Critica Sociale - Anno XXII - n. 15 - 1 agosto 1912

23fl CRITICASOCIALE Le nel modo più brutale, un minimum di sussistenza a;solulamente indispensabile; e pre_scindendo _dalle forme di mercede ibride o semiassociat1ve, quah tro– viamo ancora nella mezzadria e in certe industrie estrattive particolarmente aleatorie, co_me la. pesca; egli s'in~lugia a tratteggiare le forme cli_salar!o vero e propr10, e tenta eh sbozzarne la trai~ttoria: ?al salario a tempo - il più naturalmente antieco1:om1_co per l'industria come pel lav<?ro ---:-salef!,d_o,via yw, a forme più complesse e raz1onah, quah 1_l salar~o ~ scala mobile, in relazione colla curva dei prezzi cli mercato· il salario a premio, che aggiunge cioè un premio lisso o, meg~io an~ora, prog,:essivo? al cli ~à di una determinata mtens1tà produttiva; e 11 salario a c6mpilo o a collimo, il quale - avversato inizial– mente dalle masse operaie, come quello che fornisce un terribile e insicliosisismo torchio, per spremere, colla inconscia complicità delle vittime, il massimo possibile di forza-lavoro, contro una mercede che la gara stessa degli operai per il massimo guada– gno tende a rendere sempre più bas~a - pu? per!J diventare, e diventa, mercé opportum accorg1ment1, imposti dall'organizzazione proletaria o suggerit! dal beninteso interesse dell'industria, una forma d1 re– munerazione superiore - embrione di partecipazio– ne del lav<_>ratorea_gl_i utili ---: e tal.e. <~.he concilia, come meglio è poss1b1le entro I term1111 'tlel presente assetto economico, le ragioni dell'industria e del pro– fitto con quelle del lavoro, automaticamente cointe- ressato. · Ed ecco i collimi collettivi, con massimi di orario, e liste cli salarii predeterminati in base a minimi pre– [issi di mercede e a ben calcolate medie di produ– zione oraria unitaria; onde· lo stimolo del cottimo non ecceda certi limiti, la gara pel guadagno non spezzi In solidarietà difensiva dei lavoratori, e le risparmiate spese di vigilanza e di controllo, che sono uno dei vantaggi di questa forma di mercede, refluiscano anche a loro pro. Ma nel lavoro a domicilio, nel quale il salario a cottimo s'impone, esso conserva tutta la sua bruta– lità. Perciò l'Altobelli - che pure non è un inter– venzionista ad oltranza, e, nei riguardi della deter– minazione del salario, non dissimula, nei casi ordi– narii, le sue preferenze per la libera azione delle organizzazioni lavoratrici - nel caso del lavoro a .domicilio caldeggierà il minimo legale di mercede come unico riparo efficace. Frattanto lasciamo a lui stesso la parola affinché ci ragguagli sulle Condizioni senerali del lavoro a cJ,omicilio. Una recente inchiesta dell'Office du Trauail fran– cese sulle lavoratrici dell'ago a domicilio, penetrando in oscuri tuguri ove si compie l'opera faticosa, sor– pr-ese infinite miserie, che, descritte fra le pagine fitte cli numeri e di statistiche, ass1,1rgonoad un'alta, pas- sionale pittura. · Una povera cucitrice, richiesta quante ore lavorasse, rispose: « Lavoro fin che le forze non mi abbando– n-0.no »; e una donna, che cuciva calzoni a macchina: « Quando arriva il sabato sera, è già molto se posso distingue.re se sono io o la macchina che va a <lor-· mire!». Quelle due parigine si rendevano, così, le interpreti di migliaia e migliaia di sorelle di svent.,ura e di fa- tica, sparse per tutte le parti del mondo. • Non v'è infatti maniera di lavoro che più sia diffusa del lavoro a domicilio (in tutti i paesi <l'Europa, nelle Americhe, nell'Australia, nel Giappone), non v'è mi– seria maggiore di quella che aleggia intorno alle po- vere donne, disfatte, sfinii.e, alle f.anciulle pallide e sfiorite, ai bimbi esili, gracili, che, nelle loro case,. negli ultimi piani e nelle soffitte, gelide o soffocanti a seconda della stagione, lavorano più del sole, già in piedi quando esso ancora non s'annunzia, ancora al lavoro quando è scomparso, logorando la visi.a nel semibuiore cli deboli lampade a notte inoltrata. Il lavoro a domicilio rappresenta unn fas-e inferiore del]'.evoluzione industri,ale; ci rìporta addietro nella storia, più addietro, p-er le condizioni igieniche, dello st,esso lavoro delle fabbriche. Sorto tardi, secondo il Bucher, cioè nel XVI secolo, dopo il lavoro salariato e il mestiere, -e poco prima della fabbrica; sorto pl'est.o, secondo altri, sviluppan– dosi dall'industria domestica, tostoché, introdotto il cottimo, poté il lavoro sottrarsi al controllo dell'im– prenditore, che con tale sistema si garantiva la buona esecuzione e risparmiava le spese di laboratorio; il lavoro a domicilio trasse incremento, anzichè danno, daUa macchina diffusione dall'elevarsi dei' salari degli operai di fabbrica, sviluppo dalla concorrenza dei grandi magazzini, tipo frances-e, che cercano d'o.ffrire al compratore generi al minor pl'ezzo possibile, river– sando il ribasso sul produttore. Secondo il prof. Ri– n-audo, che un apprezz,ato studio pubblicò sull'argo– mento nella Rivista Internazionale di· Scienze Sociali, le cause <lei mali del lavoro a d,omicilio sarebbero le seguenti: 1° - Il pregiudizio del valore inferiore della .don– na. La donna lavoi:a 14 a 16 ore e mal si apprezza la sua fatica. 2° :-· La concorrenza fra i padroni che, determi– nando la riduzione dei pr-ezzi, induce gli stessi a ten– tare di diminuire i salari. · 3° - La concorrenza fra operaie, più terribile, che avvalora il detto di Cobden: « Quando due padroni oercano- un'operaia, il salario cresce; quando due ope– raie cercano un padrone, il salario cala». Ancora il fenomeno dell'urbanesimo aumenta la concorrenza e il bisogno di lavoro. 4° - Le operaie dilettanti, che cercano di gua– dagnare per sopperire ·alle spese di vestiario o di òg– getti di comodo, adattandosi •a qualunque sa,lario. 5° - La concorrenza dei collegi, asili e. orfano– trofi. 6° - L'introduzione della macchina ,a mano, alla facile portata dell'operaia. , 7° - La ricerca del lavoro in provincia stimola la concorrenza delle lavoratrici di città e il conseguen– te ribasso dei loro salari. 8° - Il, difetto del tirocinio moltiplica il numero delle operaie generiche, che fanno un po' di tutto, incapaci di ogni lavoro speciale. 9° - La passione d,ell'« article à bon marché » av– vilisce il salario di chi lo fa. 10° - Lo Stato, appaltando le forniture annuali dell'Esercito e della Marina, non cura di essere un padrone modello e, per fare delle economié, si disin– teressa degli esseri umani, che di conseguenza penano per lui. L'appaltatore fa scontare alle operaie le con– cessioni che, coi ribassi alle aste, fa allo Stato. ll 0 - Gl'impren<litori e i -sottoimprenditori. Ogni grande magazzino si rivolge a questi intermediari, i quali sono setacci che trattengono parte del salario dovuto all'operaio. 12°- I conventi producono lavori a salario basso in concorrenza con i lavoratori a domicilio (cosi l'in– chiesta dell'Ufficio del Lavoro in Francia). '

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