Critica Sociale - Anno XVI - n. 16 - 16 agosto 1906

CRITICA SOCIALE 256 " Da una sensazio,ie dolo,·osa che fossimo convinti di I LE ID EAl IT À o I u RIDI e HE 1w,i voter alleviare co,i alcun meuo, non soryerebbe alctm ~;:~Y,;'~;~g~~•~v:ll,i,~;;,~;~~;];J::, di~~ 1~';;~~~;'., : :J ::'t~ nella filosofi a posi Li va del dir i llo meuti mpessimo 1·iserbato ad un'altra specie che no,i sia la nostra. " E gli schiavi e i servi della gleba nell'antichità-, come tante popolazioni, tnnlo classi miserrime dell'epoca no– stra, considera.vano e considerano le classi suporlori come specie umo.ne diverso dalla loro, come razzo privilegiate da dio, colle quali ora ed è impossibile materialmente la lotta. Di qui la loro rassegnazione, unica o grande medicina doi loro mali; di qui la cieca e confortant 0 fede in una vita oltretomba, la cui aspettazione li ren - eleva e li rende tranquilli e contenti in questa vallo di lacrimo. Oggi 1 per lo nostro classi operaie, tutto ò cambiato. 11 nostro mondo morale, il nostro mondo giurl<lico, il no– stro mondo politico sono agli antipodi del mondo antico. La classe borghese, salendo al potere colla forza dei suoi commerci e delle sue in•lustrlo, abbattò la nobiltà. li elle armi e del blasone, per proclamare quella del de– naro e del lavoro. Leggete i primi economisti borghesi. f,: in essi che troverete la. base delle teoriche socialiste. È in Sruith, ò in RicarJo, è nello stesso Bastillt che leg– gerete. la formola marxista del valore-lavoro; com 1 è sfo– gliando i trattati di molti filosofi borghesi che si troverà giustificata. col lavoro la proprietà. PasiatHIO dal campo economico in quello giuridico, voi cercherete inrnuo lo disuguaglia.nze del diritto romano o del diritto medioevale– Non più "'cittadini" da una parte e 11 non cittadini n dall'altra; non pit'1 multo o peno diverse secondo le di– verse classi sociali; non più pluralità di fbrl o pluralità cli giustizie. La legge - e non teoricamente soltanto - ò ormai uguale per tutti. E quando poi si pensi ai di- 1·itti politici estesi anche alle classi inferiori; quando ai pensi al suffragio pili o meno universale che ,,ige nelle nazioni ci,·ili; quando si ponga mente alla facilità con cui anche i lavoratori dei paesi piì1 miseri emigrano, per riportare in patria tutti i desideri o i bisogni nati al contatto di popoli più fortunati i quando, sopratutto, si pen!II alle lotte esistenti fra lo stesse frazioni della borghesia; lotte che spingono ora l'una, ora l'altra parte a ricorrere per aiuti alla classe operaia, destando ln ossa la coscienza della sua forza e stimolandone gli ap– petiti; si capirà facilmente allora quello che molti non ,·ogliono capire: che cioè l'ora della rassegnazione o dcl1 1 apatla è tramontata, e che lo classi lavoratrici, spinte, volenti o nolenti 1 noi vortice della civiltà; messe cpnti– nuamente a contatto coll'altro classi; tro,•andosi spesso o volentieri la tavola bell'e apparecchiata davanti; non ànno potuto fermarsi; non ànno potuto assistere alle orgie degli altri senza sentir na.scere dentro di loro l'in– vidia, In. bramosia, l'avidità, chiamatela come ,,i paro; qualcosa insomma che forse una morale più o meno di classe potrà. condannare 1 ma che 1 in ogni modo, nella sua forza iudistruttibilo, costituisce un vero o proprio dolore. (Contiuua). (1) l'1'it11•1p;.1d'tconoml(I Jllll'll, {), b2 La Critica Sociale e l'Avnnti! costanoper l'Italia: anno L. 22, semestre L. 11 - per l'Estero: anno L. -il, semestre L. 20,50. La Critica Socinlc e il Tom110 1 per l'Italia: anno L. 22, semestre L. 12 - per l'Estero: anno L. 40, semestre L. 22. È questo il titolo della prolusione di Alossandro rjevl al suo corso libero di filosofia del diritto nella Univcr- silà. di Pado\'a; pro\ujione inspirata al positivismo di Roberto Ardigò e al pensiero di mettere in luce l'Im– portanza che hanno lo idealit1\ giuridiche, -Ossia il diritto potenziate, nel determinare il cliritto attuale. [I Levi a ragione si rifiuta di considerare la filosofia del diritto come una semplice critica o un commento dello statu· q_uo giuridico, e pensa che ossa, per assolvere il suo còmpito di rivelar In natura del cliritto, de\'e considerar questo in relazione ai fenomeni non ~iuridici che lo precedono e fiancheggiano. A conforto delh~ sua tesi, il Levi prendo a studiare la formazione dello Idealità delta Rivoluzione Francese, dei famosi principt del l7b9 1 o reagisce contro la ten– denza a considerarli come una inutile e sciocca metnfl- sicheria. E fin qui va bene. Non possiamo però accettare parecchio opinioni, che mancano assolutamente di fon– damento storico: Ad esempio 1 non è vero che i Diritti dell'l·omo stano un merito o una iniziati,•a speciale della mvoluzionc rrnuccse. Le correnti ideali delle assemlJleo legislativo francesi, dominato dalla filosofia di Rousseau secondo cui l'iudl\'iduo riuuncia i suoi diritti iodi\'iduali assolu- tamenle nelle mani della volontà generale, in cambio di diritti civici limitati da questa volontà generalo mo- desima, non avrebbero mai potuto per questa via arri– vare all'idea di Diritti inerenti all'romo, per la cui pro– tezione la Costitui",ionc esiste. L'idea di proclamare i Diritti dell'Uomo ò una infelice imitazione francese della l'l'oclamazione dei diritti dell'Uomo gil~fotta, alcuni anni prima, dalla Colonia americana. n resoconto dei la\·ori preparatorii alla proclamazione fatta dallt\ Costituente francese non lascia su di ciò alcun dubbio. Abbiamo detto che ò una infeUce imitazione, perchò, a differenza clell'amoricana, la Dichiarazione francese non dispone che questi Diritti siano protetti da una Corte suprema speciale o li lascia in balla al diritto d'insurrezione. La Dichiarnzione americana poi è ratta in uno spirito cd ha una storia, cho la pongono in pieno contrasto con quella francese, la quale sembra a me J>ili che mnl il risultato di procedimenti mentali aprioristici. )!entro l'idea di una Dichiarazione sorge in Francia. ner puro spirito d'lmitaziono ed è fine a eò stessa e ri– tenuta. In sè i:iuftlcionte a produrre datl effetti, quella della Dichiarazione americana si sviluppa in ogni sua fase in relazione a una data contingenza pratica. Per tracciarne lo sviluppo, bisognerebbe anzitutto risalire allo scoppiarn della :Riforma in ls\'izzera e vedere quanto le istituzioni politico-sociali delle repubbliche di Zurigo e di Ginevra si prestassero a suggerire a Zuinglio e a Cal\'ino l'idea di attuare nella loro patria l'anlica teo– crazia doruocratica degli l•:brei del Vecchio 'l'estamento. Quindi bisognerebbe studiare lo sviluppo della orgnniz• zazione della Chiesa Congregazionale, CO!,lsorta sotto l'influsso del patto tra Dio e il suo popolo, e l'influsso che cs.-.aebbe nel determinare noi Puritani una concezione dello Stato inspirata a criterì analogbi 1 e quindi come il risultato di un patto scritto tra uomini liberi, per la cui osserrnnzn si stabilisce un Uo,,erno, ossia una (.'o:-;ti– tuzione. Bisognerebbe poi rammentare como parecchio I tra lo primo colonie inglesi in Ame1·ica furono rondo.te da emigranti, che, durante il ,,1aggio 1 si impegnarono

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