La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 16 - 16 agosto 1

Donne, la guerra! .. D o~n e pro let arie, che a prezzo di tan ti dole r:, di inernarr abili st enti . di sacr ifici im- 1111en s1, dat e e cr escete alla soc ietà i fio-li del– la vo~tr a d~.s,per a_ta tenerezza , i figli . ~he so– no tutto, per \'0 .1 che non avete nulla ... che so no l'u nico sole deJ.la vostra oscm·a esist en.. za ... che sono la luce . l'or g oglio, l'amo re della .vostra _po,·era vita angustiata . opp re s– sa. d1s.amata. l'ora è gr a,·e di pericoli e l'at– te sa deve esser e vigiJe. \ -oi g-ià sap ete : la cosa orrenda . most ruo– sa, atroce, che par eya onnai inconcepi bile al– le nost re menti an'ezze a credere effetti ,-a- 1nenre nel prog ress o e nella ciYiltà dei nostr i tempi , che non trovava più eco nell 'anima nos tra aper ta _ad og ni e più ya,sto sog no di frate Uanza u111YersaJe ... la Gu err a. che nm are dey:a11.JOper sempre scon1parsa dall ' oriz– zonte della nostra ,-ita moderna. la Guerra maledettCf. ecco risorg ere in tu tt~ il suo or– rore dalle fosche tene br e dei rem oti te mpi da~-la barbar ie... è qui, Yicino, d' int orno a noi . sopra di noi! Sì. la Guerra è ancora possibile, è anco ra un fatto ~o.ncreto e te rribile , ogg i, che il JaYoro e l mtell etto del l' uomo pare,--ano ave – re annullati i confini . eJ,iminat e le cl.istanze fra i pop oli ! O$"~i, ~ cora , la malefica ...-olontà di po chi uonum puo scatena re una bufera di odio e di sangue nell'a ,ria quieta e dolc e di u,na ri– den te parte del mond o. scaglia re l'una con– tr o l' altr a le moJtituà inì che ieri er ano so– relle ! Pens ate: qui, vicino a noi, al di là di quei monti che s.i er gono c~ndid i nel più puro cie– lo. olt re quel mar e che si stende azztu-ro im– mens o, con un dolcissimo ete rn o mu~utre , -er.so le r:.i...-e incanta.te . milion i e milioni di /madri . a,"1nieni!are nellla di,1Perari c\nel at– ten dono nella rr.istez2;a del focolare deserto c~e l' ur~gan o trem endo le tr avolga ne-1a ro– ·yma dei loro cari , o passi sopra di esse de– ru bandole dei loro più santi effetti ! E 9-ueste donne che ora piangon o di dolo – ro sa 1mpotenzia, ier: . com e \·oi, attend e-vati.o ~ecene e fident i alla loro esistenza operosa, ignare del tradimento crude1e , senza rispet• i o. senza pietà. che la Pa tria. aJ cui benes – sere , all,a cui v1ta, esse avevano sempre pa– gato . il loro tributo di sudo.re e di sangu e, med1taYa contro di esse! P ensate: questo può avvenire doma ni di v oi!. D omani , il Go n ,rno che ogg i ci ass icu- ._ - --:l. __ __ __ _;;.__..._i::a__ d, ?□a neU:tral ità çhe per trop p~ ragioni non osia,mo d1 credere asso lut a e irre vo oahi– le, domani il Governo. non esiterebbe a fuci– la re i nostri uomini ·, se si rifiutass ero di an– dare a! macello, se ricusassero di ma rcia,re contro i loro fratelli d'oltr e confin e! Domani, i nostri uom ini non doYranno e non po tr anno a\·er e più nè volont à. nè pen – siero , nè senti.mento, essi non sara nno più cfle una :nfinit esima pa,-te d'. queJ for midabi – le infernale con g egno che è un eser cito in gu ef'!"a! A noi, àunque !. A noi, cui nessuno ardirebbe di comand a– r.e la str~~e , poi-chè. fin dai tem pi lontani, si sa pos itivamen te che nes su na donna di nes.suna nazione , qua ndo non si tratti d~lla dife sa dei pro pri figli, (per cui fu, è, e sa:-ebbe c~pace del sacr ificio di sè e del più san to er 01Smo) non si prestereb be no ad arn.mazza re ed a far si a.rmnazzar e ! ' ' A no-i il far senti re la nostr a pro testa sde– gnata , il nos tr o assoluto dinie go ; a noi la par ola alta,, solenn e, fonnidab ile ! No n vog liamo la G1terra! Non pennett e– r emo che i figli nost ri, che i no stri fratelli, che i no stri ma riti , vadano aJ macello! No n permetter emo che per i colpevoli er– rori dei nosbri go vernan ti, il lutto , il sangue 1 la miseria , la dispera zion e, sconvol gano la nost ra esistenza laborios a ed onesta! Xon permetterem o che la Guerr a apporti Ja. fame pei nost ri bimbi più piccoli , la morte pe i più forti e san i glòv ani dcl no str o po– pol o ! ~-on vo gliam o att endere inert i la nos.tra irr i:nedi.abile rovina ! Vo gliam o che chi ci gov er na, impari a fa– re i con:ti ané ne con noi , che siamo ta nt a e Yitale part e della nazione, con noi, che pr o– duciamo tu tto, poicht' produciamo la vita! ~ oi sap pia.mo che siamo tant e, che siamo mili oni, che siam o forti, che se l'in fame tra – dime nto non ci avesse colte d'~mprovviso, n oi, donne di tutt a l'Eu ropa, saremm o riu– scite a far rinsavire i gov erni dalla san gui– n osa follia che sulla Eu ropa imperv ersa! ~ oi sap piam o che se qualcos a pote ssimo nel gov erno dei popoli , sapr emmo ben trov a– re nei nostri cervelli semplici ma retti, nell e nostre cosci enze ingenue, ma sinc ere , ma gen erose, la fonnula sempl ice, franca, leale , il g esto unico e deciso, la parol a buona, sug– ges tiva , che salverebbe qua 151asi situazione, che scongi urere bbe definitivamente qualun – que inevita bile conflitto, poichè noi non co– no sciam o altra fatal ità storica che il con– tinuo fatale ascendere della wnana g-ente verso il suo fulgido destino di pace e di fra– tellan za universale! LA DIFESA DELLE LAVORATRICI N ai non vo g lia·mo la G1terra ! per chè la guerra è nefan da.. peirchè tutta l'a nima no– stra, tutto il nostro sang ue, si ribel!lano aJ sacr ificio mo struoso, feroce, inut ile, del no– str o Sa!llgue, dell'a nima nostra! Non vogl-ian io la G1terra ! perch è è stra o-e orrenda, inciv~le, atrooe ! :::. Non vogli anio la Guerra! perchè la 01.1 er– !·a non è p;iù del nostro tem,po, perch; noi msegnairno ai no stri figli !'a.more e la solida– riet à u.mana, e il rispetto ai11.a viit~. e tutti i dover i civili! Non è viltà la nostra, poichè con 1:e i no ~ str~ uom!ni , no i mo ria.mo tutti 1 i gion11i un po.~o, nei camp i, ncUe officine ; perchè noi arrn.sch iaimo la \-ita in piazza, nelJe riunioni nell,e ag itazi oni, di fr o.111te agli ag enti del~ 1' o.rcliine che ci mibra,gliano per conto del Governo ; non è \·iltà la nost ra poiohè vedia– mo tu tti i g ior ni con ansi a dolo rosa ed or o-o– gl iosa insiem e i no s,tni uomini affronta r/ la morte nella rnde lotta cont ro le fosze brute dell a natura, neHe contin ue tragiiche bat ta– gJie del lavo ro ! No n è viltà : è cora gg io, è coscienza, e umanità ! Pe r quest o noi non tem iann o di dire :-alto a chi ci goven1 a che non \•1ed,rerrumo rasse– gnat e e supjne La vìiolazione di queltla neu– tralità che rappr esenta oggi la smiz.ione del– la volon tà e del desiderio popolare! Per chè no n si ared a di pot er trasc urar e in1p1:nemente la nostra voce, il nostr ,o arrn– mo mm ento: pensat e che sia.mo noi no i don– ne proletarie, che forniamo le bra~cia ~ll'in– dustmia e la nicchezza alla na24one che for– n~amo , purtr oppo la forza ai gover'n i, 1',eser• cito , la carne da ca.1nnone con la aua:le si rend ono possibili i va.s•ti macelli! · Pensate, madri pr oleta,rie, che se ven ti~ se Yenticinque annìi. or sono, quan do sull'Eu– ropa co.minciava a im.perve.rsaue quella fo.1- lìa delle con quiste coloniali che vi costò -tan– ti st razi, se da allora , t1ttte le donne d~ po polo non a\··essero più messo al mondo fi– ~liuoli... ebbene, pensate : oggi, in Europa , i Sovra ni non potrebbe ro più contare sulle compa tte numerose fala ngi di viO'orosi e gag Liardi figli del popolo, e si ritrive rebbe – ro a dove,r fare la guena coi borghesi e con gli aristocratici; e aHora, crede te pure ... si tro verebbe bene il modo di riconòliarsi a tempo,. e la Guerira non sarebbe più possi– st.ata alla Fra ncia com plessivamente 14 mi– liar d i cir ca, alla Germania 4 circa. E la gue rr a russo-giappon ese ci dà qu esti dati : 5 miliar di il Giapp one, e oltre 8 milia rd i la Russia. Quali i fru lli di quesle cifre sbalordi tiva? Eccoli qui : tor renti di san gue umano , dolo ri di feriti, vite infran te, mutilazioni sen za n ume ro , strazi e mis erie per le don– ne e i sup erstiti , aum ento cons iderevole di accaLtoni, di pr ostitute, di delitti comuni; deva stazion i e rovine dove avven nero corn– batLimenti o si no tò il pa ssagg io di tru ppe deliranti per la vittoria o ir rita te per la sconfitta; rap ine , ince ndi, epi demi e; il la– voro naz ionale e in ternazio nale in terr otto, l' industria e il comm erc io are nati , l'espor ~ tazione arr estata , m igli aia di lav orato ri e lav oratric i dis occupati . Insomma il di sagio econom ico iinp era n te su tutto e su tutti, a rendere insopportabil i i dolori mo rali , 1grave e st ra ziant e la già. dif – ficile lotta per la vita. La g on fia t ura . Ora cominc ia lei gon{iolit r a : in m e;;;.:;;o a tan– te 11oti :ie terr ibili , i com,uni cali. u fficia li , (f'W!lli cioç {a lt i col vìSto dei governi magari r espon.– sabili di tan to terrore, veng on o a dir ci che la pr inciv essa erf'di lar ia ha offert o la sua vi ll r.i pei f eri ti, la im pera tr ice Eit qenia (ex per f or– tuna ) ha off ert o i l prop rio yacht, e la gar a cont inu erà an cora con generos e off erte, (ahi n on di denaro guadagnato col sudo1·e della fro nt e!) con vr cstazioni di marl'in r! in g1.tan – tate ai ser vi gi d'inferm eria. E la povera gente , semp re 7Jron ta ad amm i– r ar e colo ro che stanno in all o, farà una la– cri ma ,di commo;:;fone m entr e cadono a mi– gliaia le vi ttime della gu erra imv erial e.... Pr ess'a poco come quand o durant e la gu erra lib ica si sdilinquiva, per chè la duchessa d'Ao– sta si degnav a di fasciar qualche feri ta (e la / citi-ca non è du rata m oUo) con le sue aug ustis– sime mani ! E c'è da m,eravi ali arsi? Se questa gent e bla– sonala, coTona ta, pr iv il egiala che ci pesa sull e nostr e spalle fa qualch e servizi o affa società che li sopporta per pr oprio danno, non fa che la miliones ima parte del proprio dover e. E la stampa non dovrebb e perd ere tempo per simil i gon"(i.ature. bile ! Ma la stampa, intend}amoci - quella bor– gh ese è sempre la stessa prostituta: qui str epita O(](ti in odio alla g1terra, altro ve stre- Poichè siamo no~ che forniamo la forza JJile rà doma ni quand o vedrà anc he i suoi in• 1nd1sipensa bile alle bellicose competizion 1 dei ter essi capovolti per l'i nt eresse o pel capriccio O' . t bb del divo imp eratore, ma è semvre pronta a :::,O\ ernan; 1. e ene , ogg i possia,mo hem diii e sostenerlo e a star ·nell e s·ue gr azie . Basta! Da noi per fort una non sono possi bil i ora le . ~ on vogl iaan o più che i nostri figJi, che gonfiatur e dell e .1:irlù r egali -:- ma ci si viene 1 frat elli, che i mar .i.ti no-stri, b~ro a dire m entr e gia .tan !e madn tre'lna:io per la s~n·?'ue pef le vO~tf'e meséhirlè : è"'- saa 1~ 1 f.\:-' " f <\i;:c~n~aPJ[ ~~~;~i/enq., che la RQgina Elena n1e 1ire: non vogliamo la G1.terra ! , Quando è incinta una donna del popolo si di- Ci si vuol nicacciar.e nelle Chiese a p1e- ce: ignoran.te , o P.eggfo, vergognq,! Si vuol. ac- gare e a piang ere N O : 1,a preghiera è crescer.e cosi. la .11usena? Alla. regina !wn. si di: l'ulti mo rifttO"io de.i purs·iHaninni imp 'b f ce cosi ed e (}_l'lf--Slo, ma noi sal~o i l ns 11etl o _ . . :::. . 0 en L · · all e persone, diciam o che non c'imporla gran 1' o : no1 no n. credi1arno che que.sto prete so /alto. Anzi , diciamo, tan to piacere pel gìorno Idd10 padire di tutte le g enti poss a decretMe in cui non, saranno più i vopo li che fanno la il massa ar o di un popolo a v-amta ggio cl.i un 0'l..l_erra. per .com,o~o dei re, ma, se d'io vuo le, altro; noi non comp rendiamo un Dio infl'lli- [Jlt u1u e gli alln saranno alla pari. tamente buon o che ben ecLice la guerr a; no i GIAELE . non vo gliamo creder e in un Dio che non ha fulm~nat o quei pochi uomini che per delle ore ha.nno t•enu to nelle loro man i la sorte L' • di milioni e milioni di loro simili, e non m.n,entre che sogna.mo. hann o avu to un f,rerruit,o di uman ità, un pa.lpi– to di pietà nelle loro viscer e di pietra, e h'anno fatto il ge-sto es-eorando , imperdona– bile! Non nelle Chie se, nai. ma noi ci ritrovere – mo là, sulla piazza , perchè og nun o ci sen– ta ; perc hè ness uno osi ! Donne pr oleta1·ie, in guar dia! Se i no stri figLi, i nostr.i mariti , i no.stri fratel li, saran no obbligati a marciane al con– fine, per off ender e in un esercito di altr a na– zionailità ! 'a.mo.re ed il sangue di altre ma.dirti proletarie , ebbene : ess i oi troveranno là ritte dinna,n zi a loro.. ferm e dinnanzi le z.aim~ pe dei loro cavall i, compaitta mur a.glia Vl~ vente dinn anz i le macc hine dei loro tr eni in parten za ... im,mobi,le e mute.. ad attende– re che es:si passino sul nos.tr.o cor po . R. R AITERI. Cifre e riflessior,i. Ci sono in Europ a delle gra nd i navi ogn~– na delle quali cosla qualc he decina di mi– lion i, e vi sono grosse pall e di can none inc ar icate di rovinarle in me n che no n si dica : e ogni gi orno si fab br icano corazze di maggio r spe.5sore e di mc l.allo più resi– slente (q uando però non sono di burr o come alcune di fab brica naziona le) e si con– tinua no a cost rui re di con serva siluri di mag-gior polenza distruttiva e torpedini che sfasciano le corazzate, lanciando nei gorghi de l mare imme nso inter e navi coi rela tivi equ ipagg i. Si spa ra no cannona le che costa– no dalle 4 alle 5 mila lire, quanto ha sLeren– be a rnant enere in un giorn o migliai a ai ope rai. \.i sono circa 11 m ilioni di uom ini sollo le armi che costano comple ssivame nte 4 miliar di all'anno. Qua n lo avrebbero pr o– doUo invec e questi uomini lasciati alle lo– ro case? La gu err a franco- tedesca del 1870 è co- , E' ben di verso da quello sogn ato dai re– tòri del militari smo, l'avveni re che aspetta e che: dev e pre parar si l'uom o nuovo. :\ i posto degli eserciti com,posti da automi in di visa e affa stellati in caserm e che non sono' no, scuole di patriotti smo e di -moralità, sorga no le falang i di operai inte lligenti e liberi, che devono disso dare i terreni in– colti e rend erli produttivi alla collettivi tà, asciuga r paludi e maremme, fabbricare i– strum enti di lavoro, edi ficar e case popo lari , scuole per gli ana lfab eti, sanatori per gli in ferm i. Al posto dei brillanti ufficiali su– bentr i la forte legione dei pensatori, degì i scienziati, dei filosofi e degli economisti che si dedi chino allo sviluppo della civiltà in ogni ambiente social e; degli in seg nanti ch e diffondano tra le ma sse l'istruzione pop o– lare e profe ssionale, degli artis ti e dei poeti che manten gano allo il nome e l'onore del– l'art e itali ana e la rendano educati va; degli scritt ori onesti che ban discano la verità e stigmat izzano il male, la vio lenza e l'ingi-J– stizia da qua lu nq ue parte esse ven gano. 1!} le imm ense caserme diven tino locali ove si possano fare frequen Li esposizion i atte a di • mostrare che una sola ma rcia è bello .;o– gnare : quella del pr ogresso in ogni suo ra– mo indu striale, comm ercial e, arListico cd ed ucativ o. E allora an che noi am eremo di amor e infinilo ed operoso la patria nostr a, perchè sarà il reg no del la varo e la maclre ,e;i us ta per tutti i su oi fir,li; e perchè il ri speU.o per lei ci obbl izhe rà a rispettar e anch e la patria degli altri. f~INDA M ALNATI. Md lcl e dei caanol ini in un sacco e scu ote– telo; tu tti i cani si mordnanno fr a di loro ; a nessuno verrà l'i dea di mo rd ere la mano che li scuote. 1-IABBINGTON. Piccole e gra.ndi verità. E' sco-pp iata la va sta gueria : la rissa de! po poli! Tutt i rn levano la pace e per qu e– sto.. c'è la guerra . Chi l'ha dunque voluta? Per conle ssione sin cera, n essuno; pe r la logica che non am– mette gl i effetti senza le cause, certamente qualcuno . Chi? I popoli che lott avano giorn o pe r giorn o colle di fficoltà dell'es istenza che se– gu ivano un sog;no di bene sse re e di libertù? No. · Se non sono i popoli , sono dunque i qo – vernanti~ Quan ti sono ess i 1 in cornfront o delle m oltitudini ste rminate che popola,no l'Euro pa che si insangu ina ? Poche unit à . Ma che cos'è du nque il mon– do ancora, che cos'è dun qu e la vantata Eu– ro pa civile, se po chi uomin i hanno potere, con un rullo di tamburo ed un proclama di g uerra di atrofizzar e la vita colossale di un o ster minio di popoli , e contro tutti i gridi della giust izia e contro tutte le ,esecrazioni della lame, del dolor e, degli affetti , delle speranze calpe state e insul tate, imporre lit morale oscena del ifratr icidio a chi è buono iinprovvi sare un entusiasmo epi leLtico intor~ no al fan tasma rie sumato delle patrie? Copri amoci gli occh i, donne! I popoli pas– sano su l nostro , sul loro dolore, come un bran co lnfinito di sch iavi. La schiav itù è nelle vol on tà e ne l sangue degli uomini. Quando vi na sce un figlio guar dateg li i polsi, guardat egli i malleoli dei piedi: c'è il se~o de lle catene! Ce ne vorr à del sangu e l fra terno per guarire quei trist i solchi, ere– d!ta m illen aria delle st irpi selvagge da cui, dis cen diamo! j ~ °' ·,remo .ricomi .nciare. ~accapo a predi– ca1e l umanità ag li ·uom1ni, la fierezz a agli schiavi prosternati, do vremo vederne anco – ra dell e ma dri caccia te come bestie dalla fe– rocia umana a partorire i figli nel fano-o d~lla via cruc is orrenda, stringere un livido bimbo morto di martirio proletario dinanzi alle baion ette senza pietà dei difen sori dei confini delle san te patrie . Su,, la vor~t ori ! Dove siete~ Su, povera carne da fat ica e da macello, ubbr iacat evi anche vo i del vin o che affumica tr oppi cer – vell i in quest'ora! Gridate anche voi la . fa– vola che inco ntra tanta fortuna! Gridate con tutt i i ciurmador i della com– media pa cifista che la s,uerra è bella quando n s.I?on?e alle nostre simpat ie ed ai nostr i od11.d1 razza! Su, cadete non pur i, non re- denti dalla prote sta fino all 'ultimo res oiro - - P~r 1 beg li occhi d'una repubblica borgiÌiese prntto sto che per que lli d'un impero! .Infa tti le repubb liche non ne hanno latte ?1 gue.rre ~oloni~li per conto loro, ~o::ne gli imp en e d1 regn i, quando non c·era di mez– zo come ora la necess ità d' una éiifesa €E!re – ma ! Siete come le disgraziate del marciapiede voi che avete bisogno semp re di buttarv i nelle braccia di qu alcuno? . Con quale sa pienza confondete anche voi 1 prol etaria ti coi loro govern i? Avete _dun_que perduta la .memoria degl i altr i e d1 vm stessi? Noi doloriamo più dell a viltà che del sa– cr1fic10 ! Ma .se non ci sa rà da to in questo vortice sangum~so d i ~alvare le vite innooen ti e d?l ora n t1 che g ià sono affer rat e, ,faccia mo giu ram ento che strapperemo, che salve re– mo dal.1~ stra ge eu ropea che •passa un a 1- Lro e p1u grande civ ile ,ed umano , lo salva– remo per il domani che rispunterà eterna- 1;1ente nuovo dalle tombe, dal sang ue, dal– l err ore, dalla prep oten za, dal delitto: sal– ~er,emo per gli uomi ni di un'altra storia Il seme sacr o della ribelli one, e lo in neste – remo nelle carni, nel sangue, n el cerve llo di ogrn nato perchè venga il giorno in cui la volon:à e la vita delle moltitu dini non siano Pili annientate da un fi.at di pochi do– minalo r1 delle sor ti collettive. E~ ora , coll'an imo st raz iato ma non vinto torniamo alla disciplina delle nostre file· ci v~tiam o alle .nece ssità della storia di q 1 ue – ~t om come I compagni nostri, di çlolore e d1 pensiero d' ogn i vaese, pront e ai sacri– ~ci che da _noi vorranno l' ideale lontano e 1urgen te azione riparatrice. VERA . .Finc h.è,.in oani n?-zione, una cla sse r istrett a d.i uom:in.i 7JOSSe(~era i gran <li nie;:;:;i d·i pr odu– ;:;io ne e d'l, sca,1,ibw, . e 1neµ.ian le (Jtlesto v ossesso govern era qh. altn uonuni; fi,no a che questa cl~isse polr a imvo:re alla . socie tà ch'essa do– ~nina la s11:ap7:opr ia teoge, che è la con.corr en– :-a senu i l~rni ti, la lotta incess ante v er la vi ta i: c~mbatlim en lo cruolid iano 7Jer la ri cchez;;;.,i e _1Jel vole r e; fl,no a che (/Uesla cla sse pr · ·l • r1wl~, .1!er v remimirsi con tro tu tt i aH a:~~l~i P?Ss~b'tli ~ell e .1'.'1-as~e, s'a ppoagerà o sull e gran– di. dina~.ti e mili tar i o su quegli eser ci ti di me– ~ttere d_~ re7)Ubblic he oli garc hic he· fi,no h i~ ~esan smo p~lrà pr ofì,ltar r di 'questa ari~:_ lita prof onda di classi ver in qanna rl e e domi n ar e una con l'alt ra , {ìnc hè lruesto sarei se,,;_ 7Jre ~Juesl a. gu erra poli tica, economic a e, soci a– le .<l,i.~l?-Ssi fr~ ess~. di in dh ·id 'l.li fra lor o, su– ~~1;~~lf in oani na;:;ione te gue rre ar matP fra i GIOY.4.NN I J AURÈS.

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