Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

CRITICA SOCIALE 99 dell'economia proletaria, e vi ardessero i fuochi d'un sindacalismo virile, che non fosse cli soli fìlosoft contemplatori e risanasse il partilo eia qucsla idro• cefalia parlamentare, falla di ruchilidc: se, in11ne. a un'ora cinta, l'urto dello cose, la competizione agi– tala e agilanle dei partili - non la sapiente alchimia d'un ditlatorc, non il capriccio d'un re,. nella facile acquiescenza <li maggioranze corrollc - ci spin– gesse, per un grande scopo consaputo, fra il con senso e il controllo cli vigili masse aspettanti, nella coalizione pe1·igliosa d'un Gabincllo - se lnlc fosse il clima) il pnese, il momento, la congiuntur·a, stril– lassero pure i trnppisli c\eH'inLra.nsigenza, protcst:1:;– scro i Linnèi schemnLizznLori della lotta di classe. e si frantumassero gli uomini: chi esiLerebbc? Non il portafogli, allora, clnLo come per gioco; non il «numero)) d'un brillanle e fosloso cinqu::111- l.cnario; non un compagno che pari.e, e una laccr:i zionc nelle fìlc, e un nllonilo dornnnclarsi: << se costoro vanno, chi resta?" - Ma la folla che s,ilc, gomito a gomito serrata, e il peana clella villoria. Allora Leonida Hissolati, l'uomo dei cimenti l.e– merarJ, 11011 sèntirebh6 1 il riln~+z9 elfi ccirirnoniale.' /"* Dicono: il riformismo trascina a c1uesti mal pas..;i. Hispondo: esso, anzi, cc ne f.!;unrda. Pcrchè, sC davvero, giusta la primitiva visione marxista, una rivoluzione inclultabilc fosse in carnmino - al di sopra clegJi sforzi come degli. errori degli uomini - se il prolelariato ne fosse il solo protagonista - se l'evoluzione economica fosse, cssn sola, il de– miurgo dell;1 nuova istori;1 - che ci impol'Lercbbc, allora, lo svinrsi cli uno, di cento condottieri? Ma è perchè la volonlù ed il valore, l'abnegazione e l'accortezza dei singoli, rilrovnrono - nel sociali– smo riveduto - tulta la loro viitù; è perciò che il partito socialisla elce perdurare, rinverdire l'adusto virgulto, e lutti serrarglisi nltorno, e nulla essere ciascuno se non col partilo. La salita è dura a chi è solo, se vanilà non lo sollevi, o non lo prema, co' suoi duri urloni, la storia. F1ur>Po TunATJ. MINISTERIALISMO E MINISTERIABILISMO Nell'ultimo Congresso nazionale socialisla, la que– stione, cui l'episodio Bissolnti rinnova allualità ed inter·esse, era posta - saviamente -- all'ordine del giorno. __ < ' r,: noto Come ',la protrattasi cliscus'sion"e gcnci'alé su l'azione politica assorbisse o costringesse a dif– ferire la più parte elci terni successivi: fra essi, Ap– poogio a indirizzi cli Governo e partecipazione al potere. La vittoria, LuLlnvin, dell'ordine del giorno Turati farebbe presumere clic, anche in questo le– n1,:1speciale, le conclusioni dei relatori riforrnisli Treves e Bussi -· informate nel nn:iloghi criteri di dottrina e cli tattica - avrebbero prcv;1Jso su quel– le del relatore intransigente, Giovanni Lcrcla (1). g il momento, dunque, cli riesurnnrc, sollrncndoln all'oblìo immeritato, la Relazione Trevcs-Bussi, di– stribuita allora materialmente ai Congressisti (quanti l'nvran lcLta?), ma, pel gran pubblico almeno, tullo- 1':l ignorala ed inedita. Tanto più che, sebbene formalmente -- e la cosa, ancor oggi, non è priva cli signifìcalo - propones– se il rinvio a miglior tempo del quesito della « pnr- (I) Le riassumemmo e criticammo nella Critica del 16 ottobre, pag. 308·':I. Biblioteca Gino Bianco· lecipazione >>, considerandolo cstrcmarnenlc prema– turo; in realtà delincnvn i criterì clelln soluzione possibile. Se, e come, e in che senso, riescano ap– plicabili alln fatlispccic odierna, ne giudichi ciascmi lettore col proprio cervello. J...,'argornento non è dei più facili, ma, per ogni socialista riflessivo, è dèi più interessanti. Questa riproduzione ci è occasione a corrcg_gerc alcune mende, sfuggile nel l.csLo originale, e, per migliore chiarczzn, a spezzarlo in p:1ragrnfì. I tito– letti - è prudenza nolarlo - sono di nostra esclu– siva introduzione. Ed ecco il documento: LA (( LOTTA DI CLASSE» LEGALIZZATA. L'ult.irno decennio ha veduto, dapperlullo, negli Stati liberali d'Europa e specialmente in It.alia, effet– tuarsi una profonda trasforrntizione nel Partito so– cialista. Mentre si allontanava, via via, la previsione di una inevit.abile, imminente catastrofe del sistema capil_nlistico per l'insu1:rezione dej nuo,,i espropriò.li e per la. dis~er'lzione degli antichi Ptolelar,l, a J;'Q1' (1.lo sooialista venivn semp_re più concretando l'.a~ione su.a politica nei Parlamenti e l'azione suq economica. nei Sindncati. La borghcsin, vinta nella gran lotta semi• secolare per il monopolio della libertà politica, ri– conosceva hl proletariato, in diritto ed in fallo ·– salvi sempre i pentimenti e le rappresaglie ove se ne presenti l'opporlunità - l'esercizio di pari diritti di classe. Così la lot.tn di classe, senza nulla perdcl·c elci suo contenuto rivoluzionario, in qu::1111.o tende aJ\a trasformazione della propriet;), veniva legalizzala, per– dendo quasi del tutto il caratiere rivoluzionario esle– riol'e e form-ale, che aveva nel periodo delle origini del Partito socialista, allorquando tanto la borghesia quanto il prolctarint.o, concordi in ciò sebbene par– tissero da punti diametralmente opposti, ritenevano nssolul.amente impossibile la coesistenza della bor– ghesia e del prolelariato in un regime ugualilnria– mente cOstiluzionale, e però tra loro doveva essere guerra cli eslerrninio, polilica prima che econornièa; allesochè - mentre si riconosceva che la rivoluzione violenta non aveva in sè virtù di risolvere Lulla la questione sociale, in quanto questa, ollrechè di di– stribuzione, era anche questione di produzione - si attribuiva però alla rivoluzione la virtù cli porre l-a classe proletaria nella piena autonomia dei propri destini, sopra la distruzione della potenza politica della borghesia. Ora, i!Ji. Italia, la legalizzazione della lotta .rivoluzio~ rla'ria di classe, che ha recise le ali a queste aspelt.a– zioni e ha sconcertalo non pochi socialisti, fu il fotto saliente dell'ultimo decennio. Ben è vero che essa è ancora vivacemente contestala da quelli i quali, con· cepilo il pensiero storico in una data forma, non si possono acconciare a riconoscerlo se vestilo in forma diversa. Ma essa non riceve meno gli omaggi degli stessi rivoluzionarì ogni qualvolta si trovano ad assu– mere concrete responsabilità di fronte alle reallà del bisogno proletario e dell'azione socialista. RIPERCUSSIONE NELLA TATTICA PAHLM,JENTAHE. Questo fenomeno - la legalizzazione della lotta rivoluzionaria di classe - che snliva eia due esteriori impotenze reciproche, quella della borghesia di di– sperdere nel pnese le orgnnizzazoni proletarie, quella. del proletariato di detronizzare politicamente la bor: ghesia con la rivoluzione di piazza, veniva acquistnn– do forma e sanzione, dentro il Parlamento, nella folla

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