La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 16 - 16 agosto 1

H LA GUERRA ,, ANroNro. - Son disperato; pensa che mi hanno ri chia mato il mio Gino. Che far emo io e mia moglie, che non guad agnamo qua– si più niente ? Era lui che orma i tirava avan– ti il carro. GIGI. - Po veretto, hai ragione di esser d preoccupato! ANTONIO. - E poi col pericolo che me lo mandino alla guerra a farsi amrriazzar e. GIGI. - E ad ammazzare altri buoni fi– gliol i come il tuo. A.Nro:-.rio. - Oh che inf am ia questa gu er– ra ! Almeno li ammazza ssero tutti qu ei te– deschi ... ANTONIO. - Perchè? GIGI. - Per ché, mi domandi ? Non sono stati loro a volere tutto questo ? .-\NTONIO. - :Kon ess i, è stato il loro im– peraw re. GIGI. - E perchè essi, non si sono rivol– tali? _--\_.'{TQN10. - o·igi, Gigi , non ti ricord i più che cosa dicevi 2 ann i or sono ai tempi dell it guer ra libica? - E' necess aria - dioovi - !-·er il prestigio dell 'Italia di fr onte alle al– tr e Xazioni. Anzi è quistione di vita e di morte per il nostro Paese; e voi sociali3 ti che Yi opponete tradite la Patria. Ebbene ora tu tte queste bug ie le ha dett e l'imperatore di Germania ai suoi sudditi. Ha detto loro che se non prend evano le armi gli stranie ri avr ebbero inva sa la gran Pa t,ria tedesca. Ha dettp loro qu este men– zogne ment r e invece gli altr i Stati si ado. peraYano per scongi urare la gue rra ! Yedi, ormai tutti i goYerni che vogliono spingere i loro popo li ad una gue rr a di con– quista . gridan o questo inganno : <e Si tr aUa di diiendere la Pat ria ii . ~ai Socialisti vi abbiamo ape rti gli occhi ; ma Yoi Yi lasciat e ingannare dagli amb iziosi speculatori del sangu e del Popolo. La gur3r– ra non è mai necessaria; è un immenso de– litto che porta la fame, la malattia . Pensa che aYYerrà dopo queste terr ibile uraga=10 di sangue : le fabbri che rima rrann o chiuse perchè i capit ali che lì facevano vivere fu– rono tutti imp iegati dall e spese mi!Hari , Di– stru tte le messi, i Yigneti, gli orti. Dovunqu e ponti , ferr ovie distrutte; al posto di ìante belle città, avanzi d'immensi incendi, orri– bil i ruderi sui quali piangeranno lacrim e sterili vedove e vecchi! Si, lacri me sterili perché tutto ciò non sarebbe avvenuto se a,essero gridato alto ai governi : No non -- - -v: e__lLdiamo i nostri figli. Piutt osto che mo– rire dopo di fame e di dolore , moriremo ad esso per dif endere la vita delle nostre creature , perchè non vogliamo che voi ne facciate dei feroci assassini, dei crude li in– cendia ri , perchè non vogliamo che ce ìi manda te ad ammazzare come greggi al ma– cello» . Gr cs EPPINA MoRo LA-'t{DONI. Son v'è nulla di più amen o di ciò che un u omo abbia il diritto di uccidermi perchè di– mora al di lli del fiume e perchè i l suo prin– cipe ha una questione col mi o benchè io non ne abbia alcuna con lui? P .1,,SO,L. LA DiFE SA DELLE LAVORATRICI L'incubo. Occupat a nei lavor i del m io imp iego, da man e a sera allineo cifre e parol e, ma quan– do, uscit a dall 'ambi ente comm ,erciale, rien– tro nella vita p ubbl ica, sento 11 mio pen– siero urtato da una odiosa notizia: la gue r– ra. . la guerra!. .. Con gli occhi della mente vedo una le· gion e infinit a di uomin i armat i, che si 5Ca– gliano accaniti l'uno contro l'altro , per uc– cidersi .. Li vedo a terr,a, geme re, urlare, contor – cersi fra atr oci tort ure dalle qua li il pen– siero ri fggge con raccapriccio .. Il mio cuore va verso que1le povere ma– dri desolate .. . verso 1e sposi ama nti, i ]oro figli, e piango con esse, per il dolor e che le strazia. Dal le persone più intelligenti alle men o colte , tutte biasimano la guerra, meravi– gliando si che al secolo vent esimo si debba – no ancor a deçilorare simili barbarie. Questa guerra male detta che non port a solo la morte su i camp i di batta glia , ma entra nelle case, avvelena l'animo di tutti con la miser ia, il dolore, o l'av vihr1 ento generale è una rovina per tutt i. S.e si pensa ai miliardi spesi così sciagu– ratamente vien faLLodi dir e quanti miglio- 1·amen ti si sarebbero conseg uiti con questo denaro, se fosse slato spes o pel benessere del p rol etari ato. Ma spe riamo che ,presto giungerà, anche se ri larda la l'era benefic a del ri sorg imento del popolo, che attrave rso una odissea di sang ue e di dolor e si sarà alfi.ne ris cosso da ogni giogo! -EMILIA C,\NDELARI. Il dovere delle madri Son o idee di frat ellan za umana ·che la ma– dre, con ogn i mezzo, deve istillare nella mente e nel cuore del proprio figliolo - è lo spirito di altruismo e di solidarietà u mana che deve trovar posto nell 'indole su a; è la conv inzione che le razze e i con fini de– vono sparir ,e dal mondo, poichè la terra è di tutti e gli uomini sono fratelli tra loro. ,Jsp·iriamo n:el fanc iull o. il desiderfo di una vita opero sa, il gusto per ciò che è bello e che è nobilmente grande, l'ardore per combattere e vincere, con la fermezza del volere, soltanto ,gli istinti malva gi, le basse passioni umane; il bisogno dì trion– fare solamente sopra i vili, gli ipocrit i, gli inetti , i parassiti e gli sfrutt atori. Solo così, madri, pot rete mandare la vo– stra creatura nella vita sociale , sicure di ave rvi mandato un eleme nto util e ,e fiene– fico. LINDAMALNATI. Vita proletaria Mar ia . - Lo sai, Armando, che la pove– ra Pi erina è morta qu esta mattina? La tisi che da lungo lempo la torm entava l'ha uc– oisa, poveri na . Se tu vedessi là dentro in qu ella camera! I bamb ini addolorati pian– gono, é un quadro dei più doloro si . flr niand o. - Ebb ene, sai Maria, chi è col– pevole di tanlo dolore? I! colpevole è suo mar ito, l'uomo che un giorno , quando lei av,eva solo sedici amn,i, la sposò dopo averle prom esso amore e aiuto. Io mi ricordo lo scorso settembre , quando la povera Pieri– na diede alla luce 1'11lilimo suo bambino che è morto. Ebb ene, in quei momenti così delicati per la vita di una donna , lei non poteva stare in letto, lei non aveva il ne– cessario per nutrirsi , le toccava anche di lavare i panni per i bambini. Maria. - Ma suo mar ito era pure al La prima educazione il bmbinc la ri- lavoro. ceve nella famiglia, dalla madre, specia l- Armando . - Questo è vero, lui andava me nte anche se, in appa ren za, ris ulta il al lavoro, ma non pensava a mettere una cont rario. Il ragazzo vive con voi, madri, donna a fare i lavori in casa sua e dar e a vi sente di scorrere , espr imere opinioni e sua moglie un po' di riposo, pref.eriva te– giudizi; vede com,e opera te, vi comunica ner si i soldi per fàre la sbornia alla dome– i suoi primi bisogni, i suoi più ard e:1ti nica. E me lo ricondo sai, Maria, quel gior – desideri, ·e ri ceve nella casa le pr ime ;m- no, quamdo le donne portarono in letto la pre ssioni, quelle da cui dipende talvolta povera Pi erina che aveva la febbre e si tutta la vita del suo spirito, e l'indiri zzo del sentiva molw freddo. Quel g,iorno infatti suo carattere. Ebbene : pensando all'orrore era freddo e lei da soli quindioi giorni ave– della gue~r a, pre occup atevi di ispirarlo an- va park>rito, eppure era andata alla fonia– che in loro. na a lavare per tenere puliti i suoi bambi- Allontanate dallo sguardo del-"'""'""''W-J.!l.+ni. Da al.lora la Pierina non guarì più. incisioni , i quadri, i libri che illustr no, Maria. - Un po' è anche che noialtri po– descrivono, inne ggia no alla guerra - que- veri siamo sempre perseguitati dalle svèn– sta grandiosa rissa a norme e ad ore fisse - ture. le gesta legalizzate dei prepotenti coronati, Armando. - Sì, è vero, un po' sono le gli orrori di un campo di battaglia. svooture che ci perseguitano, ma qualche Via i giocatto li che sono la parodia de,i-'.i volta siamo noi che le vogliamo. Ed il caso istrum enti di violenza e di barbarie: lib ri della povera Pierina è uno di questi l,ei e balocchi di quesfo genere non educano si è sposata a soli sedici anni, non aveva. un 'anima , ma la suggestionano a danno del- raggiunto la pienezza del suo sviluppo, e l'individuo e della società. Poichè con que- un'altra creatu ra già si formava nel suo se– sti mezzi si crescono .degli esser i che :m- no. S.uo mar.ito non le lasc-iava il tempo di. ralflno i piccoli tiranni in famiglia, i pre- riposarsi fra un parto e l'altro la gravidan - potenti e i violenti nella società, gli sposta ti za si susseguivano. Ecco perchè la pov,era e gli infelici nella vita avv,enir e, per cui si Pierina è morta. spera un reg:no di pace e di giust izia . E cradrilo, Maria, per quanto i piaceri ses- suali si.ano arnche un bisogno, devono esse– re soddisfatti con ragionevole moderazione, non solo, ma il concepimenk> deve essere regolato. Sono solo gli ubbriaconi e i po– veri che metwno al mondo troppi figli, e sono proprio loro che non hanno il pane per man tène rli, che non hanno le scarpe e gli abiti per vestirli, né la casa per ripa– rarli dalle intemperie, mentre l'operaio in– telligente, si sposa è vero, ma n ella sua compagna non vede solo la macchina crea– trice, o la serva, ma la compagna fedele al– la qual e ha promesso protezione ed aiuk>, la genitrice amoro sa, educatrice delle futu– re g~nerazioni, e non la vuole sfibra re nè abbru tire con dei parti numerosi e ma latic– ci . S.i vuol dare dei figli sani perclié possa educarli ed istr uirli, per aver e un giorno de– gli uom 1ini c.he non siano a car ico delle ape~ re pie , ma che siano dei lavorak>ri capaci di guadagnarsi il proprio pane. GIUSEPPE CARDI$. CORRISPONDENZE Da GARDONE V. T. Le giov ani socialiste di Gardone V. T. riu– nitasi la sera del 3 ag osto in assem blea ge– nera le; mentre chi udono la loro assemb lea, man dand o un re\ ·erente sal uto al più grande oratore della Fran cia contempora nea Giovanni Jaure s, assass in ato a Pa1igi ricordando in que st'o ra torbi da, ann uncia trice di una gra nde tragedi a europea che si svolge consum~ndo giovani energie pr oletari~ per capriccio di po– chi, per il lusso delte ::\'azt0ni, e per sfam ar e l'i~ dra militarista, prote stano energ icamente con– trn tutte le guerre, e delibera.mo di ten ers i pron– te a qualsias i even to, qualor a occorresse agire per sa lvare l'Italia dal vortice dell a vergogna che è la guerra. L a Segr etaria . Da REGGIO EMILIA. Il gruppo Femminile Socialista costituito da poche settim an e, va r api damente aumentando il numern delle prop rie socie. Nelle due adu n anze, tenu te l'una il 26 u. s., l'al tra il 1 an dante, ha definitivamente appro– vato lo Statùto. è ad divenuto alla nomina del Comit at o Direttivo, ha preso accordi per il prelevamen to delle tessere del Partito ed ha approvat o di ìniziare il lavoro di prop agand a sia per l'in creme nto del gruppo, quanto p_er la diffusio ne dell a Di.fesa delle La voratr ici. In– tanto stabi liva di prelevarne cinquanta copie, riservando si di aument are il prelevamento on– de addivenire ad una lar ga distribuzione gra– tuita, specialmente in mezzo alla classe lavo– ratrice e nelle ville del Comune Alle adunanze ha ·sempre presenziato il -segretario della Confederazione Provincia le So– cialista compag no :M. Bonaccioli. N el ventesimo secolo la guerra sard morta, il patibolo sarà mprto (in Italia è già morto), l'odio sarà morto. L'uomo vivrà. Vi sarà a! disopra di tutto una grande patria: tutta la terra; e una grande speranza: tutto il cielo. Abbiamo fede. Sentiamoci in eguaglianza fra– telli, in frat ellanza uomini., in libertà spirito. Amiamo quelli che ci amano e quell'i che non ci amano. Sappiamo volere il bene per t·utti e allora tutto si trasforma. Oiò che è vero si rivela, ciò che è bello si irradia, ciò che è grcmde fiamm eggia. La legge suprem .a si compie. VICTOR H tIGO. VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI Cara Lucia; Ora che la guerra è scatenata in tu tta la sua mostr uosa gran de:.:a, ora che il mace ll o dei popoli è irreparabilm ente vicin o ho pr ovato e pr ovo delusion i all e qu ali non ero preparata. Tu cert o compatirai la mia iny enu ità in ma – teria pol iti ca e la mia poca conoscenza delle dottr i ne soci ali ste. fo penso che se il prol etar iat o sociali sta dell e naz ioni civil i avesse volut o seriamente opp orsi, la guerra non si sarebbe fatt a. Ho segui to con an sia febbrile le notiz ie di questi ultimi giorn i, e non ho mai lett o nep– pure sull '_:,,.vanti ! che le sezioni socia list e str rL– ni ere si fo ssero ser iamente oppo ste, e prote– stare ,co1ne fu fatt o in Ttalia, con tr o la auer ra. Te, mi att end evo che in Germ ania e in Pr an– òa , oi:e si van ta un sociali sm o assai avan:at r,, allo Scl)ppiare delle prime ostil ità , e .,;pedal– ment e dopo la dichiarazione di gu erra, il pa r– tit o socialis ta avesse dic hia r at o lo scioper o {i f'– n era le, ferrna ti i mezzi di comu ni cazion e e di pr odu:.ion e, i tr eni e i rnezzi di corr isponderi– za, e a quella pr otesta avre i volu to veder e u.. nir si il pr oleta ri ato d'Aus tr ia-Ungh eria - ai– lr.,r a c()me avr ebber o potu to i aoverni soste– nne la auerra? Co,,;a sareb be vals a la loro poten:.a? Quan do i l pr oletariato lvtto d'Eu– r opa, foise inso rto ed avesse incrociate le br oc– cia, a che sar ebbe 1;al ffo la forz a di chi vanto il potere? Di fr onte all'in.,;ur r e~ione aen era le sar ebbe stato im possif1ile r esistere, e i j'iropo– sili l1r-llici de(Ji ambiziMi cor onati, avrP bl1e:ro doru to irr emiuibi lm ente cad er e. Si sar ebbero cosi r ispar mia te tant e (Jiovan i e ]i or ent i 1'ite, e qua nd'an che delle vi tt ime vi fossero state il lor o sang ue sare bbe ,,;tato spar so per un 'i– deal e di (Jiusti:.ia e di libe rtd . Dalla Germa ni a m.'i par e, dove1;a veni r e la scin till a per accender e il fu oco dell'insurrP– :.ion e, invece è venu to l'urlo per provocare l 'ecci dio fra tr ic ida , che sarà l'on ta dei secrJ/i, che seonerà f or se il tram ont o di (JUPtla civi lt à e di qu ella a'loria di cui si van ta l'Eur opa. Che cosa vale la pr otesta dei .socialis ti ila ~ liani , quand o i compag ni dell e all re nazio ni, calpe stando la fede e l' ideale soci aRsta, si sono gi dscagliati gli un i contro gl i alt ri, e il la – voratore fort e della Germania, cerca dì colpir e pci;zamente, ebbro di sanaue e di strage, il compagno francese o russo, col quale fors e fìno a poche ore prima ha divis v il misero tozzo di pane, le lotte e le speranze? l o sono pessimi sta e vrevedo che questa guerra avrli esito disastroso per tutt i. Il go– verno italiano, forse impaurito dal recente sciopero generale , ha dic liìar ato di rimaner e neutrale, eppure io sono certa che ciO sarà impo ssibile ; l'Ital i a verrli pr ovoca ta con un prete sto quals iasi, e allora il conflitto sarà ine- 1•itrtbile, ed il partito socialis ta non avrà il diritto di ovp or si, e 1;errà tra scin ato suo mal– grado nel baratro. E tu, cara compaana, di– sapprovi il mio pensiero? lo ammiro con en– tusiasrrw, la mera vi (Jliosa compatt ezza del no– stro parti to, e piil ancora la fermezza di quelli che ne sono a capo , poir;hè sono e.~si che ac– cendono la fìammri n ell 'anima proletaria. Ma in Germania, in Francia e nell e altr e nazioni, verme tt i che espona a il mio pensero: manca il socia li.~mo vero. quell o che non conosce ostacoli, d ie non si piega a nessun potere; là è spenta la fiamma dell'Tdea! Perdonomi, cara Lucia, se troppo mi sono dilu n(Jota, li sar ò im mr:nsarnente orata se vOr– rai dormi il tuo yiu dizio, che atte'ltdo impr1.– zien teme11 le. A.bbi ti i miei fr ater ni e solidnl i saluti, al ari do di Ahbt.LSSO la f,'1Jerra, ::ibbasso i con– fini, viva l'Jnterna,do n ale ope rnia! DAFNE FILIPPI NI. Cara Compagn a, Il tuo risenti mento è pu r stato il mio, nd primo doloroso momento, ed è q uello di tanta parte del r,rnletariato qua le conseg uenza di un eccessivo ottimismo su lla pro pria poten– zialità in confronto del mi litaris:rno. Ma se questi risenti menti hanno la loro spiega zione psicologica come rea zion e del pri~ mo momento, devo no lascia r r esto al serio rag"ionamento, alla valuta zione dei fatt i che esige tu tl i gli elementi di giudizio che ancora oggi ci ma ncano. Già su lJ'A VaJl,liJ la penna stess a del valo– ro~o suo direttore, quel Mussolini che tanta fede ha nella i:olon tu delle minc,ranze a deter– minare gli eventi, onestamente avve rti\'a il proletari at o italiano che non qi doveva no av.. vent are giudizi sulla condotta del prol etar ia to estero , rico;1osceva che il proletari ato germa– nico (il più accus ato) nonostante la sua po• tenzialità nume ric a e qualitativa, non pot eva impedire la gu err a. <( Per imped ire una gu err u bisogna abbattere - ri voluzionariamente - i pot eri dello Sta to. Delle due runa: o il Par – tit o ha in sè la capacità per questo sfor::.o e allora non ha bisogno della guerra per fa re la rivolu:.ione, o tale capacità non ha e alloru non è la . guerra che può improvvisarla 1,. Il partito ! socialista tedesco ha prot estato contro la guerr a così come prote stiamo noi coi comiz i, colle manifestazion i. A Berlino 200 mi la persone er amo raccolte sulle piazze e nel– le vie la ùomenica 26 luglio, e mentr e scop– pia va la g uerra erano indetti 39 comizi non o– stante la proibiz ione. Poi che sarà avvenut o? Stato di guerrn, legge marziale, inganno sulla provo ca zione da parte della Rus sia (e bad a che il peri colo ru sso è grave per le popol a.– zion i tedesch/e ohe cono scono d.n vicino lo czal'i smo) ;aggi ungi il fatto che in Germani a gli scioperi generali ferr oviari che sarebbero veramente i più atti a scongiurare la. mobili ta– zione dell'eserc ito no n si effett uano per chè i ferro vie1i non sono una classe pr oletaria, e poi vedr ai se o meno si può scagliar e la pietra. Ilicord iarnoci pure che là si hanno minori li– beralità governa tive (le amni stie a.cl esemp io), per cui uon si possa n o fac ilment e speriment ar e tutti ·; m etodi di lott a. Queste ed altre' r ag ioni di giu stizi a sono molto ben 'illus tr ate in un 'a lt1'0 articolo del– J'A1)(t11lil dovuto oll a compagna. Bal a.banoff che ha come tu sa i un a orofonda conoscenza del partit o int en iaziona le. 1'Ja l'Airstria proleta1ia, tu dir ai, per ct1P nw1 ~i è rihella ta? Questio ne di pote·nzialità: Ab– binmo pot uto no i imp edir e la g uerr a libica ? E i com pagni di F rancia? E' vero: sono diven– t::iti per logic a di cose i difensori deliri propria libertà relati va di fron te all' aggre ssione come noi pure lo diver remmo davanti a un a inv a– ~ione str aniera. E' vero che la Fr ancia è alleat a a qu élb Hussia feroce che opprime i suoi popoli, e che i proleta ri francesi debbono detesta re, ma qu a11do è que stion e di vita non si può sottiliz – za re ! Così Her vé va all éi. fron tiera contr o i tede schi invasori sen za discutere se il suo atto significa anc he fino a un certo punto solida.- 1ietà con la barbaiia russa . La matass a si compli ca come vedi, e in ques t"imbrog lio è facile ai governi, di ingan– nare la buon a fede proletaria. Il pr oletariato era ben lung i dal pensare ad un a simile catastrofe che era nel pens iero di d-ùe o fors'a n o.he d~ tre (lo czar compreso) cri– minale coronati. Ma tu dici an cora che il proletariato no– stro ha ben sap uto imporre la neutra.Iità! E' questione anche della no stra miglioTe posizio– ne. 11 nostro gover no , rnon n asc ond eva mene provocatiic i e perc iò non ci tendev a l'ingan – no e po i... poi ... , oh mettiamo a parte la su– perbi a! alleata a.i sociali sti c'e ra pure la flot– ta ingl es~ a far ragionare · il governo nostro e a ma nt enerlo sulla via buona ! Capis ci che la situazio n e era per icolosa per il governo an– che obbeden do agli alleat i. A que st'or a fors e avremmo già deva stati i nostri migli ori porti! Att rn dinrno dunque un po' anco ra per far e i conti coi nost ri compagni dell'este ro. Siamo sel'eni e fidenti. E fidi amo ancora nel socialismo e stringia– moci in fascio per ravviva re la fiamma della nostr a fede che parve spegner si sott o l'u rto della bufera . Quamclo essa sa1·à pas sata, qu anti cer velli si saranno apert i a lla ragione ! Si discuterà al– lora. sulle alleanze che i gove rni comp iono se– gretnmeni e, si vorr à sape re, di scutere, vagl ia– re. E la povera mad re tedesca che piange ora: il fig lio perxluto e tiene in casa al posto d'ono– re il ritratto del T<ai ser, e la madre ru ssa che bacia l'effigie del 11iccolo padre vedranno in quell 'idolo la ragione prima del loro dolore. E tut ti compren dera nno che le guer re di suprem azia sono intimarr1.ente legate cog li in~ ter essi dii~astic i delle monarchie e deg li imperi e allora s1 prepareranno queg li staii democra– tici che faran no più ampia la stra da al dive– nire sociali sta.! L UCIA. RIGAMONTI GIUSEPPE, gerente. Tip. Editrice della Società « AVANTI I»

RkJQdWJsaXNoZXIy