Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

CRITICA SOCIALE 309 cosi sopraelevano il valore del Parlamento, come stru– mento del potere nei riguardi della classe lavoratrice, siano poi proprio quegli stessi- che ordinariamente de– prezzano l'azione legalitaria parlamentare, e additano la rivoluzione delle strade, come la sola e definitiva · fondatrice di civiltà veramente socialista. A tutti costoro il Congresso dei socialisti austriaci risponde riaffermando il metodo parlamentare, respin– gendo l'ostruzionismo che annichilirebbe il Parlamento, e affe1:mando che l'efficacia del metodo parlamentare sta in ragione della forza e della coscienza della massa, la quale, sentendolo co~e suo proprio, lo rafforza dal di fuori con la sua solidarietà, e, occorrendo, lo istrada con la sua ini:i.iativa .. Probabilmente un'intArpreta– zione coscienziosa della mozl(,ne Cermaz applicata alle cose d'Italia condurrebbe a credere che i compagni austriaci, nel punto del proposto deferimento dell'ono– revole Giolitti all'A'ta Corte di Giustizia, si schierereb– bero piuttosto con l'Avanti!, il quale reclami, il giu– dizio del popolo sui misfatti elettorali del Governo e 50 deputati socialisti che si sparpaglino nelle pro– vincie meridionali per eccitare ed illuminare quel giu– di.z:o, anzichè con Ettore Ciccotti, il quale la riscossa entro·. il sistema della truffa e della persecuzione as- · sassina del suffragio tende1.'t>bbe ad affidare alla incor– rotta e insospettabile sapienza del Senato, chiudendo nella ce,·chia parlamentare tutto il fenomeno, la tesi e l'antitesi, il delitto e la riparnzione. Lo sforzo, in CLti tutta si parrà la nobiltà del socia– lismo; starà nel sistemare l'azione dei rappresentanti e l'a~ione diretta del proletariato, in un'azione unica di classe, complessa, poliedrica, a diversa tattica, ma'unica sempre, per effetto della quale l'impiego dello stru– mento borghese non imborghesisca i deputati e l'im– piego· della azione diretta non scateni furie egoistiche di gruppi, insofft>renti di disciplina e sprezzatori di o.gni rapporto di superiore interesse generale, come ac9ade troppo speilso nella. adescante tattica del sinda– calismo antiparlamentare. Se Partito e Gruppo riusciranno a qnesto, allora, ma allora soltanto, la vittoria delle urne sarà stata vera– mente principio di rivoluzione e ·realizzazione iniziale· di socialismo. CLAUDIO TREVES. Al p1·ossi11ionume1·0: Le vie del disarmo: po– stilla. agli articoli di Mario Govi · (f. t.). PER IL PANE QUOTIDIANO (Polemica antiprotezionista c apoleone Colaianni) Nel programma che ha condotto il Partito Socia: lista alla vittoria elettorale, si trova compreso a1 primi posti il ritorn~ a_lla libertà econom\ca, in contrapposto al protez1omsmo, che dal 1887 impera in It.alia. Se quindi i voti che hanno dato il trionfo ai candidati socialisti significassero consenso intel– ligente e cordiale al programma bandito dalla Di– rezione, potremmo rallegrarci, poichè la causa del liberismo, dopo tanti al')ni di indiffel:'enza, avrebbe d'un sol tratto fatto un passo da gigante. Ma su .quei voti sarà bene non compiere indiscrete inda– gini... Certo è però che da qualche tempo la te– nace propaganda del gruppetl<;> liberist~ v_a de: . stando qua e là qualch~ e90: vi_ sono ~e1 giovam che riprendono voce, dei g10rnah che ripercuotono l'eco degli antichi « conclamanles in clescrlo ». E gli avversar1 non dormono, .ma corrono ai ripari con l'energia che dà una causa dorata al pari di questa. Anche i protezionisti puri e disinteressati si sono scossi all'indiscreto ronzìo: e il più simpatico e dolio d_iessi, l'on. Colajanni, ha voluto spezzare una nuova lancia pei begli occhi della sua tesi prediletta, sca– gliandoci contro la sua coltura statistica in. due vo– lumetti che or ora hanno visto la luce, col titolo: « Il progresso economico» (Roma, Bontempelii, 1913). Rispondere a un uomo come !'on. Colajanni è un dovere gradito. Tanto più che, rispondendo ad esso, avremo occasione di ribadire in forma popo– lare certi antichi e semplici concetti della scienza economica e di rinverdire lo studietlo che proprio su queste colonne scrivemmo sull'argomento stesso il prof. Einaudi ed io, più giovani allora - dolci memorie! - di dieci anni (1). · t Incominciamo col grano. Però, nello svolgere la tesi liberista falla propria dal Partito, incominciamo dal dazio sui cereali. E le ragioni sono le seguenl.i: I O perchè colpisce più im– medial.amente gli interessi dei meno abbienti; 2° per– chè, mentre molti dei dazi industriali hanno indub– biamente contribuito a creare in Italia certe indu– strie, sicché il nostro liberismo va per queste ultime ricercato in cause attuali, e non storiche, il dazio sui cereali invece non ha servito a nulla affatto, per te– stimonianza stessa concorde -- come vedremo - dei cultori di agraria; 3° perchè esso invece ha recato e reca danni gravissimi alla intera agricoltura ita– liana, di cui contrasta tutti gli interessi, sia produt– tivi, sia commerciali; 4° perché offre uno dei più tipici esempi di protezionismo politico; sicché la sua abolizione avrebbe una portata assai maggiore di quella puramente economica. Onde io credo che il Partito Socialista, se vorrù sul serio mantener fede al programma, dovrà per ora puntare con tutte le sue forze esclusivamente o quasi contro il dazio sui cereali. D'altra parte, la difesa che di esso ha fatto l'il– lustre profe$sore di Napoli non ha certo la gagliar– dia di quella con cui egli sostiene nella sua opera surricordata i dazi industriali. E una ... difesa d'uf– ficio, assunta per fare onore a dei libri antichi. Ma egli stesso avverte che, « se l'Italia riuscirà ad industrializzarsi maggiormente, assai probabilmenlc il protezionismo agrario sarà il primo ad essere ab- bandonato». · Ora queste condizioni si sono raggiunte, almeno sino al grado di intensita necessario per abolire il dazio sul grano. Onde, a dimostrazione datane, non è da disperare che ci si possa intendere anche con l'on. Colajanni. La nostra dimostrazione quindi sarà rivolta sui seguenti punti: 1 ° La tendenza del prezzo del grano é all'aumento; 2° II dazio sul grano in Italia non ha prodotto nessun effetto favorevole alla procluzi?ne; 3° Esso invece ha deformato tutta la configurazione naturale della nostra agricoltura, con gravissimi · danni di due sorta : diretti e indiretti. Coi\rE AUMENTA IL PnEZZO DEL GRANO. - Se per taluni generi di commestibili i prezzi hanno fermalo - probabilmente per la reazione del consumo - la loro marcia ascensionale, il prezzo del frumento mantiene su tutti i mercati del mondo una fermezza granitica, con una tendenza così spicèata all'au- (1) A. CABIATI e L. EINAUDI: L'Italia e i trallatl di c<,,nmerci-0. - Milano, Uffici di C.·illca Sociale, 100a; pagine 100; L. 1. (Nella Biblio teca della CRITICA).

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