Fiera Letteraria - Anno V - n. 24 - 11 giugno 1950

nom euica 11 giugno 1950 SANT • JOBN PElt SE ( dl61!gno di Pietro Lazzart) Porte. a~ertc sul]e sabbie, porte aperte sull'esilio, Le ..::h1av1 a quclh del faro. e l'ast ro arruolato vivo sul sasso della so,2"lia: Ospite, lasciami questa casa di vetro nelle sabbie... L'estate di i:csso ai:uzza punte di lancia nelle no– stre pia,:hc, lo elci:.i:o un luOJ?Oflairrantc e nullo come l'ossa– rio delle sta.i:ioni, E, su ogni J{rcto del mondo, lo spirito de.I dio fumante diserta il suo letto d'amianto. Gi spasim i del lampo sono per l'estasi dei Principi II A nessuna ri,•a dedico, a nessuna pa.i:ina confido la pura esca di questo canto .... f\ltri a.i:i:uanti nei templi il corno dipi nto dci?li altari: La mia j;tloria è su sabbie! La mia J?loria è ~u sabbie! ... E non è cr_rorc, o Pcllc2"rino, Bramare l'arca più nuda per adunare alle sirti del· l'esilio un gran Poema nato da niente, un )?ran poema fatto di niente ... Sibilate, o fronde, per il mondo; cantate , conchiglie sult'acquc ! lo fondai sull'abisso e la nebbia e il fumo delle sabbie. E mi stenderò nelle cisterne e nei vascelli cavi, In ogni luogo \'ano e sciàpido ove R"iace il )?Usto della grandezza. e ••• Meno soffi adulavano i Giuli ; meno alleanze assisteva no le grandi caste di sacerdozio. Dove vanno sabbie al loro canto vanno i Princip i dell'esilio, Dove alte si tesero le vele si vol)?e il relitto più setoso d'un sogno di liutaio, Ove furono ~nndi gesta di guer ra f ià biancheg1-:ia fa mascella d'asino, E il mare intorno rulla rumore di crani sulle spiaff e, E come o,:rni cosa ch'è sulla Terra per lui sia ,•ana, è ciò che una sera, all'orlo del mondo, ci dissero Le milizie del vento nelle sabbie d'es ilio... >. Saggezza della spuma , o pesti lenza dello spirito nel crepitio del sale e il latte di calce vivai Una scienza ho in sorte alle sevizie dell'anima ... Il vento ci narra i suoi arr embaggi, il vento ci narra i suoi abbagli! Come il Cavaliere, corda in pugno, sulla SOllia del deserto, Io spio nel circo più vasto lo slanc io dei segni più fasti. E il mattino per noi muove il suo dito d'augurio fra sante scrittur e. L'esilio non è affatto d'ieri I L'esilio non è d'ieri I c. O vestig-ia, o premes se>, Dice lo Straniero fra le sabbie, e Tutto ch'è al mondo mi è nuovo!...>. E la nascita del suo canto non gli è meno stranie ra. III c. ••• Sempre vi fu questo clamore, sempre questo splendore, LA l'JE R A LETTERARIA ESIL I O di S A I NT - J OH i'\! PE R SE (prima versione italiana di ROMEO LUCCHESI!) E come un alto fatto d'armi in marcia per il mondo, come un censimento di popoli in èsodo, come un fondamento d'imperi per tumulto pretoriano, oh I come un ,1tonfiarsi di labbr a al nascere dei f randi Libri, Questa frande cosa sorda per il mondo e che s'accresce a un tratto come un'ebbr ezza. e ... Sempre vi fu questo clamore, sempre questa grandez za, . Questa cosa errant e pe 'I mondo. quest'alta ani:o• seta per la Terra , e su ogni spiafi:ia di questo mondo. dallo stesso soffio proferita, la stessa onda profer ente Una sola e luni:a frase senza cesura per sempre inintcllij:'ibile ... e ••• Sempre \'i fu questo clamo re. sempre questo furore , E ques,t'a~tissima risacca al colmo dell'impeto, sempre. ali apice della brama, lo stesso i:abbiano sul. l'ala, lo stesso g-abbiano sullo spazio, col battito d'ala unente le stanze dell'esilio, e su oi:ni spiai:i:ia di que– sto mondo,. dallo stesso soffio proferito, Io stesso lamento smisurato A inseguir e, 'iulle sabbie, la mia anima nùmide ... ». Ti conosco, o mostro! Eccoci ancora di fronte. Riprendiamo la lun,:a disputa ove la lasciammo. E puoi spini:crc le tue prove quali musi in gilt sull'acqua: non ti lascerò pausa mai nè sosta. Su trop1>i lidi visita ti furo no i miei passi lavati prima del i:-iorno, su troppi letti disertati fu Quest'ani– ma data in preda al cancro del silenzio. Che vuoi ancora da mc, o soff io orii:inario? E tu, che pensi trarre ancora dal mio labbro vivo, O forza erra nte sulla mia soi:lia. o Mend ica nelle nostre vie e sulle tracce del Prodii:o? li vento ci narra sua vecchiezza . il vento ci narra sua i:iovinczza ... Onora. Principe, il tuo esilio! E d'un tratto tutto m'è forza e presenza. in cui fuma ancora il tema del nulla. e ... Più alto. oi:ni notte. questo clamore muto sulla mia soglia ,più alta. ogni notte. quest'alzata di secoli sotto la squamma. E, su oi:ni spiai:1:ia di questo mondo. un J.!'.iamOO più selvaJ(g-io da nutrir e col mio esserei... Tanta altezza non esaurir à la sponda a picco della tua soglia. o Sequestr atore di spade all'aurora, O Mane,:giatore d'aquile pei loro angoli. e Alle– vatore delle fii:lie più restie sotto la penna di ferro! Ogni cosa da nascere rabbrividisc e all'orient e del mondo. ogni carne nascente esulta ai primi fuochi del giorno! Ed ecco levarsi un rumore più vasto pcl mondo. come un insorger e dell'anima ... Tu non tacerai, clamore! prima ch'io non mi sia spogliato sulle sabbie d'o,:ni Ie,:ame umano. (Chi sa ancora il luoi:o dov'è nato ?) ». IV Strana fu la notte in cui tanti soffi si smarrir ono al crocicc hio delle stanze ... E chi dunque avanti l'alba erra agli orli del mondo con codesto g-rido per me? Quale giovane ripudiata al sibilo dell'ala se n'andò a trova re altre SOR'lie, quale giovane maleamata. Nell'ora in cui le labili costellazion i che mutano di vocabolo per gli uomini d'esilio declinano nelle sabbie in cerca d'un luo,:o puro? Dapp ertutto - errante fu il suo.,nome di corti– g-iana presso i preti, alle g-rottc verdi delle Sibille. e il mattino sulla nostra soglia seppe toJ(licr tracce di piedi nudi, fra sante scritture ... Schiave , servivate, e vane, tendevate le tele fre– sche per il cadere d'un detto puro. Su lamenti di piviere se n'andò l'alba lamentosa. se n'andò l'ìade piovosa in cerca del detto puro, E su rive antichissime fu chiamato il mio nome... Lo spirito del dio fuma\•a fra ceneri d'incesto. E quando asso rbita fu fra le sabbie la sostanza pallida di quel di, Bei frammenti di storie alla deriva, su pale d'eli– chc, nel ciclo pieno d'err ori e d'erranti premesse, presero a virare per la delizia dello scoliaste. E chi dunque era là e se n'andò sulla sua ala? E chi dunque, 5tanottc, sul mio labbro di straniero ha r:i:sci~~ 0 :c~ib}, 0 s~W!Jt~=~i1td~i t~i~~:1 10 roC:c~~~ del tuo st ilo, la cera impressa del detto vano. L'acqu c del largo laveranno, l'acque del larg o sulle tavole, le più belle cifr e dell'anno. Ed è l'ora, o Mendica. in cui sul volto chiuso dei g-randi specchi di pietra esposti ne~li antri L'officiante calzato di felt;o e in f(uant i di seta g-reJr~ia cancella a furia di manich e l'affiorare dei se,1:?111illeciti della notte. Cosi va 0,: 111 carne al cilicio del sale, il frutt o di cenere delle nostre vcfli e. la rosa nana delle vostrt: sabbie. e la sposa notturna prima dell'alba ricondott a... Ah I OJtm cosa vana nel ventilabro della memoria. ah! ogni cosa insana ai pifferi dell'esilio: il puro nautilo delle acque libere. il puro mobile dei nostri 'SOl:ni. E i poemi della notte prima dell'alba ripudiati. l'ala fossile presa in trappola dai vasti vesperi d'ambra g-ialla... Ah I bruciare, brucia re. sulla punta delle sabbie. tutto 'sto tritume di piuma, d'ung-hia, di capelli ointi e di panni impuri , E i versi nati ieri , ahi i versi nati una sera alla forca del lampo, sono come la cenere nel latte di donna, tracce infime ... E d'o,:'ni cosa alata a cui non siete usi, compo• ncndomi un puro ling-ua,:gio senza scopo Ecco ch'io proJ(cttoancora un f,!'.ran poe~1adelebile ... V e ... Come chi si sveste in vista del mare. come chi s'è alzato per onorare la pr ima brezza da terra (cd, ecco, la sua fronte s'è inf(randit a sotto il casco) Con mani più nude di quando nacqui e co~ più libero il labbro, l'orecchio a questi cora lli ove sta il lamento d'un 'altra età, Eccomi reso alla mia riva natal e... Non v'è storia se non dell'anima, non v'è ai:io se non dell'anima. Con l'achénio, l'anòfele, con le stoppie e le sabbie, con le cose più frafili. con quelle più vane. la co.ia i,emplice. quella cosa semplice là, la semplice cosa d'esse r là. nel fluire del giorno ... Su scheletr i d'uccelli nani se ne va l'infanzia di questo dì. vestendo a mò dcll'ìsole, e oiù le~fera dell'infanzia sulle sue ossa cave di gabbiano, di sterna, la brezza incanta le acque fanciulle in veste di scaJtlie per le isole... O sabbie, resine! L'èlitra porpora della sorte nella gran fissità dell'occhio! e sull'a rena senza violenza, l'esilio e le sue chia,,i pure, il fiorno attra versato da un osso verde come un pesce delle isole... Mczzodi canta, o tristezza!... e la mcraviKlia è annunciata da questo grido: oh mcraviJtlial e non è abbasta nza il riderne sotto le lacrim e... Ma che cosa c'è, oh! che c'è, in ofni cosa, che a un tratto ci manca? ... >. lo so. E ho visto. Nessuno ne convenga! - E R'ià la giorn ata si condensa come un latte. La noia cerca la sua ombra nei refni d'Arsace; e la tristezza erran te f uida il suo ,:usto d'cufòrbia per il mondo, lo spazio dove vivono i rapaci cade in ,arane disercdanze; .. Piaccia al safgio spiare la nascita deg-li scismi !... 11 ciclo è un Sahel ove \' 3 la carovana sacra in cerca di salgemma. Più d'un secolo si vela alle lacune della storia. E il sole cela i suoi bei sesterzi nelle sabbie, al nlire delle ombre o,•e maturano le sentenze d'urai:ano. Erg-astoli sotto l'acqua verde! un'e rba illustre sotto i mari ci parli ancora dell'esilio... e il Poeta sta in guardia Di front e ai g-randi fQf:lidi calcareo, a fior d'abisso, ,mi plint i: merletto sulla maschera della morte ... VI e ••• Chi erra, a mezzanotte, sulle Jrallcrie di pietra per st imare i titoli d'una bella cometa; chi veglia, fra due guerre . sulla purezza delle Jtrandi lenti di crista llo; chi s'è alzato prima dell'alba per spurgare le fontane, cd è la fine delle grandi epidemie; chi lacca, in alto mare con figlie e nuore, e l'ha finita con le ceneri della terra ... Chi calma la demenza nei grandi ospizi di creta blu, cJ è Domenic a sulle séga le, nell'ora di grande cecità; chi sale agli orfani solitari, all'entrata delle ar mate; chi SOJ:t'D3 un giorno str ane latomie, cd è un po' dopo mezzodì, nell'or a di g-rande vacuità; chi risvcflia in mare, sotto il vento d'un'isola bassa, il profumo di secchezza d'un piccolo semprevivo dcllt sabbie; chi vci:lia, nei porti, fra le braccia di donne OMAGGIO A 8AINT - JOHN PER~E RITORNOALLA SENSIBILITA' DELLA INGUA FRANCESE La bella simmetria della f orma, e la precisione dell'immagi ne si fo ndono in una qualità di introspezione che non è il provinciale razionalismo del nostro tempo d i A L LEN TATE Biblioteca Gino Bianco Pagina 3 d'altra razza, e v'~ un ~sto di vetti, •ern nel profumo d'ascella della notte bassa. ed è un po' dopo ni.•i· zanotte. nell'ora di grande opacità; chi. dormicut.•, ha il soffio congiunto al soffio del mare. e al rovc• 11ciarsi della marea ecco che si rivolta sul letto come un vascello di scotte... Chi dipin .i:c:l'am; 'l.ro sulla fronte dei più alti pro. mentori: chi sefna con croce bianca la faccia ddle secche; chi lava con latte mafro le J(randi cascmath· d'ombra appiè dei semafori. ed è un luogo di cinc rarie e di macerie per il diletto del saJrJ(io: chi prende allogfio, per la stagione delle pioR"gC.con J(entc di pilotag-i:io e di cabotagg-io; presso il g-uardiano d'un tempio morto su una punta di penisola (ed è uno sperone di pietra gri,:i o•blu, o sull'alto tavoliere d'ar e– naria rossa): chi è avvolto, sulle mappe, nc11a cors:l chiusa dei ciclon i; colui del quale s'illuminano. nelle notti d'inverno. le J:'randi piste siderali; o chi districa in so~no 'ben altre le,:;:ri di trasmifraz ione e di dc• rivaz1one; chi cerca, a punta di scandafl io. l'ari:ilh malva dei i:-randi fondi per plasmare il volto del mo soJtno; chi si offr e, nei porti, in sostituzione delle bussole per la navii:azione di piacere ... Chi sulla terra va incontro ai i:rand i pascoli; chi sulla sua strada, dà consulto pel trattamento d'un albero vetusto; chi sale torri di ferro, dopo la tem• pesta, per disperdere il sentore di fritt ella brusta dei fuochi di rovo in foresta; chi veJ:"lia, in luOJ(bi steril i. sulla sorte delle g-randi linee tcle~rafic hc; chi sa la positura e il cosciale di presa dei mag5:iori cavi sottoma rini; chi ha cura sotto la città. in un sito .!i ossarii e di fogne (cd è proprio la scorza scortecciata della terra). dcJ(li istrumenti lettori di puri scismi... Chi presi ede, in tempo d'invasione. al rcJ:'ime d~lle acque, e ispeziona i Krandi bacini filt ranti stanch : delle copule di effime re; chi preserva dalla sommossa. dietro inferriat e oroverdi, le grandi serr e fetide d~I Giardino Botanico; i i:randi Uffici della Zecca, delle Longit udini e del Monopolio; e il Deposito dei Fari, ove R:iacciono favole, lanterne; chi è di ronda, in tempo d'assedio, nell'amp ie sale ove si sbricciolano, sotto vetro, panoplie di fasme, di vanesse; e porta la lampada, bella di facce lapis lazzuli, dove, friabile, la principes sa di osso spiJ(ata d'oro scende il corslJ dei secoli sotto la sua chioma d'aloe; chi salva dap:i1 eserc iti un ibrido assai raro ai rododendro imalaian., ; chi mantiene a sue spese nei g-randi fallimenti dello Sta to, il lusso torbido delle scuderie , delle J(randi scu• d~rie di mattone fulvo sotto il fof liamc, come roseti d1 rose rosse sotto il tubare di urafan i, come bei ,ri• nec~i pieni di pr!ncipi selvaJti:i, di tenebre. d'incenso e d1 seme maschile ... . Chi reg-ola, in tempo di crisi, la gua rdia ai g-randi piroscafi sotto sig-illi, ormcfgiati sur un fiume color d'iodio, di liquame (e sotto il limbo di vetrate vari o– pinte, nei vasti saloni scialbati d'oblio, v'è una lucr d'ag-avc per i secoli e per sempre vigile in mare) ; chi s'indugia, con g-cnte di basso ceto per i cantier i e sug-li scali deserti dalla folla, dopo il varo d'un grande scafo di tre anni; chi fa professione d'arre • dare le na\'i; e chi trova un ,:iorno il profumo della sua anima nel fasciame interno d'un veliero nuovo; chi monta la ,:uardia d'equinozio sul bastione dei docks, sull'alto pettine sonoro delle g-randi barriere di montagna, e sulle immense cateratte oceaniche: co– lui pel quale, d'un subito, s'esala tutto il fiato incn• rabile di questo mondo nel tanfo dei J(raodi silos e magazzini di derrate coloniali, là dove spezie e g-rano verde si gonfiano alle lune di svernamento come la creazione sul suo letto vinato; chi pronuncia la chiu• sura dei f randi cong-ressi d'orog rafia, di climatologia. ed è il tempo di visitare l'Arbo reto e l'Acquario e il quartiere delle prostitute, le tag-lieric di pietre fini e il sacrato dei grandi convulsionari ... Chi apre un conto in banca per le ricerche dello spirito; chi entra nel circo della sua nuova opera in un'altissima animazione dell'essere, e, da tr e Jriorni, a nessuno è dato vedere il suo silenzio se non a sua madre; nessuno può accedere alla sua stanza ,se ncu la più vecchia domestica; chi g-uida la cavalcatura alle sorgenti senza nervi; chi brama, nelle sellerie. un pro– fumo più ardent e di quello della cera; chi, come Ba– ber, veste i panni del poeta ' fra due i:randi atti virili per venerar e la faccia d'una bella terrazza; chi si distrae durante la dedica d'una navata, e al timpano 1ono siffatte volute, simili a esse di violino, mura te per l'acustica; chi eredita su terra di vassallagl(io, l'ultima aironicra, con belle opere di venatoria, di falconeria; chi commercia, in città 1 f'randi libri: al– magest i, portolani e bcstiarii; chi ,segue con cura g-li accidenti di fonet ica, di alterazione dei seJ(ni e le profonde erosioni del ling-uagg-io; chi partecipa ai grandi dibattiti di semàntica; chi è un'autorità nelle matematiche usuali e si diletta nel computo dei tempi per il calendario delle feste mobili (il numero d'oro, l'indicazion e romana, l'epatta e le grandi lettere do– menicali); chi dà gerarchia ai grandi uffi ci del lin– ,:uaggio; colui al quale sono mostrate, in luog-o altis– simo, grandi pietre lucide per l'insistenza della fiamma ... Quelli sono prin cipi dell'esil io e non sanno che farsene del mio canto>, Stra niero, su ogni spiaggia di questo mondo, senza uditorio nè testimonio, porta all'orecchio del Ponent e una conchig lia senza memoria: Ospite precario nei sobborg-hi delle nostre città, tu non passerai la soJ(lia dei Lloyds, dove la tua parola non ha alcun corso e il tuo oro è senza titolo... c. Io abiterò il mio nome», fu la tua risposta ai qucstionarii del porto. E, sui tavoli del cambiavalute, tu altro non hai che torbido da produrre, Come le grandi monete di ferro esumate dal fulmine. VII e ... Sintassi del lampo I oh puro linJtUaJtJrio del– l'esilio! Lontana è l'altra riva ove il messaJ(gio s'il– lumina: Due fronti di donne sotto la cenere, dallo stesso pollice visitate; due ali di donne alle persiane; dallo 1tesso soffio suscitate ... Dormivi sta.notte, sotto il grande albero di fo. ,fo ro, cuore d'orante per il mondo, madre del Pro– scritto, quando negli , pecchi della camera impresso fu il tuo volto? E tu più pronta sotto il lampo, tu oiù pronta al sussulto sull'altra riva della sua anima, compag-na e scarsezza della sua forza, tu dal soffio al suo scm• pre unito, Ti siederai ancora sul letto deserto, nella collera del tuo spiri to di donna? L'esilio non è d'ieri I L'e silio non è d'icri I..• Esecra, o donna, sotto il tuo tetto un canto d'uccello barba• resco... Tu non ascolterai la tempesta moltiplicare in l1Jn– tananza la corsa dei nostri passi senza che il tuo ~rido di donna nella notte non assalga ancora nel suo nido l'aquila equivoca della felicità! >. ...Taci, debolezza, e tu, profu mo di sposa nella notte come la mandor la stessa della notte. Dappertutto errante sulle spia,:J(c, OJ:t'Didovcer– rante sui mari, taci, dolcezza, e tu presenza attrezzata d'ali all'altezza della mia sella. Riprenderò la corsa di Nùmidc, Lungo il mare inalienabile ... Non una verbena fra le labbra, ma sulla lingua ancora, come un sale, questo fermento del ,·ecchio mondo. Il nitro e il natro son temi dell'esilio. I nostri pensari corr ono all'azione su piste ossose. Il lampo m'apre il letto di più vasti diseJ(ni. La tempesta in• vano sposta i limiti dell'a ssenza. Quei che andar ono a incrociarsi alle ,:randi Indi.: atlantiche, quei che fiutano l'idea nuova alle fr.:• schezze dell'abisso, quei che soffiano nei corni alle porte del futuro Sanno che sulle sabbie dell'esilio sibilano le alt e passioni rese spira li a sferza di lampo ... O Prodii::o sotto il sale e la schiuma di Gius:nol serba viva fra noi la forza occulta del tuo cantc l Come chi dice all'emissario, cd è il suo messaJr– i::-io:e Velate il volto delle donne; alzate il ,•otto dei figli; e la conseJ(na è di lavare il sasso delle SOJ:"lie... Vi sussurrerò il nome delle fonti ove, domani, im• mergercmo un puro corruccio >, X Ed è l'ora , Poeta, di declinare il tuo nome, la nascita, e la razza...

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