La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 16 - 16 agosto 1

Un sogno Egli si stese sul letto e si addoiimentò . Tut to ad .un tr atto credette intendere come u_n gran rumore di passi nella \·ia : una mar – c~a cadenzata, ~egolar~, ritmica, come quella di una truppa 111 mar01a . Egli andò alla fine– stra e l'aperse . Erano infatti dei soldat i che sfila\·ano . La notte non era buia e la luna rischia– rava i c_asch'. de~li uomini. ma segnatamen– te le baionette nsplendenti : in mezzo a\,le fi– le si distinguevano gli ufficiali a cavallo, lo stat_o maggiore. i comandanti. i capitani . E_ss1andavano rapida1nente. addossati gli u– m contro gli altri. Sembrava a \\- illiam che la strada si foss e allargata e che vi fossero sulla stessa fiJa marciand? di fronte più uomini di quanto la stretta na pare\·a poterne contenere . Yla egli non se ne mera\·igliò . Al chiairore della luna egli distingue\·a le figure dei soldati. Essi erano g~o\·ani, pallidissimi. piuttosto fa1~ciulli che uomini. Essi non gettavano un gndo . marciaYano silenziosamente. :\ ondi– meno la sorda cadenza dei loro passi faceva scuotere i \·etr i; era stato questo fremito ad attirare \\"iHiain1 alla finestra . Essi passa\·ano. pas.sa \·ano sempre. Dopo la fanteria, la cavalleria. I ca\·alli a\-anzaYa no sopra una sola linea. tan to lan:– ga che si pote\·ano appena distinguere le for– me dei più lontani . Le teste dei dragoni, i petti dei corazzie:-i. getta\·ano, ai raggi del– la lu.n~. rifle:;si di argento : e i cavalli e gli uomm1 passa vane.. ancora, ancora! .... Dopo di quelli \·e n ·erano altri ed altri an– cora. Poi l'ar tiglieria sfilò al gaJoppo coi suoi cann oni, i suoi affusti. i suoi cassoni; essi affr-etta Ya.no la corsa e il loro passaggio faceva tremare il suolo. )Ia tutta questa folla restava muta . Non SJ sentivano nè i ca\·alE sbuffar e. nè gli uffi– ciali comandare, nè gli uomini parlare. Ess.i pas.saYano. passa\·ano sempre! La strada si era ingrandita; era come un im:nenso Yiale se:1za fine, e lontano a per – dita d'occhio si YedeYano rilucere le baione t– te. ba!enare i caschi. brillan-e i cannoni d'ac– c:aio. E dopo quelli ne segui\~ano altri. ed altri anco:-a: e se.mpre erano le stesse figu– re di ragazzi pallid i~ li\·idi. senza baffi. Vi e;a \·icino al muro un pilastro d1etro il qua– le. per- far più presto, alcuni soldati sfiJ.ava– ;io correndo. e, nel momento in cui passa.va– no. _sapendo forse che \Yilliarn era là a guair– darh, \·oltavano le teste v~rso di lui come pe.r supplica.rio. Wèlliam poteYa allora di– stinguere i lor0 volti. Essi aveYano l'ango– scia negE occhi e i loro lineamenti erano contratti dallo spavento. Ye ne fu uno che ape:se la bocca disperato come per gnidare; ma \Villiam non intese alcun grido . A m:su:-a che passavano. affretta.vano il passo. Oramai i _fantaccini correYano talme n– te addossati gli uni ag li altri. crle non si ve– devano più le loro teste e i loro caschi; poi di nuovo i cavalieri al gran galoppo; poi i cazmon: e gli artiglieri in una corsa preci– pitata. E l'immenso viale s'aJlargaya sempr e, e diventava lungo ster:TIY.nato con quel flutto umano che lo pe:-corr eva.. come le onde del mare succed enti al:e onde. X on Yi era fine, e i flutti erano così vici– ni, così rapidi che neppure si pote,·a loro immaginare una fine. Qitanto tempo durò questo spaventevol e passare d'uomi n-i. Cn'ora, due ore, due gio r– ni, un anno forse: Si ciò r:lurava da un anno, terribile, so- 1en:1e, irresistibile. lmp~ ovv~samente \Villiam si sentì tirato per il lembo dell'abito. Egli si vo!tò bruscamente. X on era p-:ù nella sua camera.i. ma in una va st a ;>:.anu;a dissenllnata di piccole colli– ne. I n fondo un burrone, poi una collina un po' alta; dietro questa collina la luna illu– mina -va una discesa d'acqua scin:illante. \\':ll,am cerc ando di afferrare le idee che sfuggivano alla sua memoria, riconoscev a que'.la p':anura, quel burrone, quel mare lon– tano. X on e.:-a for.::i-e ;à_ che dei cadaveri chinesi giace·ano an;rnvnt.LCchiati s.ulle r ·.:e de 1 fiu– m e Amour ? "Per un m:nuto il pensiero che tutte 11ueste cose fossero un sogno, gli tra'.rpPc-,iJ '. , ,;Jiri– to; ma nondimeno g-li oggetti si di.s.e.zna.va – no cosi nettamente, che egli non poteva du– bitare delJa loro realta: egli afferrava tutti i dettagli delle pietre sepolte a mezzo :n poz– zanr;here di fang-o e di neve, e delle raffiche g1'. frustavano il viso. E poi il violento desiderio di vedere e di sapere, gJi toglieva ogni volontà. Lo ntano, nella pianura,,. si sentiva un rug– gito sardo, monotono. « ~fa è il cannone:>' disse \Yill'.am. Dappertutto, a destra, a sinistra, <lavanti, <li dietro, aJ nord e a! sud, all'est e all'ovest, il cannone faceva risuonare l'aria . « l,;na grande battaglia' » disse egli anco- LA DH'ESA DELLE LAVORATRICI di guerra Novell a ra ad alta voce. Egli \'Olle fare quaJc'he passo in avanti., ma di nuovo sentì qualche cosa o qualcuno che Jo tirava indietro. Eg·Ii si abbassò e v.ide un uomo disteso 1 )è:!rterra che lo gua,1·dava ; la sua mano rag– g:.rinz.ata stringe\Ta energicaanente il yestito e.I! \Vi!liam; i suoi occhi erano spe nti, il suo viso bianco . \VilJi,am riconobbe allo.ra il giio– \·ane soldato che poco prima passando da– vanti a lui aveva voluto gridare . Il suo v,iso esprimeva una sofferenza atroce e semibrava dorn~ndare graz, ia. William gli p1·,ese la maino per nalza.'flo; ma sent ì questa mano fondersi nella sua con uno scnicohiolìo d'o ssa come: dei gusci di noce u,rtati insie me. \\! 1illiam ri– tirò rapida.ment e la propria mano e al chia– rore della luna si accorse che era dive ntat a rossa. Eg·li si trasse ind1ietro. non poten do dif,en– dersi da un primo movimento d'orrore al- lorchè si sentì toccato al ginocchio . ' Era anc ora Ltn soldato e ferito . Egli guar– dava \Villiaim con degli occhi tr.isti . molto trisbi. e molto doloi. Il suo cappotto e,ra aper – to sul petto, e ogni volta c"ì1eegli respira.va si vedeva uscir e un piccolo filo di sangue. Ll sol dato sollevando la testa guardava s,einpre \Villiam cogli stessi occhi immoti. Poi. im– provvisamente , gJ.i occh i si chiusero, la te– sta ricadde; il \'is o divenne l,ivido e i linea- L a menti si decomposero così che oramai non e– ra più che una test a da morto col sogghigno ironico dei denti bianch~, LI foro drel na.so triangolare e le due cavità oscure degJi occhi. Sotto il cheppì rosso troppo largo portante ancora iJ numero 130 del reggiment◊i. que– sto sch eletro faceva un effetto grottesco e orribile ad un tempo. Willi am volle fuggire; ma il suo piede ur– t<~ centro un corpo ed egh intes e un sos piro profondo, così doloroso, che fremette. Era un ufficiale, come mostravano i cinque gal– lon1 del cappotto; egli giaceva sitlla terra in.;,anguinata e non si potevano riconoscere i suoi tratti, perchè tutta la faccia e-ra dive– '1.Utauna larga piaga aperta . E il cannone tuon a sempre, col me<lesim.o rumore sinistro; e i colpi si succe dono sem– pre più fitti. Allora solamente, guardandosi attorno, \\'illiarn vide delle forme non viste fin allo– ra; cannoni spezzati, ca\·alli sventrati; Yici– nissimo a lui sui resti di un cassone spezzato erano àistesi tre artig-J:cri che non davano più alcun s.eg- no di vita. L-e loro vesti ed i lr.,ro visi erano bruciati neri di poi vere, e le lorr.J membra slogate. pendevano nel vuoto. f .ugubri .cçemiti, sordi lamenti risuonavano da (>~rii parte. Egl~ volle andar piu lontano per vedere, per sapere, per comprendere; ma avanzando u -trJ un foritu che _::çe,lt<.J un gran gridù. TI \ entre tra aperto, e g-li intestini u~ccndo in di':>ordine ca<le..,·anonel fango. IJappertutto attorno a h.1i vi erano <lei ca– da\·eri, dei feriti, dei moribondi, delle ossa r.:.pezzate, degli urli, dei "'O'>piri dei s.ing-hioz– zi. Tutto era confu-,o. -,oldati, ufficiali ca– vahl-i; tutti i Kradi. tutti i reggimenti. 'tutti i pùpùli. Dei soldati russi coi loro g-randi cappotti gri.::çi, degli ulanj, dei .cosacchi de– gli u.-,seri, dei lancieri, dei be.rsagli~ri, degli zuavi, dei turcos, dei dragoni, dei corazzieri, d 1ei fanta.cci.ni sopratuuo . PeiJ.·a\·anzare biso– gna,·a passa11e sopra dei corp t.. e, malgrado J.e sue preoccupazioni, \\':iUia.m urtava sem– pre qualche cosa paissando, ed ogni voita era un lamento, una bestemmia, un senrar di denti nern'o:mbra. Lontano 1 a perdita di vista. le vit:rt:imeera– no distese nell'immensa pianura; era un aim-– masso form~dabile ; gli u01ninì che poco pri- 111,ayeya \'lsto sfiJa1·e nella via era,no quelli che rive.deva g-iaccnti sulla terr a, ed essi v.i erano tutti, perchè la pianuTa era sconfinata . Oramai, senza pn"eoccupars i dei gern1-ti e dei singhioz zii,,\1/il\i.aun cor reva per togher s.i aJ.lo spaventevole spettJaco;lo. I suoi piedi af– fondarvano in un fango vischioso e rosso; e le maled liz,ioni scoppiavamo attorno a lui, perchè eg•Ii schiacciava delle membra str a– ziate, tu 0 tav a delle tes te insangi.tina•te, pre– meva col ta1lonc dei petti squarciati . Ì\IIa egli aveva fre tta di fo.ggire 1 di non vedere più , di non sentire p,iù; ed egJi. pote– va ben affannarsi a caimmina1·,e, poteva ben affannars.i a correre, la pianura contrinuiarva semip11e con migliaia e migJiaia di soldati distesi. 1rn1p,rovv•isamente davanti a lui una eleva– zione appan·e. Era come una piramide ab– bastanza rego lare. Sì, egl1ia:yeva già vedruto quella pirannide. Guardando, egli s'acco rse che non era fatta con pietre . ma con teste umane, tagliate a filo dal tronco, contratte, sa,nguina1nti. Dei gran vampiri battendo l'a– li , allttngavano il collo arrivando. ed altrii, che erano già venuti, facevano risuonalfe i loTo becch-i rosicchianti su.i teschi e ne\Je oc– chia.ie dei cadn ti . Allora, senza sapere perchè, spinto da una sensaz.ion e iTresistibile. egli si voltò indovi– nando che qualche cosa stava dietiro di lui. Era ancora una p~ra.m~de, fonnata, non più di te.Siteum,an,e, ma di. corpi uanani. Essa era talment e alta che si perde.va ne! cielo, così come una montagna colossaJe più alta di tut– te le montagne della tePra. Dei vapo,ri bian– chi illtuninati da.illa luna, ne nascondeva la cima . E W-ill~a,mcomp re s.e subito che i feriti cd i moribondi stesi poco prima nella pia– nura erano andati ad amnmochiars,i là . Co– me? Egli non poteva dirlo. Ni a erano bene essi; egli li riconosceva, vedeva le stesse 11nifomTI1i, udi va gli stessi geamiti. Dei corvi, dei vampiri turbinavano sui fianchi di questa. spaventosa montagna, e l'odore n'era così orrib~le che \Vi!liam si sent ì venir meno E.gli stava per cade re quando una man~ .vi– gorosa lo prese sotto braccio. V,icino a lui si tene\'a ritto un uomo di alta staturai. avvolto in un lungo manbello nero. \Villiam stava per dire « Zio ?\(iche- 1~! )1 quando l'uomo mettendo graveme nte il dlto sttlle labhra con aria imperiosa gli fece comprendere che bisognava tacere. La parola di WiLliaan spin, sttlle sue lab– bra. E.i-•abene lo zio )..1,ichelc, ma pal,lido, mi– sterioso, con dei 111CJ\'i,ncntilenti ed una di– gnità severa. !~_rrli fe~e un gesto e tutto dispa ,rve; e \,\'11l1am s1 trc>V(• al srnnrno di una torre in me%zo ad una città immensa. Egli non si meravrigliava più oramai ma _["ua.rdava av,:dwmente lo spettacolo cl~e s1 offnva sotto cli lui Egli vedeva ai s~oi v!edi tutte le case della citbL, allineate le une vicino alle altre ric– c~1e ~ P?v~re, grandi o picco]~, forma~ti le ne, 1 ual·, i ba'>tio1Ji. Tutto sembra.va im– merso in una calma profoJJda. Si pote\'a ve– dere la tranqu·lia citt a adclormentata in un doloe r,iposo, quando, ad un tratto, per una spaventosa lucidità di spirito . \Villiam potè <liventa.,.respettatore di quanto an reniva nel- 1 ·ante.rno di ciascuna casa. Le tele e le arde– sie dei tetti non gli ~mpedivano di vedere . Gli abita.nti andavano e ven,ivano passan do da una camera all'a ltra: eg11i\·edeva distinta– mente i loro trat ti, i lo.ro gestì, ma non po– te\·a inf:lende 1 re nulla . X e]Ja ca.sa più viicina una donna a,ncora giovan issima, piangeva; vicino a lei era ad– donme,ntato nella sua culla un bimbo; ma un altro fanoiu~lo di otto anni appena, sveg lia– ~o dai ~i:1ghio~z.i di sua madre. s,i era alzat o m canuoia e prnngeva pure sen za capU"e. Più lontano, in una stanza miserabile, una \~ecchia tuHa sola C)ra in lagrinte, ing1inoc– chi.ata daY.anti ad una fotogr afia messa in cornioc, che \,Vi,Jliam 1 malgrado la distanza , potè r~conoscere: era il soldato che aveva ,;-ridato, quello di cui ave v.a toccato la mano, e la povera vecch ia, gen11endo. si batteva la fronte contro la terra . :\ella casa v,icina era riunita tutta una nu– :heros a famiglia. Un vecchio, delle donne in gran lutto e dei fanciulli d'ogni età. Essi e– rano sedut4 in cerch io attorno ad u.na gran tavola sulla quale si stendeva un'uniforme sbracciata , macchiata di fango e di sang ue. \i\lilliaim la r~conobbe: era l'uniforme del co– lonnello ch'-egli aveva sentito sospirare ta111to dolorosamente. Il vecchio leggeva tremando una lebtera info rme e tutti ascoltaivano in u– na specie dii stupore. ): e,Ue altre case si rip eteva la stessa sce– na quasi identica: non vi era quasi differen– za che per il lusso o la m4seria. i\ria erano sempre, tanto nei palazzi splendidi come ne!Le capanne daille pm·te malcongiunte ri– schia,rate da una lan11pada fumosa, la stes·sa desolazione, le stesse la.grime . Dei fancittlli che si lamentavano, aggrappati agli abiti ne– ri delle loro madri.; deille buone vecchie de– crepite: dei vecchi dalla testa trerruante che piangevano silenz.,iosame111te, gl~ occhi fissi dava.in ti al focolare; delle giovin.ette che, so– le.. nelJa loro ca1rnera, singhiozzavano torce,n– dosi le mani. Dapper ·tutto lagrime, lagr >i.me , la,g1rime. Poi fu u,n'a,ltra città così grande quanto la prima che apparve, e sembrò allora a W,il– liam dii potere, sostenuto da ?\1ich.ele, attt-a – v,ersare lo spazio e sorvolare sulla terra a qualche distaJ1za dal suolo . Egli vedeva sotto di sè i fium,i se1·peggiantii colrle correnti mi– nori che venivaITTo a perdervisi; e lungo questi fiumi erano scagJ.ionate delJ~ città . dei villaggi, delle campane ed in ogni città vi erano delile donne, dei vecchi e dei fa!lciu.114--_.,... che piangwano . E :tviic'hele e VV~lliamcontinuavano il lor o viaggio nell'aria, attraveiisando le colJ.ine. i precipizi, le va,lli. Fino sui fianchi delle mon – tagne più solitan·ie, nella capanna isola,ta, per – duta fra i boschi, vi erano pure de11e la– grime. « Quando dunque ciò finirà? 1> si dornanda – \·a \Villii.am. Giacchè egli andava, andava sempre: e sem pre era.no piainti . singhiozzi, ge1niti. ma– ni levate al cielo. dolori muti o strepitosi, ge– sti di collera o di rassegnazione ! Un dolore acuto stra zia.va iJ mondo. Ecco la Genniania ora, colle sue grandi citià popolose: e in ciascuna oasa deUa Ger– mania, come in ciascuna casa della Francia, S•emip,rerischiairate da twa lnoe misteriosa, v'erano delle lagrime e ancora delle lagrirn .e. Imp rovv,iisamente \.Villiam sentì che la cor– sa spaventosa p!iecipitava, e che egli sta,va per essere spezz ·ato in una rap,ida caduta per– chè la mano di Michele non lo sosteneva più. Michele non era più con lui. Egli gettò un gran grii.do , e questo grid o lo risvegliò . Dal lihro - Gucrro. e Pade di Carlo Richet (edito da P110\o Carrara. Milano ) che racco– mandiamo alle nostre leHrici. Il Dio della battaglia. I clo1nina11ti che, per odiosa sm.ama di pos– sesso, hanno mandato al m.acello migliaia e mialiaia di gio vani forti , robusti e bH011i e dì JJadri sosteano di f amia lia - chP ha.11get– lillo nella disperazione miqliaia e mi 1liaia di donne, che hanno ro ·vinalo l"an 1 e11irP dellri futura {Jttarigione, che honn o se1ninato per anni NL mmi la trist e picrnto delln più nPra ·miseria che hanno sparso il ltttlo sull'Europa intera. honno invocato l'a iuto di Dio prima <I-i drae l'immonda battag lia. .\fa che cos'C per toro questo Dio in cui cre– dono? e· lo :.trwn ento dr/lr1 loro malvauia am.– hi:.ion r, - è la pol e11:.adf'lla più bieca vendet– ta, i: il /n oce slnminal orf' rU vi le umane. è il llis pen.w tor e dPi. più inr,ùtsli dolori. E an– cora ci de/Jbono essere suita terra dei popoli chri 1JOs.rnno credne in questo Dio adorarlo ,, sr•,Tirlo, s'Psso cosi può esserP in'Vocato per– r:~tP aiuti l'opna di slerm.inio e di dispera– ;aonr'? IJMDtf' lavo1·,1trir-i, apriU• ()li occhi: o 1nenle chi _l'i .(Lice rh(' la reliuione è mìnislt"a di pace r: dt fratf'llonw, o nu,ntr: chi vi pr ONl che la reli{Jiow, p11ò servire anche auu assas,çini di /J0/10fo: 1 1 mPntouo nell'1tn caso o n1>ll'a1tro co– /rJro !"/tr, ànno r!ìrPtlo il vostro svirilo, o sanzio- 11at,, lr' lP{J(ti o cui siete costreltP di ubbidire. RihPlloteri al rloama ,in qu est'ora terrib"ile di Ufl.(Joscirt i,umarral>ile di ansia crud ele di rìlJr<'z:.cJ ,, di 1·a!)ug1w,' e pr o111,Ptt ete a 'r oi sf_<'ss,, di erlur:arl' i toslri {ì.(Jli alla sola reli– gione cflr, non ili(Janna mai: a quelle della CrJsCiP11::.a. L. M.

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