Fiera Letteraria - Anno V - n. 5 - 29 gennaio 1950

Domenica 29 gennaio 1950 L A FIER~ LETTERAR IA rag.s Cara 4' e • ~lo~.r~fv~f a g 1 ~ 1 rr~~~t; P r ,. 9 • 0 0 .-:a :1,~~~~~~- t.-~ ~~s~:n~.st "11 "11 e:; stenza ultima. non mencJa- • ce, che esse affid ano la lo-– ro 1mperlosa carezza; è a • questo baluardo d'eternità DA "SODOME,, DI MMAN da strctt.a e come accon to l le disegno d·ossa a meravi: sta m~rte presente sulla A BITAVO ln una stra- R d. GIANNA MANZINI E lo vide questo spcttra bhe sl sostengono, è a quc- privata: QU?,Si un . glia congiunte , forse scrlt.• ~~•~; clh~Pf: ~~~~ ~~ro. ha corti.le. per 'ia dellr Ja tazza fra Jc ginocchia a rtn dcrnc più pungenti I tura In grandi misterios i ca- .. pr,e t ra\·erse al _limite d~' suol (tetro Il rumore del cuc- tr atti, consuman doll a fu. rattert. Sempre? . P_rn, e meglio quattro passi. . ch ial no di legn o con tro la ria di emozioni ; che Il volto Coricato al marg l!}e d'un della temer1t~ d u,no sguar- Traduzione di GIANCARLO VIGO RELLI Nella luc e fer ma che trnt - tazza; cd è un gh iaccio spe- necessario corr en te si è Ja. ruscello !ra radi cm !fi di do, o della s!i da d un glurn– tç-ne,,a il verd e res pirato dn l clale, quello del coccio at- scia to via. via sostliu lre da erba, ha ti capa girato ver- mento, garantiva la res_l• Pla ta.nl Jung o il . Tt.•\·cre, li traver so una gonna di seta). quello troppa privato In- so una schiarita che. sotto ste nza del polBl, la gabbia prossimo, l~ voci ~1mun~vano Mi ricor dai di quando , ser vibile, inccs sant effientc la .dlagon~le d 'un al bere llo netta del tora ce. sollcyatc m van e stri atur e bambina, mi divert iva ve- rit occato e corretto dalra . chiaro , plu giallo che ver- Dove, dove, in che Plm to di nsona nza che allunga- dermi la mano contro luce. nlma. de, lascia s~orgcre un pro- preciso nella ~upcrflc ie del– vano una dur evole ragnat c- Avvicin;mdone il dorso n Cosi de' mi ei mala nni e filo di città: <un camp an ile le scapole . il ric ordo del pol– la di echi. Ne profittava no, una lampada, che lx>! ros ~ delle mie malatti e conos co a righe, una cu pola, il ret- pci. che, premen~o. esigon<? Corse ascolta~ dos i coi:i una brillava !ra dit o e dit o; e una ragione che sfugge nl t~ngolo verde della piazza ,l petto proteso m seg no d1 sor~a di scc 111cacompiac en- con che dellcatez 7,a quc-1 medi ci e 8 chi ml vuol be- darmi , una linea m.ç.dulata c?ragglo, ma ga ri il corag. za. 1carccr~ti che, nello sta- rosso unic o !iltra'la in !o- ne: so quan to li ho voluti di tetti ): la mia cl~•.a; e tic- g10 che cl vu(?le n sostene– bllime nt o ~1 fronte. alla mia cherclil minimi nelle ralan. ln che misur a ml s:mo sta.' ne le ginoc chia un poco sol- re Ja compro m1sslone di tut– cas a. bMtt e batt :. !a.bbrl- gi. scopr~ndone, insieme aJ. ti necessari, quanto hann o leva~e su , un sosteg no di te le parole. e a dirle, qucl– cava~o casse da morto. e il Ja graci lità. una recon dita , serv ito alla m ia con oscen, sassi, e ali an ulare della si- le parol e? Fu bello. fabbio che lav orava sulla lllumlnat a tenerczz<.1. Vista za e alla mi a esp ress ione ; nsitra, che è app og~la t~ al Ora, mentr e trat tengo il po:.,:a di bott ega. .,. . . cosi, la mano si slu ngava . anche Se poi non Qo sa puto J>e.tto, porta u~ ai.elio. 1,1 respiro e li!,sclo che i min u- Questa la \ t:rnicrnno Ed ecco che, ripensand o disfarmen e e mi hanno so- mio. Per ~uell anello, . piu ti pa ssino sopra di me, sen– e te la mand.ano a casa. - quell a mano in trasparenza, praf!atta. Muscoli, tend ini, che per la piega delle gmoc- to l'anim a antic ipare la sua Si.avano caric a nd o s~ I ca - più lunga del vero, H mio nervi, epidermid e, respiro , chla e 11 movimen to della smarrita ricognizione. Con imon, sorv~ llatl a d1stan- schelet ro mi appan,e più temp erat ura; Infin iti modi te st a , m,i r!conos co. tutta Ja lievità di cui ella è za. - Pr opno su misura , ti grande di mc; e d1 nuovo, di dire la verità, d1 conres- Lei, 1 amma, vagav a so- capa ce, soave sciacallo, già st a a pennello . div ersam ente, m l s·:mpose . sar ml: infiniti modi di ca. pra quel rami illumin';lti, mi esplora. Il fabbro ri batte con !o- Imp rlg lonato dentro la pire , d'appropriarmi, dolo• persuas a d3I loro lnngmdo S'inq uieta, avida, lungo ga, co~e al solito, puntan - mia app aren za , riusci va a re o gioia .. della vltn, E so accar ezzare , e diceva « te- la clavicola. spia l'an cn. do. sull e!Cetto di un muc- sovrastarmi. Buttai via i I pensie ri che appart engono n~rezzn », « a rd i~ cn to ». e piange. vagando, intorno chte tto d ossa al sole, asctu- sandali e, scalza, ml addos - al polpastrelli, e Ql,clli ch e dic c~a .« musica .. abba nd (?- all'om<'ro dolce. oa ques ta gate bene. . . snt alla port a. Ques ta, la Il tremore del diarramma n~ », fmchè, « am ore• gr i; piccola, limitata parvenza Da mesi s, palleggiavan o sua alte zza: l'av evo segnata diffond e - si sollev:1. rima - do, e, quasi cade nd o !ra gl . d'immor talit& Jcl l'anima lo sc.herzo sulla propria con l'un ghia, passando mi le ne sç>speso, offende il cuo re, archi hlt~ ecc latl di quelle mCndica un àttesiato. Nor1 morte, e da mesi. non v1st.a, dita sopra la testa. sac rifica lo stomaco - e frf pde, mi ragghm ~. jll c si ras seg na alla sua celeste ~!~~:o dl~~u! ;;1t~gl~~ilaa~\- Ma com'è vuota una casa q~:!(lleche ~l;f~ic;no nel san. ~ ea~~i'a ~oq t:!:n~ 1 •~c~e cc~; libertà; è di questa cara prl- ~~agJ~~e~!~i:r~~~O l~ ~!ie~~i ~~~~tii ~i ~r!a~~Ì::~l~~r:~ ~e:~~ ~a~{~;ll? 'l~~:)~:;~11 ::gitfr~~~el ;~~ ~cf.a f~~eul~t~ ::i~~n ~e ri~: :~f 0 l ~~c~fu t~~~~~noa;:• t~~f a~~,~~; ;?à ~~i~tliE r~i· ~~ 1 o11;e~ 1 ~~ br~~d~~ 1 ~t!~~ ii~~ [it~l~e 1 ~ 1~ ~~i~~e s~ r~o?c:eu~a eft:~~~ ~f~t: 0 Ìn 1 ~~f:_iey~;ol: :c~1t . /11 piedi 811lcuore ddl' Edc11foccmdiato di 1,,vi ucl clamore seu:;o limite, i11 piedi 11clla m11famulcdi=io11ccl,e lo sovrasfu io Ti co11fcmplo! e s11l11l0 11cl T110 currnccio spavt·11toso d1 pe11a ,. di misn icordio l'Immagin e /dice ove io ,ni a1111it'11l0. l:: l'ictà! siti r11ltimo ;:rido prima Jclt'cslc1si pa 111/li questi c111cr,·11osi clic T11stesso l1ai ferito t11ltiquesti ena11/i che 1111 lampo tli mcmorit1 perde t11Ui q11cstiS((ICciali da "" Corpo 011,le T11 li l1t1iprivati e di delitto iii delitto ancora fati,a11a 11 Jtf1ermirlo Pictll p,·r l'umpio soliloquio ciel/a pioga ~:~ f,~ f:'Je~!~ ~;:,,::~:,•;,i: 1 ~:~·r::,,;!:'f,,:!s" grida Amore s11ggcllato 11t<l suo ,rnlla, timor,· scm=altibbra corpo trasporcnlc che !ti foce 11011 fc11de P~'/P11t,~; "a s}"~~;r;'t,, ~r~:~: ;:,: :::t:: 1 " succo prr:io so. id,-,, soave. asse11=t1 felice... + O Gioia! il f!t1sso è 11clt'i11dicibilc, il pao s'alltroii dei piouti a f1111go tc1111li al filo dc/l'a11lica a1troro U11afelce clie fh-tte sollo ICI rugùulu avverte il ve11l0, le palme e /111/0 1111 cido c/1e c11n111le rc11i!l'ora è vc11uta. l 'ora è Jim.1lmc111, t1c1111lu dal gra,1dc corruccia ltra11q11illo l'att,:s(I 1:ill11gt.• lr ma11i "' limite del cielo, 11cll'ombr" csit" 1111 ca11todi ma11drùmo · • 1111 passo e 11011 è pi1i e l'ala immc11same11tc deserta del f11turo sospc11de il suo battito 11ell'Esscrc si sfal dava e scntivn. la pol• 1 e si sonappo- vcnzion e di tibie d clav i stu diò perplessa o(itni lm- matar c adagio m me, una vere erano U vistoso can- g~vanof rnpr onte di den ti. cole di costole d1 ialan gl. possibile traccia di quella nuova coscie nz a della fine . gian'ttsslm o pennac chio, Jn I u~a 1fg 1 f. cad uta ! ~ul sei- nu!l'a snpevo: 'era sempre severa ' risposta dall 'amor e R intant o, più este rrefatta barda tura mirabolante. e a o, r ievo dc le vene stato 10 h 1 , •. trovata in questo lmpres- e sosp esa che ma i, :;:! acca- rìscl,iude il Sc 11so, Lo indovi nai una volta , r veva una ma cab:a friv o- bizzarro~~~~~ !~~ ~~~· l}r. sio nan tc tenace segreto. sta alle due fal ~ngl dell'al- ,id/a colldum,a dà /J(ice. la Collera quanào lo vidi, !nc redibll - ezza . . . gu rato , una vistosa inse . • • • tu~. le intepld1sce, le sve- + Signora : lo sobrio slagio11cove le acque concorrOflt, opp,ma disto11ti mi s/iof'a Ionio c/ie io muoio. Beato d'essere steso scco11do il T1'o Volto, P"drc del viatorc! se solo 1H'è dato qucst'albef'o, il pioppo che dult'i11fa11~ia mi aUe11de, è rl pcg110cl1e 1111 giorno fra i IHOrlirisorgo. u,, albero, ima /011/ona: o viva f,iag4! odo e .so11morto, d'allro sgorga """ da me orti il sonziu - il ttwr,,wr , ttmpie il mio sj,eu ore di terra soffice poroso cosi 11dla Morie mi tieHe. U:1 •gÙmw, dopo secoli d': slri, il sile11:io lorucni sulle mit 111tdc labbra, e lei primavera ? c!~~tlc~, si:/J!id/ ,~~,~i~~ 0 J:r::f!i!~!;!!r T u, dli me 1mto, so!a, lo vita ecco mi dai. - f orse 11011 ui tu l't1ssen::m dwe il mio corpo è strrti,e e ti, 110 11 mi hai forse portato 1111 lmizo rtulla di a"Hi io che l'onimo mia già le t11eacque thiamavol ♦ Q1tcsto ,,1orio, to11altri, si;:ill i 11011 avrO 11clle1ombe Appc,m se il .ruolo felice veli il .mo corpo che docile fide11leriposa. Un albero, u 'ombro s11ll1m111love il cielo piega il braccio e dorme ufficiano Jeco11do i ve11ti r il sole di. st"gio11e iu stagione, d'ora iii ora. l{, luna tegolo il gesto parco le11tos/iora11do l'oblio della 1101/e, è allora che l'a11imo e11tra ù, alto colloq11ioco11l'albero o lai volto e dice lo Limti parole clre lo co11sacra,10Ttf'f'O. E' allora ment e gaio, trasparire In Alla mia smiSLra e era li · gna. Quando, mani am;.nti, In• glia. Cu1110 1111 f11ocoperft<tto.mila mia cc11crclic--ue, unn bambina di otto o nov e na , irlesaÒ Alle mie spall e Diventava inve ce a po• torno alle bra cci::,,, Intorn o GIANNA J\IANZINI 1111 paf etto "blm11do110 di spa:;i oi 1'11oipiedi PIERRE Ei\li\lA NUEL anni che !a ct va gi nnasti ca. ~~:e r:d ~gq':JeSla, le cam1- co a poco. un imprebSlonan. ___ ----------- -- ------ -- ------ ---~------ - -- -- - ---- ----- -- - che [(I rosll scarlalla dalle labbra cs,mz ,,i slente osa dar porpora alla 110Uc tol .s110 ocrore di stJnzu~ - e Dio, clre solo il sezreto sa dello roso ,1g11alcita Ira le Sue nro11i il S011gue "e cola, Una suora dic eva uno due, . ' m ora, con e te intaglio. ora ottuso e sa . , , . ~~~n~~l.C eaJd1~if t~~licf~~~=: ~~s~1~.:~::~r:iif :~cg~ ~ ;r~~ij~a~~-1 ;\~i 1:gWf1t;;-i;~or'i~ F 1 1~::1:t1~~ :~~pr~:~~i LA SAN T:ARELLA ~i: 1 :!~~::c~; i~:lò 5ut~~·t buttava a".anti gli st ecchi pivano il cortile d:una' crm• troJuce. Nulla . ormai avreb-- .sto, Il seggiolino proprio Nunche la monac, se n'u,· delle bra ccme , o li solleva- porzionala sonori tà· s~ o- be sap uto d1st ra:-m1 dalla Innanzi •Ile donne. d.i veder dava. benche si fouc &ii. poste ~~v!op~~ti~u ~~Slaii~~ s~~n~ so. pili di semp,.re. '~ia s~: sua severa presen 7.a. 1~,T:. 's f.is~ 7i~a~~b~~; ~~ cS:t1:~ al flanco le due ricoverate te• quella del l')CtlOe delle spai- piva di quell im peto, di Fu l'anima a I la !!Officee PrOfondo d'una cosnl- ~'? t\no :tll'uscio ove sua ma• • pronte con le corone; flnchè, ruet~:01!1 p1~tvo'::~00de:;•u=: le. Da un lato, contro un Qu.clla !r~ nesla, di quella con na _d a li. rml ra1.ion.c lemminile: tante era- drc 111: serrò a un braccio. Ruttonto dt l1AUDO~IIABONANNI a un cenno d'intesa, trionfai- santa, in attesa. L'Aminta, rei . muro, una pi~nta di glie!• :i~:~~O st; i :~~n~ :ame~~ ~ Va~avaso~~~safascntand c ~~· ~t!fa1;a~~tfia~er~a~~ ~t7~ Oi~!orbe,!n,r~tsti~~o:sa:i~~ l~r~ . . • ~f~!:r::: 1r~~;io~rombe th i r:i~:~: ~~~n~r':u~~j~~: ne spremeva gll ultimi grap - re al riparo alber i bruciac chiati dall o cima all'armadio. L•odoR'! lo anqlolo m.i è stato mandato•· alle t~mpie.. non si _l>l_)IC toc- ru come. una ~ pensione. La Quando Ja madre andava a superba ri'es.sere stata men.uo- poll fra un fogl iame nuovo ' au tunno, altissi mi, su 'fron - conosceva, di mele seeche e Polchè era cieca e .dà qua 9 1 care il codino sensibile alla vide all improvviso a occhi prend!rla - auardata Jn certo nata fra &Il anaell. La vedova Ccome lf!lPCtuoso. SI vedeva • • • de, Jeggeie, quasl r.Jumose acqua c.ilda, non c'è altro, 0 morta, fu uno llbl11,ott,mcntonuca, !iOlor1ple1arlo e ferm.ir - aperti lacrlma,ntl e tutte I!! modo. upeva di dovert.1 muo- t."nne pronla la bimba accanto qualc he cim1111cra dt !ab· curvate con !emmm ea gcn- forse si, d1ffu50 un plccol9 fra le donne La bimbu avvcr. lo come un ombelico d1 neo- dc;nne le9", s 1mmob1llnarono vere e I!) sapevano anche le al letto Poi dlue I Domanda, brlca 111lontananz.!l. E an- Senza tregua nvJ'CI ormai Lii zza a rl r afrore, e acut1u.ato rodar 4i te la mano dcli.a madre O"'dere nato meuo s«co E come un lln I rosa.rl Pare te d~rmen- donne - c,sa sempre avverti- su• !: h1 bimba: , Come l'ha tenne , e antenne . E fra ta n- tentat o di affrontare que~ e pa are 0 ~. terre - vecchf11 Le vecchie entro Il e d suo smp1ro profondo Co- '.L~nato dopo 11 bagno la vec- do avc~ e de.Jle vls.:nl. saspe t• va quel formlcoho alle gam~ detto ran aiolo? •· 1 Quattro te 1111ceasci tt d m' n r- st a mia lnv1s1b1le uttrae nt.c no mosso, canoro Clacque. Jclto sanno p1l1forte co~ le me una nuvola la bhrnca cotta china ero1 smaneaglata dalle la che parli E mratt, parlò e poi subito, smuovendoli, un -precisò con un• p1ctola shz. u e. l e e ct1chctt a della mort e fra piccoli salt i di mcce , va- mele llCcchc nel comò Essa ne del prete le pass;t lnmmd a11,hdonne con delltretza Le mu· J?isse con ..un ~oraoaho • Ho frizzore ai piedi, Appena fuor za la 11ant,uella - qualtro aq. gla tutta spirito dtsperato, t ' que- gav a riconosc endo un par - aveva avtltc di quel.le melucce r.cchl gonfta e venlo!rn po,! li h1rono c11m1c1a ed essa ch.!oc-I acido• · S affrettarono soccor- dell'uscio si metteva a correre a10li Tutte benedizioni Finl• ua gra nd e cup0la assu rda , s o m1~ b~anco eni gmatico ticolar c struggimento, tint o armze, ma• ora la 5antarclla tintinno del turibolo cÒn tutte colava, POI :itette ,rn,lmante a rcvoll a pre~arar h, polvc~Jna au, su per le scale porta ta di sce la guerra. (Un mo'rmorio come m utll mente materna, diseg no. ~ in~ nt rar lo dcn- di vertigin e, che r I suo e non può muo-.P.:rsitentoni a le sue e11tera'!'lle, e dietro va oceh1 ehlull e nosc1a, fece un In un dito d ~equa, ma .Prima una piccola frel\"!ala a1U allu- prolunaato fra le donne). Sono Contro queHa, le cornette tro di mc, dapp ropri arm e- Insieme di quel paesaggio e prt'ndergllele non sa neppure lel trH portata, sentendosi dav- ~tlino TI• od!tco malgrado 1 d• tr r~~ • 1 La ngli lo, !adai o- c1 1rreslsllblle, e fra u suo an· ahi.la chiamata. Per donu1n1 allt: candid e della suora, mentr e ne ada gio, !orse lnc amm l• anche rl senso d un·ait cz'za ch·è entrata •La. nel solco del vcrC'.l un un;elo da capena le uuo qu• r O a sciacquar O •· • qu • e qu •• s ri ono nuvolamento la madre Je rld~ 1et, ..•· , Sette e cinque• cor• la bambina rima neva mve- nandoml verso una temera- sospi rosa quasi m lt a d auanc1ale, snoccatura 1ugentea ...I malllno la morente sta deotro... ~I tnnf porta nd o innanzi la va dietro riconoscendola bam. reslle la mo,a1ca ft'rruamcnte ce appogglat,a soltanto al :~~ercrc;:l~~fu"z~e A v~una di nostalgia: che lcl sp;. ~ti CO~ ~1~/~i ùii8nete~;o~~ef~ dba~'. ~~tan~~ e~t:~~e~:~~lt:\al~~i do~neEcor a=d,;li'Z~~~~~orl~ Il~elto r:~n 11~:~~~e;al~~~t:1:C:Jg e~naa,1·o~~n d~~g~:an'i!ò =~~~nl: ~1~r:n:.unt~re~~ffl:~~1l11·:s!~t~ Cllelolilla! dcli ult 1ima ora del SOJato ~a sÒJ t dr eJd con- ritmi e \'ersi nel qll81i quel bnle .strapaÌzMte cariche di d'angelo di cui le è venuto vo- mlnta riel capell.inl d'angelo si ujrdl all'Ul!Clo, alhirrpale che brunir e, In colnclden~a coniìa e e.t.nque• D1 nuovo chinil. la g or no. n una uce pov era I li ne 1 SC· paesaggio tr ovò la ,;ua ve- 05Cura- e..iatenza. QLla un ovo lntiero rii t..1gho,come f01sc stata la sua mine- <1ue ! 8 proabidOlle ali mnocen· n1onaea Avvr.nne per tre alar. vedovM,all'oreecluo dcli, b1m- e avida che la penet rava e pollo vivo. ra voce· vagaY.a ricerca nd o L b ba ò t lini In brodo !!Ollecltamani po. stra a ln11rau ula te d entrare ancora conturba s- nl conseeutiv1 Ma Ja sera del· ba, ma non pote r1!>CuoterJ .. 3 ù. la sfaldava , Gua rda nd ola Del mio VISOkpcvo !O!• nell'ar eò sosJ)OSOdi quel ra - con"ecc17:.111 ~~ g1':ru~: ;c 0 .!I::: lt4Zlonc d'Am 0 !11la nella prop( [n - u .., visto quµnt'è In cilr- ,~~la 10,~ 0 lllmla L.i. tenr~a~o la profetla l; santarella pro- bilo. Anrh~ (1uelh1 di tanlr, m dalla finestra di an labora- se qualcosa che il suo smar- ml il disegno di un proten- lendO!lia suo a11:ioe 111àspet: cucina Flnis..<11mi. flessuosi, pro- ne? - dice la portinaia alh1 ~ucaspAm1~t~n~;: ~ng sooccie ! ?rio a quell'ora com1r;ic1òad tanto ,·1ueant,1v11,I• videro torio di chim ica, la vedevo, r1mento e la sua ansietà dfrS1 ap passiona to, aneJan. tatlva· una mano la toccò aJla ~~1:ir;!~~ 05~~ 1 hebr~ 0 511 !!~~~~ ':::;· t~ito b~~~n~:~ ;:!~~: bcri~e col alluo faRu oiuo. E :~!~ai'lu ~~ 1 ~~!!1: 0 m~:~ ol~ fts~~:!:. 1 1 :: 1 ~ 0 do1 uo1urv ~ a pochi passi dl dl1st anz a, confo nd ono un ardore m a- te e pur tratten uto, che le nuca, pis~~s 1,: le Sftorarono 1 ! paiono dolcemente m aÒl.aalla cartapesta• bianchiccia al lom- non come poco pr.ima che la dire· , Suvvia. lal!Clatela• E bllsti anau,li ~ 1 r~sporto _ profilar si !ra due n..ambl c- lat1ccio, che sono stata io app art en ne. capo. qu L 1iur1;1ure di pre miracolata iPsuscitandolo del bi U"i vecchio cavallo a don· smnncggtav1tno soensleratame n si cap.iva come con11lderasserl- che lunao lungo viagaio iuor chi appoggia ti al tavo lo i~~~~a 1 :~b 111 \~ 1 ~;ev: 11 : 1~~- lutto dolo. le:_n,r. 81 ~01!,1~~t!u::~rj,h!a~l- provaz.1one quel prealudlzlo del tetto Per le nuvuic :.ta prcs~ il qua le stavo sedu• ,J,v.-v· ,. · vata con tutto 115ed,olo non Le donne H!l!Slevan!l alla cc. Po1chè la llantarella, «ql a sto_ e :ub lto 51 capi e~ non niatP.rno di voler sottrarre la la santar elh, auhindata l"Ulllt la. piu di qu elli amb igua C • , 1 ~ molto alta da terra, ma 'pote• r1monla tenendosi Innanzi la mezzo contro i ~uanc1ah, rl• Intendeva la bimba ma la vi• creatura .al suo ruolo d'angelo un:i 11ov•nctta a11tlco1m quello s~~!~~l~~e. : le scapole bai- ~~ ;i e~~~~~~~~~bi~i~~~~gprf ~~d~! ~~ce~! 0 Jll~~': coÌosusi ~:~o ~~c::;n;e/ :~~~~n: .g~ yione, comln~iava a lltrolog~re e : 1 a;;:~~es:: dll 1 a~;=~~7i:ne;or- :tJ!~~1!r c~~~tedi- ~i:t iu~ ~~ zavano sotto il gre mb iule ~ ._ ( i !a al l!Qffitto Gli occhi tondi comp1Me - e la sf.'dlu era PO- vernare ftgli e m1,1r1tinelle ( Edchc l ~ d~~o, 3 11e l ha gogllando con lacrimosi occhi su le pun1e .acute delle :.c11rpt: blan c?. acce nn avano, ilari, ~,;~:e;m~~:clla ìli"p~rve r~ ne: tt: ~~~,."r~a~ln~an~~1 d!ln~~~i ~:~e~~ 1 ~d~~~t~· !~t~~~~,a~~ ~ip~Ufa~C: 1 1; ~o~n: etto - ~!tt~: ,1pe~:~~t~aC~~nslfebnb:tit :~:'/:,~;, ~teunco~~:!:[i ~= le ah, monconi di ali affa. ..-._ .,,..., 1 e ftl bò e bo le d f.-O{ne I chierichetti al pontlft s5'uard1 la b1n1b,1 e lr. due don• - Non è Iora - biascica la lacrime saorgavano e rotolava• pr.ima comunione la ben~ al ticatc, tr e C un torace ITII· ~ W,, r: 8 t:ol 1 ~ llU ae ,:na ve:~ cale, la blmbu 5tava tutta com: nlne •piccole Stava°oo anche 5antar~lla • no via QU113J lanclaM dal di mento - chè no,; le caschi - serri mo e coraggi oso O'aria ena nsent; 11 lct~o J b~~rs~nSu presa a .i;:uardarcquella solen• Ieri, Quelle due, Inerpicate sul- - N~n è Iora? Che ora? dentro La bimba ne vJdc SCII· con due coc..he 111 clm1111.I capo aperta, quella luce estr ema , bilo la bambina \lardò nl ne nutri zione Nè 11ua madre, le !edle, al lati del coniò, là Per chi. , turlre chissà quante, rrano co- (p111euna roaaaa cou s11uree+ l'ub b1d1enza a un ritmo che al piedi di t ~rro n!ro e v~ e 11pparsadue volte all'u!l(".tO con dove le rr..-lte la monaca che - Non è Iora - rl1:rte con me perline di vetro da poter- chion1). e da ip111acrl11 cun lor- illude di disporr e del pro• un piccolo orinale bianco ac- occhi apprens1v1 osò reclamar- verso sera 1omerà :.i r1pren· esanime autorita, zittendole E ~ Inftlare. Tutta intera la ft. Ztt attnve .tu 11 tetto, <4u11ttro p~lo carpo, lo emp~ono d 'ar- ~~al~!o ~~:r~ 0 le !r~nae d~I~ ~~}'! ices!~ et ~j•~~g:!f~ ~:~ leder~!!:~ 1~. ll~;:t~c~~~~ ~In 1 ~~~~!rl~r~~~=~o c~~l t~~ r::•\ 1 s~:anl~~~~isc':ia:1oeld 1l~~~ ~r~~~~tom~:!~r~~l~:!1•la, f.' un dimento, !orse debbrezza) , Pt · P O . bi n ° e P n mio' • e tutte ad asslcurarJ11ne ciascuno un po' fra I polpa. to. La bimba la presso, colo- tap<?:.'l ta, <tUel denti ballonzo- ~ua nu,dm, r.m1a:1h1lnd1etrt1 ~ ct~gs;~le~h~~ ~r?t~ u~~ eg~t Q~ei/! 0 n!~ 0 ~r 1 ~0~':a~ il suo. ~~~~a '1à, allela diedero da toc· ~~~~: .:!). ISo~!b,~raun~~!u~~: r:~: oJ ~~;edaCC:,:'~~~~!c;. !:;!~~utt ~~~II~~~ e f~~/:ni:~ :~:.so c~·,u:; ~ c 'b,~~ ~c !:1~~0~: zant.l. « Rl... PoSO »: spi nse Esplose le ~onne 8 pre1ar Di nuovo la bimba !lente di renti deUa vecchia. rlnchiu ~r re - vede (ormar51 In ari, nella piccola un senso di esal• IJOmlto dl!lla veduv... bianchi, nva n tl Il piede destro si for).'! tutt e assieme, 11 seuio- lngolfani come .in un gioco au•osplzlo, ma per la bimbo C una ftgura larga con le com, lar.lone, come veder animaul tesi, te.ti un br.icelno e la 1i11m. :lpp ogglò sul sinistr o' ~ llno si rlposò In terra di col_po,magico al v~llichln freddo di come averle llempre conn.iclu- e piccole al( mozze. (Ma non di vita propri.i un vecchio glo- betta fuor del grembiule blu. strlll se )a ma no sul !iai-ico, :av;~l L~n v!~~~!~ol~an:.: !~ Q~t di~ni un po'c y~scldl. E ~~- A::e ;:~~elr v::r,ie n~ ~i:~ ~fc~ ~ssfòr~rdu~o~:.'!toca r'e in• ~:'it~~~v!~~to.aA~1':1e~".::s~tovi~: ~:,~a~~rlua1..1:~~e ~71:~~,~~~ Incassa ndola nella vita con 11ente attorno, stava chiuden• P ~ ed'? 11 ap:-' cd al~. un rr,' Inv'ece le monache le ve• - Non è l'ora di andar<;ene qualcwa sfu11:girledi bocca ,. dere un11tlJlia eer mon..eulo- . una sort a di straziante ci- do I ca~elll del comò, vi d.i .. :f zf~bbr c~o O e/~" :i O U:>Ho3tc,.110 COfD"' bambine, a ?ic~'>nl, dice ~r sè, ha avuto una cd- la vedova pronta a raccogliere. ne, quan~o I• Prende lrllflo. vctt cria. Adesso era l'an ca spos~ una tovaglia bianca, un la boccao lilla r denl:n f dcnt~ un collaretto bianco e il zuc- munica1.ionc - lii bisbigliava _ Domani _ for[uglia 111 ~endo la deutru orm11,i. rn:sle. che si sollevava ta gliente , crocitluo e due ~andele. Tutto ballano tutti 'd 'un peizo. In• r:hetto in .capo. Hanno h, za;,. E tutte a seguir quel gesti, santarella , col vil!Qlmprovvlllil· me 1 alla '"ech i.o, p~11priet11co: sotto il grembiule: era m et~ questo lii vlO'?d111intament.e e contrò con delh ia gli occhi cie- zera taaLiata liscia 4rlgla, }e po(, ~r:corge!'dosl della.bambina mente rattrallo , come l'aveue. nll ne - ed essa inftne v1 1,1 di un bacino rid icolment e non aveva .nulla di ll_Per:1ale. chi. come guardani con due rughe come cretti nella fact;ia alhb~rono, Stava ft'-.anel vuoto ro premulll al mento, S<_>llometle - allo 11le,soinodo a t liero ' 4 anzi I~ dll!~1acque che ~1comò acini gonfi d'acqua dolce es..,asghemba falotlca, Il labbro m- anch eMa. ~o~ una ci«a. cer- _ Cosa, domani'! _ dice con d un altne In chiu.o b t ag : h . appariSJe 1n un r:e,rto senso lo fa sempre con l'uva QUando ferlore .c11denli'!, tutto db!orlo tn alla v1s1one, autorità Ja monac 11, L111riportò spont111nearuente, In~on trat CO~l lo Se ele- , 5~ombrato e con un aria mas- aL!ela Pn"'sentano ch'è già Il corpicino e ondulato 1osso Dopn Ja misero sulla sediola - Domani - r.ipelc 111 san· prima che le Muaafue, ni.. l'!ra- tro d _una bambina malata. siccia Immusonita da vero le• llazla. Le Piace anchc, lanto II della. aamt,a, Si guardano. con e stettero In attua. ma non tare:1111 - L·hi. d'!tlo. no già le sette e men o. L<11 vi. ,Un a~tra volta, fu quello , gno. La ram~g nante voc~ ma· nasetto adunco con quel bu· la bimba vera, quasi da. due accadde più nulla. Di tanto fn Non osando Je donne lnda- d~ro stesa nel letto, un vlsu~ d un giovanotto che saliva 1erna eh'! chiamava dall uscio chini neri e il battito alla gola sponde, e nel loro occhi Al for-1tanto una testa appariva 1:11· aare. auardavano 110spesealla c10 ~aulalo &!allo alallo d111 le scale. Una fil a di fine- llgombrò Mche l'altro lato del- d 3 uccello, ma una velatura come ai gatti l'uscio - uomini che non en• monaca. E quella: - Parla, ft. reliqwa. E lnt-?rno al lettu il strc una sull'al tra: cinq ue ltt camera come un vento.fred. Le donne lavavano vi50 e prima di appisolarsi. tr1rno - qualche ragazzetta In glia. su. Te l'h.a detto un an· vuol?, 1utte l>f:I ~uri li guar- lani hingo la parete d'una do. PencO,ava il 1en iollno mani, anche un JXI' di pelle Quando la santar c.lla si sve- punta di piedi andava alla aelo? • dars i Junullch~, c era in aria ~asa ' divisa dalla mia per quando lo lal!ciò e passando fra la .scollatura della camicia, JlliO. la piccola se ne accor!\.. alla prop1'ia madre p1rlandolr. Spremendo il mento contro ~ualcolla, 1 Entro II vano dclt11 ' • tlle •Altra• per le mani delle d0nne In cui c:on una "}lP.uuolaumida. I ca- al silent.io. Non era più lo in un orccch.io . Stavano le due Il ~lto, sempre più. corta In nestn, a monaca e Il prete ~~~ \u~li~ , iri~ pe'r piane~ Pio Semegh inf: Rit ratto di Laura croscìavann lievi ~ rosai, glun· ~llunJ furono ravviali ln su sle5l!Od·un momento Prima, e.I deformi àppollalat e, Immobili ~~~~a;e lfut~"~r~!:u::o.m~s~c: ~~~?~~:~gu!~=t~n~~-1~ ~~n~~ ri~~:fiiif:tf?~rir.:~ DIARIO DI UN PENS.IONATO ~: 1 Ji~~~i:r;~i;I~ :~: te. E alto, curvo, !a !red- con le tau.e. Bisogna prepa, rimase 1n uicdl anche lei. do: ma non porta cappo tt o. ' rarsi. Là, là, là •· Accenna II C'erano quattro tuie sul co. Ma n mano che sale i suo.i culle 1tone, e tutte II guardar mOdl.no, proprio come se ali movi menti diventano piu 8 ?.·IARZO. - Uno sctllo stu1r ollorchi ebbi o che /ore ron d" G(O\'ANN( ()~;f'R•ON([;(;( ' od essa non bado se non in rf- mo sopito /inchi vivo Il corpo. verso le nipoti deformi: Je anaioli rw.sero a1à \l?nuh in disor dinati, quasl ar remba- lo df oche remig o. in una poz:o , f,'ull, e che i runfco pe,.tmio. I r f, ferimento alfa quonllld di li: 12 APRILE. - In neuun hio· gu_ardano con reverr.nza, an. quattro, forse a soppea rl11. Su tt· dalla fa tica è sba lestra- la quale ruba largo .tpazio a!- con la /amtglla, al corre,:f~ del quore che attualmente ogni go, ad eaclusione df piccoli ci• eh esse come misterldsa fattur a un. p1attello aleunl di quel bi• tO malme nato e infine spO• l'ala d'una ca.sa colonica. In- mio diar io: anzi, nell'occa3'ione ' . . . . bottiglia contiene; Quelle slgil· mfleri ai ha il quadro diretto divina, E quelle riottosamente scotti con gli anlcl, le misero gliato: di tuttO: ab iti, pelle, ,~:ror~n~~e!t~~i:n:: '~h·fo°~i! !~ r:c::~:::, 0 dii~t::' : 1c~una; ;'a~ f:!~;r:~· ,_n prim~ luogo, a~ ~Q :;tc~iar~f";~~;;a~l~ .~;ni:c~ ~;:; cr;~;~~l~~0 ~::~ 1 i ~j {fu'; :h!'~o~:!~a::! ' 1t:i/,~1:1~~':! i~:j~v~~ d~~: 0 :::a~! 1 \:~!r ~gr~;:: E~~~ct~~~beo~~::r 1 ~u~!fi mm:coll. Ora non è che lo no.sca, alme110dei dintorni. Oa- gine~ che poi avevo lelto ella (!h ~chi mi si 1r111mldm.,nc, g,roduole sento di. sollievo do ullfmi piani; Je al1re, a /acile polazione d'un paese. vo. Ma capi la vedova. due le dentlerr-: vecchie, vec- t c.QelclrO d'uno ;;co:iosctut~ serv o, incantato, il naale pia- preaenza anche della mogUe e e il m.10 cu~re, anche ode.uo che i pel!, com1ncfand~ ad J>Ortarodi mano, si rrovano clii • Precipitatasi apri un cas• chle, con tanti vuoU, L'Olor poi• ch e sal e dict.ro vetn Hlum1- cfdo indi~ndente muoversi del /!gli. che s~nvo, piange di dolce con- odomb,raroh.le.guan~e, /imrono a t,:e quarti , di liquido, ;hl a l? AC0!3Tc;>. - E, /orse, de~ .!ICtlQ, e dicr.v&:• 1 nni vuol mont: vizzo. Una melH l'avea nat i: ff l!llO sconosci uto: ch è, dello ${Uolo. Ml /iorlar:e alla me- . L'amic,o ml avc,ri fatto u:1? • 0 ~'t!1~Rzo. _ Uno .!Crltto,e ~~~ i!~~~l~.tl~ezion~o n,i:,~~er:: meta, chi J)ill &Ol~o. VI, sj. accr ~rn!~,ft'; ~~:d: ~:~~a~h~a~~~~I I pan~\ vuoi •. sa:Va v'eran~ rRCcolta Ieri .In ma~o la ve~o-– cl s1 puo avventurare a ve- morta un Ingenuo ,pensiero, improvvisato. Si 1ra1•en~ / 1- dava due inter elezioni ac- cuna del mento • prono le pre/ere n..e dea e 1ent• una siecconata O aiepe e, pe; custoditi I panni per vestirla va, esse se n e~!i accorta beni5: dcre quello d'una perso na qua,! uno ar:her:o, d un. acuto no a sera; dOPo dl che lrli riti- cettabili delrus t" di laacioral 31 MARZO. - ·Da ormai Quln• Se pote!r (polre.1,)pe r~ m~ n~ aen1ir1ella, qualcht pianca. Sog- da morta, le era st'!to .conftdalo ~imf ~ercl~ se scorciata COIJ che non ci sia assoluta men• saa111.Sta del Set1ecen10. • Le rol nella mia camera, Durante creacer la barba· • la barba dici iorni s'C aperto a Nobile manca ' cora17.g10 ' m1 mace giunga e perciò mene maggio, a suo tempo. E po1che la san- n ace a, . manca il peno. t,e est r anea? No. E tanto oche: barche(le anfmate •· 10 . 3'u~ breve perman en:a non come \spresslonè' d'orgoglio CostJ lo un ca//e, Un caf/è vero rf~:at ~erm~:~~d~ ~~ 1;~~a e~~! f,IC!na, 'che C poverissfma e la larella subito sl placò.:del pan· , Una testina d·a11nello. ecco meno il proprio . li prop rio 18 MARZO, - Il lempo ha m, clues~ .te .a,1cora tenevo.die: meccanico, .tpa:iofe, come at• e proprio, co11ta11todf mac~hf- f /reQuent~ori bevono e cercar r,enle cl1e vi abita paaa l'al/it• nl doveva trattar si. Stettero a ~h~Is;~ibra. Di quell.e da Pl'f:• non esiste· non può esis te- camm.in?to .,.f.tpeUo al f'itmo ~~,:~ d~~r~r~r a; ~t' ,:;,/7~,~ t! sta?i?ne ed esp0n.tfone dtl- na p er l'c e.tpre.3'10 •• non cera di capire, in rnpporto alla per- to e non ne I ha, :: suo, ?e;:'• ~1!rf~~eb~:~~:i::~~~r~ ~~~: a!at: ! 1 1 ~~lan~li:~:~ocuem~a:i' ~ re. C~ i JO aeco 5 l:1, chi lo i~;i,tCa%t~~~a~°d ! 1 ~ ~~~~ ~ • /eri sera, di.ttoÉtomi,un mo- ~7: 1 ~!fe 0 •c::eoac;: 1s1~\~a 0~;.: ;'!~ 1 ..t~~o~e~ti:~c~r°~~~~ 0 .pa[j(i ~~~a J;~~:ia~/ 1 1i~':: :e ali~'~ ;;'i,eani~ro'i~!°r;"~ht ,e':d':~o. : nettate, .c scarpe bianche aauz- gl~!to p~em~te al n;uso. e a~- amm e\te. . .ttento a credere a cosl f'apido mento dalla lettura dun libro , mentazionf,.. La barba come ao- sul /osso, ed t, a un tiro di del l'bro seruimeruo ' 1emJ)()s1abilito, lana e /ormag. ze, camicia, mutanda, sottove, C<1 do! I desprr-sslone at~om• Eppure qu el giorno, par . svolgersi df mesf, a Queslo d,·. ho pen.t?IO lntcniamen le a te, cetla:io ne di se .tleui hi quan• fionda, in diar,onale, dnlla Por- 6 PRII E _ p a a L glo. Alberl circondano, ~utlav:a, s,te bordat e di 11rossopizzo •)· te ~on quegli ~l cotti. Se Il tando d'una bara ur.. gioco- colo che l pasaato come una vi- lino a 1mmaglnarlf nella ~llt 1 1o naiura· abbandono di .te? a• la Si seni Ivo anche fl btsoano : 1 V .. · di S ~ QU· 0 una vasta po:: a, anch essa al I uncinetto, un voluminoso zi. ap}~sse. anche lei Il avrebbe so carce rato (« questa la rione sopra u ciQIOdella mfa stanza, preuo il mio tc1.1oltnO. cosmo, ai Tullo... •· Ma tofi: d'~n bilfardo; ma questo i 3'ta• !f:!e ~•eu: n1~"nera ~:c~ ::r=~ margine della slrada. (in~lf!a nalo~ celeste tutt~ erto col. rl• co~~/ !uol fchl ciechi sono verniciano e te la manda - anima• • 4 volte, dalla /fnestra Ml volgevi le spa?''-• n,e11tre nella sua f'apida proaa, 110nto acquistalo dal conduUore di meri~gio proceu!onc anche cosa anche questo 1mmed1ato ~amo 1 e~~ 0 Sadf allot in pet~rifa , !~ne 1 /aa~~f 10 1 s'!:~h dt~~fla~: no a casa ») e rispondend o• di salotto, guard~ndo . fuori co .te ~~,/ :;nt~f~lz~~:'°ri!i. 1 ~~~;;f 0 Jal~ ~:f:ail l~~~itv!i. ~;f:;:~o, d~~f~ ui~;~3 t3;t~n~?~utaroc~ai~'a/~f1!~ quest"ogQi, con .il cor1cori.o. di ~!"~li e,~e1rt/a~aa~~!n~al~a ;:; b~::,~0 arroto la~~. 8 L: ve~~~ da. un rlsetlo inte~no vi~rant~ gli un fabbro che st ava al - e oe,~~e Ilo qua{/ dcdivaneggio: le pag,ine, e U 11wn<'11vo. En questione· l barba come rime- haudenzo Inaugurato lo scorso Qentc venula .dai JX!C&i finitimi. nassare, con llmiloto comodit à t'On voce acuta elencò I cap.! e intanto quella -e1ccola {~en«;- 10 scherzo (o: ma D te, la tua , ::s~ iio.mlt aemco:adOIIO s~r ore; c11rvo au dei /ogli (I fogli del- dio a un~ 1mper/c:fone /!sica. novembre' non è mal libero; e La ba11da d1 Nobile Ca~te!lo un car~o agricolo.. Un. viotlolo nel mcntrf.'Il posava 11ul comò. sia agli alluci gla 111lnc1tav11 chi la paga? ossa allo SCO- chi Ja q~ao,~o lspira:lon~, /1a la tua cronaca), e scrivevi . Ed Tale pena/ero mi è ,orlo Que- molli .umo diventali giocalori l~1pone,:fino a ?" cerio hmdc parte di li .e ;ruga a1n.o .'" fondo- E la santare lla ad accennar l~tlad M~ ancora !e pia.eque il per to, le tue , un bel mu c- mia preacnza sia ui superflua tutto 0 .uorto nella {UCl pauione. ,to pomeriggio nel vedere un prot:etli. d1 SJX!.iO, un .,.,tmo al corteo, valle un riJ)l~o dechv,o. volta P:Cr ~olla. Contlnu~va a I ar a.rs . come • er11~0 m,ess1 hlctto al sole pulite puli- · Q • Ebbene 110 provato per te un ·ovo.n che scendeva dal po- Questa 3era entro per la prl- polche i canti delle donne e le Il aole piega al tramonto farfugliar e, • Sette e cmqur., Pel cranio J capelli, mum1d11l e iu'gatc bene))) 11 mi o non importi nemmeno a f'lle senio df amoroaa metti e un·o 11• ft 1 ale eL'lto ou ervolo ben~ dl ma volla ,iel caffè e pren- pregl1lcre del .1accrdoll vici ni (iuando, dal pae.1t, raaoiungo, Buona gente. Gli analoll. Quat· e, rappt\~al, a ftlamenli come ~h:1!~ro, di colpt, , mi sl • 1 ~:;~f!O queste particolari con. da . più ~?rte di tenerezza m·e protiio: il ment? gli a/uaglva do J)0310 in ,un .a~goi~ :ce~: i! :~~;~llr:~11~!s1c~c~~~~a d~!: r::~. csou';!ri ''1~ ~~~ni~ 'la e;::: ~ie a;,!!~ 11 d~~~ l!!.l!ff"e ··~~ ~~~~~· e u; ..;~'~ 1 ~~~~~~r1: ~fu collocò fra spalla e spalla : siderauonf PTOPrlo ieri, Quon- .ta:,t:,. d impélo, dal Icuo~rf~cf ~~iet 1 ~g() avf~~ dJ:o /~:~ 1;ab::~· ~~ s~l:ÌlaOu::~:i{i: 1 e lao mostra trarre part icofarmenle l'unico za ml /enno un momento phi dopo Amlnta e la portinai a ar. tardi un ftorelto in mezzo, un au tor evole, 1mpone nte , mi do, .taranrio alale 1.e n:,ve, if ~din ,c~~% u~: ~al~r: scscol: ttat'ando che la barba per'quan: dei liquori diaposii au menso- persona estranea a 1ut10;estra• .tu, in cima a una 6r~ve .tali- rlvava no tutt'e due col latte, ftoretto giallo di ruaol~. . misur ò il bacino e 11 torace, rombo dfhm<;:ore duna -noto- 1 r!rmonla d'un ~ ri:>do· e 10 no,, fitta lo salvovd dall'ape:r• rei te elle hanno un 1111fco spcc- nea in quanto la na111rano11 la, all'ombra d'una quer cia antf . qua!!ì p11~tcndevanl lo beveue J?lce la. voce dcli Anwnta. mi artlcolò la schi ena e il ~~c/,i~~ Jaiant~ ~1:!ar~.o;:a '~~ ,!rclò quante ore di iena!Ònt, ta mostra' del suo difetto. E chfo per Jond?. Le bottiglie l~h a dato discf.'r1 imen1~. s.~ ~c- ca radjcar: 1 ,, ~età del tf>gai~, f6 en;~";~·ja~;a ~: 1 ~.;~~~:· !l~ 1~ul~ 1 •s~b:n1timo al tre• collo; mi snodò . le membra. casa, ml ha indouo ad uartre Quante ore sotlrotl'! al f'iposo! inco-raggiaua lul, pov.eretto, a con le. Qual~i h'?uorf sono pre• c a ai bandisti seo:t: o ! °: llli ~ c n: a1"na~~o~o' e IO l'alt~! fu posta sul comodino'. mor:'! dt'Jle palpebre . ~vendolo Ne conobbi jl t1~bro, quasi dalla mia ,1anz:a. Raggi.unto çon ClOVClt.utto questo? rnl doman- aperare che,ness~ro .taicorae~ .ten:a 11d.te.tr~ ~~ran:u,! e 1,ag~~ ~fo:71~~~ c~:~~d~:o da~ ~:ii ~ :o :t!t:'nd/ .~ da cre<ir':"u11Cavatisi di tasca due biscotti fatto tante volte per aloco con Jn voce, ne scn~n la tem pe- una certa !ve/t~zza I ingresso, dai. Ci?va, concltul, 5r cc.n .te della nuriora~ one. ensa~o ":~: 1 c,:: tanl~ l'es si:ionc con la ciaram,lla. lnu p'icalit· __ ___ _ con ltli anici, un.i andò ad af. sua madre, che ftnae tolo di ratura. Stavo 111 cucina "/io apu lo. Ero Ia 1m lcn rlnl. QUI!• 1.11r;1Ue duf'°ll'/tloi:~• cl ai ~~cos~f :ilaqtae:3 0 c::r1i:,~ei; e 111~:~:~r! ~ 1011 1 ; peri~a <firilereUf'~ ll a or,i le polere dellci muMt'u 111 1111 ·u,i 1 . I {Co1tin1.1a in 6, paf1,) (n,tarli nel !alle. e resero od1r dormire. ~battevo un uo vo, tcn cnd ~ ·l' 1111 ero rccaic, 1 mN <' ,rn,.su, ,, u J)OC'II' u 1"0,1 111tcnw m • a 1 , Biblioteca G·ino Bia

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