Critica Sociale - Anno XIV - n. 6 - 16 marzo 1904

82 CRITICA SOCIALE torio col rincrudire della cfo.ioCcupazionc nelle cam– w1g-ne del Basso Emiliano. In qurlla 1>laga il fonomcno clclhL superpopolnzionc 1·011tmlinanon llel'irn affatto d11lln i,terilità drl tiUOlo (' dall 1 ussenza di capitali investiti nella terra. Il Bn!:!sOEmiliano non è la Ha~ili<'ntu doYc la distru– ,'.ionC'dei hosrhi 1 In ro,·in11 (](-i fiumi, la imprntica– hili1:ì dC'lle strade, il fl:tg-('I\O <klln malaria rcspin– ;.!'Ono :.rii ahirnnti lungi dalln IC'rra pres~ochè deserta l'il iHO!,J)itc . .\I conrrnrio, In pia11ura che si distcndl' ili t,ud del delta padano è ricm per fertilità di tcr r<'no e per l'opera lun,1?11 c 1:;apientl• dcll"uomo. :,,;C'dunque la <lisoC'cupozionc si manifesta così :.rrav<•e così acuta, non è d11 prm:rnrr all'int('n'l'nto d(•llo ~tato per la mrssn in l'olturn fii terre ,1bhan– ilonnt<'. Lo terre, che in <pwlk ph1gho attendono a111 1 om l'opera redentricl' dl'lla honifìea, sono S('lllJH'l' pii1 srt11·se. 11 cHpitalr pl'iv11to1 <'110 sa il proprio tor– na(•onto, si è giÌ\. lllC''UiO ull'opcrn, o ,·i si metter~ f'ra hn'V(', pn conquistare• Il ~{• i(• ultime ricchezze del suoln. ,1a acquisite alla colturn nnchc queste ultime h.'tTC, i<'rminnti <1ue,,(i hlHlri di honifica che possono occu– pare pl'r qu1 1lchc anno molto hracC'ia, la di!::iOCcupn– ziorw non !:: iarùaffn.no vinto. Es,;a è un fatto non dipC'ndrnte da un CC<'<'i.sivo coeflicientc di natalità rio{• da un fenoml'no su cui la ,•olontà può avere quukh<' cflicacia ma clnll<'condizioni speciali del lit 111·oprictì1 e della possidenza. 1~; corto che la popolazione proletaria del Bas:,o 1 1 :miliano, con h1 sua drnsit1ì 11011 troppo superiore alla nwdia 1 ), potrC'bhc viver<' tutta dei prodotti 11(•1 proprio territorio, se il possebs0 vi fosse molto ~uddh•iso. Le piccole culture come paro auto• rrYolmrnte confermato i,e hanno costi più alti, clnnno pPrÒ redditi nrnggiori, cioè riescono a nu– trire nH1:,rgioribraccia che non la grn.nclP.coltura, la quale trae dei redditi minori con dei costi compn– mtivamente piÌI piccoli i. Orn, se tutto qu<'sto contil'nc g-ran parto di rnro, è f'\ idrnte che nessun partito, o tanto meno il so– rh1lh1tn, può contrastare 1t questo stato di fatto. Se i:ii può chiedel'e PinlC'rvento dello Stnto perchè pro• muorn lo spczzflmC'nto d<'I latifondo e introduca la piccola coltura intensiva là dove è incuria ed ab• handono, cioè spreco di forzo produtti,·e, non si può affatto pensare che in r<'gime capitalista - lo Rrnto ohhlighi i g-randi proprieturi d<•I Basso 1-:mi– lilrno, o le g-randi Rociel:'1 cieli<' honifkhe ferrnresi a distruggere le loro grandi nziende 1 ad abhamionara i mezzi meccanici di trazione, a ripudiare il lavoro df'lle maechine agricole con cui hanno ridotto ai minimi termini il costo, f)<'r frazionare la loro pro– prieb\ e permettere un lavoro umano pii1 costoso ma pii, inton8o e pii1 fchhrilc. ' Questa. apparizion(' ncll1ogricoltura della grnncl<' azi('ndtt rapitalistic1t è altrettanto fatale quauto l'in– troduzione della macchina nella f'abhrica .. \mhedne dC'ten~inano una disoccupazion<' doloro~a, cd ambedue R0nod1 btl natura da isottriu~i ;1lla ,·olontit degli uomini. )l:t Ì'Ìe non si può agire sulla rau~a del fenomeno, !-(' ne de\'e però e\'itare il danno. Ora il danno nwg• gior<•della disoccupazione consh~tc nella sua influenza. 8UI !Hlg"g"io del ~alario. A m<'rcuto di lavoro inrrom– hro ('0rrisponclonn Ralari hntltti, e \'iet'\'ersa. (•h';. s(' l'orgnnizzazione operain ri<'i!<.'l'spc:,:,o ad ("lucl('rC' fl) \'1•cll l><'r 'IU('~ln (•d flllr(• notlzll• l'ln..i,1t•~tl\ !..U\ln (IÌ80('CUPI\Zlòll(' 111·1H11~Mo t:m111u110 fatta (\1lll't"fth-lo d1•1 1.11Yoro th•lln ~ nr1111111nrh1 ~ tl1 \llhmn, I I" I•· rl'I· ·ntl llll'll1t·~H· full!" In Hl'rmllnln ~nlh1 l•k(•oln I' &U\111 l(r1u1111, ('Ollurll hnnno dimo~1u1to dH· la 1>1rcola 1· mi•dll\ coltura d1m11u, rl~11euu alla 1,:"r11111d1•, un rl'fhlllo llllll(l(lorl' ('(>Il un co~lo più allo. Ciò t-hP 1·ondurn•ti1.t,· 11('unNu11t-r" du· le 11ruo.luzlonl a,rri<'ole a coito co1u1.aratl'l"O più allo 10110 <,uelle <:hc d11m10 maggior reddito. questa legge cconomi•·a, anche allora la clisoccupa• zione non cessa di frm1trl1rc le conquiste fatte; essa falcidia, nel bilancio famigli11re, il maggior guadagno cl<'ll'operaio occupato, cli tutto il non guadagno degli altri membri disoccupati. Questi danni della disoCCtlJ>nzioncnon si combattono cii<' con la emigrazione. 1 1 :ssa sola può sfollare il mercato cli lavoro, nrnnl<'nerc alto il solario a. coloro che reshwo, permett<'re Alla resistenza operaia di conservare le posizioni conquistate. Per questo il problema dcll'cmigra,done non potc"a entrnro nelle prcoccupozioni nostre che posterior– mente al movimento cieli<' campag-ne italiane. E vi entra, non come un fatto doloroso che si de,·e suhiro ra,;Heg-nati, ma come un corollt1rio del moto a8cen– sionalo dei lavoratori. Ormai, nelle pll\ghe clo,·e la, disoccupazione si manifcista piì.1 g-r11,•e, la cmig-nizione dello braccia eirnl>eranti appar<' uno strumento per rassodare le conquiste fatte, impedire hL discesa. ciel salario, 8COn· giurare le crisi periodichC' ('he minacciano l'esistenza d1•llc org'anizzazioni operai<.'. J.a politica del proletariato può finalmente affron• tare <1uosto 1>roblema 8enza i sentimentalismi del romanticismo democratico. . .. ?Ifa dove dirigere lo corr('nti migratorie? F.cco il quC':,ito intorno a cui si differenziano lo dh·erso opinion;. Dicono alcuni, o dice il Garibotti nella ricordata polemica: noi non consentiremo mai che la politica proldaria si occupi <li di8ciplinorc la nostra omigrn– ziono operaia, so non a 1>.1tto che ossa sia rh•olt,L alla colonizzazione interna. 1;; questa una specie di preg-iudiziale, assai diffusa nell'opinione ciel proleta• riato e delle classi modio, che occorre esaminare senza apriorismi illusori. ,;: certo, e niuno vorrebbe cont<'starlo, che la colo– nizzazione interna impedirohbc l'esodo di una ric– chezza considere\'ole, d11to che ogni uomo rappre• senti un capitale valutato fra le 3000 e le 8000 lire por spese cli allevamento e cli cducAzionc. Quindi mg-ioni eronomichc, oltre che cli umanità, consiglie– rebbero di preferire la colonizzrizione interna a quella estern.. )la si può porre così IR<1uestiono~ E"identementc no, perchè i due termini - colonizzazione intc-rna e colonizzazione estera - non l'ìOnoaffatto identici. Xoi qui ,·ogliamo prescindere da un elemento importantissimo: la proprietà della terra. ,·ogfouno supporre che si sia già. ottenuta l'espropriazione cli quC'lle che si chiamano le terre incolte, rnrso cui corre la speranza dei nostri colonizzatori, ed a prezzo tunto hasso quanto quello con cui si possono acqui– !ittirc terreni in Africa. o in America. Dopo tiò rinrnnc ancora a vedere se sulle t<'1Te incolte, pus– ~ate in mano ai colonizzatori, siAcosi focile la colturn rimuncratirn come sulle tene delle colonie lont:inr. Q unndo bi parla dl'lle nostrr h•rre incolte si dimrn– ticu i.pe~ so di ricercare lu ragiono del loro srato. In \"('riti1 1 l e terre co::-.idNt(' incolte a prescindere du qt1<'lle che sono di fai nnturn cli\ c~sPre assoluta– lll('lltc improdutth·e lrnnnn :uwh·e~se una loro propria coltura, o~sia 1 per C'l-l'IC'l'l' pili esatti, danno anch'esso un loro reddito Ont se i gntncli proprie– tari di questi tenoni a rNltlito infimo si 11ppa– gano di così scarsi utili e non ll.'ntano colture pii1 rimunNlltrici, vuol dire rho questo r<'dclito ò ancora proporzionalmentl' superiore a quello che ~i ott<.'r– l<'hh<' inv<'skndo forti capitali 111'1\ll terra per inlro– clun·i colture superiori. ('he que~ta sia la Yeritù <·i vuol poco a. convincersi qu.111110 si pcn:,i che, s<.'così non fos:,;<', la speculazione c:1pitalh:tica ,·i anobbe fatte eia tempo le suo prove Yittoriose.

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