La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 1 - 4 gennaio 19

Ai nostri compagni socialisti Il Part ito nost.ro e i sin dacali ct1 1nest.iere con tano attual mente un sensib ile numero di ,fanne organizzate . Non ci consta che ta li donn e portino nell e nosk e schiere sovversive nessun farde llo in– gombran te d'ant ichi pr egi udizi di sesso, che soll evino ecce zioni nell'acc ettar e, - dal– la vita d-'organi zz.a.zione a quella dom est i– ca - la d-Ottrina e la. moral e socialista. So– no delle rigide disciplina te e han dato pro– va, anch e in atti recentissim i. di sentire la necessità di mantener puro il mov iment -0 socialista da qua lsiasi confusionismo - al– lea.nzista e oomp :a.cente, al cospetto della politica borghese d'ogni grado. Qual che semi-scettico (ce n' è dapper tut– to!) potrebbe perfino ril evar.e nel contegno delle compagne un po· di zelo esub erante ,t i neofite .. i! che , del re.sto, - v, par e? - non è nè un fatto nuovo n..elìa storia d ogni fede, nè una spr oporzione inestetical .. 1Jn'altra ccmsta tazione crediamo di po ter fare: la donna, vostra compagna di fede e militant e con voi, non ha rivelato nessu– na velleità di van.ila peroonal e e mostr a ge– neralmente, per contro. nella vita di ri,· en– dica.zione e di battaglia, un sen so lie.\o d'u– mile operosità =ut rice. Gi nssumammo con tanto piace re l' inca rico d • dist ributrici di schede eletto rali , ve ne ricor da te? Noi propa gan diste po!.remm o narrarvi particolari vivi della soLd arielà femminile nella lotta reeenle. come in tant i episodi della resistenza e della dimostrazi one poli– tica.. Mi s.embra d i poter dir e in una frase ~int.etica che le nost re compag ne sono ac– can to a noi una forza amica e- silenziosa. .'sei momenti meno eletti della vita del Pariito e dei grupp i, quando viene a galla qualche impu ri.à , per isch um arl a via le donne delle nos tre file sanno esse re supe rio– ri ai piccoli scandali . Sanno tu tte le m ise– rie di ceriA3discussioni ; hanno ass istito con !.anta pa zien za a cer te polemich e che ru· ban tempo alle battaglie bu one , con\ro il nemico vero e comune: la m3$0 ner:a e la non masson eria , le burl ette delle propo ste d'es&ulsione di compagni , tra tta te come C(r se rre" ... E- porT eggon-o sempre tutt a' vo,t ra J scusate ) : la ,ws tra s.amp a .... ccs i com 'è... tutta d'un sesso, che non si ricord a che il Pa rtito ed il Proleta ri ato son fat.i di due!. .. ~on credano, con questo, i compag ni che andiamo ora rice rcando i titoli di qualche specifica beneme renza femminile tra loro .. Ci preme portarli a ben altri rilievi. fa r loro constatare la ragion ct·essere ct·una no- 0lra fraterna cr :tica.. Si tra tta. di cosa assai semplioe! E-iste - .a sto ria è la storia! - un eredità dì privi– egio e di monopolio delle dir ettive della vita che è nel maschio della spec r; ed una ered'ta oppo b di subita esclus one d . l diritto , e questa è nella donna. Esistono i -rir;;pPltivi adattam,enti che di– ee!!:! a.no ereditari anch'essi e che l'organ ·z– zazione sociale conferma e mantiene con le -UP leggi, i suoi costumi, lP ~U" scuole, la sua nwrale.. con tutti i complessi conge– smi ~uoi, mfiniti! .'.11a questo mondo, fatto cosi com'è fallo , non è fors.e .1 vPCchio mondo dei privilegi artificiali, il mùndo anatomizzato e con– da.nnato dal socialismo? E chi é socialb\a r,, ò accettare un'eredità d1 priv legio antisoc_ale al cospetto d'alt ri r•he patir-mo l'insult-o di quc:l privilegio, che, c,,me lutti gli sfruttati, sono sorti per ab– battere il regime delie disuguagl ianze e ri.– ·;end'care lutto I dìri\to? Certamente no! Dinanzi a umi proposi– zione- cos1 f1re6sa. voi, c~)mpagni. e noi, uguahn.E-nfR, ri..':f>f ndiamo 1101 Ebbene, le compagne, per tante O"serva· z10n. e tant<~ f;.'jperienze che potrE:bb,:ro ~nu– m~rarvi, not.arw che il maschio :,,ocial ~la è ('_,ù.flX"rvatr.J re auLvmalico del suù privilegio di maschio al co,pel:.o nos\ro. Crede profon– damente ancora che tiò che è opinione sua, 'ni ziat va sua, fatto che riguarda il suo mr1ndo . . maschio abbia un'importanza in– finitamente superi.ore. per non dire esclusi– ,a. nel,a JX)lìtica e nella vita. Non concede. o forse non ha mai pensato. che il pen-·Ho .. dell'altro se:s,,-, nella vita r! rdtiva possa essere, non una semplice eco del pensiero suo. ma. un elemento modifi- 1,atore e integratore (finalmente!) della mon– ca e monoc-0la vita pubblica di cui la don– na, che non ne fu allric, ricono,cm!a. può ben essere sta.\a qJa e la v1lìda ,tud'osa critic~ oll r c'lè vittima L1 d:>nna e ruomo <-0cialisti hanno da combattere dentro se LA D,n :s A DELLE LAVORATi-:JCl stessi qu ell'a da t.t.am enA,oereditar io: la don– na per non esse r più asse nteista rasseg nata e per gettare il suo vecchio far dello di idee, l'uom o per non creder-e più nella ra gio ne del suo mon o poli o delle dir ettive sociali , nel di– ritto della sopraffazion e um ana, nella supe– riorit à pot enzi a:e ed r.ffelt-ìva de. la ma sc h.– lità . A noi consta (e giud ich iamo il fatto con serenità , atbribu end olo alla. inerz.:a pod erosa degli im pul~i sto rici, per la quale è difficile· arr esln.re le trad izioni che colano pe r il san– gue delle gene razion i) che i nostri compagn i in gene re non facciano lo sfo rzo di violen – ta re in se stessi le pul sazioni della vecchia anima e cost ru irsi una coscie nza logica a rigua.rd -0 nost ro per id,~alit.à soc ·,ali st.a. Ora , noi dì questo spirito loro ten iam o conto nell'ope ra nostra di propaganda, che è pr:opaganda disciplinata e... rivaratrice, e lealmente opere remo ne l Partito e tra il Pro-. letari .at.ocol la visione franca di una me ravi,---c gliosa ·realtà socialista, pura e tr ionfatri ce epic-n del vecchio regim e lib ertici da. A. Z. l'miU~nla ~anilaria uol !lirn inllalia Il prof. Badaloni in una sua relazio ne, re– datta nel febb ra :o del 1912, offre un qua – dro , poco conso lan te, dell'assistenza sanit a– ria scolastic a in Ilalia.. Togliamo da essa qualche not iz·a. «Delle au le scola stiche itali an e 213 non rì· spondono alle più elementari esigenze igie– ,lich e dell'ambi ent e d ist rn zione : de.l arr e– jam ento ! :001asl.oo appena un qui nto è r}--' conosciuto bu ono. In alcune provincie 10 .:>cuole non han no latrin e nell a pr-0porzione del 70 per cen t-0. Per la mas sim a p arte del 'e scu ole la ca– tineJa , il lavaman o e il sapone non esisto• no; in moltisim e pr ovincie manca I 'acqua potaliile. .l,a1gra do il Mini ste ro della P ubblica lstru z.one fino dal 1rns abb.a red dllo un Rego lamento per la profilassi delle mala t– tie cont agio ::::e, ad eccez ione dei ccmuni mag giori del setten trione 1 la scuo la s.ugge all'osservanza del medico. Le au le sono dé· ; :. i ~: ~ ,.. ~ ~ :l.._.--~ ~ --cftb alu nni , o a sc hienale incomo do, che det :r- ! mina no posi zioni anorm ali, as·m :netriche ., ! cJrr ette e pre parano il terren o a.11. rnolio- ! .:,i, all a _ m io~ìa, ~ distu rbi delb funzioni cìl'- '1 colat-0r1e, d 1gest1ve e respi rato rie. Gli orari sco lastic i sono ancora irraziona– li, coslrìngono g-li alunni ad un a seden!a· rie tà perni ciosa, e per lunghe ore; monolo – nia deìla mat eria inseg na ta. che stanca e af– fievolisce i tene ri cervelli: ness una cura nrl distribu ir-Oil pe riodo 'Cl'u.Wvità e dì r.cr ea– zione, nell 'intram ezzar e le lez ioni teorich e oon ripo si, o 1esercizi manuali , nelri inpar k– tire le mat erie più difficili nelle ore del ma'– tino quand o la m ente del fanc iullo è rip e– sai.a. Nel.le scuole primar ie i!alian-c, l'igien e de! cervello e dei .sensi specifiici è per nu ila. di– sc iplin ata . La ginnastica , tanto 1mporlant e all educazi one, vien.e '.mp 1uli ta in manier a irrisoria; mancano quasi a~soluLamenl.e IP palestr e o i campi cli giuoco. La carta biog ra fica dello scolaro, ch e s, redige obbli gatoriam ente in parecch ie na– zioni è in Italia privil egio dei comu ni p iù iEumin.nti. Le class i sp,.•<>ali per tracomat osi, tign o– si, rac hi t.ci, scro folosi sono in funzion e ap – pena n-elle cìt,à p,;ù important i de l regno: Genovu., Parma , Fire nze, Brescia, Roma , Mila.no. Le scuole all'aperto per i gracili e per i tu bercolo si vanno sorg endo in qu esti ultimi anni n-ei cenlri più evolu ti, seguendo l'e– sem pio d; Pad ova che fu prima a fondar e II ricreatorio u Raggio di So!e )> pe r sapie.1- te iniziativa del dott . Ra.ndi . l\ cssuna !-egg-0 provve de all' ed ··caz'o ~,• dei deficient i e .tardivi; ~olta nto l'i-niz.iativa di uomini di scienz a e cuo r-e si 1ec.J c_ea– tri ce di qualche provvida isti tuzion e per quest. ,e.fr agili energ·e, fatalm en.t~ condann 3.– '.e all'elemosina o al man:ccmi o. Rom a ha la scuola ort ofr eni ca, Torino, Fir enze. B-'J– lcgna , Mila.no, Im ola poss€do no scuo!e per frena stenici . Ne:Je scuole di Reggio Emilia e di Rom a si provvede anche ad un reparto sp ecia le per i fan ciulli tardivi u . La legg e sanc iE.ce·la sorvegl ianza ai Co– muni, pe1·chè coA,ru 1~cano le scuo le nec~ss a– rie, obb liga le provinc ie ad ayv \are i comu– ni poveri nelri st.ituzio ne d;elln. refez·one sco– lastica. impone allo s.tat.o di concedere mu– tui e pr estiti ai Comu ni in cap aci di cosl,rui– re scuol e, riconosce, giur.dicamente , i pc.– trona .ti ~colast ici. Lo stato oggi stan z'a 20 milioni per tali · m utu i, i pa tronati di spongono d i qu as i due m ili oni. ~ fu) ..)..;.~ \:,.U,c, - bi ' ,'u-w 11:- ~>o:~ --ft~u1,ie,~t'\9', ir dietro, ind ietro. Grsì :o.,tan i anc.ara d-1l– l 'ide :1le del~a scuola in cui 11 ragazzo trova la gui da e la prcp1razi one al: a sua vi ~a di lavo ra k re, l a.rr.b.ente di sal u .e, d ì gioia , rii laYcro ~€Teno. LOTTEE DIFESADEL LAVORO Per il diritto delle maestre e delle scolare . Bisogna pure che le nosLre com pagne del– le_offic.ne e dei cam pi conoscano un.a que– .'.>.1one ché. le r gu~r Ja, ~ia r-er soli dar i• tà lavoralrice, sia come madri dì bam bine che vanno alla scuol a. In Italia (e dappertutto ) si ver fica la cosidetta, crisi magi strale, ossia la ma ncan – za d , uomini maest ri. Quefla delle maes tre, per quanto incom in– ci pure a far si sentire perc hè molte donne preferi::ioo,_o andare agli impieg hi com mer– ciali) per era , è certamente poco sensi bi le. La classe dei ma.e, lri m ette capo (qua nd o 10n si tratta dei molt .ssimì disorganizzati) a due organizzazion nazionali che hanrio le loro sezioni soarse: una è la cler icale " Nicolò 'fommé!Seo 1, l'altra è la laica 11 Unione Nlagi:-ctralc Nazionale i, che recen– temente chìarrò a suo presìdenle il d relr to··e d Ile scuole d, Rege-io Emil a e compa– gno noslro, cn. O uwppe Soglia. ~~i lavr,ratori . d~lla scuola non è ancora mol\·, diffu ù lo snir to di c.as. ,e cd anc he le maeslre crgani~zale (salvo qualche ani– ma batlagliera) porlaoo nell"or~an zzazione un allìvi 1 à purament,, subordinata alle dì · reltìve dei cùlleghi uomini i quaL sono nel– le cu1dizioni piU favnrevoli per occupars i de1lc que:;tioni profe:-;s·onali P della politica della ,cuoia. CO:::,Jpolè avveWre che l'organizzazione non mi o<.:.cupodi quella tleriea!('!J agitas– ;e P"'r le magE:,rioripre ... sicn i ~ le maggiori influvri:w dPg-li u<1rnin maf~·.l_ri le questioni rbolul ve d"gli inlere----i ma:;chili e rirnan– da:,se quel'.t- che Loccann le maestre e le scuofo fomrninili. C/Jlna nostra? Si anche colpa no.--;tra pPrchf; èhi dorme non piglia pesd f~ . srcondo no , p 0 r,,ea L:.1. maeslra si tre va in om: ..t.c~ condizioni: Sr- insegna nelle s<'uole ma·-·chili per le~– <te ha lo str•s 0 0 sl;f,Md o dei G'Jlleghi. Ma, n~r rN;.ente dic.;pr,~izione. non r,vò insegnnre altro chr nella !)rirna f' r 0 lla S'•f·t>nda classe S-· insegna neJ:r, femm·nili, (:calvo a Milano nrlfo p~f-mr: tre classi in cui. JWr r,~g-ola mento rnuniciy,ale ha lo ~lipen d o pareg– giatr1 ai nia-c.·~tri) r,.ssa ha un-o sti!>~ndio in– fr;riorc L'orario obbligator·o è ugt'ale per le ma ehili " per le femminili, ma, sicco- 11?-e la .mac-:tra è ubb~igat1 ad inseg nar e, in più de, ma est ri, il lavoro f€mm ìnile . è co-. strelLa a far.e du e magg·o ri fatich e : 1• qu ella di occ upar si dopo l'orario dei lavo ri di p.'epar ,1z 1 one e co, reiio ne; 2a quella di ingegn ar si a svolgere -e far imp arare alle bambine gli stessi program – m i d1 sl ud ,o che h.anno i rnacc h ., con la stessa severità di esam i, co~ gli s.tessi effetti sia per l'esame di maturi.tà dopo la 4a classe per il passa gg io alle tecniche, pr epa rat,orìe ecc., sia p.er la r cenza elem-enlare che dà di riUo ul l1,brf'tto di l'l.voro. E· tnt '- :J.qu _t, deve fa.re con molle ore {almeno 3 .settima– nali) di meno che sono ded.cate al lavoro femminile. La cri.~i rragistrale maschile si ri folv•e in una con ct·zione di privile gio per i maest ri i q ual i, senza la grande conco rr enza che hanno invec e le maest re, ed avendo otLenute graduatcrìc dì mer ito tulle maschili fa nno ca rri era in un lamp o l' 3i portano sub';to agli sti pendi supe riori. I loro esami d concor::.,,, a differenza dei nostri, sono ... a risultati e a nomina sicura pe rchè, nove volte su rlil•ci 1 sono p ù i posti vacanli, che i mweslri che si presentano. Aggiungiamo un confronto, qua.-;1 non h ,-t scr,> al.e ma ~t.·e q1·e.~t- 1 cond zioni di lavoro disastrose, si aggiunge 11n particolare dei p:u graYi: esse devono preslar,i allo slrultamento delle loro alun– ne, obblig:indole a fare. in minor 1, mpo. p ù lavoro con le stl•~<;~c responsabilità e devono sfruttare la bambina che già, a diff erenza del rnaschiclto è sfrnttata cc-me servett a, bambinaia. c:uo<:a.inf<•rrn ,e.ra , fattorina nel– la casa !Jroletar a!! Il marlir,o e lo ,frutl.amcnto drlla donna lavorall'iC<' cr,rninria o:;..-;aipre::;lo, in questa onP :ti-si ma sociPtiLI .. Ora. le ccrn11agnr• cr •deranno rhe, dinan– zi a uno stitto co-;i evidente di sfruttamento s1• bìb dnl e ma :--;tr · e d1l!e ali nn '. il fa cile ottenere solidar eta nell 'organ:zzn.zionc e che almeno i colleghi che professano prin– cipi· m rlr··ni e 0Ca!1. li iano pronti ad a i– tarr cr,n noi l'urgente quest one di giust"– zia d I pareggio delle condizioni di lavoro e del parrgg10 dei;ll stipendi. · Nos 0 ignori' IJn giorno sì tentò l'ag \azione timid 1mente ,e sor 010 dPllfl as o··i 1zioni ma– .schili <;t,> a rorribaf'.erci <·on vio'cnz·t. a--<hn con la stampa; di questi giorni. tratlandosi a Milano di fonmare un programma di la– voro, su cui eleggere un comit ato dalla se– zion e lo collegne. Lrovarono i p1u hert C?TI– trastì ' ad imposta re un'agitazion e pe r l al · tuazione 'oramai di concessio ni t.eonc he ne abbiamo 'abbastanza!) del par eggio dei di – ritt i magistral i e scola,·ì. . . . . Di cono : 11 m ~oluzio nc della cr1si mnanz. L tutto' ,, Il che vuol dire: il miglioramenw de lla con dizi one (non dei mas chi che fa– ra nno il maestro ...) ma dèì ma estr·i che {1/lualmente sono in carriera. Ed il princip io giu ..stdì.cat.01:e _è quesW : gl i uomini man.tengono la fam1gha. ed han– . no più bisogn i. Potremmo ri~ponder ~ : an– che la lavo ratric e maest ra s1 mantiene e man.tie ne la fa m iglia, perchè , se è matenu – ta non fa la ma ec;tra. e se, sposata, fa. la m~ st ra, è seg no che occorr e il suo cont ri– buto econom 'co alla fami glia . Senza pensa– re a cerli pietosi on er i di vecch i g-eni Lori eia soccorrere e di fral ellini da allevare. E, quanto alla vita , ci saprebbe dir e qu al– cuno se c'è. per caso, un commerc10 ch e Taccia degli sconti su.i gene ri di prim a n&– cessìtà alle donn e? Ma , anche pr esc indendo da queste ovvi e rag ioni. c'è una risposta p r.ù soc.iahsta da dare: il crit eri o del maggior bl iogno la– sciamolo alla Gongr eg.a.z:one di Carità; noi affermifi mo qu ello ma rx ista e mo::iern o u A parità di lavoro , J)arità di compenso ., 1 , Qu~– sto principio ... rovesc erebbe , se mai , le. s1~ tuazion e! I ntanlo i nostri bravi facce ndie .ri d2lla p :>liti ca scolastica laica la vorano in – consciamente a prepara re la cri si anch e fem – minile. ad arenare ed a rovino.re l'educa – zione e gli in.teressi più vitaU della piccola proletaria e della scola ra in genere, ed or – ganizzano meravigliosame nt e la clerical e (( Nicolò Tomm aseo )> che ~.frutta la situ a– zion e e fa reclut.e t.ra le maes trie. Che n<; pensa. in propos ito, il Gomoaim o on. Soglia che n-0i discorsi ultimi ed alla Cam era fu tant.o.. . silrn zioso sull a que– stion e? Piccole e grandi verità Tonia. veni!Je a casa mia a far du e ch iacch iere e a rrangiare con no i que l IY.-CO ere c'è? Sia mo v:c:n e di ca.sa e comp 1.gne di ricchezza, chè la giornata è tutta per no i da. ado])€rar e a volt ar la terra. del pa dron e nello stesso modo I - No '- gra zie, Tieresa, a. casa vos tra non ~ - Per ché dunque? - P erc hé .... perché.. perchè voi ed i vo- st ri non · avete re lig ione. - Già mi d ·mentcavo , l a mia To nia, che il vostro padrone è il fabb ricere de la par– rocch ia e che dovete 1-egare l' asino do ve vuo l lui.-Av ete paura che vi licenzi? - iWai più! è la m la coscien za che non mi perm ette di andar e in un a casa di ebr,:i come la vostr a. Avr e.i p :1.ura ch e mi mo ris– sero i f g·i e le vac :-he e che le gatte m i mang ias<:ero fin l'ultima te-sta rli cav.:-lo. - Come acc ,tt ato, dunque! Mi fat , corn – pas:=:ione con qu 2lla te~ta lì; p :)Vern Tonia! Due mesi dopo la 'f onia bu ssa alla. port a de~la cascina di Te resa. - Oh! che buon vent,o vi porta? non ave lf' pau ra del diavo_o? Su , ent rat e! - \ ia, per rhi m; te, e.e? Qu ando sì è pove ri e on~sti sì è tutti figl i di Do. - C::>mo va la salute del vostro padr one r'abbr c2re? - Che ne so più io? Da. un m,e,se n•J:1 ~o 10 più sotto di lui. - ?. - Quel.. c1ne I perchè siamo vecchi, ci ha mandati via! Per fortuna abbiamo tro– valo un altro padr one ga lantu omo: il nuo vo sindaco. - Che? il socialista? lo scorn11niNL!..ods.i vostri prrli? - lo non vadu a n rcare la.rite cose: so chp mi La :;alv.1ta d.dla miseria e eh ~ mi la ... cia · vi\'Cre .. poi ... è il p1dr o-n J del paese ad ~s-o l' 11oi poveretti abbiumo hi,~ogno di prol c– zionel (Juesta 'fonia rappr::!'::iOnta un po co tu tta la m a.~sa lavo r:i.tric.c che non v en j nelle no,. st r:- organiz,an( ni, non per vna fede che abbia, ma p: r la paura dei padro n i clc r i– eali e reaz ion1rii. Quando iO\cce la fcna che la protegge è sovve r.-;1va, la quest one rei i ~ iosa passa in ser ,·.onda riga cd -es,a fa buon viso per inte- resse, alle idee nuove. · li ch·ìe:i 1 ìsmo delle nos\re p8vere v:i.ndoo cl Jt alìa schiwe, ,r ,u ta'e, affama'e è fat o per i due terzi dì raura della ven d et:.a d >i più for'i. , . Quando le_ le_~he di r esistenz a nost re ed ti part1~0 ~orial•s'a avran 'lr int m rr ·t, p r "li e forca1,rh. lan<.o da 'ndmli a ~o n far. più ~aura a.le pover: nlepi rnisi;ctte. vedrete che I ostac·,lo rel,g oso che ora ci sepa r , d 1 tan– te Tl'asse levoratr 'ci alle c-n1lì pensiamo eon ~ol d1rietà f"at'} ..""a e eo 11 r 0 1 0 r~- ce~s rà d i t~nerle lontane dalle batlae-l ie sac rosan t.e <Ièl riscatto. E verranno con noi 1 VERA.

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