Critica Sociale - Anno XV - n. 16 - 16 agosto 1905

CRITICA SOCIALE 243 sufficiente del concetto della temibililà. di chi delinque, cd ò pur sempre un Codice \'occhio nei criteri di fllo– sofla soclnlo che lo informano. Un buon Codice di procedura 11cnnlonon basterebbe · pertanto a procurarci una rliscretrl giustizia; la pr:occ– durn. non ò cho In diuamicn. del diritto il diritto in movimento ; la sostanza ciel diritto sfugge alla sem– plice riformtl del rito. .'la non bnstn. Suol ripetersi che il giudico valente rendo ottima la legge mediocre, e l'aforisma non è di quelli che paiono rispettabili soltanto per la gra,•e età, che li sottrae al ,•aglio della critica . .Mache anerrà se meschino leggi siano affidate a meschinissimi giu– dici? La magistratura. nostra non i\ In complesso, peggiore di qualsiasi nitro corpo costituito in Jtalin, o degl'Jta– liani cho, poi, la compongono. Ma la nostm magistra, tura ponnlo, giÌI. in genere inferiore n. quella a cui si affldnuo di prererenzn. le conteso civili, 11011 è punto preparata alhl. funzione e 1>erde,noll'escrci/.io, le qualità migliori per sorld\srarvi. Difettano nello l"nivorsità. gli insegnanti atti n formare il giudice penale, che dev'es– sere " un uomo ,, all'ennesima potenza, cioè un intimo conoscitore della vita e dei simili suoi. Aucora si ac– coppinno1 in una sola cattedra 1 il diritto e In procedura, o quest'ultima è trnscuratissima. · Salvo in pochi corsi lilleri e anche que.'1/ti non di rado anemici, contrastati o tenuti da fanatici pcricolo– losi lo discipline criminologiche non concorrono alla cultura del laureando, che, uscito dnlla " Sapienza.,, non dovrò., per vestire la toga del mngistrnto, imparare pili nulla di ciò che ammaestra sulla società. e sulle ragioni (!ell'umano agire, e, vestita. la. toga, dirigerà. istruttorie 1 presiederà udienze, rabbricherà sentenze come un automa, allontanandosi sempre pili da quelle condizioni che gli sa.rebllero indispensabili per corri• spondero nl proprio ufficio. Per la giustizia punitiva, non faremmo, come si vede, quanto occonc, con una modiflcnzione, magari ampia, del codico di rito. u Di tal passo - mi si obiJietterà per avero la gin• stlzia giusta, vorreste a dirittura .... il socialismo! Voi ricusate il meno peggio per amoro dell'ottìmo.• 11 Non ò questo: ma giova. 1 se si vogliono I rimedi, non chiudoro gli occhi sullo cause concorrenti del male e non illudersi troppo sull'efficacia di rirorme, i cui effetti non potrebbero essere che mollo limitati. . .. E passiamo alla riforma della procedura. penale. Questa ò attesa da anni 1 0 1 so non Yi avessero mano troppi dottrinari che mai non avvlclnnrono un cliente, nò bazzicarono nelle Cancellerie, nò atte~ero alla espe– riem~a <loi giudizi 1 dai piìt drammatici delle As!,ise, ai pii1 pettegoli dello Preture urbano, dOHehbo essere ar– rivata in porto da un pezzo e comincerebbe ad assotti– gliare lo ingiustizie della giustizin. li Codice vigente ò un labirinto, nel quale si smar– ri~ce nuche il più esperto dei patroni. Un nuo,·o Codice dovrÌ\ principnlmcnte: ammettere In ,tifosa nell'istrut– toria; rogo lare lo perizie, afllnchè non divontino una caricatura della ~cicnza, uu pericolo llCr In difetin della sociotà o degli stessi imputati; a\largaro la. rovi:lione dei giudicati di condanna, estendendola porò anche alle assolutorio; abolire il riassunto presidenzialo che 1 nella J>iù benigna ipotesi, è inutile; impedire lo carcerazioni preventive oltre un breve termine; mutare radicalmente l'istituto delJ'appe\1O 1 ranivando il .giudizio cli secondo grado, (•d eliminando. fin dO\'e è J)Ot:1~ibile 1 J:li apJ)elli manifestamente infondati; impedire i J(rOSlliCollegi di diresa cito sono so\"Cnte un'enorme iattura per gli accusati. r~a natura di questa Rivli;ta non mi consento che l'accenno alle cose più urgenti. Molto nncho ai ridiscuto sulla. bontà. della giurla; e il curioso ò questo: che oggi gli avvcrsnri si reclutano negli a11tichi ra.utori. Potenza della impulsività e del difetto di f;erenità di spirito!! ParrelJbo, a sentir taluni, che il giurl, come lo ba congegnato la nostra leggo, costltui'icn. una selezione SJ>eciale di cretini e di birbe. Oh! .'ie si combiua'isero dei giurì di profe,1sori 1 di avvocati, di giornalisti, cli genc– rali1 o di proletari, che riabilitazione! Ci permettiamo, anche su questo punto, di essere un po' scettici. La giurla pronunzia eorne emanazione della coscienr.a media sociale, e la sua non può nò <levoessere la giustizia giuridica del giudico togato, onde molte con• traddizioni logiche del verdetto del giurì sono Pe'lpres– siono di ciò che il giurì ha sentito, o che, non essenclo logico, ò noJHtimeno umano. Dei verdetti strani o assurdi dei giurati, falsamente si dichil1rano soli re<iponsabili i giurati stes<,i, cbe, nelle udienze agitate e faticose, intuirono lo imboscato delle arringhe contrastantisi 0 1 da un inabile si'!tema di difesa o di accusa, desunsero gli elementi della propria con– \'inziono, uscendo dal guazzabuglio del dillattimcnto col– l'animo o col pensiero perturbato o scon\•olto. Lo odierno glurìo non sono degne, di consueto, doi vituport che scaglia contro di esse il dispetto per la disfatta. Anche sul loro modo di giudico.re iufluirà una riforma p-enernlo dell'organismo repressi,•o. . ~* Più si esamina, dunque, il problema, e pita si com– prendo che la giustizia penale sarÌL impossibile senza un largo rinnonmento dei due codici, della cultura dei magistrati o dell'ordinamento giudiziario. Di questi giorni mi ha. colpito la suporfloialità colla quale l'nr~omento che mi occu1ln ò stato trattn.to. C'ò una rifioritura di sentimentalismo, che eomproYa la legge dei ricorsi o il bre,·e cammino del ragionamento in mezzo ngli uomini. ì,; triste che l'opinione pubblica non sappia che oscillare fra una pietà. antisociale ed una egualmente antisociale e sistematica ferocia. Se vogliamo tener la misura, noi dovremo, da un lato, indulgere a tutta la criminalità occasionale, badando ad addolcirla. coll'equità e col perdono, anzi che inasprirla e corromperla colla colla ferocia e colla pena; dall'altro, dovremo resistere o \'lgorosamente tutelarci contro la malvagità. inguari~ bile 1 g1rnrrlando di non raft'orzaro noi fiacchi il con– cotto, che la prepotenza. e la. disonestà siano nella \'ita strumento pi\1 fecondo di tranquillità. e di successo cho il ri<1petto dei terzi e la rettitudine. Unn. \'isione esatta della natura della criminalit:1 1 e dei do\'eri e dei diritti della consociazione in suo ri– guardo, ò la pregiudiziale necessaria 1>er la. soluzione di un problema veramente gr11.nde e difficile, quale il problema penale; alla quale il partito socialistn 1 portan– do,•l lo sue idea.!it:l ch'ili ed umano, trO\'ercbbe, anche ruori dello pro1u·ie schiere, una collaboraziono ,·usta o AllOI.FO Zt;l(BOOl,10. Adolfo Zerbo/,!liO che professn. diritto e J)roce- clura. penale ncll'A teneo di Pis1t recu la nota del buon senso fra tanto impern•r:1,1r<' cli paradossali gonfinturc: e tenta richiamare un po' tutti nll"cqui– lìhrio <' alla mhmra.

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