Critica Sociale - Anno XX - n. 15 - 1 agosto 1910

CRITICA SOCIALE 229 spurii, dei Saraceni, cancellanti le vestigia dell'an• tica civiltà romann o greco-sicula, o al dominio dei quali si deve la loro perdurante - e ahimè, fatale - barbarie. Barbarie temperata dai prorumi dell'e– terna zàgara, Jai ricordi retorici dell'antico " gra– naio del popolo romano ,, e ciel Vespro - sopra• tutto del Vespro, ad ogni proposito e spro1>osito. Di ciò si contentino e con ciò si consolino i sicilin.ni 1 se le loro rivoluzioni furono sempre steril i, se il latifondo feudale - difeso n gam dalla santità dello religioni e delle leggi, dal libero 1>ensiero parolaio, dal 1>opolarismo confusionario - nega loro il pane quotidiano; o lo ccrchiuo nelle remote Americhe! E1>pure,sgovernato o spregiato, giammai questo volgo rinnegò Garibaldi e i suoi prodi. Vi dirà bensì che unità. e libertà furono confiscate da pochi mar– pioni (arpioni, o grosso arpie) e che Phlealità gari– baldina è tuttora incompiuta. Questo concetto - non l'ubbriacatura festaiola - dovea dare il tono alla commemorazione cinquantennaria. La quale - nella generale preoccupazione del mondo 1>olitico per l'ur– genza del probblem1l meridionale - dovea parlare delle rivendicazioni che il popolo attende, e di una sovra tutte le altre: quella della cittadinanza, quella dol suffragio. Ma i commemoratori, piuttosto, avrebbero invo– cato il ritorno del Borbone! . . . Eppure è proprio questa la riforma essenziale pel Mezzogiorno. lvi l'analfabetismo, frutto dell'avaro latifondo feudale e del difetto di industrie, ridu– cendo la scheda in poche mani, agevola la corru– zione e la coercizione elettorale, dà il deputato in pugno alle camorre, e lo svigorisce cli fronte al Ooverno, cui dee vendere voti 1>crfavori. La de1rn– tazione settentrionale è· sorretta da grosse masse; per c1uesto è incli1>endente cli fronte ai singoli elettori come di fronte al Oo,•erno, o per questo può im– porsi. La radico della inferiorità del Mezzogiorno è qui. Il suffragio universale equiparerehbe le fol'zo dolPuna mezza rta)ia e dell'altra. Nè il volgo campagnuolo dell'Isola ne è meno de• gno. Robusto o sve~lio, incontaminato clall'alcoolismo (salvo nelle solfare o in ristretti gruppi operai delle città), l'analfabetismo non gli scema l'elementare di– scernimento politico) che certo la scolctta 1 da sola, non gli acuirebbe granchè. Anarcoide e politicamente apa• tico, questo sì. MR dategli l'armo, e spetterà allora ai partiti scaltrirlo e appassionarlo nel maneggio cli essa. Allora non sarà più vano lo sforzo - che qua e là noi tentiamo tenacemente - di organizzare le latenti energie del proletariato rurale contro i cittadini dominatori feudali, o di elevare la Sicilia a pari del resto del paese. Allora l'epopea garibal– dina avrà commemorazione, non di ciarle lusinga– trici e imbroglione, ma di adempimenti. Il gruppo socialista diede il voto a questo Mini– stero in cambio della promessa riforma elettorale, da presentarsi a novembre, la quale, estendendo il voto a un altro paio di milioni cli italiani, sarebbe anche il più sicuro avviamento al suffragio uni\'er– salo. La maggioranza della Direzione del Partito - in essa. lo scri\'ente - pur scettica ,•erso il ~inistero, stimò non doversi interrompere l'esperirnento 1 con che si darehbe troppo buon giuoco nl Ooverno per rimflngiarsi l'impegno. Il prossimo Congresso socialista sentirà. la respon– sabilità gravissima delle sue deliberazioni su questo argomento? Temono alcuni che la. semplice estensione del suffragio agli alfabeti constatati, 1>regiudichi o allontani il suffragio universale. Come tutte le obbie· zioni congeneri, anche questa ha un punto di vero. Ogni conquista ò insieme un avanzamento o una sost.a. Certo, questo allargamento non basta •- già dicemmo i motivi - al pareggiamcoto 1>olitico del Sud e ciel Nord. rnoltrc, ogni sistemo di surfragio non universale sup1>one il 1>erdurarc delle Commis– sioni per le liste, strumenti delle locali camorre 1>artigiane. Nondimeno le classi dirigenti siciliane, anche dell'allargamento promesso sentono terrore, o, nella commemorazione garibaldina, si guardarono bene dal farne motto. Sentono che anche il solo ri• pristino dell'articolo I00 - crescendo vigore, e traen– done, alla nuova logge sulla scuola, la quale in bre,•o spezzerà il pane dell'alfabeto a tante migliaia. di miseri, che oggi l'inopia, la 1>erficln viabilità. la se– lezione migratoria, che sottrae prima i più arditi, in• chiodano nell'nbhrulimcnlo - desterà i villani al senso della vita collettivtL 1 li abiliterlL a valersi delle forme cooperative clcllit produzione, aiutato dalla Banca del Lavoro, inizierà i11somma - sin pure a traverso un periodo di brancolamenti e di incertezze - la rinno• vazionc della vita politica locale; c1uella rinnovazione, nella quale tutte le forme cli c:uuorra, di u nasismo ,,, di prepotenza, peculiari al nostro Mc;,u.odì, vedono, n. breve scadenza, la loro asfissia. n terrore dei nemici illumini il partito socialistr, ita– liano. Sappia esso fortemente, e da.Yvoro italianamente, volere ed agire. Che so i 1mrticolarismi e i regio1m• lismi egoistici ancora prevarranno,. ... frn cinquant'anni il centennario clell 1 im1,rcsa liberatrice, alle plebi dei borghi trinacrii, schitL,·e eternamente, getterà ancora . come un oltraggio 1>crcnno, l'irrisione festaiola delle lapidi, delle ciarle, delle musiche, delle menzogne! S. C,UDIAHt:IU SCURTI. PmmrnlEPRovvmrnlE fERRDVIARI (I) Nel fascicolo procedente si è ratta la critica. analitica degli sperperi; qui ei vorrebbero consigliare le previdenze o provvidenzo riparatrici per la salvezza dell'esorclzlo di Stato. Donde e corno trarre le economie? Anzitutto dal per– sonale alto e basso, Interessandolo al senizio 1 eccitan– done la responsabilità, il sindacato reciproco, la volon– terosa e intolligonte collaborazione; eliminando lo mer– cedi inadeguato, gli orari spossanti, il trattamento da schiavi; introducendo, por tutti, una colntere1:1senzaLan– glbllo o sagacemente st!molatrice. Per questa vla 1 sulla quale combaciano le due solu– zioni: quella del problema economico-giuridico del per– sonale e quella llOI problema rerrovlario, il più gra\'o che oggi incomba sul nostro paese, rioscircbbe agevolo toglier di mezzo, a mano a mano, la ri,•alità fra i tro son·lzi attivi; cementare la coesione tra I varì personali, diversi por origino o por funziono (adriatico, siculo, me– diterraneo, dell'ex-Ispettorato go\'ornativo, personale vo– noto, mar1Uimo 1 movimentista, commorclale, militare, di– plomato, attivo, sedentario, d'ufficio, di stazione, di linea, viaggiante, novizio, anziano); sopprimere i beniamini, gli spostati (lecchinl, ftgll di papà 1 proWtti di uomini poli– tici e di altolocate gonnelle 1 nullilÌ\ borioso al \'ertico scrlnlocratico, Ingegneri un po' dappertutto, runzional'l od agenti collocati ruor di posto); attenuare le diverse rormo della piccola criminalità l.mrocraticn (ca' cm111v1 rilassatezza, ostruzionismo," sabotaggio 111 ,·nndalismo, 11 ar– rangiamenti II negli oggetti inventariati, mancie 1 sottrn- (') \'ed.I nella c,·1tlco Socia/e S. I1-12 (1"·16 giugno 1'10) li cotffl.· cie11t~1l'e11e,•ci.:io, o N". IS•II (1°-16 1u1r110 Gll spe,·pe,·1, citi/e l- 0 t1Torle cte/lo Stato.

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