Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901

248 CRITICASOCIALE L' a~ione parlamentare del Parlito s cialista Con questo titolo Gregario - il nostro :1nticoe troppo scarso collaboratore - ci manda l'articolo che segue. Noi dovremmo fare qua e là alcune riserve; ma l'articolo è, nel suo complesso, nettamente pen~ sato e solidamente scritto, e non può che gettare luce sull'Argomento. Un punto solo ci impone unn interiezione di meraviglia: " Egli - scrive di noi Gre{lario - è troppo ottimista; egli vede domata Pidrn della rca;(ione, senza pensare che questa ha pili di sette teste, ecc. ,, J~ravissimo ! ")fa se è nppunf.o questo che andi:1mo a eazict{L ripetendo da un paio d'anni a questa parte! )fa se è appunto per questo nostro concetto che siamo in lite un po' con tutto il mondo! O non ha letto Gregaho, anche nel recente opuscolo nostro (e po– tremmo moltiplicare le auto•·Citazioni), che noi l'a.v• visiamo nella fase presente un periodo di consolida.• mento delle libertà, che esige, per non fallire la meta, una grande tenacia ed una. grande saggezza da parte dì tutti? F: per che cosa. - se non appunto per questo - ci irritiamo magari anche con quei nostri amici che, perchò npparentemente il babau della rea• zione ha ritirato un pochino le corna, dimenticano H passato, si credono i padroni del mondo e fanno il chittsso come i collegiali quando il maestro ò uscito clttlla. classe per un istante? Che i repubblicani - quei tali che.... c'intendiamo - ci facciano dire l'opposto di quello che sosteniamo, non è cosa che ci sorprende. Non capir nulla è la loro missione su questa terra e ci mettono anche del buon volere. :MtL che ci cascasse il nostro bravo e così a.vvcduto Gregario? Proprio vero che anche il buon Omero fn a volte i i.noi J)iso1ini. Un'altra. osserntzione 1 ma di pura. formfl. Poco piì1 avanti il aregario, a. proposito cli appoggio dato al :\linistero, parla. di " tat,tica tura.tiana 11• La. parolfl. (1ui non cola., come negli scritti di certi altri censori, alcuna intenzione maligna; è tuttavia. O))!>Ortuuo ram• montare che quella tattica è concordemente appro· vata e Yolub1 eia 2:, sui 29 deputati del Gruppo so- cialista. f. I. .Kon ricordo pil1 In quale circo~tanza il prof. Antonio Labriola scrive"a. che il Partito socialista. si trova"a a dover camminare come su un filo di rasoio. "Matale è sempre - non solo in quella o in altra. circostanza - il destino del Partito socialista, che è ri"oluzionario sen1.a essere ri\'oltoso, riformista col solo intento di a.e. celerare la colletti\'izza;,:ione della ricchezza, propugna– tore della liberfa individuale e al tempo stesso della pili perfetta orgauizza;,:lone i-ociale, agitante la bandiera di classe ve1· arrivare alla completa soliclariefa umana. Queste, che ai partiti avversi paiono antinomie, deb– bono necessa.riamonte ris1>ecchiarsi nella. sua azione di tutti i giorni, ed ò anche naturale che nel suo seno si recon– dino i pii1 vari dissensi. Maquesti dissensi non varranno a scrollare le basi granitiche del Partito, come i dissensi degli scienziati 11011 nrrivnno a distruggere la scienza. Oggi ferve lit questione del ministerialismo, come ieri fen•e"n quella dei J>iccoli proprietnri, come domani se ne ncconderù. qualche altra. Por trattare la questione attuale, il 'l'uraH è partito clrt.tre postulati fondamentali o logicamente ha dedotto che non si può essere sempre e di proposito all'opposi· zione. Ora. vogliamo esaminare ciò che alle sue ragioni hanno contrapposto glt antiministeriali ad ogni costo J>er \'edere se ò possibile orientarsi, o per dir meglio orientare la. na\'C dei socialisti, senza. scissioni e semm perturbamenti. Bih'1ote '1 C,,no B,arcc Kon ))arliamo cielMerlino, il quale, dieenclosi contrario Yll lotta. cli classe e anticollettivista, si ò messo pro1>rio fuori del Pal'tito, rimanendo sospeso, come le anime del limbo, fra l'ro-:zurro dei riformisti e la (/eem,a dei rivol– tosi. Arturo [,abrioln, sebbene armato di scienza econo– mica e di seri studi storici, questa volta è riuscito infe– riore n sè stesso. Egli ha saputo accumulare una con• gcrie di verità assiomatiche, ma non ha saputo trarre eia. quelle una luce direttiva. li suo ingegno sottile sa tro\•are i punti deboli dell'avversa.l'io, ma. non sa. CO· struirc nulla di nuovo. Basti dire che egli ritiene che i socialisti possano in certi casi aiuta. e un )Iinistero bor– ghese, non temendo J)Oi di afferma.e che giamnrni un Ministero concede delle riforme come quando è avver– sato dai rappresentanti dei lavora.tori! Lasciando da. J>arto lo contraddizioni, yeniamo a qual– t·uno degli argomenti che egli adduce contro il Turati. Questi sostiene che i socialisti, niuta11do il Ministero, non fanno altro che Pinteresse proprio. E il Labriola di rimando, quasi per ferirlo con la. stessa sua arme: " J; il )linistero, se si ra. appoggiare dall'Estrema, non lo fa per giovare a !,è e alla classe borghese clic raJlpre– senta? 11 Ma il colpo ò proprio mancato; 1>erchè si ca• pisce che, nei contrntti, cinscu110dei contraenti ra il van– taggio proprio senza invidiare il vantaggio dell'altro. La borghesia si è accorta che non può sempre rimanere in armi contro il proletariato, e il proletariato fin cli non potere - nelle contingenze attuali - star sempre in armi contro la classe borghese. Prima della. decisione del conflitto l'una si rovinerebbe economicamente e l'altro si sfinirebbe. La vita ha. di queste tregue, tregue benefiche per ripigliare con 1>iì1 Iena In lotta nntica. f;d è qui dove forse pecca un 1>0' il Turati. Egli è tropJ>Oottimista: egli vede domata l'idra. della reazione, senza pensare che questa ha pili cli sette teste. E In. reazione tomerit - sotto altra forma, s 1 intende - e al– lora. i deputati socialisti sa1>ranno fare il loro dovere. Ma non si elica che a questa tregua si dovrà il xisor– gere della rna.zione, a.Ha quale un periodo anche breve di liberti\ avrà troncato le corna pii, d,una. lotta acca– nita all'ultimo sangue iniziata in condizioni sfavorevoli al proletariato. L'argomento, che J)UÒ 1?arere piì1grave, è che il Par• tito socialista, seguendo la tattica. turatiana, possa per• dere il suo carattere rivoluzionario e avviarsi per i fio• ridi sentieri del riformismo. Qui sta il pericolo e qui si drizzano protestando tutti i ylacliatori - come li disse il Morgari - elci partiti popolari. :ì\la.tale q_uestione non involge solo l'azione attuale del llartito; essa ne circuisce e penetra l'azione cPognitemJ>O e d'ogni luogo. Essa supera cligran tratto le contingenze del momento; ed è errore grave scorgere questo 1>efr colo immanente del 1•artito solo nell11.1>iccioletta fa.se attuale, che io chiamerei di mi11isteric1loidismo. :Non è forse l'accusa. che fanno continuamente al Par• tito dal loro punto cli vi.sta o i radicali e i mazziniani intransigenti e gli anarchici? E l'accusa non si appoggia anche sul fatto che i socialisti prendono parte a.Ile ele– zioni politiche? Bisogna dunque insistere sul punto che è di somma im1>ortanzaper il Partito, perchè altrimenti ci aggireremo sempre in un circolo senza uscita. Accettare le riforme propugnate anche dai partiti bor• gbesi è favorire la borghesia o almeno inalveare la cor– rente proletaria. nel partiti:> riformista e radica.le? Nò l'una cosa, nè l'altra. Ol'inleres!-':idella borghesia e quelli del proletariato sono quasi sempre contraJ>postl, o chi detiene il potere cede solo alla forza del pro!etnriato

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