Critica Sociale - XXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1913

CRITICA SOCIALE 291 mera che non rispecchia affatto la realtà d.el paese - e va e fa per conto suo. Il paese lamenta poi lo spa• rire e il confimdersi dei partiti, e le. dittature che ne sono là conseguenza inevitabile. Non si accorge che esso stesso pose il germe, nell'urna, delle degenera– zioni, che poi, tardi e invano, deplora. La Rappresentanza proporzionale - ossia la rappre– sentanza onesta, non artefatta, non adulterata, basata sull'aritmetica che, fortunatamente, non è un'opinione - e accoppiata nece8sariamente alle più larghe circo– scrizioni elettorali - nòn trae solo da ragio ni ideali e dottrinali la propria legittimità; ma altre.si, e più an– cora, dalle condizioni uttuali e concrete della vita ita– liana. L'Associazione proporzionalista, ha certezza di poter dimostrare anche a posteriori - dopo lo speri– mento elettorale imminente - che il suffragio univer– sale, _senza Rappresentanza proporzionale, nega i propri sco p1 e se stesso. COME SI È VOTATO ALLA CAMERA . nella, 'derunta legislatura Quasi 'luasi, dopo avere promesso di riparlarne (1), avendoci un t1mtino ripensato, ne abbandonavamo l'idea. Infatti, come si è votato? In tutti i Parlamenti del mondo si vota 8econdo le opinioni, gli interessi, i partiti, secondo i varii_ problemi che si agitano, le diverse tesi che si affacciano. Le grandi votazioni nominali rispecchiano i contrasti, le screziature, le evoluzioni della opinione del paese. Nella nostra Camera, no, o meglio, non più. Dacchè l'on. Giolitti è al potere, qua– lunque sia l'argomento, ·qualunque l'accidente su. cui s'ha da votare, non si vota che per Giolitti o contro Giolitti, o - per essere più ·esatti - si vota sempre e unicamente per Giolitti; i pochi dissidenti, sempre quelli - quattro gatti socialisti con qualche repubblicano or si, or no, e con qualche disperso od eccentrico - si sanno a. memoria e, come numero di voti, non trascinando più nessuno nella loro orbita, anzi, polarizzando contro sè la massa restante, non fanno certo paura. L'imprevisto è esulato dalla votazione. Se ancora talvolta è richiesto il voto palese, non è che per salvar l'anima .... La Ca– mera è il blocco dei blocchi. La concentrazione bor– ghese universale, assai prima di profilarsi nelle presenti elezioni, era un falto compiuto nell'Assemblea elettiva. Sulle questioni anche le più complesse, tutti hanno una sola opinione: quella del Governo. Quando il dit– t_ator'? ha deciso che un progetto debba passare tal quale, senza mùtargli una virgola, tutti gli emenda– m~mti sono ritirati, uno dopo l'altro, dai propone.riti, con obbedienza militare. Se qualche sciagurato s'incoccia a. volere interrogati i ·colleghi, questi lo ripagano sep– pellendol"o sotto una valanga, una mitraglia ·di voti ne– gati vi. La prodigiosa abilità dell' on. Giolitti a ridurre tutti i problemi alla più semplice espressione - così semplice, che il problema.... non vi esiste più - coincide a meraviglia colla reluttailza della Camera· a comunque differenziarsi, col furore ch'essa ha di ser– barsi_ monolitica e monosillabica: tutta sì o tutta no s~nza neppure il magari. E allora che sugo a spulciare le votazioni nei Reso– conti st4ilnqgrafici?Una sola dà l'imagine, a un dipresso, di tutte quante. Ci sarebbe più gusto a studiare .... i voti non dati, le assenze, gli " squagliamenti ", le eclissi (I) Crllk:a Sociale, n. 11, pag. 271-12; Attallal di dN• appelU tlO• 111l11aH. prudenti e sapienti. Ma come affermarne la premedi– tazione e il dolo malo, senza risicare di passare per diffamafori? Vi sono deputati in eclissi quasi perma. nente - anche tra quelli che dimorano nella capitale– Ve ntha che maucano al voto nominale nell'ora stessa ·in cui figurano presenti alla Camera per gli scrutioii segreti. Gente, si vede, la cui pudicizia, in fatto di opi– nioni, tocca all'inverosimi!~. Ma qui l'individuare po– trebbe rasentare il pettegolezzo. Meglio esaminare il voto di quei gruppi che, per tradizione e per programma, dovrebbero - si suppone - militare più spesso al– l'opposizione .... Ecco qui un rapido spoglio, fatto coll'aiuto del so– lerte amico nostro Gino Baglioni, delle 12 votazioni nominali, che ci parvero politicamente le più interes– santi e le più tipiche, su argomenti il cui interesse perdura ancor oggi: in.dirizzo politico generale, politica ecclesiastica, dogane e consumi popolari, spese militari, reclutamento, Libia (1). (Su ciascuna votazione, veg– g(l,nsi anche i cinque p_rospeUi inseriti più innanzi, coi voti nominativi dei vari Gruppi di Estrema e dei clericali. Nei prospetti non si elencarono che i depu– tati tuttora in funzione alla fine delta legislatura, il che spiega le piccole differenze numeriche colle cifre che diamo qui appresso).. 1 ° Risposta al discorso della Corona : indi– rizzo politico generale e programma del Governo, - La risposta al disc9rso della Corona, che più spesso si riduce a una parafrasi di puro cerimoniale, diede la stura questa volta, fin dai primi giorni (30 e 31 mar– zo 1909), a una viva discussione sull'indirizzo politico generale e quindi, in qualche modo, su quello che doveva essere il programma a grandi linee della le– gislatura. Le critiche investirono tutta l'attività o inat– .tività, anche passata, del Governo dell' ori. Giolitti, sul terreno delle riforme, e il suo persistente atteggia– mento di dedizione di fronte a clericali. L'on, Treves sopra tutti fece una analisi sottilé ed arguta del. fe– nomeno, inspirata ai criterii del materialismo economico, rivendicando fra l'altro, come aveva già fatto !'on. R. Mi– rabelli, la necessità del suffragio uuiverRale, a larghe circoscrizioni e con rappresentanza proporzionale e del– l'indennità ai deputati, caldeggiata anche in un bel discorso da Pietro Chiesa che insistè sull'applicazione delle leggi sociali. Venne anche battuto in breccia dal Ciccotti e da altri il minacciato aumento di spese mi– litari. L'on. Giolitti rispose sfuggendo le questioni scot– tanti, ma dichiarandosi recisamente avverso, come sem– pre, al suffragio universale. ·La votazione si fece - 31 marzo 1909 -- su un ordine del giorno Marsengo– Bastia di fiducia nel G.overno, cui risposero 265 sì, 77 no, 28 astensioni. Entrano a comporre i 77 voti di oppo– sizione: 31 socialisti (compresi Brunelli, Cavallari, Costa, Marazzani, Musatti e Tasca, che erano ancora alla Ca– mera), ~ radicali, 19 repubblicani e 3 altri. I clericali votano tutti pel Governo, giustificando con ciò nel mi– glior modo le critiche degli oppositori. (Segue dopo le tabelle, pag. 294). (1) Delle Sii altre votazioni nomlnall della legislatura, 11 si rlferl• soono a convalidazioni o annu)Jamentl di elezioni, due alle Con.van• ztonl marittime, due alla legge Daneo-Credaro, quattro alla riforma elettorale politica e una alla amministrativa; una al Honopollo usl– curazlone-vila; tre sono voti di fiducia generica al nuovi Vlnlsterl : Sounlno, Luszattl, ,. Hlnlstero Giolitti; le altre rlll'llardano questioni minori, o analoghe, ma In minori propor"1onl, a quelle J>rospettate nelle 12votazioni da noi considerate.

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