Critica Sociale - Anno XIII - n. 21 - 1 novembre 1903

824 CRITICA SOOIAL E Ma. se non lo sanno neppure che cl sia il Governo! Ma se non ne capiscono nulla dell'orgnnlsmo dello Stato! Yolote rnr la repubblica? Ma per rar la repubblica, bi• sognerò. che il popolo sa1>pia cho o'è una monarchia! E non lo sanno! Credono ohe Y, K IH sin quel di s. Mnr– tl110 e di Palestro! Il regno d 1 lJmlJcrto per loro non ò esistito. Por condurli alla couco:dono dello Stato o del 1<110 macchinoso Ol'ganismo, blsognn prenderli dal sem– plice, dal vicino, da quel che ))Ossono ,•edere e toccare con mano. Per unirli in fHcio o stringere le loro forze, bl'iO,:cnausare un cemento che nttecchl11casopra di loro, cloò che parli loro degli Interessi lmme·linti, che dimo– stri lo sfruttamento più ,·islblle di cui sono ,·ittimc. E cl() non può farsi che nell'organizzazione, a torto doth, economica, pcrchò ò rocoloro o offlci11a di agltn– ~dono o cli coscienza IJOlitlcn. Qui ò chiaramente trrtecil\to il ca.mmino per il qunle l'organizzazione economica salo ad acquistare la cosci~nza politica, ossia giunge a riunire, alla sua forzi~ d1 resistenza sulla classe padronale vicina un'altra forza di resistenza e di trasformazion<' sull~ elasse capitalista organizzata politicamente, cioè sullo Stato. All'inizio, questa novella energia sociale non ò nncorn. inquadrata in nessun partito, non ha ancora co1tcienza cli quello che cli profondamente rivoluzio– nnrio reca nei suoi fianchi cnpnci. l~ssa non ò nò socialista, nò repubblion1rn, nò monnrohica nò clori– cnlo,. ~ebbene sia. spe~so l'uno o l'Rltro 'di questi partiti che le dà 11 pmno sof11o di vita . .Ma questo orl:{RJ~ismo .debo}e, infantile, che ò la disperazione d01 r1"oluz1onari perchò non sa 1mbito balbettare: loffa <li eia~~ e p,·~p,-iefà tofleffira, non tarda a per– correre tu~h I gradi che separano il noto dall'ignoto. Il contadrno, dalle lotte per il salario giun"'o a comprendere la funziono elci Comune o :1e110stato· d~l_lr s~o associazioni ~001>crntivc intuisce la 1>osi:ti: htlltà d1 un assetto socialista dellt1 produzione e dc,•li scnmbi. La plebe diventa popolo; nella massa nmo;fit si disegnano i primi nuclei clolln.Società futura. l ntnnto le avanguardie del J)l'Olctariato fanno In. politicrt socialista.. Lo schiero ohe hnnno già superati gli stndt per cui, dall'organizzazione puramente di– fensi"a dei propri interessi immediati si sale aJ una più Jarga com1>ronsiono dei rappo;ti sociali, si mescolano alle Jott? _per il J)Otere politico, vi 1>ortano la forza spesso dec1s1va del loro numero vi difen– dono i loro particolari interessi e vi c~ntrattano (ogni conquista politica è il risultato di un contratto) nuo"I vantaggi. 1,; cli ~1ual., ~a.tura saranno ~uosti interessi e questi vnntaggt? J.v1dentemcutc 0881 Hilrnnuo dcclotti dallo necessità pili urgenti ciel movimento economico. 1 1'111.tociò che age"ola 1 clirotbunouto mediante In Jo– gislnzlono sociale, indiretlamonto con le riformo tri– buta~ie, militari, doganali, ccc., l'usccnsionc del pro– Jetnr1ato; tutto quello che seno a difendere Jc sue orgRnizzazioni 1 a sviluppare In sutL intcllettualib\ coistituisce il fine dello nostre lolte 1>olitiche. 1 . l,a politica soei~Jisto, dunque, presuppone l'orgtt• mzzt11.10110. econom1ca_del proletariato; come questa orgnnlzzaz1one ba bisogno della politica socialista per difendere sè stessa, o per flssaro ed allargare lo i,iuo successive conquisto. ])all'unità profonda. od insclndibilo di questo duo azioni, esce il movimento sooiollsta, non politico, non economico non "rifor• mistn 111 non " rivoluzionario,,; semplicemente so• ch1liata. . .. Esaminiumo un poco più profondamente questa nostra concezione integr11lo lici socialismo. La lotta operaia per gli interessi immediati 1 cioè l'orgnnizzazione proletaria sul terreno economico dove stare al fondo del nostro movimento dc,·o co~ stituiro - se così posso esprimermi - I~ città as– sediata, entro cui i ci ttadini preparano le formo della futura convivenza socia.lo, o donde escono tratto tratto por attaccare il nemico. Considerata sotto questo aspetto, essa è ben pili che un mozzo cli offesa e di difesa; è la forza rivoluzion1trln. per cui il socialismo diviene. Dernsleiu ha avuto il grande merito di far dubi– tosi i socialisti tedeschi sulla surticion1.a della predi· caziono astratta, della cosidetta rormazioue dello co– scienze socialiste, mediante la rivelazione doll'inrerno attualo o del paradiso futuro, ad esprimere dai fìnnchi della borghesia. i suoi possenti seppellitori. 1<:gli ha dimostrato - o noi in rtalia l'abbiamo in– tuìto nnche prima dello polomicho teoriche dei tede• echi - che questa 11110,•a forma cli idcoloO'ia sociale ohe ò il peggiore insulto al matcrinlism; marxist11: non può n.ffatto suscitare un nuovo mondo dalle ro– vine di un altro che crolla. Occorro qualche cosa che trasformi Pumanità nella. sua cellula fondamen– tnlo: l'uomo. Occorre una fOl'Zll che prep ari, n elle fondamenta occulte dell'edificio sociale, le ba.si del nuovo. Occorre un moto, lento ma incessante che varchi la. immensa distanza che so1>ara il saln 1 riato d'oggi dal lavoratore libero di domani. Orn, questa forza, questo moto, il socialismo li ha scorti nell'organizzazione economica. del proletariato, nolh~ sua lenta ascensione. Ogni nuovn. Lega operaia ò un nuovo cemento mornlo cho rinvigorisco o che educa: ogni nuo"a associaziono cooperativa è un n_uovo nucleo del socialismo che si effettua; ogni riforma. che agevola la strada, che affretta il J>ll.880 1 ò un ,·iatico che ei rafforza 1>er il lungo cammino. Jn tal n_10do il socialismo non ha più bisogno cli co11ficl11re 111 una futura ratastrofc. Noi d'ora innnnzi possiamo concepire la rh·oluzionc socialista senza tutta In tragicità di unn dittutum violenta del pro letiuiato 1 che, se a"''enisso qunndo 1mcora gli ultimi str,tli sociali sono immaturi per acco~licrla 1 ri:iuhio• rohlJo - la grande riYoluziono francese ei ammo– nisce •- di veder risorgere drwnnti a sè lo spettro dolio. reazione. Mtt, por assegnare al movimento f'Conomico del proletariato una funziono così importante, è ncces• sario riconoscerne ancho la 1111turt1 e i bisogni. È qui che la nostra concezione unitaria ciel sociaJisrno di· vergo da quella di coloro cho non conferiscono at• tributo rorza di rh~oJuzionaria cho alrazione politica. R ovvio infatti che, per cooperare allo sviluppo dell'organizzazione economica, non bisogna nò vio lentnrno h~ natura, cosl da pretendere da essa su– bito o in ogni caso 1 mnnift'Stnzioni politiche, nÒ di– sproiznro tutto ciò che può conferirlo forza, autoribl 1wotcziono. Quindi il l'ispotto dolln legge di grndun~ 11th, per cui l'organizzazio11c <fa apolitica si fa poli– tica; quind_i l'acquisto di nuo"i strumenti legislativi 1>0~· c~nsolldar_c e~ estcndcro le "ittorie oporaio; qu111d1lo studio d1 non roca.rio danno con scioperi dirotti più a dimostrazioni politiche rumorose che non 11incremento delJa (orza dei ln,•oratori. Ossia, COllll' corollario dclrorganizzaziono economica, tutta la tat• tica che ormai si ò convenuto cli chiamare rifor• mish1.. Questo riformismo però - nppunto per l'asserita unitl't. elci duo movimenti onclo riaulta il aocialismo - non esclude qucll\"tltro riformismo che si propono scopi oho esorbitano dagli osclusivi interessi clolla nostrn classe, al qu11le l'on. l•'crl'i ai ò compiaciuto di appiccicare il nome di rivoluzionario. Al contrario, noi offriamo a questa politica dC!lle"grandi riforme ,,, a c1uesta politica che si vuol confrap1>orre a qnE>lln drllc- " riformette .,, un solido fukro per il <1uale essa non corro pericolo di smarrire In meta.

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