Critica Sociale - Anno XIV - n. 20 - 16 ottobre 1904

CRITICA SOCIALE 317 tori, assicura sempre più la libertà. economica davvero. E a tutte queste cause naturali di abbassamento dei profitti c'è da aggiungere la concorrenza che si fanno reciprocamente tutte le indllStrie monopolistiche, sia in quanto al personale, sia in quanto ai prodotti, giacchò il prodotto dell'una è la materia prima dell'altra e tutte insieme accrescono i loro co~ti di produzione. Per qualche tempo e di pari passo con l'industrializ– zarsi degli Stati del Sud, contro tutte queste cause si potò lottare con In protezione, anche dopo che questa cessò di servire agli scopi fiscali della Confederazione, col risultato che il partito democratico divenne infeu– dato ai trusts non meno del partito repubblicano. Le stesse per.sono che lottano nel partito democratico sono spesso interessate in uno o più trusts. Ma, a poco a poco, una situazione nuova esce dall'inutile persistere dell'antica. Il crescere di certe produzioni, oltre i limiti del consumo nazionale, rende necessario di aprir.si uno sbocco all'estero, e quindi, di lasciar più libera entrata ai prodotti di quelle nazioni ove si vuole vcmdore roba americana, come già. disse a Buffalo Ma.e Kinley. 'l'utti inoltre risentono il crescere del peso della rendita dei po– liticanti.Costoro costituiscono la parto più scadente clella popolazione degli Stati Uniti, i quali tuttora risentono le conseguenze dell'avere avuto una origine economica prima che politica o hanno le migliori forze impiegato nell'impresa privata. Costoro banno ,n·uto il còinpito storico di industrializzare tutta l'Unione sotto l'ala della protezione, ricevendo somme clagli interessati. Ma ora le industrio pili sviluppate hanno bisogno sempre più di mercati esteri e hanno meno bisogno delJ'opera loro. Solo le combinazioni più scadenti o marginali pagano i politicanti e nel medesimo tempo ne sentono di più il peso. Un circolo vizioso, por cui i trusts più instabili pagano per essere protetti e hanno bisogno dì essere protetti 1rnr poter pagare, diviene sempre più paleso all'occhio di tutti e sempre meno tollerabile. 'È risaputo che è la persistenza dei meno abili pro<luttori che per– mette ai più abili di vendere a prezzi pili alti del na– turale. Ne consegue che una parte crescente del pubblico, tra cui gli stessi inclustriali più progrediti, diviene ogni nl più convinta che, con le somme enormi annualmente pagate ai 1>oliticanti e con le rendite di monopolio, si potrebbe provvedere alla costruzione di una grande ma– rina mercantile, resa ormai necessaria dallo sviluppo del paese. C'è cosl una corrente per cui è di poca im– portanza che la rendita di monopolio sia pagata a chi issa il vessillo repubblicano o a chi issa quello demo– cratico, e che rido alla lustra monetaria, che si dà, allo lotte presidenziali. Ed è questa corrente che, come già in Inghilterra nel 1846, così negli Stati Uniti in un tempo non lontano, inaugurerà la libertà economica nella forma più elevata e più vera, che lo sviluppo storico avrà. fin qui consentito. ANGnO CnESl'l, Prof. FRANCESCO COLETTI LA BASl~ J{;OONOMIOO-SOOIALE DELPAR1'11'0 RADICALE Centesimi 1.0. Presso la " Critica Sociale GLI SCOPIE I PROPOSITI della Società Umanitaria Dalle bozze genlilmente favoriteci del Rendiconto mo• raie per l'anno 1903 della Societù Umanitaria - l'i;:itituto che, per mezzo delle Scuoio profelSsionali operaie, clel– l'lJfflcio del lavoro, dell'Ufficio per l'emigrazioue 1 della. Banca per le Cooperntìve, ecc., tende ad esercitare una. azione positiva di studi e di riforme nel campo del la• voro e della. disoccupazione operaia - togliamo queste considerazioni preliminari che valgono a JJOrre ed a chiarire la questione d'indirizzo generale, della quale già ci occupammo a.uni fa nella C1'itica o sulla quale avremo certo occasione di ritornare: L'opera che ò chiamata a compiere l'Istituzione è ben determinata nel suo Statuto ed essa si appalesa, ogni giorno più, nel piano che lo Statuto disegna, mirabilmente coordinata e rispondente alle esigenze del nostro tempo. Delineata, or sono piì1 di dieci anni, ora solo può trovare l'inizio della sua attua• zione, sospinta ed accompagnata così dalle esigenze quotidiane, come da tutto l'atteggiarsi dell'attuale ,·ita collettiva, nelle opere degli lDnti pubblici e nell'azione della classe la.voratl'ice, diretta a conseguire miglioramenti economici, intellettuali o morali. La Societlt Umanitaria ha il duplice fine di pre– venire e lenire la disùccupazione. 'l'alo duplicità di scopi raggiungibili per mezzo di provvedimenti di– versi, costituisce la ragione di un'opera nelle sue parti distinta, e per i criterì ai quali deve infor– marsi, e per le classi in favore delle quali deve at– tuarsi, così che qualche volta ci parve che fra l'in: tcndimento di curare e quello di prevenire dovesse esistere un imman('nte contrasto cli motiYi inspira– tori. li lenimento della disoccupa.,,ione, ottenuto dagli gnti pubblici creando richiesta di mano d'opera quando non v'ò richiesta di prodotti, ove non si consideri come una forma di beneficenza, e ove non si contenga nella misura che alla beneficenza è con– sentita, trova l'ostacolo alla sua attuazione nelle ragioui economiche che determinano la disoccnpa• zione stessa. Non può crearsi, infatti, fittiziamente occupazione quando essa non ò imposta dalle esi– gcnt'ie della produzione, a meno che i corpi pubblici non intendano sovrapporsi alle prh'ate intraprese nella produzione di ricchezze non richieste dal mer– cato o si intendano sospinti da tale forza cli inizia– tiva da prevenire i privati nella creazione di nuo,,e industrie. Il lenimento della disoccupazione - o, meglio, la sua cessazione - non si opera che: 1° con aumento di capitali o aumento o perfe– zionamento di mano d'opera, quando la disoccupa• zione è determinata da insulflcienza di capitali e dalla impossibilità d 1 intraprencloro o cli estendere determinato produzioni per la mancanza cli mano d'opera qualificata. La produzione, acc,-csciuta in. determinati rami, determina a sua volta l'aumento

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