Critica Sociale - Anno XII - n. 16 - 16 agosto 1902

244 CRITICA SOCIALE dei " Fasci ,,, con sole 10 Leghe e 1850 associati. - La Sardegna è assente. Sulla tattica, ricordando le discussioni nate dopo il Congresso di Bologna ( 1 ), il Montemartini non du– bita essere dannosissime le affermazioni socialiste, e in genere le discussioni politiche, portate, in questo primo stadio di organizzazione, neJl'ambiente delle Leghe: non solo per la confusione che portano nelle menti dei contadini, per le armi che prestano Ai nemici e per le simpatie che allontnnano, ma sopra• t.utto perchè dalla lotta economica la lotta politica si sviluppa spontaneamente anche troppo presto e talvolta, perciò, in forme violenti e pregiuclicevoli. intento elcisocialisti nelle campa.gne dev'essere quello unicamente di disciplinare la lotta di classe. J~samina poi gli effetti economici deH'organizza– zionc, siano dovuti a ver·i fattori economici (intro– duzione cli macchine, cambiamenti dì colture e di contratti colonici), siano dovuti alla volontaria resi– stenza padronale (abbandono di lavori, e terre lasciato incolte), e non si cela le gravi difficolta che essi ci presentano. Questa parte ò uu vero atto di contri– zione e un ammonimento al Partito, che, senza cono– scere a fondo le condizioni fondiarie ed agricole di ogni plaga, presumesse di guidare il movimento. He– clama egli misure legislative sullo terre incolte e lavori pubblici che occupino i contadini fin che sia fiaccata la resistenza padronale, nH~ non crede il Partito maturo per fargli proposte concrete, e si limita a invocare dal Partito una propaganda tecnica fra i lavoratori della. terra e un'inchiesta tecnica. e stat.istica sulle condizioni dell'agricoltura e dei con– tadini, sulla disoccupazione, e sull'emigrazione, sui quali temi il Partito manca cli ogni elementare co– noscenza e qnindi anche di ogni mezzo d'azione. Ricordiamo a questo proposito come, fin dagli inizii, si può dire, della Critica Sociale, noi tentammo più e più volte, facilinente presaghi dell'urgenza imminente della questione, di promuovere studi ed inchieste nel senso indicato dal Montemartini, ad opera cli compagni volonterosi j ma sempre con esito assolutamente negativo. Anche tutto )'apparato sce– nico, votato dal Congresso di Roma in ordine alla emigrazione, si risolvette in un flatus vocis, in una. lunghissima promessa senza attendere di sorta. -~ siamo ridotti, per tutti qucst.i argomenti vitali, ad aspettare qualche lume positivo dagli Uffici ciel la– voro della Società Umanitaria, diretti oggi dal nostro collaboratore Attilio Cabiati, e i quali illustrammo di recente in queste colonne. E dire - non ci sappiamo tenere dal ripeterlo - che ad un partito, il quale si trova, con una così enorme responsabilità. sulle braccia, senza neanche il principio degli studi e degJi strumenti che valgano a porlo in grado di affrontarla, si rinfaccia 1 dai fra~ saiuoli del socialismo lattante, cli essere "troppo ri– formista " ! ! ! LA C. S. ( 1) TURATI, Tlu;n:s, lloso:111, CASSOI.A: Le L,euhe d4 reshte11,w e H l'l1rttlo sorlaUsta (11reuo la Crllirn socio/e: Ccnt. 20). FILIPPO '1'URATI II partito s cialista el' ttuale momento politico a• edizione aggiuntavi la Risposta ai contraddittori Presso la. Critica Soci(lle, franco di porto, Cent. 20 Ai rivenditori, sconto del 25 ¾. Importo anticipato. B1b1oteca Gino B1arco "Va' su tu ehe se' valente,, Le polemiche illanguidiscono, non perchè venga meno la vivacità nei polemisti, sibbene per la noia che ha preso gli spettatori. Noi ne siamo arcicon– tenti. Ne11e polemiche ci trovammo impegnati per sentimento di dovere: volevamo dimostrare che le questioni sollevate sono oziose, che molti sono gli equivoci e che le accuse di alcuni sono fondate sul nulla j volevamo (ci si passi il bisticcio) polemiz– zando distruggere le polemiche 1 come chi dicesse di accettare la guerra, eia altri dichittrafa, per a.more di pace. - Noi che, manzoniani una volta tanto, non avremmo voluto nò duelli nò cartelli di sfida, ve– diamo con soddisfttzione la parte migliore dei nostri attendere al laYoro e scansare le beghe. Già qualche sfidatore accortamente ripiega e riduce le prime fie– rissime accuse cli eresia in u11 tenue sermoncino. - Oramai chiunque ragioni ammetto che le duo strom– bar.zate tendenze sono giuochi di pnrole e che non sono da confondere con le inevitabili vnrietà dei temperamenti personali j che il " ministerialismo "' argomento cli tanta guerra, si riduce a un voto, forse a due, dati, in condizioni specialissime, dal Oruppo socialista contro i sonniniani; che le que– stioni cli tattica elettorale furono saviamente risolute dal Congresso di Roma e che non ci si dovrebbe per• dere altro tempo j che il socialismo italiano è uno, a dispetto della forcaioleria. 'l'utto ciò sta bene,dicono gli incontentabili; ma non si può negare che i socialisti sono diventati meno combattivi. Sono addomesticati, altri dice con l'usata cordialità. E il merito dell'ac– capponatura è, s'intende, del ministrn Oiolitti, il quale sostituisce tutto quanto il materialismo sto– rico, e può da solo più che l'insieme dei fattori eco• nomici e politici dell'intera nazione. In cervelli che si credono socialisti, questi sono casi di inversione intellettuale: l'immagine del padreterno, con tutti gli attributi a lui speciali, riprende il sopravvento. Ma ò proprio vero, mi domando, che il partito socialista., col nuovo Ministero, è diventato meno attivo, meno pugnace, meno invadente? O forse noi calunniamo noi stessi? Facciamo l'esame cli CO· scienza. Avanti l'intermezzo dell'ostruzione pal'lamentare, il nostro lavoro era vistoso, ma scarso. L'opera dei nostri deputati era assai meno abbondante, a ca– gione della loro pochezza numerica. Fuori di Mon– tecitorio, imperante la reazione, la propaganda ve– niva fatta quando e dove si poteva. L'organizzazione politica. era poca; quella economicu. si restringeya ad alcune Camere di lavoro nelle più grosse città, e in ciimpagua a zero. Durante l'ostruzione parla• montare, la quale fu ma.gnifica, l'opera dei socialisti nel paese non risulta superiore. Dopo, soltanto do1)0, con la bonaccia ministeriale e col progressivo nostro "addomesticamento"' l'energia socialista s'intensifica e si diffonde in quasi tutte le regioni d'Italia. " In due anni, dal Congresso di Roma ad oggi, noi ab– biamo cresciuto il numero delle Sezioni da 546 a 12_89 e degli inscritti eia 19.194 a 60.000; abbiamo, cioè, duplicato il numero delle Sezioni e tri1>licato quello degli inscritti. ,, Così Giovanni Lercia, nella Relazione, per il Congresso d'Imola, sull'organizza• zione polU-ica,del partito socialista, italiano. E si aY– vel'ta che, quando ci fu il Congresso cli Roma, cioè ai primi di settembre del 1900, gl'inscritti erano au– mentati di parecchie migliaia in paragone di quelli che risultavano in principio di giugno 1 a ostruzione finita .. E le organizzazioni economiche? Oggi, a pre• scindere diille associazioni strettamente operaie, sono associati e federa.ti 240.000 contadini. E durante la ostrµzioue? E prima? Zero via zero, zero. Inoltre,

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