peux, breve est.ate; e neve per che rapinava glf uomini come e paese> era cosa artiftclale: rito suo maggiore e Il punto che custodfsce la speranza. ;'habfte oos veux. tutto II resto dell'anno. Ste!- festuche. in quella gelida ma. erano a!berghl. grandi e p:c- ln cui i suol t.rattl, dellcatl e Ma. nella carne è vlzza e stanca le, qualche volt.a, grandi e llnconla di li mbo. che cl coli, costruiti per la staa!one crepu.scolareutantl. a.cqulsta• come fl /I.olio dell'uomo. (Solo, Mn pfa.ngeJ. I,. J'UCE lucide da. far paura: e. qual- astraeva, qua.si o mbre. d alla delle nevi: splendidi In :litro no un al.gni!lcato ed una. vi• che altra volla una luna cosi vita. dal temPo. da t.ut.to, fuor tempo, ora smessi e derradatl vacltà che, tutt'oggi. anche a ,4 :\ GE f:: ::~~ t;~i::::,w;, dJoiz~:ue. dura e aspra che non pareva che dalla memoria . o. 1 :41 pu~ 1 to dau'ssereb adJ~ltl 1 a :~~o co~~:' 1 ~t~urael~d~! Ange plein. etc candeur La. voce che nel tempo tacque pi!~~ 1 :r~a~ quat.tro cani di ce~~~ J~='i;. ~t{t;\~v!;i ~r~ 110 ma1~!ltf t~h-:rava~~ sua. arte sottile e solo in ap- ~u~e i~n~er;:o-~edélfce or19s~cco, mt richiama. ~~~~1~:~r~~:::och~ ~~fa~~~ ~:: .. ::e~~lt~~ tr~~n~Ulcl~~ no~uando c'era Il solt:, le clme ~r:~~ spont.a.nea ed lmme- vous p,erdez le bonheur. DIEGO VA.LEIU a schiera, rracch lando dlspe- Svizzera. al momento dell'ar- di ghiaccio, col loro fumetto ratamen~ c.ad ora nd orn si mlst.lzfo, e dal Comnndo svlz- bianco di vento, rnufa,•ano Non 1>0tend0Si dunque ne-1~-----------------------------'l appiccicava no ad alt npert.e zero raccolti In quell'alpestre t.utt'lntprno, ne-I vuoto verti- gare a Valer! una esperlerun al muri delle case. come pi- romitorio. ad attendere !a fine gmoso, del cielo, di un cielo più. va.sta di quella semplice ptstrelll. Per poco t.empo e.I tu della guerra. I pochl nn7Jaur. senza ~lo d'aria. Sotto i no- e locale, quasi casalinga, che anche un cavallone baio che racimolati nel campi del i,ro- stri p! 'il brlllava la neve, ad un esame su,porflclale er- Llrava Il carro delle provviste fughi polltlcl e razzia.Il. era- nel suo 1bbag:llantecandore, o roneamente potrebb e e.<;&ergll su e giù per le due strade del no, come me, del professori, il prato. col suo verde lustro a.tt.rlbuit.a, si pot.rà cosl com- paese, l'alta e la bn&sa: ma e avevano l'incarico di creare di sgelo. chiazzato del blu not• prendere come la squisitezza fu !!fu~~ 1 j:e~.v~~e;~:= ~~a :re~\~ ~;f!t 1 ::-t~~~t 1~ ~~~o d~l 1~tssf:~aene.sei: delle sue cose mlallorl, non si provvisamente la !UJa e, tra- <L'università. com·e noto, fu pietà. Luci e ombre tagllat.e fermi ad un puro vtrtuo.,;lsmo volta la stecconata, sJ preci- ratta, e funzionò benissimo per nette: I bianchi tropPO cru- Iet.terarlo. ma contenga Il tra- pltò nel burrone, col carro e due semestri con.secut.lvl. pari di e salienti. i neri come ba- sallmento d'una coscienza che tutto. a due anni scolastici>. chi aperti sulrinterna tene- non si è contentata né di un Infine c'erano gli abitanti Era un ben strano paese. bra del &lobo: l POChl colori mondo spontaneo, né di una del paese, un centinalo di al- quel Milrren: e fu una ben esaltati e congelati come nel- cult.ura accademica, né del plgta nl poveri, che appariva- strana vita la nostra. se v;t.a le pietre prez:lose. Un mon:- suo solo vlN.uosLsmo intimo, no e scompariva.no senza qua- si può dire. do minerale. senza !uoco ne ma st è anche alimentata dl si f ar sentire la l oro labile Paese è già parola tmpro- palpito: e fermo. flssato per quel tanto che gli ru consen- presenza: e l soldat.l svizzeri, prla: perché sul clrllo di quel sempre nei llneamenU ultl- tlto di togliere da un lnse- !orse una ventina, che cl fa- burrone olLre n quale si er- ml del delirio tellurico di gnamento d'indole più uni- cevan la guardJa In casco di geva 1mnl.anela muraglia dtl- prima dell'uomo. versale che, al suo temPO, per ~!~~o~v: 11~~~e~toa~~::~g: ~t~n::r~tiè ~"tte ~~1;n~ vo~e~~~ipe~ :,~~~~!:v: la cultiura ltallana, fu un·ar- ro. e anche loro assenti, lnft- di contadini-pastori, serrate ogni cosa: e allora cl si scn- dua. e combattuta. conqut sta . nit.i.mente lontani. nel loro vecchi casola ri di le - tlva meglio accordati con Unitamente a tutto ciò bi- Noi, In mezzo a tutto que- gno nerastro: le stalle rest.an- l'esterno, perchè quel nulla so«na tener conto della sua sto: col nostri visi sparuti. do sparse ::;ull'alpe. Quest .l opaco rispondeva e5atl3men- natura di veneto, della sua con le nostre rebbrlll vocifera- veri abitanti avevano per &è te al nostro stato d'animo, appartenenza a quella a.risto- zlonl. e con le nostre chiuse l'edificio della scuola. vec- rendeva Immagine (edele del cratlca bra dltione pa.rtloolare f?a~k~~~!le ~~-~~~~-z~1~; ~i~.~a°~~~~=~nt~ ~urac~!i: ~~ st r~m~~to:n::t~~ O~~~1eO che, una clt.tà d'eccezione. di naufni.ghl, scagliati e ab- tollca, egualmente esili e aguz- portava In sè Il Povero dram- ancor oni conc hlude Ln se Valerl con Manar& va1r1m1,11 ml 1!1-1... bandonatl lassù da un'ondata ze, qualche botteguccia. un ma. ge,'.osamen~ nascosto IL MIO PROFESSORE * Egli possiede in sommo grado come a guardar come miracoli una luce, professore la prima qualita' del un colore, un volto, a sentire poeta, l'attitudine a stupirsi, struggimento per ogni cosa A dirlo o: lui fn persona queUo che qul tl01"reldJre, et si intenderebbe {n un momento. Voleri /crebbe come fece fn quel lontano giorno In cui, .tcolara di lk:eo, glt porta! da Uggere le mie prime poesie. Mormorerebbe ila fretta, co,t quella .tua vo– ce un poco .toj/ocata e .tuggt:stiva: e Ma è naturale. me lo fmmagi11avo >, E. ora come allora, sarrebbe ialvo Il pudore: il mio e Il IUO. Non mi rlusclrtbbc dlf/lclle fargli capire, a mezze parole, che, quando diamo ln.tfeme, mf par d'u.tere amme,ia a partecipare al primo def due momenti di cui è fatta la creazione poetica, a quello ricettivo, che pre– cede di molto o di poco quello piU propria– mente creativo, ma è di .tolito altrettanto segreto. ineomunlcabUe. Accanto a Valt:ri il entra ,ul)fto - a .sapersene accorgere - in qutU'atmo.t/tra in cUi tutto t In fuoco, un fuoco dl.tereta, per e.s.ter vltto come oggetto di poulbile tras//gura:.ione. Egli posslede in iommo grado la r,r lma qualità del poeta, l'attitudine a stupir.ti , a guardar come mira– coli una /uc,:, un col ore, un volto, una città (.ttar:o per dfrt: e Venetla >), a .sentire uno struggimento per ogni cosa (e 1011 tante, e son troppt, e la morte le mlnaccfa), che gli si preitntl ecome spalla di danna, dolce>. Nello deuo tempo, una nativa oentlle::.:a gli im– pedf.tce df e.tlliar,f quando è con qualcuna: citi gli .tta vicino, lo .tente tutto presenza e af/tttuoia partecipazione. Que.sta mescolan– za as.tai rara offre Voleri come dono di amfcl:fa. PIU straordinaria è che egli, mutato il mondo della pot.tla propria con quello del comm.e11to alla poe.tfa altrui, rlma11ga tale e quale a11che di /ronte ai .tuoi amevl. Sem– pre il .tuo accento .t'impone per un'intensità 1Jtbrata, eppur sempre .ti velo: di dl.tcreziant. La parola non dl.&placerd a lui che ha scritto, !~~Ju~ ~o:~e!~:~el ~:n1~~ft•u!~ /~ vÌv~:; * di l'W:ARIA LUISA BELLELT di scrivere, dà un ritmo particolare alla .!Ila prosa ti alla sua poesia. La prosa, .tpeuo .squillante di colore e percorso da mavlmtintl ariosi, come la pittura ve11eta, .ti ma11tfene tutta1Jia .tobria e trova talvolta ht un cori– trapptmto di parentt:.tl le .tue neceuarfe at– te11uazio,1l, La poe,ta, sempre umat1a, umido ancora di quell'humus d1 sentimenti e di sensazioni da cui è .tbocc1ata, .ti vale di sa– pient i,mmt : ,mor.wture. SI veda li largo po– .tto /a.t.to aU'a.uona,12a: cara alla poe.t'.a po– pola re, qu esta forma di approulmazlone, ri– spetto alla rltna, non ha qui l'andatura di– sinvolta, propri.a appunto di un'appronfma– :tlone; an:i, è .ttrumento ra/finatiulmo per rialzare il tono df un·espreulonf!: che .ti ,o– .ttiene fidando.ti di una .tua .templzcltti in– cantata : .templ lcitd dif/lcile, naturalmente, a cuf l'inslatenza della rima darebbe l'~pt:t• to d·un troppo facUe abbandono. (e Si cala e perde l'a:zurra colomba - nell'acqua az– zurra dell'ombra. - E.tee nel aolt: la colom– ba bianca, - .ti .tpfcca da terra e candida divampa,.}. La uelatura dunque ffni.!ce col ::tp~;te:r,c:;:~o!/'~ :,e,;:~~ ~f!:~:!r~a;,tl~~ di strofa: e Conlf: quando tul tuo vlao b!an– co - giunge l'onda del profondo .tangue •· Chi direbbe che quedi due versi sono della .tteua famiglia dei dt:casf/lo:bi galoppanti, che fl Jlfamoni iuò nella Battaglia di Maclodlo? Nel secondo verso c'è un'irregolarl.tti d'ac– cento, nel primo l'accentuazione è regolare, m.a la voce non può oppogglar.t! .tu e tuo>, come do1Jrebbe. Ba..tta que.tto, e I due 1JtrJI risultano ilztlml, priul di Ja.ttldlosa 1011oritci. delicateu:a, come se un'anima bennata non poteue a..tsume-rsl .senza tremare U co,npito di toccare Il mf.ttero delfopera d'arte. Co.si . d'una lezione o d'u11a conferenza di Voleri, auvle11e talvolta che la parte più gu1to1a .sfa /atta di certi commenti in margine, di certe awtunte o attenuazion i, di certe divagazioni che poi non .son tali: qua.ti che li per Il lo soccorres.fe , nella dl/ /fcile i rnpre.to , un lm– pro1Jvlso inc ontro del .tuo pen.t1ero , li quale pur mantiene, comt: Il ragazzo dt:.scrltto in una delle poesie df Ariete. una e .sua cara e .tlrana felicità segreta - d'andart: e dJ guarda.re .-. Voleri tra,rmette dalla cattedra, /1Mteme al metodo di ricerca e di 1t1uUo, ln– .sieme alla finezza dell'indagine, alle cono– scenze che comprendono un campo a.ual va– sto e vario - v'entrano speuo, di .tcorclo. anche mu..tlca e pittura - que.sto pruio.sl.t• &i mo esempio d 'uno. rara leggereua di tocco ntll 'acco.tt.ar.tl alle co,e dello spirito. E qut:l- ~Je~11:n:ifco~f~1t~~':t~• g::h~ 0 1! 0 J~,:;;t;r~~ Je.tsore: tutto altrove, mentre parla, .t01o col suo tormento di rivivere in intimo collo– qu:o fe.!perien.::a degli scrittori a cui .ti ac– cotto. ma pur tutto li. con i .tuoi allievi, a cui v uol bene, che lo sanno pronto a prodi– gar.ti in aiuti e consigli per ci6 che riguarda la .sc uola, come per ci6 cm: riguarda la vita, che lo .tentono vicino a lorQ per ct:rte carat– tt:rfstiche della giovinezza, le quali gli .ton rlnt4Ste e gli rimarranno inalterabili: non mal a nulla e abituato•• Incline a doman– darsi il perchè dell'Ingiustizia o del dolore, na11, come una volta ml .scrisse, e con un'in– genu.flà che rasenta la balordaggine> (e c'è ,ma cara desolazione in que.tte .tue parole}, ma con una. freschezza di se11time11to che la vita 11011ha .toflocato. decisi a mo.strargll I primi saggf (ma r,ià aveva capilo, e non .tOcome, dai compiti di .tcuolo.J, con che pa:zle11za.con che attenzio– ne ml 1egul per anni In quello che facevo: /ermo f!:.sincero nella critica, .tt:nza mt:zze m/1ure nel con.tenio, sempre vivo nell'lnte– renamtnto, 1cht:rw10 quel tanto che bastava gg~a!~_ue;~ aq::!~o e u~~c s~aPf!?te::np!~~~ di cartine?., e A.spetto mo!ti Coallettl ... > Eran que.ttl gli inviti che mi g:ungel:l<Zno 11elie vacanu. Poi venlva110 I g1udi::I e pii h1coraggla.menti. Una ooJta ml mandd due lettere, una dopo l'aUra: la seconda era /rutto d'uno ,crupolç,, dei timore c1'l'iodeul un valore definitivo ad una ,va .teparOZ:one {:;1 g~~:~c':u: 11 n~;:o"t'::~a :'.."Jt~: ~ ~a: ml pare -. lei continua a leggere - cosi è - .. .deve aver plil fiducia nel .tuo cuore e meno nel .tuo pro/e,sore >. Mi .st:mbra che que.tlo particolare dica molto d• Valeri, della .tua mode.ttia e probità rartJ.thnt. E In lui che ha dovuto dedicar.si a mille co1e utranee alla poe,i a - fnsegn a.mtnto, libri .tcolasticl, articoli, comp.la .::ionì, confe- ~~~i~ /atfcd"!t°co~a 1 u 0 : l 0 1u':nt~~ri~~é. c~ : Poeta, che sfgnorlllti nel non volere, d:rei riel non poter mai dare l'impreuione di non aver tempo da perdere. E' cosi che con Va– lt:r1 . .tic· che .tl 1Jadaa trovarlo, sia cM lo si Incontri, .ti finisce facilmente con l'andare a ,tpaJ,ro. Condizione nectuarla: euer di.sposti a bere un numero lmpreci.tato di ca}/1!. Non c'è miglior compagno di lui per u11 vaga– bondaggio; dovunque, si capisce, ma m mo– do tutto particolare a Veitezia: su e giil pe:, i pontlcellf. per/etti come scale 11uulcall, via per le /011da,ne11te a.s.solate, per le calli che, a farle in /retta, con tutte quelle svolte, par di cullar.ti come In barca, per I camr,1, che se mbrano 1tupe/aU1 pt:rchè .tiamo noi ,tu– pe/atti cU .tbuccrvl all' improvviso. Mi par btne accomiatarmi co.ri dal caro Valer!, alla fine di quute righ e. co me aUa fine di un vago:bondllgg(o veneziano. Se è l'ora dt far 101ta, bllvlamo un cal/t. agli altri: ognuno era altro– ve col pensiero e col cuore: e tutti parlnvano e parlava– no con una conclto.tlone rab– blosa. senza riposo. La casa lontana, la giovane moizlle. l:l madre morta o 11 bambi– no nato durante l':lSSenza. e queu·anao:o di strada a Mi– lano. a Roma, a NaPoll: e quel colori del cielo. del mo.- re: e quell'odore dell'aria: non c'era chl non contem– plasse dentro di sè. con la ftssltà del maniaco. un vo1t.o, un lu()fJo. una luce, sfuggen- ti e quasi s!ugrltl: non c'era cbl non cercasse, nel silen– zio della notte, Il suono di una voce sempre sul punto di perdersi. E t.utll parla– vano d"altro: di guerra. di politica: anche dt scienza e di letteratura: anche, e so– pratutto. di cinematografo. Perchè Il clnematoJ;raro era ciò che ancora cl leaava alla vita di giù, ciò che mea-ilo la. evocava a.ali occhi e alla fantasia: In un modo con– forme al nostro stato pre– oc>nl.t:. Ombre. gluochl di ombre: e parole risonanti In un ma!llco vuoto di spazi e di tempi: cosl come nel sottomondo del noo;trl rlcord!. La sera. nel barac-cone di legno !radlcto eh ·era la no– stra sala cinematografica. cl trov:lvamo tutti In un·att.esa eccitata. quasi anslo5a L·ar1a lampenla,·a di Si\l&rdl accesi e rintronava di richiami trop• po a:legrl Ma quando .si fa– ceva il bui o. e sullo schermo app.ulva.no le grandi donne bianche d o.Ile lunahe brac– cia bianche. quel s!ovanl si chiudevano In un sileruJo t.cso o nccascla to, ognuno cercando dentro ili occhi del– l'nttrlce altri occhi, e In quel– la <Voce altra voce. Como Antlc'.o dentro Il cavallo di Troia, mettevnno Il piede sulla soglia della casa !on– tann. vedevano. udivano la donnn lontana. e sllenz1osa– mente gridavano li suo no– me (Abbiamo capito allora che la !orz.i. di un'attrice e nel suo p0tere di essere tut– te, d'Impersonare un tipo In cui rientrar.o I caratteri par– t1co!arl di Innumerevoli al– tre donne. di re:illz.zare una Idea di ~llezza In cui cla~u- in una solo: famiglia, .tf!:condo una regola sottfnte.ta e ouervato da tutti, fin dagU ubriachi, d'auta.sorveglianza e di discrezione corte.te• · Quuta caratteri.stico di Val.cri, eh.i è d'orc fi11emorale, .ti ri}lette nel .tuo modo Mi si perdoni d'eucr uscita dal campo in cuf volevo rlma11ere. Non è colpa mia se Va– lerl.-professore t tauto simile a Voleri-poe– to.. l suol de.casfllabl .ti .tcu.ta110 d'euer tali. Df m.olte cose &embra che t:glf si .tcu.d qua11- do è in vt:ste di pro/euore, Le notizie pre– cise che deve pur dare, I tentatilJI In cui vfo via s'impegna per de/i11lre la Jl$tonomla di una .scrittore, il timbro particolare di ogni pa rola. di poe.tia (e non cl si orriuerd mo.1, è in te.so >, ml por di sentirgli dire) gli ptae– rt b~ro come peccati mortali se Il ,uo dl– .tcono /oue compatto, •enza zone di t.tita– zloM: che non vuol dire in,certf!:l.Ul, ma. La sua 1ollecitucJ.ine per gll altri, .tcolarl e 110n scolari, no11 è superffdale. Bisognerà pure ch'io parli un poco di me, se questo dev·e,.sere. come per fortuna dev'tnere, non un articolo critico. ma urea testimonianza dt devozione e d'affetto. Voleri /u mio pro/ti· sore di liceo, prima, e poi d·unlver11ta. Se– gretamente allora (be11ed1zlone di quel .te– gret.a) e con una specie di Interiore Jo1tldJo, cominciavo a scrluere poesia. Da quando m1 :'IIARJALUISA BELLELI no riconosce la bellezza. ch't

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