La Difesa delle Lavoratrici - anno IX - n. 19 - 10 ottobre 1

Lii DTPES.-1 DEU,F,_i,.IVORATRW7 =================== LOTTEE PROBLEMI DEL LAVORO Il va1iore d'uni con-quistt1 Ricl,ia11,ìamo /'altcròolle delle i,o.;tre incatenato anche il cuol'c, tenne alla la lettrici operaie su qnest'artioolo elle il fronte, fissando le lontaue Yisioni ciel oom.J)O[JUO Di 110 /Jon(;rdi ha scritto esprcs- giorno. della. rcdr_nzione .. il prolc~aria– aamcnle i>cr /uro. 1 to oggi deve considerare il eonqlllsta.to controllo soltanto come una tappa clol La grnncle ngicazione metallurgica,' suo cammino._, Gna ,t_appa radiosa di chiusnsi con l'improvvisa concessione lttc<\ _go_nfi~ p~u ~he u_t speranze. eh nn– <.lcl controllo sulle aziende agli operai, nunc1az1orn _dt nttona .. ma semJ)re u- 1·imarrà, nei fasti della storia del pro· n?, tappa: il ))U~to _darr1rn, nmane lctariat;i, una pagina piena di fulgori. p1u oltre, al d, la di questa superba Nessuno dc,·e es11!scrarne il ,-alore: nes- p,~tra nuliare su\la strada della con- suno può diminuirne la portata. Anco- quista cl~llrr ltbe1-ta, . ra un mese fa, l'adozione di una simile Per cw 1!. cammrno ,·a npreso, sen– misura sarebbe apparsa in contrasto zn. cs~sp~raz1onc e senza 11np_az1enza. con ogni possibilitii: il controllo sulle ma_ p,utlosto con. quella -fiducia tran: aziende è difatti la prima profonda fen- qllllla che accompagna coloro che s1 ditura lasciala nel tronco della borghc- senton_o nel 1,1usto pure alla parte elci sia clall'aceetrn della critica e dell'azio- p1opno domrn10. ne che il proletariato italiano ,·a da Le donno specialmente che n~I bruta– gr~n tempo esercitando. Il diritto del_. le esercizio del quotidiano laxçn·_o,nel· la proprieti, pri,·ata, il postulato sacro !_alto clamore_ clcll~ officrnc,_ ncm_c al– ed intangibile della borghesia, quella I urlante gnd,o de,t telai me<'can1c1_, ch_e forma di cl iritto che c,-identcmente può sembrano battere rncessantemente 1.m1· discendere solt.1nto da un iniquo atto nutt _del lavoro, come altrettanti mrnu– cli Yiolenza elci pochi sulla enorme ma,g- t1 d_, tormento, _e Yedo110, e sentono gioranza della collettività, quel prin- sfiortrc _la proprta _g10,v111ezzaal con– dpio che sancisce ]' appartenenza del tatto di tanta a.ttn·:ta .che consuma capitale a una ristretta cerchia di ·per- persino le macchine d acciato, e che_dc– sone che, dopo aYerlo conquistato colla, ve C?nsurnare coloro che banno sensi u– Yiol nza, se ne son servite per perpe- mani, le -~!onne gu11rd1110a quc~t_a tap– tuare, nei secoli, lo sfruttamento clel-1 pa col prn b1w1:o dei foro sor1·1si._ l'uomo sull'uomo, oggi. finalmente, eo- E facciano p1u robusta la propna fe– mincia a barcollare sulle sue basi rese de, ~ons,derando le promesse che 1 ora instabili. stortca appena trascorsa. espnme per La luce della critica lo ha raggiun- ogni umana speranza d1 ben~. to. e, dopo anre oltrepassato le dense DINO BONARDI. muraglie cli pregiudizio che fin qui lo difesero da ogni possibile offe~a. lo ha xxxx~~x~~xx,~X)(X)(X){ })ercosso in pieno. Oggi l'operai!), per la prima Yolta, da che i! modo cli pro· <luzione esiste. si è conquistato il dirit– to di mettere gli occhi ·sui rcgist.ri di cassa. e di rendersi conto, de 1·is11, di quanto ,·alore si rfresta ciò che e.gli, ed egli solo, produce: di rendersi con– t;o fino a qual punto giunga l'opera di sfruttamento che il padrone esercita su cli lui. Il eonlrollo dunque non è il sociali– smo, non è la liberazione del proleta– riato dalle cateue che fin qui lo hanno an·into, non è la instaurazione della società nuo,a, ma può considerarsi Ye– ramente come una forma riYoluziona- · ria in quanto contribuisce potcntemcn· te a dare all'operaio la piena coscienza del proprio essere e del proprio clil'C– nire. Tutti i cammini si compiono per tappe: e il proletariato che è uno di quei camminatori che hanno len.Jl-per le lunghe strade, che ha lasciato dietro <li sé, dal fosco delle sue origini fi– no ad oggi, tante tappe conqui tate a prezzo di sangue e .d'indicibili do– lori, cbe ba sofferto ogni più estenuan– te male, e che non ha mai piegato per– chè, pur quando sembrava gli a1·essero IL PRINCIPIO Di do,·e son .-en-uto' Di do!'e 1ui hai pre.,o? domo,,darn il /,ambino alla sua vw1nma_l 1:,,'l[(l ri.:;po.,·e merto viongendo, e me-:– :o ridendo, .-.:tn·ngenclo il bambino con– I ro ·il 0110 petto: - Tu eJ·i nasco.:;tonel m,io cuore comP un cle.~'lderio, •mio coro.I :l'n eri nelle bambole, nei miei giochi i'llfantili, e quando ·io, tutt.i le mattlJ,e, fo("ero con !"argilla, l'immagine del 111'0 Dio, via· smat•o anche la tuo.. ln grembo dello spirito che vroterrge la no.~tra crusa. Ju, ;:ei stato 1>er aitni. Quçuulo ne la 9io1•inet::a il mia u,ore o– pr, i suoi petC1fi, tu obita,ti intorno ad e-~o come 'Una, /ragran-:a. Il 1110 (lo/ce e delicato fiorirP era ca– rne 1.1no spìendure rorente di cielo, pri– ma, de l'a//.,a. - Piccino mio, cr,ro gemello di •una APPE.'<DICEJ L'IPOTECA Un ricatto. infame, da strozzino! Ah, pcrche dunque non l'ave,·a. scac· ciato C'ome un ladro, mn,re d1 nspon– dergli ral'tlo. e,·asi,·o, non rifiutando nè promettendo, anzi promettendo, un 1,oco .. - Di' che fo55e wnuto da me - e· s: :la.mn -e. la ::',larchesa, scuote-udo il ca– po, come per- dar.sii clell'im'becille. - An-?sti 1·eduto, ti avrei imegnato ;i met ere a posto i villani ... - E l'ir,o<teca7 Ah. l'ipc,t~ca! Quando ci r,cnsarn, la. Signora si •entiva &trug-gere d'od10 contro il marito, non polendoglt per– <lonarc d'ess~re stato lui - diren1, - <:on le sue,· pazzie, con le sue imbecil- 1ita. a rovinare la famiglia, fino a met– terla alla mert-è di quel ,--il_lan_acci!); _e .allr,ra, rifa~ndo, spietata, 1ng1us_ta, il procc;,so al po,·er·uomo, d1ment1ca,·a, ~mpre. cho anch'essa amni. avuto 1a. :sua parte magna parte cli colpa; per– chè quando le era morto lo suocero, 1 a– sciando - ed era stata una sorpresa - ~I patrimonio o~rato di de!)iti, . non a•:eni. voluto citp1re la nece,s1ta d1 ro– striogersi nelle spese, di moderarsi nel lusso, di con tentarsi di tre dom!$tici e òi due carnlli, e di non dare più pran– zi e balli, gravanti enormement.), ogni anno, sul bilancio domestico. Ci Yolle la ca,tastrofe, a farle smettere, per for- za, gli scialacqui. E ,di non poterli più fare, a,·e,.·a profonao, contrnuo cruc– cio, o ne da,·a tutta la. colpa. al ma– rito. Il quale, nelle angoscic e sollo i rim– proYeri ,~Ien_osi, ond"era, quasi scnzfl tregua, e 1! dt e la notte da sua moghc tempestato, traern le Yita ,piu infclic~. s~nz~ ptu mai una p_arola o un gesto d, n,·olta contro colei che ancbb,e do– n1Lo coniorta.rlo, e ch'egli a1·eva 1,er a.more - un amore non mai estinto - tolta n. nna famiglia.. nob.ile sì, ma ~cn– za 11nC'!'ntesimo di dote. Bisognava c\.unque ch'ei fosse molto esasperiito, per tentare di cl,iudcrle la bo"ea con quella terribile pnrola: - E 1 · ipotr.,ca·? : )la non gliela. chiuse. - Eh, _caro mio - gli rispo,.r l"i quando s1 wno oommebs 0 le cod.J(;lleric bi.sogna 1·ipararlc, sapei-le riparare. ' Subirle ;- corre,se, pronto, il "Marchese - b1so3na ~ub,rl.e, purtrnp· p~ . - Il peggio è che le cl.ne s1,bìro eh. non ne ha colpa: le debbo subire io ridotta a far la figura della s[rncc-io'. na .... A lui dole,·a, più d'ogni altro, que– sto rimpro,·ero. fo1·se pe'rcbi: lo colpi– va, in p!eno neTia Yecchia ,·anit.à, mor– tiiìcata, di n~dere la mogl~e primeggia- i11-cematl11ti1fa., t-n l,r1i 1•ar1{1/0 .eeq1wn,lo la, corrente de /a. i•it<J. dd numdo,' ed ·in· fine ti sei arenato nel mio cuore. Qunndo fìs,o it tuo i•i.,ino vi .<c?r(lo dei- mi,teri che mi .,opm/fan110; t,1 che np-pcrrtiell'i a. tutto sei 1li1·e11tatomio. l'à t im.ore di 7>en/Pr/i io I i ])rendo e li stringo (t/. mio 71t>tlo, Quu/e nwgio. ha c,J/iroto il te.soro del mondo in queste deboii braccia? TAGORE @~~@~ Roberto Firdigò La rnaligna. ingiuria clericale, dopo aYcrlo perseguitato per anni, non si ar– restò nemmeno dinn,mzi alla tomba che Roberto Arcligò, il " santo della nuova età», come ebbe a chiamarlo Filippo Turati, iu un commosso nccrolog10, .-olle spontaneamente aprirsi. Figlio di po, ·e.ri contadini, ebbe da questi la s,Pmplicità della fede e della pratica rehgìosa. H.iu1asto orfano in te– J1Pra età. venne protetto da monsignor Martini, illustre ed eletto ecclesiastico, e da questi incamminato alla carrie1·a religiosa. DiYenne canonico. Spirito indagatore si dedicò inces– santemente agli studi teologicè, scienti– fici, dogmatici e apologetici, e il dub– bio. sorto in lui, fin dai primi :umi di intenso studio, e ogni giorno cot'nba.ttu– to e vinto, divenne, in un giorno me· morabile, considerando il rosso d'una i~osa nel giardino- c :trnonicn.le. ccrkzza inoppugnabile. Cosi, dilaniato da-I dolore, ma Ilon ,·olendo ·fingere una fede eh non senli– ,·a, nè mentire dinnanzi alla propria coscienza, lasciò l'abito sacerdotale e si ridusse p·overo.a vi\·erc di lezioni. E b. sua Yita privata fu nobile e au· stern come lo fu fino ai quarant'anni. la sua. ùta sacerdotale. Ciò nonostante. l'acredine dei suoi nemici non tacque mai e lo perseguitò maestro elcmenta.ra a MantoYa, professore di filosofi.a nella "C"niversilà. di Padova, nei modi pitt ,·i– li ed irritanti. :\fa la gioventù studios<t italiana. ebbe un culto per il filosofo. Essa, nata e c:resciuta nel dogn1a cristiano-cacto– lico, trovò nella fi.losofia dell'Ardigù 1 la ouiete delìo spirito liberatosi dalla cre– denza religiosa e la norma morale della vita. Perch,•, s~condo la filosofia positi– "ll. il princi1lio delle- azioni umane è l'idealdlì socio/e; principio anti-cgoi– stico quindi altamente morale. Per la opera sua, ,·asta e profonda. egli oc– cul)a nel pensiero filosofico italiano il nrimo nosto e il suo nome è decoro ed onoro del nostro paese, in tutto il mon– do ci,·ilc. ... Nel 1918 quand·'Egli attentò per la prima ,·olla alla propria Yita. si Yolle far credere che l'atto fosse in rapporto alle Yicendc belliche che aneb'oero pr0- fonclamente impressionato il filosofo. A re col fasto d·una_re,gina, - la regina del suo cuore e cld suo casa.to -, e for– s' anchz. perchè gli smove,·a, dentro . .a tuo dispetloJ 1a tentazio-ne dì 1•itorC".!– glic!o conlro col rammentarle che ,e egli ~emprc pii, erasi affondato 11ei dr biti, fin nei debiti Y,?>rgogncsi, l':1\·~c1 falco, lo fa.ee1·a e aYre-bbe seguitato a farlo perch~ o la sai ta, la modista. l'o– nfice, il p.rofumiere, i fornitori di stoffe, cli pizzi,· fin queli di dolci ... gli mangiarnno, con le noi•, gli affitti de– gli appa.rt ,amcnti, delle- stai! , dc'le botteghe del suo palazzo, e I ui, a p re– fcrci,za che non dagli alni crcd·:rori, se li lascia,·a mangiar~, y,u1· cli nclerla. un momento ral,bo11ita io una vv::tc rn101·a.,con un cappellino di mocla o un gingillo gemmato, e pur t1i SPl'barla immune da ogni noia cli cre<lltol'i. ì'Yia.qualche ,·olta, il pm·c,,·· uomo, s• non ,·o'D,·a sd1iatlarr, bi;.ogna,·a si sioga~sc; e co31 fece ogg;i. sfogandosi contro la figlia.: - A causa. tua - i.ncomil'!eio, con l'impeto rabbioso dei dcuoli - a ~~urn tua Xa.tun, frctlda, calcclrrlrire s!>iio la. parvcma di ~nsitirn <ioli~al,~. Olimpia era. un~anirna. guct'•.ta, innc-f•r\Jita dalla sciagura. CrC"sc.iuta. fino i,~ ~;.noi diC'iOt· to anni negli spl<'nclori della ricc-hrz– za, cbb.,, quand•, li vàd-• sprn1i, dap prima il SCl!SO di sognare, di non •es– s,,r piu la medesima cl' una Yolta, di es– ser., un 'altra; poi, a poco n poco, con– frontando, con !a pres.·nte, la. ~ita smentire ciò, basta un passo che noi tro– viamo nello sue opere, e che illustra 1! pensiero del filosofo sulle guerre. Confrontando due dato cioè, le gior· nate cli Rossbach e cli Lcuthen nel 1757, nelle quali Federico il gr_ande f'-! ,,jnci– tore dei francesi e degli austnac1 e quelle" di Marengo nel 1800 gloriose per il Bona.parte; Egli trova fra queste due date il 1786 in cui Luigi Galfani faceva la sua mera,ig-liosa esperienza e si do· manda. se quest'epoca i"'norata, che ha dato origine a.lìc pile e al telegrafo, n_on ha macrgiore importanza per l'avvenue dell'u~anità. di quelle elci maggiori fat– ti d'annc dei tempi mode~·nj. Yennc da poYcn contadt01, venne dal popolo. La sua opera grandiosa, la sua Yita esemplare, ch'egli ha rnluto to– gliersi, pil.1 che noyantennc. Yolontar1~– mentè e serenamente non potendo pw ,lcdiearsi. colla consue,tn. assiduità al la– ,·oro. se non ha imposto il silenzio al– l'ingiuria prelina, ha lasciato nel prole– tariato italiano, che onora in Roberto Ardig:ò il Fig-lio, il Maestro e. l'Uomo grande. il germe della futura !iberaz10· né. dalla sehiaYiU, clericale, EVIA. Pro II llif&sn dtllB Lavn11ntrici, Sottostrizione1920 S.umma 111-eeedente L. Luc1'nto: Il Gmppo Fetmninile coi m.igìiori ::ntgtui per la. c.. a ra Dijesa · » :\_f.agrè: Fr:J comp.:t !!11€ di ~lagrè ~ Torrebeh·icir:-o Sa.. .:..c;:..1 ri : :\i.ani~'l Yirenzin:1 Dotticìno: Le comp~gnc di -Botti– cino dopo nn\"1p1~asuonnt..'l di– scussior..e Cremoa!l: R.'ì.t~~1sini Gn~tann )J C'-0gg~okt: Gina e G:n~,epp. _Gigl!o >) C:1::,1t.:Ho: ..\ 1.Uez?..,() Dugini Angelo fra e:oiupng:ui e ~mt :Hi"zznnti at!:a )lutun $o('('() -~ » Y~1rign<.Iì!O G.. 11ibaldi ~f:lria. Po-hl~ LP";!;1 rroletaria e c~1me– ,·,t d.; I l~n-oru c~1m1x-~ine: Sezi-0ue Gio,· .. 1nile 37G.- SO.– a.- 5.- 5.– U.50 2.- 10.- 1'.t-0 G.,O Soektlist~t )) GA-0 15.- 1.– )) ;:,o~.– » 2.~ l.- 17.~0 G:nut,:;io Uorgo rontC': L. C.anoYa )) Chi:1v~rrn-:1: I4:,~i C.H1·oli1t:1. Zam: Circ-olo Koc-blk'ta, , J.nc· onfl: Dreri..!!Ueri .d.d:1lgi~a. :\Ia&li?r;.1110: C'o1nng:-:'o Am:1lk1 Ycnez:a: Om:1.$sin.i Jon~ Totale L. \189.10 « J;1.r'\1•[1nino re no.)·trc · donne due coJe ai turo bimbi: 1·rrn1un_. tre compagno e com– pc1r1r10. e l'odio c;ctu, spietatu, contro ro <ftrutt,1torl!. .·<<E le nwt1ri cl icono ai figli: << Qua udo sa– rai grande im1>ugncrai il fucile e ti eser– citerai. 110n per uccùlcrc il tuo fratello com.e ,,,.,_ ma contro il borghese che 1ior, ve,1.r;;.a elle a succhiarti il s.rrngue dall1..• rene .i). «Jla, fiflliO ricordati: «A.11cl1e se 'lln uomo v(lr/o una lin911.a. differente da.l/a tua, ma si yna,lo .. g11a ;i pane col s·udort! della frcn1te. costui nvn. è tuo nemico, 1na uno scl1iaro a.,:-:<>tnto tli libertà come te! 1) E tJUe~lo, in Iluss.hl, è giit Y.ang-elo e legge \l'ogni cn~1 che si 1i~etti. I.L"rx. donde le pare,·a, "d'essere stata bandita, pro,·ò come la nostalgia c1·u11paradiso perduto. In qnel pa,ra.diso e-Ila a1·e,·a lasciato tntta se slessa; sè nei tripudi delle feste, dei hall i; nei palchetti dei t,,:,atri, do,·c tutti gli occhi erano suoi; nelle s~ampa&nate allegre: nei riaggi; negli 0211 dPhz10s1 sni 1nonhi o in ri,·a. a. mare: sè, nello sfarzo del nstire. nel– la cosr·ienza gaitl di non e.•sere da meno cl ... lle a.m.whe, cli trattarne, al,,:,une con· clegnazioue quasi so,-rana; nell'appa· gamento cl<-lla.propria yanità. di fan– ci_ulla di YCd~rsi_.onU1qnc, dai pit1 bei g1ovam o pm ncch1 e pitt nobili eor– teggrnta; nrlla superbia cli pa,ssaro -·– ammirante la folla - dentro a. ma.ra ng!tosi equipaggi: w nella pace, an– ch_cncua pa~e e nel sorriso della fami– glia._ che le parevano, allora, inestin– g~nbtl1. ln tutie cod~ste gioie_. perdute, eta per !et la felicita: una cl, meno sa– re,btx- ha.stata a, fa.ria inie! ice diffe- 1·è'ncloe!!a io ciò ùn sua. madre 'tu qua– le_ n10::-traya non an!-re se non un rim– pianto n,o, qun.si _tragico: quello cli adornare la propria pc1-s0na. Vivere dunque ,'nza guelle gioie. non era piì, ~-1,·er?, per Olimpia.. E di farne senza, [u presro ,tnnea, Yergognosa.; e da quella st.111 ·h,-;,za, da quella. Ycrgogna, >'111_1 l'Cnn sn la rtl oltu, la smania di rN.1!!ners~ d~Un; miseria, di sottrarsi alle trc•p1danom dc tutti i giorni. alla. commr,tia cl_, darsi l'aria di gran si• gnora p<'rehe na marchese e avc,·a un palazzo d 1_mnrmo - tlll palazzo che sa.-– r~\,bc aneh esso presto o tardi sfumato. (Continuo), ABDON AL TOBELLl.

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