Fiera Letteraria - Anno I - n. 18- 3 agosto 1946

LA MISERIA lfocconto di MAl<Ct,;i,LO GA!,UAN La cucrra mi a,c,u giuo,·uto un brutto tÌ;ro. J .\e8tiun o urlò pili o t·antò ncll,1 not- 1e: le ca.se eran piene di genie t)ronta :1 ti)trofondurc iem1>re da un momento ull':il– tro. 110110 le tralc; non c'craoo fo:-•e et: puti. La 1erru non cm •rnt a f!o ndata a tlo– Vt r\!; bu11t:1va ufTucciarsi nl.lu finestra in 1111n :-orta di di-;trazione ntroce, 1>crd1è tut hl J.1 gclllc ~(•hiacciata Juni;o i muri, E.i nuiq:ini ilei giardini, nel fondo della str:1- da, 11ci pre&i:,i di c1ucl J)Oggiolo 11Ua cui 1:-01111ui1ì1~1az-onaH1 da 1c1111>0 in1111e.mora– hile un, ca~o110 celebre e squinternato fra due alberi magri II segnulc, scmhras1,r. J)ront,1 a morire da un momento all"allro. Tutto .. i S\ olar, u nella considerazione cf• (l..'ralu o U.:,-,urda ddla morte. Le Hradc dc~..,e, che 1t1i1t1!'orge\nno dall:1 fin~lra, era– no bbagliate; L'itinerario dei carri _arum'i era rer111men1e un altro e tutto e o rh, lru,a\ano sul cammino, butl:l\an giù. li li<'lo, che -.j n1,rhn in alto, oltre le ca~e o I~ cime de~li alberi, era un occ.-hio ni'• mil-u. L'ac,1un, per allagare. Il fuoco, per (uc-ir,are ~emmni f'ndn,eri e campagne. Un c.-crino :i('N"O mi r:1◄·e,11 trepidare. I ~a~:-ii tulli, d1c formll\:tllO l'.:IM" C 11\0llUlllenti. uno ~oprn l"ahro, cun pazienza nel lasso rii 1c1111>0 da due, o tre mesi, a fori:1 di pali c 1ran~cnne e "n1le e cnrriolc, <(UCi~a.. gi, lutti u-.-.icmc, ,•run 1>ro111i n ofogarsi, a ri• 1v1111ir{' pi<.·lrn, unu:1 d11 la11cio, polvere :tt' e t'ttlllle, Mu le clonnc, unehc 1-e non s1>osate, i;u11- tlnA11n,ano un ullro materno. Cl-i uomini ..· ,c1l1·,uno n figli o-0ltnn10 e prendevano 1,ien:i del 8CllO che li a,ovn nllatrali. Co~ì un gallo, un Icone come uu agnello. TuHi ,·,,loro che t'umminn,uno con s1>ort(•, i;on ,c-.1i1i pieni tli rob~ &dose, ridotti a :,lo– mn.. o :-oltanlo. brnnui,•nno nel pa56o di rl· tornare nel e-eno mntcrno, dentro l"n:.ilo Jel cuore 111a1er110,fra le t)ieghe del ven– ire 111alerno. In alcuni i.:. lru.ii ero 1al111en1efuori th lllt• --tc,-.o, 1,role@O vcr•o gli nllri, uno dei l:llllÌ, uno cli lulti, rhe riu~cho a stento a riprendermi, n tornare in me ~tt.-:..!'o,a ri- 111~1lem1inei miei ste~: pnnni. Si mangia– l:t'! Si dormi\a tulli? Alcuni ernn ,estili. altri ~ pog.li? Si ri~cha a tro,are amorr nella doruta 1>nth1-i1a? I mul"ni a ,ento e~i– :-le,:mo anf'orn in Olanda? I eineEi man J<i:iurno .ancora rh,o't Il caffè era rurse un prutlollo del Bru~ile? Quanlo ferro rima- 11,•va nelJe miniere? Quanlo t'nrhone a· , t~bho a~io1i10 llJlt'Ora i focolnri o le mac– d1ine? Cominc-·avn la 11011edei temoi. li ~ai m1111c-ava, come In luce ele11ric11; le <'nndele 11c<1ui~t:wano un valore iiu1>nreg– f!;i:thile: e quel i,cgo non cm nncora dn mo1 ngi:irc. Sic.-,·hè iJ mio J}ens-iero ,tava f.JH" !l~O ne.I renlro dcllo1 terrn a rovistare con l u braf'dn o ncll":,ho (·ielo nelrallarme con· tinuo delle mnrehinc aeree. JI 1·uore m:. ~i .-.,a formalO in un palpito "olo. Il \ella ca ... a \3gabondarnno i figli .allorno al111 111.1dre. S1>e,~ &e<levano tiul ca,,,__--one delrantif'amera, • pa""BLi, in a-.coho, come ai margini di unn piar.za. Ro~icchiavano il ll'O<'Opane. 'ubbr-aca\nno di ac<1ua, dopo a,er fallo lunga fila atlorno alla fonlancl– Ja del giardino pubblif'O, fra un irnpia~lro di poherc e di ..C.'lrpe. ÙJ)J)Urc la notte Ei p.-1rn,ano v~titi .;uJ le110, e dormi,ano con un O<'f' h.io a<>lo. Tulli del rC.!ito fot•-•. \:111u t•o.:i. Tu11i. Durante il iiorno i figi n~~iemc co11 lo madre ri,crl)ll\tlllo al< 1ua.nt, ) •111ell"o,·chio notturno, un poco p,allido, du– rnnle il giorno, .!-IUlll.'O. o lo mclle,•JllO ,;o:- 10 i,, )lalpcbre, per uhiwd.ioe, al buio. Lieò le ore; nell:i di~lrazionl' Joloro-.a <1m,J. t·uno ci a,,ia,a J)er ron&alazione ,er-i,O il teldono, mu il telerono non ri~1>0ntle,a; un giorno Angela n1>ri tulli i rubinclli del j:"u--, i.i 111i~ea f.edcre &ul 18\olo di cucina r, 3bJ>ellÒ invano. Alla fine e a ,Hll'O a JJO· co ,cJrnero a mancare anche i !!o,Oldiper com1>erare un franrobollo. Ci i,i nutrivn di tlemo--ina, di un gocdo d'olio chiesto alla signora Pnolo, di un p-01·0 di grn~bo solleeitoto aJ .siK.IIOr~foderet,-i, di un cur– ('11·:.1iodi zul'chero c·he fu nc&ato dalla· Can– terini. lncom:inri:irono i dc-bi1i prC'-So i nc– fozianti. Il ~1l0110 e In camer:.1 da lcllo fu. 10110 vendulc :i •·erto giovinu~1ro bullerat,) iu ,-iso che <,O:,hl\ n n piazza Pollorob: i vestiti, le eearpe-. il salottino ro--o, il UI• volo di Hlro a certo Fra.oc& di Piazzu Vit– torio; gli aggeggi mcccanii·i a <'erto ri,en– dilore di radio e eo-.e imili d~ \Ìa Pia\e. A,e,o dcci--0 di non rh•olgermi mai a 1>er– 'Ollf .,ho conO--''t'\ o e la d(•('i~ionc fu mrm• tenuta. l'l·n-..'l,o :illorn di 1101cr la\orurc in qua• h111<1uemodo, all'infuori dell'arte. Mi prc. --e-.nrnim1 giorno al eomando nlleato, di-.po– ~t.> a for JlUO\AlllCnle l'uomo della carrio– la; mi gunrdarono ben b,nc, mj ~<1uadra– rono in op;ni rnia tlnrlc. ooi un tenente; di~e che non ero folto nJ un mcsliere. e, Si :1,i::,.1 J>ÌÙ nulla da ))Orlar ,in: gli -.1rofi• u,1ef'i -.,eni\ ano da a--ciugamani, 1:.ezzulli tli ~r:l"'.!'OJ>er :.3J)(mc. Ogni 1>0CO mia mo– glit:. con le manj J)iogate, 1oglieq1 dallo ~c1111tinatodella ta,'I gli uhimi re~iclui di unJ bclleua ontiea. una <'ollana fol•a di Noterella 3 foscoliana gioco a Chico, un <1uade1no per Lilli. ~ino Non crl"do di errare affermando eh, ii na dd ago di Como s è nnmnginoto un pe. a •hc il <1u.aderno =,eni per accendere il lago di Como con le sue in~nalure e colli e I M:atore, non lo ha d:pinto come un es_sere fut,ro ~l!o la paddJa tenula con le mani. ville e sfcndi e ricami, che sembrano os80m. che cde. e che nello sfl."Ssotemi:o conhnua O~wi poco il ,enlo etra110, che ::-J).ir.t,a ila!. mare in sè lutt i fulgori e le finezze della ancora con indifferenza a darsi 11lìo sua oc: le eamcre de"'°rtc, alza,u i ca1,elli e ne natura lombarda quas: res1ia ad essere coha cupoz.ione, m.a come incantato e dalle mani pori.I\ a via qualrhe cioet•a, nella su-3 immensa varietà dalla magia dell.1 immobili dei quale sfuggono I: reti•· Ma Mi detti a <iunl<'he m~iicre rai,idu, iul• parola, non ebbe nei carmi perenne vita se il Chiarini non avrebbe dovuto dimentic~re non allo spunt.ire del n ~s;ro Rom'lnlic amo. che il Calbo, mfido Acalc dell·csule mfc:11ce :~;le~ 1 \.i~~iu c1:cr~~a':1c1fn~ 111 :~r:::i..l>:,~!~;~ic:;i,; G. B. Giovio. erud to dd Set ecento, nei conoscMUtoa Firenze nel 1812 e che l'abban. rnrrctlino ZCJ>l>O di ICJlclC.urtliitrn, i, )umi, suo commentario Como e ;I Lario (I I cnume• donò , aciasurato e ingrato• a Lopdr., nel ;r~:;,~:g':i~1.1::t~\~i. d!n\ i:C('~.:;:i~: 111~~: :~ d:u:~: ~:~~;,, ~~ ~ri S~rr:tn:. 1 P~:ib~~e T~~ !r 1 1~iore;a e• 1 :~~r:110~: 11 ~:1 r: rd Gr~~:i;od;~r~ u~o~tra. La notte era ecre.n:i in cielo e buin !omeo, i due Plm., Cassiodoro e V1rQ1~io. Ricciarda (5), E.' vc,o che il dili-jentiss.mo Degli italian: ricorda un .ver&e_lgiotorc mode. 1 Chiarini fece risco11.1r-1rc , tre autografi del.a ~~ 11 ,~.~~~ll n:;:~(~~.c::::;:,: 1:~:~; i,; 11 ::: 1 ~~-al~: 1•; 1 1 !: sto, il madrigalista l.uig Rusca, e lo scrit- Wbron cu che con~ervano quel fra'mmento e ,o, n,e,o fradicio ;I Clll)J>Cllo: le ti<'npole ~i :~r; ~lu,!~~inde1~1uM:;;e Renonico, tutt'altro ~:1~1 r~s~;~lf~b~!!a~:.ulla•r~:n:;'~}:J:{6)~ r'::t~:' ~~o i~:u:d: 1 ~~ ·1.~l1~ i:r~;::~a~!~~ Vero è che il Pari~i cantò il suo vago ma un ccnoa..-:1torc sicuro di manos I it1i fo– <.:licc<:onti Java una mano Jler J·lbtra"i; Eupili e Pusiano nel:a Vita ruatioa, nel.a scoh-'ni gli avrebbe riferito che il Foa1e0,o Ra I i i lia, 0 0011 la ua filo-ofi,i: Salubrità defl'arid. e accenn-a ~i laghi lo~- n_ella sua ix-ssim.1. callig rafia. 9Criw_v3 spcs-- •• ~ 5 accap { I . " . l b3rd1 _anche nel Giorno. Ma I Arcadia e 1I 11sa mo le r come 1.a n e t.he e fac1hse1mo lo l•iJiherlo clierb ontano e,Q 'li tra~cm:i,t J a tono ironico gli fanno spesso ve:o alla fan. scambio delle due l_etlere anche in ailre scr1t– currella _uon cuore. ue 3 --ori.a_( 1. 11• 1ast0, sicchè, se non fO&S'egli a indicare 11 tur, meno dle.gs1b1li. Per questo non J'oc– \Oru non 1111 foce,a -.en.::.o _comi' niai 1111 3 : nome dei 1 uo.4hl. ben difficilmenfe. polre-bbe chio, Tllll , 11 sano Jiud1c10 • è guido più si. \e,ab)a 11 f. ~ 11~ _la 1 \~iHhla for_znl~ d,.., I tnd1viduarli il leuore curioso. Del rei,,to, il cura in simili casi: e que,t-> sugger,ACe _1a mo 1 •~ l Cl ''~ 111· ~ e e .. earpe ant' ic "C, Parini non ebbe nè l'occhio nè l'arte av- lezione pende, ncn perde. E.· mai possib,le ad ogn~ fuo~SCllll d_i crcdet!zo~~ 0 a~ una vcz:zi ai grandi panorami della n atura e del· che il puc.1lore, avvezzo a aimi1i sce .e, mal• r~gn ~h filct!iera, 11_ 111 mfJ~lie 1111 1 1•nzzl\a ò .a poesia, vi_ssulo ho le eleganll pare.ti delle 1u1ine, rimang3 co~ì incantalo d.11 dole.e con. I _l'o. 1 1 igho maggi~re, 1111 guart "' 11 com~ stanze princ1peache è tulto chiuso nell'ama. cento da laSCJars1 ~.uggire di mano le reti, si j!u:ircla un a~:t--e-lllO c~>nvnto. La\ on~, bil rilo di nobile precettore Le sue descri- cui sono l~gnte la eua giornata e la sua vi– tutta la nolte srno a_lle ei~<!ue dd m:tlll- zioni naturali sanno sp~sso· del convl"nzi.>• 13) E poi, come qucst.e lii pos90no perdeTe 110, ora nell-i quale nportnLil Cltrrctto ,uo- nale e del didascalico. in sì breve onda) E.' u:i detto comune d1e, Vennero la rivoluzione, Je guerre 1rnpo!eo- quando si è presi dalla mus ca o da un 1m- niche, l'.nvusione straniera a spazz;;ir via aba· provviso gpcttacolo d-i bel'.U1•.2.a, si lasci-:i ca• tini, e1cisbci, dame e vergini cucce, cipr,e dcre quello che si ha tra mano: ma non le e parrucche, ad aMOpire i dolci belati di Ar. ampie e lunihe e amm.ag1ia1~ reti. Je .I cadia. S1 assiscro &0vrnn1nuovomente fra di Chiarini e g I ahri sludiosi non foss.:ro ~ldt noi il dolore e la morte. Ma la poesia non si presi d..1IJ'abbag lio d el dolce concenl'> e estinse e r.sorse a nuova vita, p•rchè sem- aveasero rivi-uuto tu.la la scena nei molt::pli• pre, come canlÒ i: Leopardi, dal dolor co- ci par11colari, non ne. solo fenomeno dcusti. mjnc:n e naKe l'italo Cllnto. Nacquero il Fo_ co, non s8' bbero caduti in così invcr0<1imi. scolo e il Manzoni e sorse fra gli nitri il Ber- le nlerpre1,1zione. I anta più che il <JCCll.J"\• chet (2) per limitare il ricordo a quelli che do ,~rm ne di pa!agone, il diffondersi de:1·ar– cant arono del lago. Il primo e il p Ù grande mom.1 ne! la co nvat.e in virlÙ dell'arpa, por. per sensibil.tà poetica e fine:t2a espressiva fu ta non all' est.al ca contemplazion~ o incan o, i] canlore delle Grazie, che del laJo 1itrae- ma a riten tre che la convalle fiorentina st ri– se in quindici endecasillabi, riportali di pc• desta a.la vita e .embra acc,uislare un°an1• so ncl:uhima e non definitiva red.1zione del ma umana avida d1 bellezza. poemetto, quando l'unico Inno si diffuse m un triplice canto, come tre erano ;e. sue crea– ture be.Ile. Ecco i versi: T.11 dell'&Jpa diffuso erra .1 concento per la noatr.1 convalle: e mentre poea ,a -onatr,ce, ancora odono I colli. Quelli sllmno aci-, asc.dtare quasi fONero f ~;:i;~ :S{{::L;,;_~: ;:; ~~\pi:;7i;u, ; 7 u~~ :':~rnt~ '" ;,. j ~;:::: L,u1i, e. mol,e il flauto si duole P.uo! e non ci appulcrerci, 8c non voles.1:ti D'innamorali giovani e di ninfe diEsipare a fondo l"errore tea.tu.aie. Anche orn.. Su le gondole >erranti; e dalle !!>ponde meno che il poel3 avesse scritto perde e )I Risponde il pastore! con la sua pivn: Calbo f06&e stato fedele 1rascrit1ore, i; F08Co- Per entro i col.i r nlronano i comi lo nel 1819, si noli dopo ila prima il ..mpa ·1 error del cavriol, mentre in ca.denzn della Bibf.oleca lla1iana, preferì pende. l:t un Di Lecco il m.alleo domator del bronzo passo au1 Poemi narratioi e romanzeschi ita. Tuono dagli anlri ardenti; stupe.folto 11ani pubblicalo da; Foscolo in inglese ""lla Perde Je reti il pescatore, cd ode Hioiata Qu<.tl.rimeslrole dell'npTi.e 1619., tra- T a.i dell'arpa d.-ftuso erra il conc~nto dotlo e stampato a Milano dal Magg\ <Ji lez- Per la no•tra convalle; e mentre posa ge: • Il lcll~re r,mansi piacevolment~ per- La sonatrice ancora odono j coili plcs80 al parl del peecatore. che., ;itton110 a,J_ ' (Inno JI 121-135) l"armonia di mille lilrornenti che suonano ne:- ' ·, ."isola di Circe, pende le reti: La deecrizionc è in funzione di un con- cetto croè d1 una similitudine La mc!od1a I • stupefatto che Ìa bello. sonatrice d'arpa ~re 850 l'ara di Pende I~ reti il peacatore ed ode. ~~l:~g;'tffo:d;ra;:: f:1':o~v:iiuifi~re~i~i~: L'uliima redazione del Foscolo è dunouc come il dolce concento di suoni, d, voci e P_ende e c_oeideve eMCrc corret.o il les10, se di rumon aul lago di Como. che si risveglia 81 vuole rispel!atc l'inienzione del poeta. n.l"appa.rire dell'alba. I. verbo pendere è un latinismo, che. •igni.. fica, a detta de. Mnnuzzi, appendere, sospen- Gli studiosi hanno preao du! abbagli nel dcre, calare, Si scelga funo o l'altro dei commentare il paS30, f~ perchè, come il significati: il p.ù opportuno è 1'ult,mo. che pescatore ricordato in questi versi, distra ti coglie _ne_~1:8, 1ipresa del suo la"'oro, a, pari dei dalla melodia pittr'1ce del poeta. suoi &1md1, e nella rapida .1ltenz-one ii pc- Primo obbng, o. Nessuno di ursi ha nota. so.itore foac.oliano, l11co111i11da,·a la fame, Mcnlre gli altri 1•01111,alte,,ano, 1u11· <1unli più quali 111e110. i fi~li miei a•..iemc con la madre combnl- 1e\n110 eoulro la fame e il ~onno, senza di– fr~;1, -.e111.11 un ullaet"O frontale, eenza una arma nella mano, Del re&to <1uella era 1;1 MARIO MAFAI - Disegno to che il Foscolo ha prcp1io voluto cogliere Vorrei che qu esta n oterella giovasse non la vi_ta umn~a che si ridesi.a in quel divino aoltanlo al lesto dc.le Grazie. Sappiano 1 sogg1o~no al,o spuntar deL alba: e non sol• lettori che è slato cost1lu21o un Comitato per t~nto ~I dolce_concento de, suom. ~a descri. J"Ed,z.1one Nozionale delle Opere Fosco/ia. :z1onee una plltur~ completo dcli~ r~prcsa dei I ne, che ha pubb.i011 0 sino ad ora due vo- 1.:'voro_consu~t~ m que_He do.c1~s1me nv~. ~umi nei testo critico, uno per le mie cure :5<>110 r1cordnti_ 11 go1_1doheze,gl. 1nnamora1 1, e l'altro per quelle del collega Fa~à. Altri 1) pastcreiloi ,) cacc1ator~, 11 fabbro che hn 110no pronti per ia stampo, ma mancano i napcrlo la r_1sonanteoffic.1110, 11 pescatore che me.z.z.i. Se qualche mecenele voles 8 ~ veniTc e:elln 1~ rcll. ~I poeta _ahento nulla sfugge in aiuto dell'ediz-ione, può rivol.Jerst per della vila eh~ nprc~d~ ,I_suo ntmo _su~e ac. I achi,ar men_ti _al mio uecaptto (Roma, Via.e qu~ che anch use 81 ndes.ano sott? ~ ahto del delJe Provmcie 64) o al segretario Plmio Ca,. gau~ Euro. Nessuna eco d~l.-.1tradmon~le ar. li (Pisa, Viale, Giovann. Pisano 16) 0 all'edi. cad1ca ,ctternt~ra uman1&11ca:Quanto e col- torc Lemonn1er, (Firenze, via Sanga,lo). lo dalla fantasia del ~•a s1 r-tr~._-11. confe~- IJ....'opcracompleta in 20 volumi è jj più bel mato nel cornr11:cntaru? del Giov,o, che • 1 monumento che rltalia po8S8 erigere alla f- oKolo, suo 4rruco e innamorato della m.ite memona del Foeco.o p1l'rra. \elb iz,uerrn non si -,:apevu bl:'l\"olla rhi era più prode, ~ quello delb dttlt (l ,edc chianuueo1e »: •oggiun,,e. Fin d: l :1l – (p1elle del fror1e. Si mori,a <1ua ('Ome la, Ioru (.'()mindai a peregrinare lungo hi c.uà alJo ,te--.o modo, ma quaggiù ,enza gJ•)· di k.orna, o~tile e hai.€n. ri:1. come lopi. c-ehiaf'c·a,i dalJe J>nrrli, fra. Un giorno ritrovai un ,eccl1io jtllico il e11:, ..ati dai soffiui. "l>Ìatellotl dalle maeerie <iuale a, eva aperto, nei prest,i di piazza interne. E clun<1ue si muore. Ci :.i pre1:>ar~ CC1lonna, un 11e[:o::io di belle::zt1 J}er le a morire. Che cosa \Olelc che foccia una ~c,:rpc. Era uno ,piraglio d"uomo. <'O~Ìca· l·amera di meno o llll capJ)OltO o le <'caqM mul." 'o ch e il ,iso gli si a1>rha 111110nella o un lenzuolo di meno, fra tanle eo~ d: l>Of' C.te la bocca di era di11ta1oio :i lulto il 11wno? Ci -.i ridu<'e :-ul lastrico o per finire corpo. « Prend11111 con le, g.h th'ttlt 111una tlcfmithamenle o per rieominciare quando '-Orla d, commozione J>ressanle. Lu.strare le ~1tr;'1 il riorno. I "earpe non è difficile; ho forza baste\'ole pl'r (1or1are n com1>imcnto di lustro e gli,. Ili 1 -ia unn lrentina di 1x1ia al giorno"· << Ti Ai rimi clell'anno ]913 infatti il Ja:,trico ll!,enderci volentieri» ri.oJ)~ee l'ult_ro ":rna l'<lrnir~('ÌÒ ad entrare in t·a-.a mia. 113 (' t" I affare del la, oro ,·he 10_doue1 :iffidnr'" tit;mw , uot.uta d:1! mobili ~i ru~cforev:i _ :n 1 :• 11~ 1 :hno;I ::~, 0 ~~I è ~:~:l 1 i:;:• e ': 1 ~~f::~!~ lulume11le 11111a~1111cnt'!;.ndoll1 A ler~a 1 ~ ·in dalla n:sciln. Se io ~ ,ro!nde•&i fra 11uellu 4slanza, tt. r~iarg1n1 delle pare~•• . .,, 0 _, v drenun un &<'ioH!r 1 ciif'ral~ dei pcn-.nvu ad lllln 1m1zzell11 della peri rena. 11 >0et: e. 1 . 0 f ~ I O g .. 1 . do'"c rim:rn 0110 ancora le orme dei palaz- u,1rator1 < t J)rO et>8JOnee lu eure~, I pn– zi (fo,tr1111ig('Ollle quelle dei <1uaclri man- ruo artefice d~ll:t en11.10rr11. 't lu~trulur::i (':tlllÌ. E la pohere n:tSfevn suhilnrnentf' ~ rlclle. scar1>e e h!!e~zrn e,_ anc 10 Si' n 1>r ... rniaic-riosamcnte, 0 acava i ,e;ri tiella fine- nrn v1sla non sembri, ed IO non po•t-o dc· ..,r.t c,tnl'..a lende ~llumacava le mura, In• fr:111dare coloro d1~ dn lal mt.',11ere lra.;– ta,a j piane ili J'i ).cgno. Se parl:I\ i atl alla gono profiuo per n"crc »- q11·e, ln c.t•a rimbombava, <.if'chC fu_, ie Se a,e,:,e.i voluto rare il lu.:,lra:earp'. in– la to ai fi~li di urlare di dolore. I ; ;1orrll bOD1ma, sarei dh;•,liato per la JJrinrn ,olla •i ft.cr.ro lunghi; mangiammo. oc.ni poco. in vita mia un truditor<'. Tornai II ca-a. di un:1 ,1anz..i d1(' t-i , uotaHt, p rima del pen~anclo <'he ne.: giorni nuo, i non mi ern ,!,.;dutt •no. poi dello ..1udio, J>Oidei tfU:tdri. pos:~ibile più un q11al11n<1uernest~ere ma· J•'li ddl:J t·amera dn le110; i 111:ite~ahi ~~- 11u:1le: i111t:rde110 ller legge opcr:irn Tnd ~: 1niut"iarono ad andarc,ene, 11uindi 1 ,es1111, ~111 la,oro al <1uale 11011 ero nato. Non -1 poi le ~<'aq>C,_alla fi~e qualf'O!'a <'_h~ogni J 11~·1 •• più nlla , ita, mu ..,j, n:1-.ee ad un 1~1e- 1,11. 0 mia 1110 ,i." 1ott;J1na da rt>('e-.•r.i11111,re- -.l1<•re.A J)O('Oa J>O('O,a r.111;1011{' della man– , rtlui" ~ ~ibillini. come l'a.,1,1rn1>0lvert". co- ranza dello •<1uillo cld campanello, HC"•U· n11..· il termo• <'Omr- J"ordigno l}Cr lut·itla no bu,.,~ò pili :illa porta cli <':l"a; andu: le n• i p:n imen;i. Il la•triro del marciapie- ca~t' -,i eran ch·~:e e non ... j pn:teurl~, a d.:• cle d, 1-a-.n ,.,i mi-,e in ,nlore, pre."4:" "I:"· 1101 .nc11111.1c1~0 JHU .la rc-.111uz1011<'d1 qu, I ,-ore c·irrolù nt·llr .,rn 111 ,e dt.•f'rle. E, 1111• E!Ot·c 10 d 0l10 o ,li quello !,brendolo ~• pri,,', i-:um.·nk, !}er malore, uJ• giorno il gr~'-"0. Ma -i eambi~vn l'~nimo '. _J'o~cl110 tilf'fnno 1:u·qur; un ahro, la luce non m~,> nwr:wn. L:1 ,cnd11a elci molul1, d. 1 ,c– \l une piìi; un nllro ullt'Orn il ga\ ..,pari, -liii, delle !-lll)l)ellLUili cm filUla un? ven– p,•r 111111 w,,n 7 o di c·arlionc "i dieua; alla fi. dcllu; mles~o, J)Cr 1111dOrt•o per (1,;crhu, 1.e ltrH"ht·' In c1t1JfJ11Cciua ~J'orolo~io di 111i,1 cr~ giu-.10 mori!c d~ fome. l11Nr~1i11riofra >n,hc) ,i formè, pn ,j;,io di imirn,ione na- n,_i1 1~1.1a µ.aro d1 rf'~1~1t•11;,a:a 1'111 ~,•.,_islt·,n !ui,ile. e· 8 c 11 iimmo murn1i ,hi; f-i diu1e11- da p1u :, 111111 nrnn~rnn•. Lo <..J).-i;,z 11·1 l"(\Jl \,;J 10 i11 ,i:i l\az:ionale; ],tl mio. Carne fn1ica,.1 tome ~empre ed io ero lon1ano da lei, nel– la di~perazione rcl~te e trm:,1uu:i11:11a di 1111 e!'la'-i di odio che ormai ha rif:itto per in– tero il corpo mio, anche <.e do\e~i allJ fi. ne donare un capello od una ~paZ7.ola, un o-,,o ad u.n pettine o qualrhe 1>0' di .anguc od uo'esJ)CJ""iCOznmedica. Ormai )a tOrluru era in me. Basta si pensi ad uu uomo che, cadu10 l)()lto un'~ecuzione di sanaue ~ mes.:m 6ul ca,,aJlctto o braccia ,e,J>alnncalt', ma inv«e che orizzontale, ,erlit·rilt•, lo i-– foe(·iu camminare: in di più sulle top::ill• cinque figli e un.n donna, e allora l'inqui– sizione si ri:,0h•e .in uu a:iuoeo di atroha– zia mortale e ridicola al tempo ,tesi,.o, N~suno particolar111e.111emi avc,a gelln• to \'erticnle sul cn,allc110; ma mi ei la• E<·iavu morir di fame a'-"ieme coi fif,Li per un bCJ1limenlo d:• ignornnz:1 o di orrore, di ::1n1i1,atia o di gioia sadica ,i1:1li; era la vita t.t.cssa, In , ita dei figli 111ici, <111ell:1 che mi danna,•a: ess:1 non mangiu, ano, ~– E-i ilor mivan o in !erra, c~,i ernn ((ua•i nu– <1i, e.. c.si no n piangc.vau piì1, e-l!i 11011ride– \'ano nenuneno. Qu:mdo <111c-llamaltinn lllrnni a casa, e~i mi n'-f.Ctla, nno, in ani • ramt'ra d.i31ocati. t.Cdu1i u terra o in piedi, ed io 1>0r1a,·o loro einquc pn~no1elle con !"-alame da di, idere, un 1>oeo di cnfT(• u <1u:111rofonnagginj americani: a1>1>ena~t:n– ti\'ano la chiave uella IOJ)!>a, fonnn,~1110 and1e i J>ensieri e cominr iavano a g.iorarc in (li... trazicoe, •·on pc1.zi di nnli(·hi g·ornt• !oli. Lilli con una t <••ta morta di. b.:1mbol:1, C.:hico l"On un fut'ile rollo l'he 11011a,c"' n111111az;r..alo ne"6uno. Angeln !'On un libN ~l'nz:1 1•agioe. Ci:inna eon un J)it't·olo bnr 11· O.: Angeli~ ridotto ormai a ao-.111 tli h·t-11(1. Mia moglie me,a pa~..:tlo tulla lu none huia e fom!a, 1c111a 11n:1 1•nnd1•la nemmeno, ad andar e:1ri>o11in l e.rr:1 i 1:oi eru l,nr,la1:1 :l stracrio in1ero d:d t 'ollo .,ino ni 1>iedi ,calzi e fii t.vcrtcbrm•ri tilrofinnndo c·on tull:i la ver,-011:1 j pi:uwiri di kµ_.110 nuolntrit'e sb:1gli:11n "li una ri, u <..CC('II. (Conlinua~ e sraz.iosa. figu, Cecchma, ricuumcnte c.:.• nobbe. In eseo sono ricordati le gondole ve. :i:t;;; ~en~~~i~:~iach1; ~a:~:'ìatlotll~? c:°:. ni per chioma, le gondole. 111 Ma di sovenle i OOrca.1oli mancano ai dover Joro abbencl1i d:ill'a!tro lido ai superino le voc. degli achei omerici o squil1S1 A corno in metro più lun– go ohe mai noi sen1isscro, igiwta Bo OJdo e Ariosto, le foreste fo Francia a~ tempo dei Paladini e del re Carlo• {3). Non aono dun_ quc i corni dei cacciatori di "Arc-adin quelli menzionati dal Foscolo. 11Giovio ncorda le mand-re mugolanti nei pascoli, i pesci del la• go, i c;erv'1,i camosci e; Lecco t1 la gloria de, ferro 1: , Vi ,. fila il ferro ancor aottilisai– mo • (-4). Nella descriz.one foecoliann non manca la nota classica; an~i la moe&\ ini– ziule è pre&3 proprio da Catullo: t1 Qual.a flotu placidum mare matutino Horrificans Zephirus proclivas incitat unda, Aurora ex oriente, vagi sub lumma solis •. Ma tutto è colto con anima di poeta moderno, direi ro. mantico, che:; vede la realtà circostante e l'ob. bcl!isce della sua arte divina Dunque la scena non è affatto fiorita ne:J' A.rcadt0 uma– nistica e mclodramma:ica. Secondo abbaglio. Il verso 132, a giudizio dei Chinrin1 e dei recentissimi commentatori che ne riprodussero il testo, sarebbe il !e• g-ucnte: t1 Perde le reti rii pescatore, cd ode •· Il Chiarini conforta 11perde col testo d I. In Biblioteca itafiand, mandato al d11e1torc del!n riv:s:a nel 1816 da G1ov to Scalvini, pur s.1pcndo che tutle le edizioni precedenti ave• vano pende, da lui stesso ac.colto nell'edizio. ne del 1682. Alla presunta correzione è mos– so da ragio11c tutt'ahro che filodotica; dalla seguente c83irvazione di And,ca Calbo: • Se (il Foscolo) in presenza di quello magica &<:e- EMILJO SANTINI {I) M lano, 1795. (2) li }3erchet incominciò add1riaura un poemello di cui non rcslano che pochi vcr. SI. iBEKCIIET, 1-r.Jmme-nti di un poemetto sul log2 d1 Como in Scritto,-i d'Italia, Bari, La. tena. I, 349-352). {3) G. 8. G1ov10, op. cii._ p. 299-205. (4) ;.,;, p. 297, 306. 174. 176. (5) FOSCOLO, Ep"atofa io, li, 290, TKAVERSI e Orro1,1N1, U. foscoLo, Corbaccio, 1926, IV, 33 e ocgg. 99-100; 34/.J◄j. (6)C111ARINI, Poer>e d1 U. F., Livorno, 190-4, p. 99. 177. Concorso per un romanzo La Cm," E,lilricc Tariffi con Sede in /(o. ma, I iu l>i<>rluig;,da PctleS11i11a, 55~ b"'•· d,~ee tm Co11oorso per 1111 romwizo origi– mdc i,,edi10 <li autore imlùmo col premio umco i11divi:iibilc {/i, I.,. 150.000 (cen1ocin– r1111111tm11if,1J. Tuili i generi s-0110 <tmmessi. Scacle11::.a plr fo prc.~11ta::.io11c dei ma11oscri1li in ,fo_ 11licc copit1: Jl dic<-'mbre 1946. La Ciuritl Mini cOmJH>.,la, dti Ire romw1rieri e da un Uirettore (li giornal<·, tulli di cl,iara (q,– ma. t' doli' Ediwr(• che /1111gcr(I da Segrc• w,io. l.u ste."11 C,w, btu,di~i:e w, Coni:orso per 1111<1 l"ff('<'olt<1 rii /,iriclu: d'i aurore 11a/im10 dtl 110:ilro tempo. E' Io.sciala l" pi,i f//lt• pi,, lilwr1ti p('r gh orgo111e11ti e per i m1•. 1ri, Il pN!mio u11ico e i11diuisibi10 i.· di J,i. re 25.IJOO.

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