Fiera Letteraria - Anno V - n. 24 - 11 giugno 1950

t P_•_,_· z _ _______ --,--____ _ ________ ____ _ .....::L_:A.:._F:_:• l E R A L ETTE Il A RI A * y;ondado n pu bblica nella colla– na • li pen•lcro cr:tlco:, una M"rle di ni::i; I di John DeWC)',Il maulo r fllo■ofo llmtr lcano ,•ln•nte, e•pre!• IIOllt' tipico di quel pr11gm• lla.n10 cbc 1l1rntnca an;dtutto t deren.za 1111 Ideali dell'Amcrtca CYlaulc a. del 11lo11ler e della gu<!.rrn c1,11e. Sotto 11 tito lo Problcntl di tUU,I, I u;G l del Dcwe)' 1lnt etluano li conmtto pruent.e tr11 ldeoloale e co111tnent1.mB nello flttSIOtempo lo ,,roape tllmO att rRVef'flO \tll ll NI– IC IIZA di rcclprocn ccmpren1\0ne e Quindi di tollennra e di pace. :,"i Cadc,uW (I prlt110Lentfclnoue11• ,1fo della ,norie di Plerre LOIIW,I (4 glu9110 lSZS) 9/1 edflorl ne n,t ampc1110 le opnc, le qua/I tro• wno cu1cora un loro pubbUco. ,Va LOUi'I i .sopratlutto da cercare ne' uiol rav,x,rtl con la cultura IUIJ'tpoco e nella lntfmlttt IPCUO tk/1~·°" del ,~ carteggi e dell e ~uc 1101c, cl1e ne rftcl ono fl gsuto ra/l lnato RE GIOV ANNI e ••• trovo nell'occhio ,uo UII prodi gio, o U1J prodfgiOI() [mi racol o 1'0111bra di me formata nella ,ua p11pllla : la quale pur cuendo [l 'ombra appe,1a d1 t'Oltro /10110, dlcenta {u11 .sole e /a di oo,tro /folio, un'ombra. Biblioteca Gino Bianco IDomcu ica 11 giugno 1950 nlo comunica la morte della sua sposa potrebbe essere u,ua.J– mentA: In versi o In prou: - Fulola. t morto, - Come.t - Fulvia è morta. - FIdl7fa1 - llforta. In questo dromma vt aono solo due pus! nel quali Shak e– speare al allontana da quu to modo di parlare, e tutte e due le volte egli persegue con ciò un determinato acopo. Uno l Il pas&o nel quale Enobarbo de– scrl,•e Il primo incontro di Clcope.tra con Antonio, ct1n to• no Inconsapevolmente 8'arzoao: chlerare 1en.'1 ,enio o tale che Il u-,uo nor. li 1noda >. Il veno cerca e scopre nuove ooaslblllt.-\: l'l!rte di giocare co!• la llngua, nella quale egli si era già esercltato, riappare adesso, ma essa dona ora alla parola un algnlficato sJmbollco molto più sottlle e profondo, e nello ste:sao tempo una più rie· ca mu3lcalltà. e Fa u,i qU>CO do -ro/fll1ali : rm ,orrt,o e un ,o,plro, come ,e /oisc Il ,o,plro . quello c!fe t, per non dfoenlor e un tol ,qrrllo: li 101Tllo Irridendo o quel 'Sc»pfro. come voleue /uo{llr e da uu tempio cc»l divino a me1colar1l con I i;enU che tnoabbta Il mn• rlnalo :,, Una. te.le lln"1,la 1upern la poutblllt.à di comprc1Wone del pubblico tea trale lnaleae, di quello di oart come dJ quello di una volta. Pure csaa non è meoo dn.mmatl ca, drammatica, Intendo, In u~ mondo cui solo pochi hanno ncccNO. Lo stesso si dica riguardo al carat~r!: non sooo eta! a penncttucl la comprc~n e dell'optra, ben.si è attr:avcrao l'opera che com– premUamo I caratteri. Se al vo• ics.se paraaonar e Perdita, 1mo– aeoe. Miranda o Marina con Olulletta o con Ofclla, 00111 cal– de dJ vl.t.a, se •I VOICMiCtO chia – mare pallide o lrttaU rispetto a qUC:lte, ciò ,·or-rebbe dlre w.a– re una. falsa misura . Esse sono ugualmente vere, vere. Intendo, In Wl mondo del quale sono stati distillati alcuni moli del sentim ento per far posto ad al– tri che aeneralm ente non Vt'n– rooo notati . Sono vere, ma In un mondo nel quale la lln&ua è qua.si musica pura, cd ct:prl • me aenUmentl altrimenti not! solo ad indMdul mualcaU. ln neuun dramma di Shak espeare abb iamo Wla scena più; bella della prima del V atto del Pe– ricle. 11 vecchio re riconosce nella giovane donna che è dn– nntl a lui la !lglb che crede di aver perso, ancora ptr.oola. In alto mare. ed U duetto del t:!uc ha la stessa perre&lone di quello aopra. ricordato tra Olu– Uctta e Romeo. A pensarci, è lo ateao rapporto che calate tra gll ultlml quaruttl dl Beetho– ven ed 1 prlmJ. e lo aono una Jancluua, ri• gnore. che mal non attrcuu aguardl al 11W1occhi, ma oU occhi ,uot /uron ouardatl come un4 cometa: e dice, nvnore. che /one ,opporti, una pena pari 4ll4 ro,tra di veao, se pe– late al gtu,to e l'una • l'altr a •· E Pericle risponde a sua !iallA: Uoatl, ,u, bcntdeita l Tu Id lo mia bambina. Dammt un outfto nuovo: ~ la mia t11mba, Blioano, e non ~ morta a Tarso, comt ,embraoa, ucclla dal be• ,ttale Clt01te. I br.n l di BhllikffSM'llte aouo 1\atl trndottl dfl o. V. LodOt'lcl. CO&l ln queate ultime opere di Shakespeare Il dro1mm.\ tor– na al suol Inizi, . diventa Uni\ :r~'i1 d!1:1!llì~i~' 1 :'° nidi d~ul~: di questo mondo. Perciò la maacheutn, o visione. della dea, che In questi ulti mi dram– mi rappresenta )'atto di culto , e che ha dato tanto da rare a1ll :uscnnaU ed obleUtvl cri– tici shakeapearlanl. Per una aorta di neoeull.l lortca Shakc– speore è 11unto .a questo pun– to dopo aver e1Aurlto tutto ciò che era. umanamc.nlC poulbll c. nel campo della poeslà' 'dram– maUca. Quello che ho cercato di dimostrare ~: n cht- Sha– kmpearc avUuppb Il 1uo verso alno alla più alta purenon e per uno acopo drammatico , e che egli divenne un lf'&C poeta appunto pcrchè ICriMe pel tea– tro; 2) che l'arte drammatica rtmane AC.mpre scopo dcli& aua creamene , anche ae ali& ftnc 1lunae ad una tonna di dram– ma che non può t.ro\ 'ar a:tu– st.Wa preaso ncuun pubblico: la sua torm non venne meno, ed ali& fine eri! rcallnò quan• to 11 era prerlNO come com• f.~~ r:ez;U ulg){at·ea=e 08 ~o~ ~ un tutto unico ben delimitato. e che noi comprendiamo meglio ogni 1lnrolo dramma conoacen– do tutti gU altri. T. S. ELJOT Trad. A. Man ohi ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI L e Assir.urazfoni d'Italia Fì U METER PHAl!. JI 1 JJEN1 IA 11gruppo I.N.A. coprP tut– t i i n sd 1, cl' Ai.sicur11zio11e Age,,zie in

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