La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 16 - 16 agosto 1

Anno Ili • N. 1 6. 16 Agosto 1914 . Conto correnie coi/a .Posta. Cl}; 0 .l'.Y1lJf J.Jo!~sqn :/tu:~;_:cv_lJ~) (~:~;~~~~O) .~ (( 9ç-oc1 • ------- ~'-""- ·-'c"',o..,._'"-''-.,_::, "._;=,-::.~ • ESCE LA 1.'' ■ Il E LA 3. ~ D O MENICA DEL Il o ABBONAMENTO: REDAZI ON E ED AMM INISTRAZIONE: U n num e r o C en t . 5 Anno . L 1,50 Semestre .. L. O.BO 50 copie . . L. 1.50 100 copie .. L . a.- ESTERO IL DOP P IO MILANO - Via S. Dami ano, 16 - MILAN O ESTERO IL DOPPIO Ciuerra al reSno della Suerra ! I re s ponsabili Quando due settimane or sono loh quan– to tragi camente lun g-he'. nell'incertezza del– l'or a scriYe,·amo sul pericolo della gnerra che ,;;,oyr astaYa l'E uropa. a,·e,·amo anco ra la buona speranza che la sciagu ra fosse scong iura ta o per senno di governi o per imp osizione di popoli. _-\himè! l"ìncendio è scoppiato terribile , imrr. enso . E noi siamo fuori per ora come per un miracolo. La yoce minacciosa J ~l prol etariato italiano ha pur dato qualche consiglio e insieme altr~ forti ragioni hann o tratten uto il nostro governo dal muoversi in farnre alle potenze alleat<e. Ed ora atten– diamo: il partito. la Confederazione ,.lai LaYoro, gli altri enti sindacali, Yigilano an– cora per un sempre possibile voltafaccia che ci trascini nel baratro della guer ra. Il pretesto di qualche interessuccio na– zionale è presto trornto per giustificare la part ecip azione alla guerra. Koi raffermia– mo ognora la nostra neutralità, e non j i– sar mia mo. Intanto le classi sono richiamate, poiché lil difesa in mezzo a tante aggressioni di – venta legittima e non possiamo ostacolarla, e mentre i contraccolpi della gue rra negli altri paesi, ricade anche su di noi col rin- --- -- __e.aro dei vive ri e con la sospensione del la– voro e col ritorn o di mezzo milion e di emi.– granti, siamo coll"animo in pena per l'in– cer tezza della situ azione che ha mille in– cognite. E le donne imprecano: esse che in questa confusa matassa non possono tut – to capire. esse che soltanto ascoltano i sani ragi onamenti della loro logica e gli imp ulsi del loro cuore materno. ~o. no. non vogliamo fare del sentimen– talismo. niente 11aura! Che giorn portare qui il quadro doloran– te della 2Uerra colle sue ansie, colle :ue tortur e, ;olle sue stragi, colle sue mise– rie'! Bisogna fare il cuo r duro; bisogna rinun– ciare alla nostra sensibilità fatta di pro– gress o, di vita civile. E bisogna essere for– ti, pronte agli eventi. ~la nell'attesa ci è lecito di riandar e le cause di questa immane sciagura, ci è anzi una necessità quella di sapere perchè è sta– ta ancora possibile una guerra come la. presente e ricerca rne i responsabili. I primi, i più immediati noi li vediam o nei due criminali coronati che hanno pre – parato il piano mootruo so. Sono i du e ,m– perat-ori dei vecchi impe ri cen trah. Il vec– chio bigott-0 Fr ancesco Giuseppe già. male– dett-0 dagli avi nost ri , il gonfio e prepotente Gul?liE:lmo dalle preclari virtù casalinghe e tanto amico del Dio.. protestante. Essi han no r,rovoeata la guerra, quella guer,·1 che era latente negli stati europei per rivJ.– lità di razza e di r:ornmerci, ma che veni 1a sconuiurata per buon volere delle nazioni pacifkhe. Siano essi mal~detti ! .\1a perché due uomi ni soli debbono ave– re- poten za per farne uccider mig'liaia pe:· gettare il mondo in LITI inferno? Perchf: E:ssi rappresentano una potenz,1 del pas.'-;ato, inca rnano tutti i fJTe~riudizi rli razza: perr'.hè i popoli si raccolg-ono intorno ad essi o:o:.:..;eq11!enti, badano le loro effi~i, li credon o inviati da Dio a reggere I<~ lor J sorti, perC?hè infine i popoli sono ignoran– ti. .. anche 86 hanno avuto un po' di scnola. ~fa soltanto quei due inr:oronati sono for se i responsbili '? _\ ·1 :--r'. 7:r·: j-,,.. ~. ,...i... ,..... - .,:--r: ,;:rr;--; ,.·i ,.. 1,-,--'-i enie~az:one 1"''"):::;i en;1di,::ie.:'1., :i0i l"''J!;'ln;-?'l– diamo che non solt.anto essi sono i respom;a,.. bili. Sappiamo che in o.zni patria ci sono due patrie , ci sono due intere_ssi distinti. Qu,Jl0 di rhi gode tutti i privilee-i e quello di che tutto dern dare senza nulla ric evere. Il più fùrte e sen za dubbio il primo che ha per ci, il domin io e le armi. Il capitalismo che ve- de a,-anzarsi la marea proletaria a chiede ,:e i suoi diritll si allea col militarismo di cui ha bisogno in tempo di pace e lo rinforz n.. Il ri cco, il privilegiato che vuole conservare i suo i averi calpesta ogni ideale di libertà civile e sostiene il governo dei re, degli imperatori, del privilegio, della tirannide. E alla lor volta i governi si allean o tra loro non su dei principii di civiltà e cii progresso, ma sugli interessi dinastici e ~R– pitalistici . Così si spieg a l'Italia alleata di quell'Aust ria imperiale che se lo potesse fa– re non esiterebbe a imporci il papa-re, e d'altra pai:-resi spiega l'alleanza fra 1a .F 1 ran- ; eia democratica, la F"rancia erede dell a ri– Yoluzione francese col governo dello czar che è il più tirannico, il più sangu inario, il più feroce; e i cap italisti fran cesi non si Yergognano di dare il loro denaro per raf– forzare que llo stato barbar ico ove si fucila– no a migliaia gli operai sciope ranti! Il proletariato ha assist ito a LuLtociò ma non ha aYuto in sè la forza Oi ribellarsi. Il proletariato spin to dal social ismo è sulla buona strada, ma è debole ancora per po– ter oppor si sia ad una guerra di razza come alle su e cause. Quando esso sarà abbastanza forte e noi spe riamo ohe Io diverrà presto, ammaest r!l– ti dai fatti stess i che Òggi funestano il mòn– do, non solo non sarà trascinato in guer re, ma saprà spazzare i govern i del passato e saprà liberars i dal giogo imp eriale com e dal giogo capitalistico. E il capita lismo stesso farà la sua rovi· na: la guerra è il disastro per tu tti e anch e i borghesi avra nno il loro castigo; e sa ra allora più facile al pro letariato di fare le sue rivincite. Le donne , le madri d' ogn i paese che o sono travolte nella tragedia o soffrono per la tragedia delle loro sorelle, imparino ir..– tanto che solo nel sociali smo che tenae ad affratellare tutt i i lavo ra tori e ad emanci– parli dal capitali smo, vi è la sola salvezza dalla barbari e guerresca . Quando tutte le madr i avranno allevati i loro figli colla nost ra fede nel cuore, non sarà possibile questo travolg imento di co– scienze, per cui gli uomini civ"ili, sono di– ventati ad un tratto dei barbari, per cu i i fratelli di ieri che lavoravano accanto fon– dendo le loro favelle diverse ,divent ano oggi gli as.5assini reciproci! La Difesa della Lavoratrici. Il comiato i Jaurès Con la morte di .Jaurès il mon do ha per – duto l'apostolo più fervente, più attivo, piu convinto della pace fra i popoli. Lo ste,.;o momento e lo stesso modo cui .lii ricorse per sopprimerlo, dimostra come i fautori della guerra lo considerasse ro per il p,u temibile avversario delJa gue rra . Dati~ prodigiosa attività. in favore del rna nleni– rnento della pace sembrava emanasse 1m monito preciso a1 nazior~aJisrno: /Jri r1111 rwn si fJflSSa. l•'irw a qaarLdo viv rò io la ov nra /r(JfUJ) tedesr:a rirrwrri; un pio desi– derio det nazionalisti. Inte rpretando ques to rnon,to la mano del sicario o dell'alluc inal o na:zionalii,ta non esitò a liberare la Fran cia ~ rumanità dall'ostacolo ingombrante. Giovanni .laurés fu assassinato e l'ordine di mrJbilita zione e la proclamazione di gue r ra e le orgie na zionaliste passarono sul suo cadoure. ll terribile flagello che sta ridu– cendo l'umanila in una sin islf'a autocarn ':!– ficina non ebbe per testimon e Giovanni Jau rès. Egli mori coll'utopistica spe ranza che merr:è la pres.;ione del pop olo, dei partiti e sua per.,;onale, Ja Francia avessP potuto pre– m1:re sulla Hus~ia, onde la f,'Uerr a ri manesse circ:oscritta. Se per evita re la conflagrazione eur opea ci volesse un miracolo - crederei al mirac olo - disse .Jaurès nell'u ltima riu– n ione d el Bureau Socialist e Inte rna Lional. La sua fede nell'intervento pacificator e della lilrancia era incrollabile. La storia sarà Lestimone di questo fatto è crollata, è stata infranta la vita di Gio– vanni .Jaurès; egli è stato ridotto al nulla, ma la sua speran za nella pac e, il suo de· siderio di att ivarla, di spingervi il Governo, è rima sto intat to. Non occorre tessere ora la sua biografia . elencarne le benemerenze. L'hanno rilevat o in coro i gior nali del mon do inte ro. E sic– conTe la sua aUivita e la sua morte sono in– tim amente connesse alla lugubre traged ia militari sta che travolge l'umanità, il suo no– me è già scritto negli annali della storii:l contem ,poranea. Chi ne conosce, sia pure superficialmen– te il sentimento, il pens iero e l'attività , non avrà difficoltà a desum ere la perdita che mercè la sua morte hanno subi Le le prol e– taria, le donne del mondo intero. Essere in– stancabile apostolo del socialis mo vuol di– re impli citame nt e esseJ'e il difenso re e il li– beratore della proletaria, essere ostegg iato – re delle guerre, vuol dire tener pre sent e sempre il dolor dei dolori - il dolore della mad~ che pia nge i figli immolati nel mili- tari~,o . . .. VJ/..1 mscol"So fu teriut<, dh. JallrèS a BruxiHles nell' immenso comiz io contro la guerra organ izzato dal Bureau Social iste Intemat iona l. Se l'immenso p.ubblico inter– venutov i in parte per sentire il suo Jaurès, avesse potuto suppor re che quella sarebbe stata la sua ultima pa rola, il suo comiato, chissà se avreb be potuto fargl i una acco– glienza più eloquen te e più solenne. Non più applausi come quelli che avevano salutat i ed accompagnat i i discorsi degli alt ri ora– tor i, non più solo l'irrefrenabile scoppio cli approvazion i col quale l'innumero pubbl ico aveva sottolinea to l'os tilità dei socialisti ver– so la guerra - qualc h e cosa di altro e 0.i più si scatenava nel pu bblico all'appar izione di Jaur ès. Il pubblico non lo ascoltava soltanto, pen – dendo alle sue labbra, il pubblico viveva le sue paro le. Alla chi usa del suo poderoso ultimo dir e egli esclamò: u No! la guerra non si farà. Io sono sicuro che l' umani tà non tollererà un obrobrio sim:ile, lo scongiu– rerà. V'imma ginate la guerra europea? Ah / che terrore : qua ndo vedo una madre, vedo una gi ovane co'[YJ)ia - il pericolo della gu er– ra reca 'in me l'imrnagine della morte. Ah! la morte ombra della guerra. La morte che separa, distrugge, annienta. La sua ombra mi per seguita. No! La gu erra non si farà. Sarebbe troppo atroce. Non erano più parole di un Lribuno, era il monito d'un prof eta. E fu così tenifi can ~e l'imma gine da lui evocata che la morte sem– bra va fosse entrala nell'innumere comizio, aVt>sSe r-1PSO sembianze sovr umane, si fosse imposto a iulti gli occhi, avesse velato lulli gli sguardi . Tutti i pre senti come un uomo solo pro– rupp ero in un 'uni ca manif esta zione di tor rare, di ferrea volontà, di allontanare lo spetlro mina ccioso.. Le donne appar ivano pili ris0lu te degli uomini an cora. La parola di .lau rùs aveva suscita lo in tutti quanLI l'i– stinto piu poderoso e più irr efrenabil e. L'i– stinto della vi ta, de!Ja autoconservasione. Dalla im11rccazione alla morLe scat uri va 1:1 tutta la sua invincibi le potenza, la volonLa di vivere, la volontà di di fende re i figli co.1- tro la mor te di vorntric e.. Con ques ta impr ecazion e .Jaurès si acco– miatò vurt roppo non solo da!J'udi torio d; Bru xelles. Cadde eg-li stesso e ner il pri TI') vittima della sciagu ra ch'eg li deprer·ava pe,– gli altri. ~ entre egli si spegne va, si spegneva .•n– rhe l'ultima scin Lilla di speranz a nella pa– ce... ANGELlCA BALAB.,NOFF. Il ritorno degli emigranti Mentre il capiLalismo micidi ale arma i fratelli contro i fratell i e scatena la più distrutt ri ce delle guerre che l'umanità abbia conosciute, minaccia di ridur re cadavere la parte migliore dei vive n ti e d'uccid ere ogni sen timento umano, ogn i solidarietà fra i popoli non solo, ma anche fra gli indivi– dui, qui sott o i nost ri occhi svolgons i sce– ne di sublim e solid ari età nel dolore. E-' l'accoglienza e l'assisten za fraterna ohe delle benemerite donne, e degli uom ini del popolo fra cui molti compagn i e compagne sLanno da più d' una sett ima,na prodi gan do agli em igrati - laggiù nell e case dell'Uma– nitaria_ La gue rra devastat rice e distr ut– trice ha colpito anzitutto i più deboli fra i deboli , i senza casa per ecoellenza . Gli em igranti , licenziati su du e piedi sen– za neppur essere stati pagati in mon eta cor– rente, sono stati me ssi alla fronti era dei paesi in cui lavoravano pigiat i nei treni, senza viveri, con don.ne incinte e bambini spaventati, colla pro spett iva di aumentare, giunti in patria , i disoccupa ti, gli affa mati, gli spostati. I doloro si epi sodi di questo inaspettato, forzato rimpatrio di cent inaia di migliaia d.i ita liani non potran no mai essere el~nca~t~i:... _. .;;;;;;;;;;:;;::;:::;:::; E' siata i.ma nelle più Ù-agiche immigrazforu che la storia conosca. Eccoli attraversant i l'Europa col fardello dei loro bimbi, col peso dei loro stracci, coll'incub o dei loro ricordi, coll'ans ia del loro avvenire. Ma così terrificante fu la lor o pa rt enza, la vicinanza immediata delle palle e delle barricate , l'odor di polvere e la visione 1el sangue che le ma dri, le madri specialmente sono quasi f,elici. Felici salvo quelle in– felici alle quali il tragitto ha costato la vita di un bimbo o che non si sono ria vute ancora della fame, dell'in sonnia , del ter– rore e stanno ancora fra lo sgom ento e Ja pazzia. Portano in braccio e conducono a mano i loro figli, li con tano, li lavano e h riab– bra cciano. Migliaia e migliaia ne sono pa ssati dai locali dell'Umanitaria dove sono accolte a volonLerose donne , che lo strazio delle lor o sorelle ha animato ct·una forza di resistenza, d'un fervore di apostolat o che assume le propo rzioni del vero e propr io eroi sm o. Sfamano gli uomini e le donne mercè un meraviglio so servizio di buoni organizzato dall'Umani taria ; spogliano, lavano , sfamano i bimb i, fanno dei miracoli per solleva re tutte queste vitt ime piccole del militarismo; e gli uomini e le donne che hanno passato oLto o dieci notti nell 'attes a dei treni e nei treni stessi, in piedi, cedon o spo ntan eamen– te il posto ai più deboli , alle donne incinte, ai bambini. I malati vengono traUati D!1 riguardi cli delicat ezza, con profonda bontà che strappano delle lag rime ai presenti. I giovan i della gua rdia medica, e le infer– miere volontarie , tutto il person ale volon– t.,i.rio, non con tano le ore del loro servizio, le notti d'insonnia - sono li sempre in pied i - sem pre pro nt i ad aiuLare a sorre g– gere, a lenire le sofferenze, a colmare i de– solaLi. .\tenLre la guerra sradica i vincoli più in– timi , fra esse ri umani, il dolore fa scatu rire dei legami profondi, indi strutt ib ili, d i , o– lidari eta nel dolor e.. T..a ou etra è la più criminale aberrazione clPyli 11omi11i, il mililarism ,o il suo esecutore, ed ambo sostenyono il pri vilegio dominante nellrt sociPlrl attuale. La pace, [onclota sulla giustizia socia le, è il mag(Jior bene cui può aspirare l'umanità, e la fratrllan;;a nella società fu.tura la sua: miyliore ricompensa. f'HAN CISCO FERRER_

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