Critica Sociale - XXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1913

Critica Sociale 'BIVIST .Il Ql/INJJICIN.IILE DEL SOCI.JILISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre .L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria, 23 Anno XXIII - N. 19 Non si vende a numeri separati Milano, 1°-15 ottobre 1913 SOMMARIO Politica ed Attualità. La grande o,·a (LA CRITICA SOCIALE). Pet· la Rapp1·esentanza propo,-ztonale (" 0 ). Come si è votato alla Came,·a nella defunta Legislatura (NOI). Noticina ferrov,ar,1a: Una lacu11a della piattafo,·,na socialista? (LUIGI ZECCill e ILLE EGO). Studi economici e sociologici. Contro gli armamenti; Per l'Unione ,politica europea: III (fine) : La Unione po/.itica europea (Dott. MARIO GOVI). I p,-oblernl della ,piccola proprl,tà, V. La scuola rurale; VI. Conclu• slone (Dott. GIULIO PUGLIESE). Nei cielt della teoria: Che cos'è il socialismo?, 7° La donna; i {lgH; .arte, scienza, rellglone; ,politica intert1azl"onale (f. p.). La piattafo,·rna elettorale del socialisti. Blbltoteca di P1·opaganda della CRITICA SOCIALE. LA GRANDE ORA· Mentre gli "amblùanti,,. scaricheranno nellè Stazioni queste pagine - cui troppu ritarrlò il dovere, in questi giorni inesorabile, di una pro– paganda orale a gitto continuo - il proletariato di tutte le regioni d'Ita .l.ia scriverà, nell'urna po– litica fatta tre volte più capace, le prime sillabe di una nuova istoria - della sua storia, dettata, per la prima volta, da lui stesso. Che parole saranno'? Avranno un senso? Lasce– ranno almeno trapelare qualchecosa, che susciti o risusciti speranze e timori, allegrezze e ramma– richi, e non sia la solita vecchia nenia di ieri e di sempre? O la nuova parola delle turbe, la pa– rola-risultante delle mille e mille profferite dalle nuove moltitudini salienti alla legge e alla luce. sarà il nutta, sarà il non ancora? O - ipotesi più dannata - non sarà la loro parola, fosse pure balbettata, monca ed incerta, ma quella. ripetuta passivamente, del padrone e del parassita, quella, peggio ancora, del mezzano eterno di loro servitù, col quale, proprio in questi giorni, con così allegro cinismo, trescano e le classi dirigenti in nome della " gloriosa idea liberale ", e il Governo della terza Italia nella capitale usurpata? Temerarii, in quest'ansiosa vigilia, tutti i pre– sagi. Pure,. se ci proviamo a scuqterci di dosso la polvere, onde fummo cospersi e quasi sommersi, delle "maratone,, di vanità e di menzogna, che costituiscon.o l'appa.nnaggio di tutte le sagre elet– torali, e, al di .là della commedia miserabile o buffa dei candidati, evochiamo il grido che ne giunse - schietto, poderoso, incoercibile - in ben· diciotto Comizii popolosi, e non solo della nostra città, dalla dischiusa anima del proletariato; grande cagione ne traggiamo di conforto. Per fraudolenta che fosse la mira, con la quale quest'arme del più · largo suffragio fu precocemente " largita,,, e per fraudolenti che siano gli intenti dei partiti bor– ghesi, che le loro riluttanze placarono nel propo– sito e nella fiducia di ritolìcerla - quell'arma - contro le masse inesperte ed impacciate a mano– vrarla - qualche cosa è nato .nel profondo del– l'operaio e del contadino italiano - almeno delle nostre regioni - che farà, crediamo, masticare del pan pentito ai troppo abili e audaci specula– tori sulla supposta incoscienza del nostro prole– tariato. Intendiamo la ormai prorompente, incoercibile reazione popolare alla guerra, alla conquista, al– l'avventura africana. Dei sette commi, onde è contesta la piattaforma elettorale del partito socialista, uno - quell'uno - primeggia e domina: e non tanto per dichia– razione e suggestione o della Direzione del Partito o dei singoli propagandisti, quanto, e ancor prima, .per selezione spontanea e come istintiva, operata ed imposta dagli uditorii operai. E' proprio la questione della guerra - la questione sorpassata, il fatto compiuto,. del quale è tardivo, inutile, pazzesco discutere ormai, come con mirabile ar– monia ci ricantano ad una voce nazionalisti eri– formisti di destra -- è quella la nota che più appassiona ed esalta. L'intuizione proletar.ia - nel suo naturale semplicismo, che per altro non è semplicità nè semplicioneria, e nel suo, se volete, sentimentalismo, che non è nè retorica nè ipo– crisia - l'intuizione proletaria ha sentito e ha compreso che, nella disposizione dell'animo di fronte al militarismo, sta il carattere differenziale, .sta la divergenza radicale delle due politiche: di quella che si conviene al proletariato e di quella de' suoi nemici. Ha sentito e ha compreso che i temi complicati e malfidi - per la sua scarsa dottrina - dei tributi, delle dogane, dei pubblici lavori, _e il problema delle assicurazioni sociali e della diffusa coltura, tutti si possono ricondurre, in ragione di un ugualmente diametrale antago– nismo, al problema del militarismo e dell' impe– rialismo; e la soluzione di quelli dipende forza– tamente dalla soluzione di questo. Ha sentito ed ha compreso, forse in questo più accorta di molti suoi maestri, che il distacco e l'antagonismo fra la classe lavoratrice e il blocco dei ceti borghesi - sempre più fondentisi in un solo grande par– tito politico a dispetto della ribellione dei fiochi idealismJ _supe1~s.titie degli ultimi contrasti qua e là perduranti fra sottogruppi per ragioni di concorrenza commerciale, giornalistica o eletto– rale - non poteva più essere soltanto un anta– gonismo di interessi e di tendenze politiche, ma - dopo l'impresa di Libia, in un paese così povero e disadatto al colonialismo violento, conquistatore e dilapidatore, qual'è l'Italia - doveva diventare qualchecosa di più: un contrasto profondo ed _implacabile, come di due fedi opposte. di due anime collettive che a vicenda si escludono, di due stirpi, di due nazioni tanto più ·:i;i.emiche quanto più a forza ~on,giunte.

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