Critica Sociale - Anno XII - n. 16 - 16 agosto 1902

CRITICA SOCIALE dentrice della predicazione scritta od ornle dellé verità elementari del socialismo, il negare efficacia a tutte le nitre forme con cui si esercita quotidianamente la co– scienza del proletariato, induce a credere che la con– quista dei pubblici poteri sia utile solo in quanto servo n propagare da una tribuna pili alta e pii, ascoltata lo speranze ruture del nostro partito. Ora, questo concetto fallace, che prescinde da tutto quel moderno concetto della graduato conquista del potere che ò sorto con re– stendersi del regime raJ)prescntativo, se può avere qualche JJarentela con la dottrina nnarchicn, non è mai stato e non può essere patrimonio del P1trtito .!loclnlistn. (1). Quanto agli o;cioperi, l'opera deleteria di questo me– todo semplicista. e unilaterale è anche JliÙe,•idente. Fin qui lo sciopero è stato sempre considerato dai pili pro– vetti condottieri del movimento operaio come un'armo di difficile uso, cos\ da richiedere, Jlrima. del suo im– pegno, un'esatta cognizione della probabile resistenza del nemico e delle estrenie possibilità. economiche delh~ sua azienda. Ora. invece il racilismo, che si ,•uol portare nell1aziono socialista, insegna. una tattica più spiccia: attaccare il nemico senza conoscere quando e come co– minceranno le suo disperate difese. )nfatti noi alJIJiamo J>otuto leggere nel Socialismo del 10 a1>rile che la di– sfatta delle Leghe contadine del Polesine si dove,•a al• l'avere i t"iformisfi " predicato ai proletari che bisogna es– sere moderati, ragionevoli, arrende\'Oll 1 J>reoccuparsldel profitto doi capitalisti 1 ccc., ecc. 11, cioò sl do\'eva, secondo la Rivista rerriana, a quella tattica 1>revidentee prudente di cui banno dato prova, e continuano a darla, i nostri abili e henemeriti segretari delle Camere di l!\\'oro o delle Leghe contadine. Ora, questo indirizzo, sebbene rorsc ciò non sia chiara– mente av,•ertito da quelli stessi che lo propugnano, ci pare conduca a quella concezione cntastroflca che ò ormai ri1>udiata dal socialismo contemporaneo. Quale infatti può essere il risultato di un'azione politica che ,·uol prescindere dalle varie e complesse contingenze del 1>reseute,che quasi disùcgna gli aiuti delle riforme, e che ri1>one ogni speranza nella sola 1>redicazione di un fine lontano? l~videntemente il frutto di un tale in– dirizzo non 1rnòessere che quello cli staccare le masse dalle lotte presenti e quotidiane, di renderle diffidenti di ogni parziale conc1uistn, disdegnose cli ogni abilità. e di ogni 1u·udenzn 1 im1rnzienti cliogni solida 1>re1mrazlone, soltanto tlduciose nello s1msimo ciel loro dolore da cui dovrà. venire la spinta irresistibile alla fatale catastrofe. La II tendenza 11 positiva. Altro ò invece il nostro concetto, che ò - lo diciamo a nostro conforto - anello quello dei pn1·titi socialiili di tutta Europa. Per noi il socialismo ò in continuo cli1:e11ire. Ogni con• <1uista materiale o intellettuale del proletariato, ogni 11)1,•011. •·arri, senza torso sosvcttarc 11 &lll'IIHIMto s111to1i1ut1co <1elle sue ))MOie, si è ll'Scl1\IO l\ntlaro @\1\1)\11110 Inclinato di 11ue1ta tendenza, Infatti nel euo Socfflllsmo del U maggio scrh·e: • li di– sco~ rlformlilla In l'nrlamento è l'Impiego di 100 d'energia olle• nendo Il rlaultlltO di J ; Il dlscono rlvoluzlonarlo è l'Impiego di IO di energia one11e11do li r \1111111.to di 100. SI 1111.rRgonlno,11er<1ue110 1 t più bel discorsi r1rorm11tt (10 (111.tl t1 11e110 (lngll av,·erSRrl) che &hrnsl J)ronunolRII 8Ulhl leggo J)el lfl\'Oro dello (\011110 e l'Oblio lmmcdlfl!O e1,e Il Ila seguiti - eollll mht. frl\80 Rd e8Cll\J)IO(colpito. dnlla CCII• 1ura1 contro lo camorre IOCRIInett'Hal\a llerltllonMIO e In vlbr11:clono dl unanime consenso o risveglio nel prohit•rlato di <1uelle11rovlnclo (clic tutlorll vtbrll a p11rccehl mesi di dtatanzR, J~rchè r!sl)On(le allo condizioni (iuOtltll,rnc e sens1b111della vita) - o ~I a,·rà cosl 1111 do• cumento, rr11.I tanti, <101111. llcen1Uù di tfflcttcla dtU'az.011e 1x11·Ia– mwtm·t, !tCOlldO Cllt, IIÙI (/lt/11 coH mtlodo l'Lfonu,'l!tll OJIPlll't, CO/IUlt,• rollo ,•;co111.:lo11m·w. 11 trasformazione economica della società. in cui ,.i.,,iamo, ogni lotta della. stessa borghesia per In difesa o per Il~ creazione di un nuovo istituto democratico, costituiscono altrettanto taJ>pe nella strada che dohbinmo percorrere. Per noi una Lega. di resistenza in cui si educa In !l0IÌ· darietà di classe, una Cooperativa In cui si attua 1mr– zialmente la proprietà collettiva, non sono soltanto una preparazione psicologica, ma. sono un fondamento ne– cessario della società n.Henire. Così JH1rcogni legge che limita lo srruttamento capitalista, o ehe introduco il re– gime costituzionale là dove era il potere insindacnl>ilc ciel JJnclrone, è un }lasso verso Pabolizione del 1>ri\•ilegio capitalistico, ossia è una particella di socialismo elle diventa reaHà. Non parliamo poi di tutto ciò che accresce la forzo. fisica e intellettuale dei la,,oratori. Qui, se la lotta di classe va Intesa, non come una formula astratta, ma come il conflitto immanente di due forzo antagoniste, ogni aumento cli energia ))roletaria giova alla nostm lotta di classe e ne JJre1mraed affretta il trionfo. Nè, illustrando l'importanza del movimento JJroletnrlo, noi dimentichiamo il fine ultimo. Se il fiue ò pressochò nulla senza il moto, il moto senza una fl11aht<Ì che gll sena da bussola riesce incerto e nherrante. Perciò noi, a differenza del radicalismo operaio che ,,uole le rirorme per le riforme, ci 11ro1Joniamocostantemente di osser– vane"se le conquiste cui dobbiamo tendere accrescano o meno la forza. proletaria, attuino oppure no una parie del nostro programma. Il fine - che ci si accusa di di• menticnre - ò sempre 1>resente in noi, sempre imma– nente nella nostra aziono: nd esso subordiniamo la scelta delle conquiste eia. tentare, delle riforme da. ottenere, delle battaglie da comUnttere. Ecco, ad esempio, un caso recente. Il radicali5m0 Jmr· lamentare presenta un progetto di legge per l'arbitrato obhligatorio negli scioperi agricoli. Il progetto risponde a. tutte lo esigenze della tecnica. giuridica, ed ò inspl• rato a criteri suftlcientemcnte moderni. Ebbene, Il so– cialismo cosidetto riformista non accetta la riforma per il })iacere della riforma, ma esàmina Il J>rogettonl lume delle sue finalità ultime, e, poichò IA.legge non sviluJ>pa ma attenua 10· spirito rivoluzionario del J)rolctarinto, ri1rncliaquel tentativo di riformismo radicale. Ma osiamo dire di pil1. La ripetizione verbale della finalità. socialista non hasta a. dare flsonomia socialista all'azione di un partito politico. Quando uoi crederemo avere raccolto, nella comune credenza di un futuro re• moto, un esercito :1aldoe numeroso, que!lto esercito si sbanderà eia tutte le 1mrti nJ>pcnala nostra azione quo– tidia.ua comincerà a c1·oare i primi solidi nuclei clel socialismo. Ouardnte infatti a ciò che a\'Vicue ora nelle plag!ae clo"e J>ii1 si ò esercitata In complessa azione socialista, battezzata recentemente J)er riformismo. In queste J>lnghe la 1>ro1mgnndadelle finalità. lontano aveva raccolto in• torno a noi schiere numerose, che ci avevano dato vit– torie elettorali raJ>ideed Insperate. f: bastato però che sorgessero quelle Leghe contadine, che non t>redicano astrattamente l'esistenza della lotta. di classe ma. l'eser– citano tutti i giorni e tutte le ore, è bastato che i Co– muni socialisti iniziassero la politica socialista, J>erchè le nostro schiere diventassero, sul terreno elettorale, meno torti, ma in compenso pila omogenee ( 1 ). (') Zlbordl, dando 11oll'.f.t"ll11U/ relazione delle lotte ammlnlstrall\·c nel collell'IO di OonzRga (Mnllt0\'11),attrlbU\l't\ l'Hlto, mollo Interiore n ciò elio lo 1111untoelezioni 1>011!\cho r11cev11110 1iro1•odcrc, nll'11J.10110 deilo l,ell'hC contndlne, che chll1111:1.1·n glu~!1u11c11to" potente erll'cllo di slncerll1\ polltlea •·

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