La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 5 - 11 marzo 1917

LA ùfFESA DELL E LAVOHA: l'.H.:[ La nostra più alta missione (Nostra eorri :ip0u 1lenzn. 1H1rt icolare) . e A~h e kl più u mile pr oletorie, sia pur epri tXI dì coUura e di n.9one i,-.tellettuali, può e• !ipl,cor e un'o1,era oalida ed efjìcace per il dio,,nir r del Socù,lism o, .!Olo che a.ssolca de– gu.ott~t d il 31'0 comp W di ,nad re: elle sappia allerore - per le lotte del dcnu m i - CVi fi9li .!latti. forti, equi ibralì ., Dopo un lungo , forza to silenzio, ripre ndo la mia conv ersazion e con le comp agne m merit o all 'a llatta ment o dei figli. Nel par lar e de lle rego le da seguirs i dura n– te l'al latt a mento. si viene a parlare non solo dell' educa zione fisica, ma anc he dell'ed uca – zione nwral e del bamb ino. Non si merav i– <>lino le let tri ci di sentir par la re di educa– ~ione mora le de i lattant i. Genera lmen te si cre<le che debbas i incom inc iare a pensare all' ed ucazione dei figli quando ques ti abbia– no già qual che anno di ·età e J"int.elligenza s,;lup pa ta. E" questo un gr ave errore . _I più emine nt i edu ca tori, igien isti , scrittor1. ecc. sono d' acco rd o ne ll'affe rmare che l 'e– ducazio ne del/ ' uomo inc ominci a dalla suo nascita. Fin dal prim issimo schiuder si della sua intell igenza, fin dalle prime confuse perce– zion i di quanto lo circonda, il bambino deve abitua rs i a sent irsi gu idato e d iscipl ina to da u□a volontà costante e Yigile. Non si cred a (come molte madri cre dono) che queste sie– no esage razi oni e che il bambino nato cla poco non sia in grado di sent,ire l'influ enza della volont à di chi lo educa ." E' rncred1b1lr come un neonato. fin dalle sue prime setti– mane di vita, si ab itua a quan to lo circon– da. Un bambino cli un mese, che sia alJitualo ad essere preso in bra ccio qua ndo piange , sa già chi edere ciò che vuole: ment re gri_da, bas.ta ind irizzargl i la parola. o semp lice– mente mostrarsi. o illuminare la stanza, o carezzargli il visino pe r fa r cessare il suo piant o.. .. che ri pren derà però rego larmen te □on appen a verrA a mancare r affettu oso in– '<'rvento. Il che dimo stra che anc he un ba m– bino di un mese incominci a ad avere dei desideri e non piang e già più solam ente pei biJo'f'li ,nnteria li della sua esistenza. La mad re che è dav vero cosciente della sua missione di educat rice, deve incomin– ciare sub ito ad osservare determina te rego– le. spec ia lmente nei rigu ar di del!' allat tà – mento . Fin dai primi gio rni di vita, il bambino de,·e avere i suoi pasti alla distanza di al– meno tr e ore l'uno dall 'altro( alcun i neona ti si abituano spontanea mente a distanze mag– giori , perché fann o sonni di 3 1/ 2 a 4core). .~rl orni modo , una volta stab ilito l' orari o, dirò ~si, de i pasti, ta le orario deve ven ire o';servato scrupolosamente per il bene dell a mad:re e dei fì,lio. '<elle prime settimane di ,; '.a, i bamb ini piango no po co. gene ralm en – te: ma, ad ogni modo, devesi tenere pre sen – te che il pianto ,1ei neo nati non è quasi mai l'e<pr·e_s·,ione di una sofferenza (,a l\"Ocas i di malattie. e allorn. non vi è possibilità di duh– bioi, ma, di solito, una na turale ma nife sta– zione di forza organica di questi piccoli es– seri. una ginnastica dei loro polmoni. La madre quindi non deve troppo intenerirs i e • .rto men o allarmar si per il pian to della sua creatura. Si assi curi che esrn sta bene , che è pulita e che riposa bene nella sua cul – la e se l'ora del pa ,to non è arri vala, la la.sci pur pian gere senza alcun rimorso. E' di ffi-,ile- che le gio, -ani madri possano farsi un 'ide a dei dann i - materiali e mo– rali - derivant i dalla inosservan za dell'o ra- 1io rli allattarwrto. Il latte , appena forma – h ;i nel seno della madre . non è ancora rnt1,– t?uo per es.sere offerto come alime nto al tnmbin": or;corT0no alcune ore pe rchè esso si arTichis,•a d<•i sali e de lle sostanze che ne fanno nn nti' eirnento c1Jmpleto. Perciò ac– eai1e r·he quanrl" la madre - o perchè trop– nr, tenPra _ o perchè non ha la nece,saria !i,,r,nn r.r./rmfà rii .~opvrrrl/JrP [P, qri rla r·hr: la i:n/astidi-1c0110 - porg e troppo spe <.'O il seso al bambino , quest i non fa che sveg liars i e pian?.ere sempre più spesso, perchè non è mai C'.-rrtpl,tamo/ftP sazio. E diventa se mpre pii, irTequie,to e viziato . e la madre si stan – ca P pPrrle i <;anni e si inrle,holisce non po– tendo più riu scire , se non a detrimento riel proprio fi.. ir·0, ad ;1 1 r·umulnr e rielle qnnntitA di lat te suffir·iesti a saziare h fame rlel pic– r·io,, . /Poichè è certo ct,e quando il latte è d<•ficiente come qu a lità , ne ncrorre una quan – tit'L maggiore per sod<li, fa re i bivwni rlPI lattante). T 1 !tte c.appiarn0 f'he ro sa sia un bamhino vizia to e quanti fastidi nossa arrecare . spe – ei~lmente in una ca<;a di poveri: di giorno , f)Pròit;, di tempo e di lavoro . e ro ns,,,mr nt,. rna lcortPrto rhe si determina in t11tti i mem – bri rJella famidia p1Joenrl1J la madre in una rli<nosi zinoe <li <:pirit1J t11tt'altr o rhe, favore – vole all a bwina erlurazione dei fi!!li: rli nnt– lP. interruzioni continue del <;1Jnn1J nur ta nto neres.sario ai lav1Jratori . irritab ilità del na– <Jre. ~rr"ifìzi f',0ntin11i della ma,frP rhe c.:.j nl- 7eri1 rial letto tutt'altro che ri posata pe r le fet; ,.hr dell'indomani. Ehi.iene tutto questo si può e si deve evi– tare. Parigi, febbraio. Nei pri mi tr e mesi di vita, il bambino non Il Comita to inters indacale d' azione contro lo <leve \"enir soll evato dalla sua cull a se non sfrutta memo della donna ha tenuto domenica per esse re lav ato e ca mbia to, e per fa re i scors a un comizio alla Borsa del Lavoro di Pa- suoi past i. Questi de ro no a ver _luogo -. CO: rigi, nel quale hanno parlato il Quillent, segre- me si è de tto - ad intervalli re golari dt tario dell'Unione dei Sindacati, !ouhaux , segre- tre a quatLro ore. tar io della Con feder azione del Lavoro e la com- La « toilette » de l bambi no deve esse re pagna Severine . fatia sempre pri ma di po_rge1'f}li il seno. _ Con eloq uenza commovent e, la compagna Se- La ma dre non deve mai pecmctt ere che il verine ha parlato della situazion e della donna , pi cc ino s i addor ment i al seno; ma quando s_i la quale durante la guerra sos tituendo per un acco rge che si è nutrito abbasta nza _e che e sa lar io infe rior~ l'uomo mandato in trincea, com- preso da sonno len za, deve mette rl o m culla pie troppo di soven te, se nza dubit arne neppu re, ancora desto. Deve cor icarlo sul dor so con ! 'ufficio disonorante di crumira . Quand o la don- una leggera in clinazion e a destr~ e col c~p o na ha lavorato ed è rima sta onesta , crede di J,:;0·a-erment.e ria lzato da un morbido cuscrno . aver fatto tutt o il' suo dover e. E' un errore. I! 0 La madre veramente conscia d ella s ua dove re consiste anche e sopratutto nel non tra - m iss ione deve anche sa per tratt ene re a tem- dire, sul mercato del lavoro , i! compag no, il po opport uno e disciplina re le sue. e_span- militante, çtie non ha abbandona to la lotta so- sion 1 rnat.erne. Ah! qua le immensa gio ia ~a- ciale, anc he se adesso è chiamato ad altra lot- rebbe 4 ue1la {li far cessare i pianti de1l31 pie- ta ... Or a, si tradisce, quand o si accett ano salari cola crea tur a adorata so llevando l_a Ira le infe riori. Del rest o, occorrono alia donna gli braccia, cull ando la, coprendola _ d1 carezz e stessi sa lari dell 'uomo, perchè ella ha gli stessi e di Uat.:il ila no: qu es to non .s1 de ve far e . bisogn i, nonostant e quel che si dica. ~ sono lin fig;10 non è un ... gioca ttolo fatto per la decretati i Diritti dell'Uomo ; quando s1 decre- nostra gi oia di ma mme. Anche cos i pi cco lo teranno i Diritti della donna ? e in consc io, egli è una cre atura umana che Si è domandat o alla donna il suo lavoro , la de\e formarsi un'anima e un ca r atter e, ed sua fatica , il suo dolore, il suo sangue . Non si ha diritto .ai nostri 88.Crifici - grand i e pie- è re1m1todi esortarla a lavorare sino alla fatica. coli - per il s uo bene. al! 'esa uri mento , alla morte. Ella non vi si ri- Un Uim.bo che se ne sta calmo in culla , fiuta ; ma ha diritto di sape re per quali ragio ni non deve mai essere soll eva to fra le br acci a e ,per quali scopi si esigano da lei tali sacrifici . per il piacere moment a neo de i pa rent i. Vi è Per salvare la patria? Pe r salvare l'umani tà '? tern·po a vezzeggiarlo e c. u gode rse lo _ii quan- Die tro ques te grandi paro le, grida Seve rine in do è a lza to pef la H to ilett e)) e pel' 11 pa sto. un movimento orato rio che suscita pr olungati Un'altra an itudme che non deves i da re al appk: :si, dietro queste grandi ;iarole si n~scon - bambino , è quella di cullar lo: nè in cu lla , dono gli sfruttamenti. nè - tanto meno - in br acc 10. Per il reg o- Le operai e delle officine hanno sala ri deris ori lare svilupp o del suo corpo, il bamb ino ha mentre certi loro padr oni realizzano 250.000 bisoan o di rima nere qu a nt o più è po ss ibile franchi di guadagno al giorno. Le donne devono coritato . In culla, nel ((port e-enfant ))' i11 rifiutarsi d 'essere ancora ingan nate. Bisogn::i.che carrozzella; ma cor icato. si organizz ino. L 'epoca attuale non è, cer ta- Dopo i tre mes i, si può i~com ~nc~are a mente , propizia alle battaglie soci ali ; la liber- Lener lo in braccio , ma per br evi peno d1, per- tà è una parola. Che cosa imporra? Bisogna chè q uell a pos iz io1;e (pu r ta nt o in uso ) è la tentare lo sforzo indispensab ile. Il giorno che più dannos a per i bambini poten do ca usa re le donne avranno conquistato i ioro diritti, non deform az ioni dell e pi ccole membra . la spada, ma la conocchia si getterà sulla bi- E' bene invece . ver.so i cinque o sei mes i lancia, ed il piatto pend erà dalla par te buona. e: cioè quando incomin cia a dormir meno . Oggi, è la guerra; domani sarà il do;io guer- abituarl o a sta t e qua lche ora sed uto in una ra, grosso di gravi avvenimenti. Bisogn3. che le comod a segg iolin a co n lo schienale im.bot- donne si pre parino a vivere questo avvenime n- tito . Così le mem bra sì ese rcitano al movi- to. D 'accordo con i loro fratell i, i loro mariti . i mento . ... lnro compagn i, esse andranno cosi alla conq uista Più tardi , e cio è quan do si vedrà c~e le di una uman ità nuova ; con essi , creer anno quei gam be tt e sara nn o giil ab bas tanza fort J per tem pi migliori , verso i quali si marcia , nono- sost enere il picco lo corp o , sa rà bene che il stante tuu ~. Anche nonostante la guer ra. bambino sia lasc iato se du to a terra - su Dopo il forte discorso dell• Severine il comi- di una s tuoi a o su di un tappe to - ov e in· zio approvò un or-t!nf' cl"'l ~iorno riconferma nte cominc ierà ad im pa rar e a cam rrfina re an- il :princ ipio: a lavoro eguale, salario eguale. la da ndo prima carpon i e sollevando ~i poi a cui realiZ7a7ione ccstituisce un atto di giustizia poco a poc o. E' questo il miglior modo di o di previdenza sociale, al tempo stesso. a bitua re i bam bini a camm inare. Rinunzi la madr e alla va nit à - pure com- prensi bile e santa - di most ra re che il suo figliuolo cammina prest o. Questo pa sso della evoluzione fisica del bam bino deve compi ersi naturalmen te, senza che venga affretiato in alcun modo . Sono pertanto dannos i i lung hi esercizi che mamme e sorelle e fratell i fan – no fa re ai picci ni (regge ndoli per le bracc ia quan do le gambette non so no a ncora abba – stan za for ti e i pied ini si trascin ano su l suo– lo/ per abituarli a camminare. Tal e ese rci– zio può far·lo far e - rara men te e brr \"emen – te - la madr e ba dando a sos tenere bene il bambino alle asce lle. E' asso lutamente da evitarsi l' uso delle « bre telle » che influisco – no malam en te sulla eon forinaz ione de lle spal – le e de l torace del bam bino. Le mamme che vorranno osse rvare le re– gole suindi ca te saranno le prim e a risent ire i bene fici de l sistem a: esse potranno consta– tar e che l'all eva mento dei figli - se fa tto razionalmente non richiede tutti i sacr ifìci di tem po , di son no, /li pazienza e di sal11lf' che sono nece ssa ri quando i bambini so no viziati. Esse potr anno adempiere il loro com– pi tD in vant ag~io«e condi zioni di fisico e di spirilr), avendo la gioia e l'orgoglio (li ve– dere nella <sanezza ficira e mora le delle loro r·reaturine la sicura prome s.,a di que ll'rqui – lib rio organico che ne farà de~Ji uomini for– i ! e buon i. A. MARI. In que sti nl!i,ni VPnti rmni il nnmP-ro dPi r1 ro vP.roli per prizzir;, dm-utr , 11l!'olconli ,çm1J è u ,– li trJ dal 4.r1 ffl 14 30 %. ll rlnff. ff n,n-r, lrm )I, chP su 3r() pazzi e.wmi noli rin lui 145 PrnM po zzi solr; pPrt:hè ft r1/i rii bP?Jilori. I,' on P P/fP ra nr;, prPsidPnfP dr-Ufl depvtruionr rirnvi.ncfo /P di Ma u a e (;arr orti, fec" un'lnchiP sfn pn .w– pPr P lP CfJUM' i/rllo poz.zi a nt>l[o, prm ,-incio . Pd Pt,IJ P pr r r i- •ulfn.to che p i du" tr rzi dl'i 7U1:-i ln rmn:a Prrt t olconlisrno; " .!imilmP nlP .rn.rcedt' ,J.J.1tr.1an;,v <1/JUTJ rP1inni d'llolin li pro ss imo numer o usc irà Dom e, nica 25 Marzo , Gll orìgi f ali deb• bono perveni rci entro D o men ica 18 Mar z o. Ritornm~o ila" iju~1liun~ mnrnl~ " La vivace risposta della comp agna Dina Ros– si al mio arti colo sulla quest ione morale dimo– stra chiaram ente come io non abb ia saputo far comprendere che cosa intendo pe r onestà fem– minile e quali siano le donne che creào deb– bano esser escluse dai nostri Gruppi. Le mie idee sulla morale sessuale che la compagna cre – de ultra conse rvat rici , non sono ,per nulla tali . anche se seve re. Io non ho mai pens ato che le donne viventi in libera unio ne siano da esc! u– .dersi dal nostro mov imento e ad esse (troppo spreg iudicata , a quanto pare) non avevo nep – pur e fatto cenn o, pe rch è tali unioni sono abba– stan za numerose, e perc hè la morale del se colo XX. non solo in Francia, ma anche , da quanto posso const atare nella mia vita quotid iana , in Italia, tende ad eguagl iarle a quelle che hanno goduro del sacra mentale sì davanti al sin daco . Espli cato così il mio pc11siero d2. quesro lato. riaffe rmo che si debb ano escludere dai nostri Gru ppi (per le ragioni già espos te nell'a ltro mio art icolo) le donne poco oneste; ossia quelle che zitelle cambiano amante od anche magari solo il flirt come la cosa più natu rale del mondo, che marirate ingannano il mar ito, ed uni te libera– mente tradi scono il compagn o o l'abba ndonano per passare da un amore ali 'altro, benchè io le compatisca tutte sapendole quasi sempre tra– scinate dal !'ambiente in cui vivono, ed ammiro quelle donne, che tradite dal marito , invece di perd onar sempre, come vuole la mora le cor– rente , hanno il coraggio di separarsi da chi non i; più degno di loro. E con ques ti miei concetti abbandono nella pratica le ardite e giuste conM rezioni dei nostri pe11sotnri, pcrchè , se ·ho ben compreso Bebel e Stackelberg, la loro morale e più libera , trovando il primo naturale che uo~ mini e drmne (secondo natura poli:--ar•il seg u·ino 1 n h tt0 di mora le sessuale la condOita del gran – dissimo poe !n Go ethe e della celebre scr ittrice G,·<Jrgc Sand , le cui moltep lici avvent ure amo– rnse sono conosci uti!-""simc.; mentre il second 'J inn;iJ7a un inno (1,i,.st!sc:imo) alle pros titute , che lUrtavin non potremmo ammettere nei nry:;tri (:r ;-p•·i, senz.a portar·i la rov ina più comrlc ta. In quan to al dire che , esse n~o il s?cialisn~o ribellione alla morale vigent e: noi dob_b~amo ~!,: re contrar iamente ad essa, e propo s1z10~e ti~~inrn. ma non sempr e att uabil e, legati come siamo ai ceppi della società borghese. Solo ~11an– do il pr oletariato cosciente avrà abbattqt o il ~ – pitalismo, noi potremo mettere inte~a~e~te m prat ica le nos tre teorie ; le stess.e ~m~m libere per esse r felici . devo no disso m1glrnrs1 dalle al– tre solo per la mancata prese~za d~l sindaco, ma esse r (salv o circos tanze eccez10nail) come_quest ~ indissolubili. pe rch è il libero amore espl!~n! es 1 integra lmente in un regime bor ghese ove 1 _bim– bi sono affìàati esse nzialme nte alle cur e dei ge– nitori, porterebbe ad un disastro . Ripet o rpoi, che pur essendo contr o I~ pr p– prietà privata (in caso diverso n~n potre i ~p – oure chiamarmi soci alista) voter ei contro I am ~ ~1issione di ladri nel nost ro Partito, e non avrei l'abnegaz ione di privarm i completamen te ~~ q~el – la pro,prietà che potess i aver e. Contrar11S-?1m~ poi alla guerra , non mi sento ,però il coragg~o ~ 1 cons ig!iare ai giovan i compagni a me ttere mdi: vidualme nte in prati ca la loro ostilità ad 6gn1 conflitto armato. (La compa gna Rossi m 'inten – derà!). In fine poi, in qu anto al problema reli– gioso, già in un altro artic olo su lla Dif~sa di– chiara i di non ammettere che non solo I com– pagni , ma tutti i liberi pen satori , ,possano per rigua rdi famigliari o, peggio, -per interesse , an– che solo ass istere a funzioni chie sastiche; e ques to non tanto per chè io c"reda esser la qu e·– stione relig iosa quella verso cui i socialisti deb– hano mos trars i più intransige nti. ma per chè I 'i – pocr isia è da condannar si sempre e dovunque. specie in un Part ito che nel! 'attuale regime ha per scopo principale la propag anda e l'e duca – zione delle mass e. Date così le spiegaz,ioni che io cred o nec es – sar ie ad esplicare il mio pensiero. rin grazio la compagn a Rossi che col suo art icolo me ne ha dato i 'occasione . TMinn. C LELIA MONTA GNA Nfto .. A lavoroeguale,salrioeguale, P.E!lCHÈ avete bisog no di guad agnare di più, che avanti h1 guerra? Perchè la vita costa adesso pii1 c2ra . LA DONNA s! considera infe riore ali 'uomo? La vita è per ~SS3 meno àura? Il padro ne vende meno cari i ··rodart i delìa mano d'op era femm inile. perc hè la paga di meno? No! Eppu re la donna accett a di ess ere MENO PAGATA. che ! 'uomo. per un eguale lavoro. Agendo così. essa non soltanto danne ggia sè stess a, ma nuoce ~!la s:rn fami.glia ed ai suoi compa gni, uomini e donne. L'UOMO difende il suo salario e sost iene i suo i comp agn1. organ izzandosi nei Sinda cat i e nelle Legh e. LA DONNA deve fare lo stes so e pe r un egua le lavoro deve domandare il sala rio eguale, che si sar ebbe dato a suo marito od a un frat elio e non deve per – mettere al padrone di sfr uttarla dop-piamente perche donna . (Da un manif esto che H il Comitato inter sin– daca le d 'azione contro lo sfruttamen to delb Ucr iia >1 ha distribuit o ed affisso a Parigi) . EMILIA MARIANI u É staia la guerra che la uccise ! essa fu una fervi da interventista della prima ora , se ne ap– passionò ed accorò - ogni nuovà barba rie Je strappava un anno di vita.. e ce ne fur ono tante! >1 Così mi scrisse un 'amica sua annu nciand o– mene la morte avvenuta il 27 febbrai o a Firen – ze. Io rico rdo qui la valorosa compagna di un tempo - e la sua ultima tendenza , per noi che non siarr;o se ttari, non deve distru ggere il ri corda di tutta la sua ope rosa vita nel campo del! 'educazion e laica, nel partit o socialista quand o era uni tarin. nelle pode rose lotte çier la redenzione e l'e mancipaz ione della donna . Diede tutta ~e stessa alla società che :3.veva bisogno del suo consiglio, de ' suo i sc rit ti, del– l'opera sua. Fu relatrice in par ecchi congressi femm inili naziona li ed inte rna zionali, dires..c;e per iodic i di battaglia in pro dei diritti de lla don – na. subì la raffica della reazi one nel 1898, e cmor1 a Firenz e me ntre si dispo neva a creare in quella città un Com itato ,e Pro voto alla don. na n. La bontà del! 'animo suo. la modestia del– iri. sua indole. la fermezz a del suo volere ls rcc;ero car a alle donne operaie, e le me ritaron o sempre la stima e l' affetto di chi ha potuto av. vicinarla . La eue rra mi ha divi"a da Lei. ma la sua morte immatu ra mi ha procnraro un profondo dolore: io so ch e. a gu errn finita. ci sarem mo ritrovate a~co ra inc:ieme a lavora re pe r un mi– glior dive-nire sociale .

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