Critica Sociale - Anno XXII - n. 16 - 16 agosto 1912

CRITICA SOCIALE 243. documento, e lo si ha sotto il naso - ricu sare di prenderne atto è, per dei funzionarii, l! l.na di quelle omissioni di un atto legalmente dovuto che il Codice penale punisce. La scuola che ho percorsa, l'esperi– mento che ho superato, la· capacità che ho acqui– stata, sono un fatto permanente, che non muta nè si cancella, perchè io lo abbia compiuto a Milano piut– tosto che a Brescia, e documentato ieri piuttosto che oggi. La lista che mi dimentica - che si ri– corda, diciamo meglio, di dimenticarmi -:- che, sa– pendomi elettore, mi s.caccia (questa è la sostanza) - è un falso, ripetiamo, in atto pubblico, e non un falso formale, il cui danno sia soltanto potenziale od eventuale. Ma applicazioni cosi sceme si convengono a una legge piovuta come una limosina. Chi,. degli inter\3S– sati1 la volle, la studiò, la discusse,. provocò emen– damenti e dichiarazioni alla Camera, che evitassero questi malanni? Se adesso, almeno, le Sezioni del nostro partito, se la nostra stampa, si mettessero in campagna a istruire, a prevenire, a organizzare, a propagan- dare! , Ma finora lavorano i preti. Essi soltanto .. E, se vinceranno, avranno ben vinto! LA CRITICA SOCIALE. P. S. - La Tribuna d-el 14 ha una n~ta, manifesta– mente ufficiosa, che, per difendere la non reinscri– zione d'ufficio -degli elettori d~v-enuti tali coll'esperi– mento in Pretura (,ed è analogo il caso di coloro che superarono l'esame di -compimento in u-n Comune di– verso <la quello ,in cui votavano), ci accusa brav.a– mente di ciarlare a vànv-era, di non conoscere la legge, La qual-e - secondo gli esegeti della Tribuna - lim~ soli quattro, tassativamente, i casi, in cui è ·consentita l'iscr-izione d'ufficio: 30 anni, milizia, censo, esame d,i compimento. Dunque - conclude· il gi-Q.rnaie- niente ,esperimento in Pretura. Del resto 1. soggiunge - anche mancherebbe la possibilità di iccertarlo: perchè, un tempo, a differenza da oggi, ;,so si hava, volendo, avanti ,il Pretore, non d,ella ·sola residenza, ma del d6micil10 oiviJ.ee persino della dimora. Nè valgono a fornirne la prova le vecchie liste: se valessero, varrebbero ugualmente per ogni_ altro ca.so, per tutte le antiche inscrizioni. E ·allora, addio_ liste nuove,. felicenotte alla voluta revisione! Tante parole - ci scusi la consorella - altrettante corbellerie! Anzitutto, ni-ente vero la storiella dei quattro casi lassativi. Dove cJ.iavolo la Tribuna se li è sognati? Qui basta saper leggere e ca~ire.. .. proprio come nell'esperimento di cui si disputa! Per l'art. 19 (che riferimmo testualmente, in calce; più addietro) tutti devo-no essere inscr-itti d'ufficio coloro di cui, oltre il fatto della residenza, risulti, in qualu~que modo, un titolo qualsiasi, suffici-ente per l'elettorato. Ed è proprio « ignorare la legge», limitare e distinguere <love essa nè distingue nè limita. Oppure .... è con– traffarla! Secondo: niente v-ero, inventato di sbalzo, ohe manchi a·l Municipio la prova. E ciò vale, si ripete, per l'esperimento come per il resto. La prova è nei certificati, che il Municip,io dovrebbe aver conservati: e, pei Municipii cl1e si rispettano e che noi conosoia– mo, sono conservati difatti. La· prova, in ogni caso, è nell',inscrizione precedente, fatta da quei Municip:ii, e di cui il titolo è specificato nelle liste. Le quali liste, giustappunto perchè s'hanno, come ricorda la Tribuna, da rinnovare e i-iv~dere, ossia perchè vuolsi a tal uopo ·eliminare da es.se gl,i errori o gJ.i arbitrii, colmarne le lacune, -ecc. - per cotesto, giustappunto, non si doyrebbe; anzitutto, introdurvi nuovi errori, agg.iungerv,i nuove lacune, distruggendo fatti con– stanti, permanenti, documentati, che ess-e consacrano: non si dovrebbe, ripetiamolo, falsificarle! Nè ci riesce d'intendere a che approdi la riflessione tribunizia, che l'esperimento - o altro titolo -qualS<iasi - _,cherrisulta presso l'Ufficio competente per le liste - ,sias-i dato o acquistato p-iuttosto a Roma che a Torna. Che il saper leggere e scriv-ere dipenda dal clima o va.rii colle !abitudini? Difficoltà ne vediamo in un solo caso: quando l'in– scrizione preoede-nte'· sia, in un Comune diverso dalla residenza attuai-e, la quale oggi, di regola, deter– mina il. luogo dell'elettorato. Ed è legittima allora la preoccupazione di evitare le possibili duplici inscr-i– z:ioni <li uno ste•sso ,el-ettore. Ma basta, ripetiamo, a quest'uopo, che quel Municipio il qual-e potrebbe o dovrebbe cancellarlo - poichè, la si chi_~ini come si vuo.!e, ·si tratta, in $Ostari:'.,,, di ,ma ve•j ,e propria· cancellazione - si degni di preavvertirlo con due parole di -stampato. La lettera della legge questo non prescrive? Lo prescriverebbe, in ogni caso, lo spirito, lo consiglia il senso comune. Ma, per noi, lo prescrive anche la lettera. - Art. 2 e seguenti: « Sono elettori coloro, che, ecc. ecc..... » Sono, e non già: possono essere se vogliano. E, se sono, significa che, quando o co– munque oonsti, è sacro1ia.nto debito inscriverli. O almeno, o almeno, o almeno - c'è bisogno dunque di insister,e?! - o almeno non cancellarli, scientei;nente e dolosamente, col pretesto che il suffragio, di r-i– str-etto che era, è diventato universale! La C. S. La riforma elettorale, testè discussa e votata dalla Camera francese, non trovò in Italia l'attenzione che meritava.· La stampa quotidiana, tutta occupata delle nostre gesta militari e navali, si limitò in generale a darci le secche e monche notizie delle Agenzie tele– grafiche, nelle quali, per mesi e mesi di ·seguilo, ciò che costituiva il clou della riforma - la Rappresen– tanza proporzionale - sembrava ora emergere, ora sparire, ora affiorare riuovamente più o meno tras– formata e poi rituffarsi, colla mobilità di una pr·oie– zione cinematografica. L'argomento, per se stesso non facile, diventava per· tal m-odo straordinar·iamente con– I uso ed inafferrabile. · Pensammo perciò di rivolgerci al più specializzato in materia dei nostri collaboratori - il prof. Gino Band,ini - il quale, e per la natura e i precedenti de' suoi studii e per l'opportunità singolare, che la carica di Revisore alla Camera dei Deputati gli offre, di seguire davvicino i do.cumenti parlamentari del– l'Estero, ci apparve, fra tutti i nostri scr-ittori poli– tici, quegli che meglio di chiunque potesse infor– marci ed illuminarci. Ed egli accolse il nostro invito con una cortesia di cui gli siamo gratissimi. Pubblichiamo oggi la prima parte del suo notevole studio. Daremo le altre tre (La R. P. nei progetti e nelle Commissioni - La discussione e il voto - Pre– visioni e conclusioni) nei due successivi nostri fasci– coli. La C. S.

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