Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

212 CRITICA SOCIALE hnn re~o a noi tutti) riformisti e ri,·oluzionarii - come ,uniamo farci chiamare dnvanti a le turbe riabilitando, con un pizzico di palle nerastre, un progetto riformisht già troppo compronwsso dalla ronnivcnza del (ioYcrno e dal presi:;ochè unanime fa– vore della Camera horghese. I compagni rivoluzio– narii possono orn. strillare ,1. perdifiato che fu quC'sto il tracollo, il colpo di ~razia dato al riformismo (il che tiig-nifica sia eletto di passata - che, se non erano le pettegolo raneure del senatore Jrunicchi, il riformismo trionfa\'a. )la questo non occorre si dica). Comunque, la mossn. senatoria ci è una magnifica auhaine, la mig-liore che potesse capitarci pei pros– simi Comizii. li Senato testa di turco ci può nniro, JJOltr lrt galerie, in un dolcissimo idillio) se la " fra– ternifa socialista,, ci ha finora tanto divisi. B~1diamosoltanto, amici, di non esagerare nel con– corclt' attacco. Tal qual è, il venerando Senato (qui gli elettori non ci odono è il più innocuo degli sconarii che paiono assemhlet'. Se il buon vecchio si piglin uno spasbo qualche volta - il (aut IJienque vieilll'.'/Se .-.:e passe ciò ,!!li dà la. gioia innocente di credersi vivo; un' alt.ra volta, se mai, con un po' più di antivcg-genza, si sol– lecitino con un telegramma i Senatori più recenti e più fidi; alla disperata, lo si corrC"gga con un'infor– natina. Al postutto, essendo creaturn del Governo, che è creatura della Camera, che esce dal paese, il Henato qual è, per annoso che appain, resta il 110!-itro abhia– tico. Se non hash~ lo iucchcrino, è lecito lo scappel– lotto correttore, per il suo bene e per il nostro . .Non è forse, in regime parlamentare, la Camera. unica, eletta a largo suffra~io, 11ordinamcnto più democra– tico che possa darsi uno Stato? Non è essa - se sappiamo l::wornr<' nel paese e per il paese - il terreno sicuro delle nostre progreclienti conquiste;? 1,; che muta, in sostanza, a quell'ordinamento, un Senato di nomina regia - ossia ministeriale - coe– sistente alla Camera elettiva, delJa quale sarà, sol che questa lo voglia, la emanazione e il riflesso? !◄'ate mò che le nostre proteste (vero è che ne han persa l'ahituclinei venissero, come già un tempo, pi– gliate 1ml serio: che ci (I democratizzassero ,, il Se– nato, facendone, repubblicanamente, un Senato elet– tivo. Poichò non potrchb'esserc, s'intende, il duplicato della Camera, ma doYl'ebbe derivare da fonti diverse ed autonome, uscirebbe - che so io! - dai Consigli provinciali, dalle rappresentanze autorizzate dell'in– dustria, del commercio, dei corpi giudiziarii, degli Atenei. Divel'l'ebbe, non per burla stavolta, un corpo eJficac('mcntç conservatore, un nuovo e vivo stru– mento Lli autentica, e magari intelligente, lotta di classe. Ci saremmo foggiati così un nemico di più - fuori> per lungo tempo 1 d'ogni nostro potere - come se g-li osbwoli che tro,•iamo sul nostro cam– mino, e quelli che vi deponiamo signorilmente noi stessi, non bastassero all'esuberanza delle nostre C'ncrgie. A i socialisti toccherebbe lasciar le frasi da un canto, e le tendenze, e le beghe, e rimettersi 1 dio scampi!, a lavorare cla senno 1 non pili coufro, ma JJer il socialismo. Ade/ante, dunque, c011juicio.' Non ci accada come ai nrnocchi di J◄:sopo che, scontenti del travicello, si ebbero la biscia. Re mordere, per ora, non ci riesce 1 sappiamo almeno - fin che ci rispuntino i denti - consen·arci rane cli giudizio! LA CRITICA SOCIALI':. La Critica Sociale e il 1 1 01111,0, per .Milano: wmo L. 20, semestre L. 10,50 - per il 1·esto a'Itaìia: anno L. 24:, semestre L. 1.2,50 - ver l'Estero : anno L. 40, semest1-e L. 21. L'odio di classe fulminato! I DOCUMENTI. rn poichè, dunque, il Senato volle essere con noi tanto cortese da offrirci l'O()po1·tunità. di una magni– fica campagna pei prossimi Comizi e per la vcgnonte legislatura, raccoglinmo, mentre sono freschi, i docu– menti principali della discussione: la Relazione alla Camera; quella al Senato; e il discorso, pure al Se• u11to, ciel Pre::;idcnte del Consiglio. La lft~fa,;.:-ione al/tt, Ot1,we,·a. Della Commissione incaricata di riferire sul pro– getto di Jegiic per la ca.nccllazione delle parole "per ercitammto all'odio di classe ,, dal comma f dell'art. 22, legge comunale e provinciale, facevano parte dei sov– versi\•i accesissimi, come 1'011.11'ani, presidente, già. guardasigilli, gli on. )lenafoglio, Rossi Enrico, ecc. Ecco il testo della Relasioue (:li. 500-A): Onoret"oli colleyh i! L'unanimità manifestatasi subito nella vostra Commis– sione, nella quale sono rappresenta.te le più disparate tendenze politiche, a frwore della presente proposta di legge, ci dispensa da lunghe consiclerazioni 1 dimostrando intuitiva.mente come il concetto che la b,pira sia di gran lunga superiore ad ogni gara, di parte e realmente ri– sponda ad una necessità imprescindibile di coerenza le– gislath•a in materia di diritti fondamentali dei cittadini. li che spiega altresl la adesione positiva e senza ri– serve che, all'atto dello svolgimento innanzi alla Camera, diede alla proposta il Ooverao: il quale non si limitò a consentirne la presa in considerazione per atto di consuetudinaria cortesia 1 ma avvertì sembrargli infatti 11 contraddittorio che la disposizione dell'art. 22 della legge comunale H provinciale non trovi riscontro nel– l'articolo 96 della legge elettorale politica II e dichiarò di ritenere 1 • opportuno regolare con legge questa ma– teria, che non può essere abbandonata alle vicende dolla giurisprudenza ll e . Mentre, infatti, l'articolo 96 della legge elettorale po– litic'1. non esclude, come indegni, dalPelettol'ato attivo e passivo se non i condannati a pene gravissime o per reati comuni che implichino una profonda pra'1ità mo– rale - il furto, il falso, la frode, le offese al costume - l'articolo 22 della legge comunale vi aggiunge quel titolo di eccitamento alPodio fra le clnssi sociali (arti– colo 2·l7 Codice penale) che, bonchè inscritto ~otto la rubrica dei reati contro l'ordine pubblico, ebbe in altri tempi> come ognuno ricorda, larghissima applicazione di carattere politico. 'J'ale disparità fra le due leggi elettorali non sembra (1, priori per nessuna guisa giustificabile, e difficilmente si spiegherebbe chi non ricordasse le ,•iceude della po– litica intel'lla e lo intlueuze che esse ebbero sui muta– menti della nostra legislnzione elettorale. Non è facile infatti concepire perchè la legge che determina i rcqui• siti dell'elettorato amministrativo debba essere, per co– testo riguardo, più severa di quella che determina i requisiti dell'elettorato politico: nè perchè, una volta introdotto l'eccita.monto nll1odio fra le classi come titolo di esclusione elettorale, molti altri titoli di reato o ana– loghi o pili gravi, dei quali formicola il Codice penale, non debbano recare la. conseguenza medesima. La. coe– renza legisla.tivn. esigerebbe quindi o cbe l'eccitamento (1) nesoco11to ste,wuraflco; lor111lta 8 murzo 190~,pag. 1u21.

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