Critica Sociale - Anno XVII - n. 11 - 1 giugno 1907

CRITICA SOCIALE: 165 continuo rincaro della vita, trova appunto il suo più grave ostacolo nell1eccessivo numero dei funzionari. . .. La prima riforma, adunque, dovrebbe essere quella di abolire in tutte le Amministrazioni dello Staio gli organici chiusi, sostituendovi gli aumenti mecca– nici, periodici di stipendio. 'l'ale riformo., mentre assicurerebbe l'avvenire agli impiegati, e metterebbe fine a tutte le piccole invidie e le misere insidie che ammorbano il microcosmo burocratico, toglierebbe il principale se non unico incentivo all'aumento continuo e sproporzionato della burocrazia; rendendo cosl possibile col tempo il com– pleto miglioramento economico dei funzionari. Ma, contemporaneamente, e per poter subito ve– nire, se non altro, a un inizio di tale miglioramento, occorrcrobl)e avere il coraggio - non fermandosi solo a un ripllrO contro gli aumenti futuri - di metter mano risoluta a diradare la fitta selva degli impieghi creati cla tutti gli aumenti passati; opera– zione radicale che potrebbe farsi in due modi: quello più energico di collocare a ripo~o con pensione pari a metà. stipendio gli impiegati che risultassero di trop}Jo, come ad esempio, fu faLto nel 1893 e nel 1895 da Genala e da Sttracco per gli ufficiali del Genio civile; o quello molto semplice di so1>primere parte dei posti, via via che si rendano vacanti. L'Amministrazione, dopo tale S\'entramento, guada– gnerebbe il cento per cento. Posto, infatti, che finora gli organi, cioè i funzionarì, àn croato le funzioni e non viceversa, è logico il dedurne, anche senza ri– correre a minute indagini, che, mentl'0 i primi rap– presentano tutti una passività pel bilancio e un ca– rico per i contribuenti, le seconde non rappresentano che in parte un'attività e un utile per l'uno e per gli altri. Sono infatti innumerevoli in ogni Amministra– zione - e ben lo sa chi deve avere a che farci - gli Ufficì, le mansioni, gl'ingranaggi che si ripetono, che si complicano, che 1 perfino, si elidono a vicenda. E questo non solo con patente e quotidianamente constatato danno pel pubblico, ma anche con grave svantaggio materiale e morale degli stessi impiegati. Ci basterà fermarci a un esempio, tolto (poichè piscis putet a capite) dalle Amministrazioni centrali. Com'è noto, la carriera di concetto, che costituisce delle Amministrazioni il nucleo sostanziale, è ormai formata, quasi ovunque, di laureati e, specialmente, di laureati in legge. Ora, considerato che il massimo stocll- degli alfari di un :Ministero consiste in lettere di partecipazione e di trasmissione (magari fatte con moduli} e - pur– troppo - in letterine officiose di risposta agli onore– voli De1>utati e Senatori ( 1 ), mentre la parte minima, per quanto la più importante, è data dalle pratiche strettamente giuridico-amministrative; si comprende subito come non occorra, per far fronte a tale la– voro, che un numero ristrettissimo di addottorati in utroque. Viceversa, essendo la categorja di concetto quella che pei:1adi più in materia di organici {i capi-servizio, i quali stanno a contatto quotidiano con le loro Ec– cellenze e manipolano i bilanci, appartengono, natu– ralmente, a tale categoria), ne deriva che essa à sempre avuto uno sviluppo esorbitante, sia in rap– porto alle altre categorie, sia in rapporto alle vere esigenze dei servizì. (I) Giorni ra, essendoci accaduto di chiedere ad un Impiegato a quale rl1iarto del !lflntstero fosso addetto, Cl rl11poseche apparteneva alla • Sezione del ,onodolmU "" SI chiami\ coal tutta una groe!u1.Se– zione di quel Ministero, Incaricata e!Cluelvamente di compllar~ e ricopiare te lettere con cui si r!Huta qualche Ben-Iglo a dèput,dl e aenatorl e che di regola cominciano colla formula: So110dOlt11lt, ecc. (Nota dd Dh·tltOl't dtl/a CRITICA). Che ò avvenuto? Innanzi tutto, una enorme com– plicazione di funzioni direttive, essendo queste affi– date agli impiegati di concetto; di modo che la più semplice pratica è costretta a passare attraverso, al– meno, a quattro ingranaggi: il caposezione, il capo– di"isione, il dirnttore generale, il Ministl'O o il Sotto– segrntario di Stato, quando non vi si Rggiungano il vice-direttore generale e l'ispettore superiore ammi– nistrativo. [n secondo luogo, una ripartizione di incarichi e di mansioni, ohe non corrisponde esattamente a quelli attribuiti sulla carta alle singole categorie; e di qui dissidi, antagonismi, rivalità, competizioni continue, che costituiscono sempre 1>iù il disservizio di tutti i servizi. Difatti, i funzionari amministrativi, i laureati in legge, i cosidetti avvocati, essendo in numero molto sproporzionato a quello delle pratiche giuridiche, le quali sole dovrebbero rientrare nella loro compe– temm, divengono, per una parte rilevante, perfetta– mente inutili in forza dell'adamantina legge delle proporzioni definite, che impera qui come in tutti i campi dell'atth•ità umana; e, quando non si rasse– gnino a scaldare le sedie, a passeggiare pei corridoi o a fare dell'Ufficio una succursale dell'associazione della stampa, debbono adattarsi alla meglio, per non dire alla peggio, a mansioni inferiori a quelle cui furono chiamati, sobbarcandosi al lavoro cui haste– rebbero, e anzi sarebbero più idonei, la capacità e la coltura cli un ufficiale d'ordine. Donde, a sua volta un doppio ordine di inconvenienti: uno oggettivo per l'Amministrazione, in quanto disav– vezzando essa una buona parte dei suoi funzionari di concetto dal trattare pratiche giuridiche, deve per ogni quisquilia ricorrere ai lumi superiori del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura Erariale, che, sopraccaricati così di lavoro, esaminano le questioni alla meglio, e dànno dei pareri a casaccio. Un inconveniente poi soggettivo per i funzionari di concetto, che, obbli– gati a mansioni non corrispondenti nl loro grado, si tl'ovano demoralizzati e svalutati di fronte alle altre categorie inferiori, le quali, viceversa, si fanno ognora pili petulanti verso i primi e reclamano parità di tratta– mento, rendendo, con ciò solo, più difficile a quelli il chiedere per p1·opri_oconto un miglioramento eco– nomico. Così i ragionieri - che ànno cinque anni di studio meno degli avvocati, che dovrebbero esser addetti a mansioni esclusivamente contabili, e che invece ven– gono pure adibiti a quelle amministrative, non stret– tamente giuridiche, che, purtroppo, formano la prin– cipale occupazione dei funzionarì di concetto - pretendono, quando già non li abbiano, gli stessi sti– pendì, gli stessi titoli, gli stessi onori e gli stessi vantaggi di quelli, sostenendo (e allo stato delle cose ànno ragione) che, mentre essi sanno fare ciò che fanno gli avvocati, questi si intendono poco o niente di ragioneria. Similmente gli ufficiali d'ordine, i quali dovrebbero occuparsi solo di copiare le pratiche, di registrarle e di archiviarle, e che invece si sentono ca1>acidi trattare, e in molti casi trattano, e bene, gli stessi piccoli e pe– destri affari che gravano come zavorra sulle spalle degli impiegati amministrativi, ritengono di non es• sere trattati con giustizia e chiedono, come ànno fatto ultimamente con un lungo memoriale diretto al Governo, di avere almeno lo stipendio iniziale concesso a eletti impiegati. E dire che questi entrano in carriera a 24-25 anni, dopo 17 di studi, mentre i primi vi possono entrnre a 18 anni con la licenza tecnica o ginnasiale! Ma tant'è: gl'impiegati amministrativi vi scontano il peccato della loro incontinenza, perdendo in qua– lit& ciò che indebitamente vollero guadagnare in qus.ntità. Il loro eccessivo numero li danneggia mo·

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