Critica Sociale - Anno XIV - n. 14 - 16 luglio 1904

210 CRITICA SOCIALE del1e questioni economiche dovrebbe imprimere ad esso pili spiccato e originale carattere - " provve– dimenti che valgano a conciliare le legittime (e quali sono?) esigenze del la,·oro con quelle del capitale; integrazione della legge sugli infortuni, estendendola anche ni lavoratori della terra, e di quelle (in che modo?) sul lavoro delle donne e dei fanciulli e sulle case operaie; istituzione del probivirato agricolo; casse di materni fa per le operaie puerpere ,,; e t. incremento della mutualità, della cooperazione e di ogni forma e modo di coadiuvare la prosperità e cli incoraggiare le provvide iniziative individuali ,, ; - o " perequazione economica (?) delle varie regioni, con principale riguardo (e perchè?) alle popolazioni e alle industrie agricole e marittime, e favorendo, per la mano d 1 opcra, le specie di contratti (quali) di graz;ia?i che pÌll gio,,ino a migliorare la condizione dei la,,oratori »: - e infine " il massimo sviluppo delle energie produttivo del paese, specialmente col promuovere e col facilitare 11impiego delle forze idrauliche, i consorzii di irrigazione, le opere di co– lonizzazione e di bonifica, la trasformazione e il fra– zionamento dei latifon<li e il popolamento delle cam– pagne n -; tutte queste cose non sarebbero, salvo (tualchc riserva insignificante da noi già accennata in parentesi, sconfessate, in linea (li J)rincipio, eia nessun partito, anzi da nessun Governo. Scommet– tiamo che lo stesso presente Ministero, nell'elenco numeroso delle leggi presentate e fatte in pat'te ap– provare dall'attuale legislatura, ne troverebbe più cl1una da contrapporre quasi ad ogni accapo dello schema, a dimostrare che - salvi i limiti inevitabili imposti dalla duplice augustia del tempo e dei bi– lanci - questo programma radicale è puro il suo programma. J~ppuro noi abbiamo riferito forse i nove decimi di tutto quanto lo schema. Troviamo, spigolando nel mietuto, la " abolizione dell'ammonizione e del do– micilio coatto ,,, sulla quale vi ò pure un progetto g-overnativo; la " riforma del Senato, adattandovi, almeno in parte, l'eler.ionc popolare (veggasi il nostro articolo che seg-ue) e soppressione della giurisdizione privilegiata per i senatori n; " leggi sulle incompa– tibilità e prerogative parlamentari e sulla. responsa– bilità ministeriale, eliminando tutti gli organi con– sultivi permanenti "j il "referendum popolare"' co– minciato ad attuare per le municipalizzazioni e che certo i radicali vorrebbero esteso più rapidamente e più arditamente alle maggiori funzioni amministra– tive; la u indennità - pili facile a predka1·si che a<l attuarsi - per tutti (proprio tutti?) gli uffici elettivi n; la" abolizione della garanzia amministra– t,iva ": la " refezione scolastica e somministrazione clei:tli indumenti ai fanciulli poveri "' Oltre a ciò, nel problema militare, " reclutamento territoriale, Liro a segno popolare e obbligatorio e progressiva ridu– zione della ferma n; e queste sono cose concrete) cui nulla aggiunge di preciso la richiesta cli un « rior– dinamento della difesa na:,;ionale, per ottenere (e qual mai altro scopo ci si potrebbe proporre?) la maggior possibile reale potenza (anche per l'offensiva?) coordi– nata al minor possibile dispendio, debitamente accer– tato,,. Anche un pensiero organico presiede quello evidentemente dell'Alessio e del Wollemborg - al– l'accapo che tocca della riforma dei tributi: " sop– pressione graduale cli ogni dazio sui consumi e, imlipendentemenie dlt qualsiasi riduzione cli spese, riforma tributaria in base a111istituzione di un'unica imposta patrimoniale progressiva e delle maggiori garanzie (?) di rotta ed equa tassazione n; e qui una zeppa, un po' sentimentale ed utopistica per Fora ehe corre, cioè la n abolizione del giuoco del lotto n· Ma tutto ciò, che in questi accenni frammentarii di riforn1a politica, amministrativa, scolastico, mili– tare, tribub1ria nQn è o ancora soverchia monte gene- rico, o intempestivo, o astruso (v 1 è proprio urgenza di legiferare di nuovo sulle incompatibilità. e preroga– tive parlamentari? ci crediamo sul serio alla coclifì– rar.ione della responsahilibì dei ministri? cd è sentito il hisogno di abolire il Consiglio di Stato, i varii Consigli superiori e magari, consultivo e permanente anch'esso, il neonato Consig-lio cle1 lavoro?) tutto ciò, che v'è di buono e di chiaro, si confonde e si an– nega nel guazzo di tutta l'altra roba accademica, giornalistica, universitaria, che a.bbiamo riprodotta. piì1 su: vi perde ogni rilievo e carattere. Nè vale tutto ciò a risarcirci di quelli che, in un programma così vasto, sembrano silenzii eloquenti, lacune volute; massima fra tutte il nessun accenno, proprio in que– st'ora tormentosa, al problema doganale e dei trat– tati di commercio (siete liberisti? protezionisti? re– lativisti ed eclettici·? cd in qual modo e misura~): nè di quelli che sembrano logogrifi e quasi parodie, e riguardano proprio tre cle1le questioni piit impor• tanti ciel momento che volge: le questioni eccle– siastica, ferroviaria o la politica internazionale. Sulla primR, parla il programma:" provvedimenti intesi ad avviare (nndate piano che ho fretta!) la separazione completa. delle bstituzioni civili dalle religiose; e rispetto assoluto (se ne può dubitare?) della libertà cli coscienr.a. n Sulla seconda: esercizio privato o esercizio di Stato, e congegnato in qual modo: " Pubblici sen•izii, rom– p1·esoquello ferrovicu-io, ordinati col sistema. pratica– mente pili conforme all'interesse dei contribuenti e degli utenti (la Sibilla non parla,·a altrimenti)) ago volandone (?) a tal fine l'assunzione da parte dello Stato e delle amministrazioni locali. ,, Sulla terza: " politica estera nè inerte e remis– siva, nè bellicosa e avventuriera, ma quale s'impone al paese dai suoi più urgenti e tangibili interessi, (non vi pare di sentire il famoso programma. elet– torale: Qu/est-ce que vous feriez alors P - alo,·.<.; f' Je ferais mon devoi,r!J, intimamente legatj alla solu– zione dei maggiori problemi intemazionali (?), allo sviluppo delle grandi e nuove correnti commerciali, alla sorte dei connazionali all'estero (rinforziamo la marina, allora?)) e allo stesso compimento della pa– tria unità. n - Sìi gran dio: anche un briciolo di Trento e Trieste: il marchese Colombi e Ricciotti Garibaldi fusi in un solo paragrafo di programma.! Ora tutto questo, pel programma di un partito radicale che vuol essere, che può essere domani al Governo dello Stato, è troppo e troppo poco in una volta sola. l,e connessioni fra la politica estera, quasi imperialista, e la politica militare, quasi casalinga, fra la riforma tributaria così sobrinmen~e abbozzata e una politica audace di redenzione economica che ingoierebbe miliardi solo a iniziarla, non si vedono ad oc,:hio nudo: anche la forma dell'elenco, per sè stessa inorganica, e resa tale anche pii.1 dalla arti– ficiosa ripartir.ione nelle tre rubriche tradizionali: ordine politico, giul'iclico-ammìnistrativo ed econo– mico-sociale, mentre ogni problema otfre insieme tutti questi aspetti, aiuta a dissimularle. Oli stessi socialisti, che - lo dimostrava bene il Coletti - si ammantino cliassisa riformista o rivoluzionaria, hanno tutto l'interesse al poderoso idfermarsi cli una riso– lutt~ democrazia di Governo, che mai possono aspet– tarsi da un programma di riforma sociale che si limita a raccogliere tre o quattro riformuccic minu– scole già sul cantiere, senza pur un pensiero pili ardito che accolga e saluti le ri,•endicazioni di clnsse che si vanno maturando nell'anima e nell'azione pro– letaria? ·Meglio che volere descrivere fondo all'universo ~ rimanendo a galla delle cose - meglio che dilettarsi di enciclopedie, inevitabilmente fredde ed astratte, rifacimenti più o meno purgati e ammodernati di un qualsiasi pfllto di Homu - gioverebbe al partito

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