Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901

CRITICA SOCIALE 247 ~istematica? 'remo che, battuti sul terreno della respon– sabilità, essi si ridurranno ad un'ultimissima e, natu• ralmente debolissima riso.rsa, sollevando lo spettro del confusionismo: diranno che il fenomeno d'un socialista al Ministero è ratto apposta per portare la confusione fra i compagni proletari; che questi già incominciano a dimenticare il fondamentale princiJ)io della. lotta di classe ed a credoro alla possibilità. di colmare l'abisso che separa borghesia o proletariato, cnpitnli1m1Qe ~o• cialismo, illudendosi su ciò che può dnro l'ordinamento attuale; diranno infine che i campioni della libertà pro• !otaria smarriscono cosl i loro caratteri e i loro prin– cipii più preziosi - e tutto ciò J)Cl motivo che Pordine attua.le sembra ricevere una. sanzione da.Ila. presem;a di un socialista. nel Governo! lo non riesco a figurarmi argomento pili fallace o po• ricoloso cli questo timore d'una possibile confusione in mezzo alla gran nu1.c;saproletaria. Un atto, buono in sè, diviene adun<1uc cattivo, solo perchè arreca confu– sione in qualche frazione del partito? Bella dimostra• zione, davvero, della maturità. d'un partito, ch 1 esilO di– venga preda della confusione J>er dovere accettare un atto d'utilità riconosciuta,! I partiti, che intendono eser• citare inNuenza politica, cle\'Ono essere dotati cli tale criterio e cli tanta. agilità, da affermre la necessità cli certi atteggiamenti ))Olitici, senza mettere con ciò a re– ))entaglio i loro principii. Un eaJ}O•J)nrtitoche, ponendo sulla bilancia l'immaturit.i. d'un numero più o meno grande cli compagni, trascuri o combatta - nel preteso Interesse del partito - le buone occasioni che si of– frono a questo, Fli fa schiavo del più immorale op– J>ortunismo. Per mc, sono convinto che l'asserito confu. sionismo delle masse serva il pi1'1 delle volte ai capi per mascherare la loro propria confusione d 1 iclee ('). - Della confusione è come della responsabilità.: non por• t-ano forse confusione fra. le masse incdu,•ate 1 sia il dua• lismo del nostro J)rogramma, sia ogni nostra azione pra• tica, sia il parlamentarismo colle sue concessioni, sia. le momentaneo nostre intese con 1>artitl borghesi, sia ,1a ultimo l'af)J>oggio dato a. un Oo,•erno borghese? j~ còm– pito a1>punto dei capi il far com1>rendere alle masse anche la tecnica o la strategia. della lotta cli tutti I giorni. Co1n·errebbe per Yerità dubitare dell'avveuire del movimento pili grandioso dell'umanità, se il socia– lismo rloYesse perire solo perchò un socialista entrò in un :Ministero. Allora, quanta maggior ragione di tremare quando un grande movimento proletario nel campo eco– nomico venga a distrarre molti nostri compagni dal- 11icleale socialista, offuscando la loro convinzione sulla necessiti~ di eliminare rivoluzionariamente 11ordinamento capitalistico! Tutt'all'opposto 1 la permanenza d'un socialista al Mi– nistero si presta in particolar modo all'educazione di quelle lonh'mo masse proletarie, che fin qui ci si mo– stra.vano ostili od indifferenH. Non conviene mai perder di ,·ista che nello nostre file milita soltanto una lieve frazione di quel 96 por cento d'abitanti, che, secondo l'interesse della J>ropria classe, perchò sfruttati dal ca– pitalismo, dovrebberb nel socialismo riconoscere la. li- (1) 1•1ì1sle&10 11or\'O a nrnscherare l'accldht 1ntcllettl,•R e la \'llliL. clettor111e. l,o mRIIUlseguono ell amM10 chi IOconvince c, colln cou– \'lnzlone, Je e\on•. lii\ 11or Q.uesto occorre 11111\ onestà 1,ollllca, uni\ rh10\11tczza e un torvorc 1ubble1ttvo di convlnc1meull che 11011 è 01 tultl: OC()Orrepiù nmblzlo11, c11e 1mnU1t seirutro I preconceul dt'l1o IIIRH<: è piÌ1 faclle e meno JH:lrlcolo,o che 1ror1.Rr1l R tr11.ilClnRrle. - Co11l avviene che, <IURndo motti 111 accordino uel h18l11g11r1e, I 11lì1 deboll J)-Oil!lano- por 1111momento - a1111arlro I 11lìt forti. (NO/li de/fa CRITICA). (' berazione, la salute. E questa bnrriern, pressochò in– sormontabile, ò in gran parte dovuta alln propaganda difl"amatorin del socit\lismo per mozY-O delle autorità dello Stato e della Chiosa. Ora, se il soclnllsmo 1 mercè uno dei suoi, arri\'a esso stesso ai fastigi del potere 1 ecco cessnro in mezzo alle masse l 1 infiuenza dell'eterno ed a.utorit.ario fllisteismo, ecco t\J)rirsi più facili vie alla verità socia.listn, dOJ>O che le pnure create dalle autorità sono dissipnte per opera di queste medesimo autoritìlt Se poi, nel cnso SJ)eciale cli llillernncl, la. sua entrata e la. sua permanenza nel ministero Wnldeck•Rousseau abbiano, dato l'uomo e il momento 1 corrisposto all'nspet– tath·a, è una questione di ratto, per decidere la quale occorrerebbe conoscere intimamente i ))recedenti. Non è quindi il caso <li qui discuterne, nè io mi pcrnietterei di portare comunque sovr 1 ossa un giudizio. Per la dimostrn– :done della. mh\ tesi intomo al J)rOblcma ministe1·iale, J>OCO importa che un'applicazione ))ratica ne sia stata. ))iÙo meno fortunata. Nei casi singoli è danero mala• ge,·ole e pericolosa impresa il 1>ronunciarSi: la ministe– rinbilit:à. può essere tanto una enorme follia, una fonte di corruzione, quanto un prezioso aiuto J>er raggiungere i fini prossimi e, indirettamente, anche i fini ultimi delln rivoluzione proletaria socialista, Un altro motivo, per cui il caso Millernnd non è eia portarsi come esempio scola– stico, sta in ciò, che il Ministero, a cui egli partecipa, si trova. quanto mai ))aralizzato nei suoi atti e nelle sue energie, ap1mnto a cagione delle divisioni e delle discordie del socialismo frn.nceso e della conseguente instnbilitìl della loro unione parlamentare.(') So il gabinetto Wal– deck-Rousseau potesse far calcolo sutl'a1>poggio di tutto il proletariato socialista organizzato; se in Francia esistesse un 1mico partito socialista, è verosimile che le cose an– drebbero diversamente. Di ciò nondimeno non va data la colpa al mini~Mo socialista, ma bensl alle incertezze e allo dh•isioni dei socialisti rispetto a questa questione. ]fa se, come vedemmo, negli tati veramente costitu– zionali il " miliisterialismo socialista" non ò so non la diretta e logica couseguenza. dei J>OStulaticiel programnm minimo socinlista relativi all'azione parlamentare; se al ministerialismo non possono applicarsi criteri diversi che al parlamentarismo; non 1>erciòdovremmo ,·erso questa unica meta concentrare tutta la nostra atth•ità, oppure esagerare la portata di questo trionfo do,•uto all'aumento delle forze socialiste. L'entrata d'un socialista in un Mi– nistero borghcso non rap))resenta. J)unto la conq11ist:~ del potere J>Olitico,o nemmeno d'un frammento di esso. 'fra il conseguimento di u-u portafoglio ministeriale e quello d'un mandato parlamentare, la differenza non è se non di grado. Nep1>urc l'M•venimento d'un :Ministero oompletame,ile socialista. costituirebbe conquista del J>O– tere politico, s'esso rosse do,•uto al cnpriccio d 1 u11sovrano ovyero, in uno tato parlamenta.re , a moment.anee com– binazioni di 1mrtiti. La conquista del J>Olere JJOliticoS'<IV· vera quando il 1JOl}Olo è conquistato ctl socialismo cosciente. Soltanto allorchò tale conquista sarà comJ)iutn 1 potrà. dirsi che l'occupazione definitiva del macchinismo dello Stato da parte del proletariato organizzato, frutto della maturità. degli OYenti, rap))resentl quella. effettiva con• quista. del J)otere politico, eh'è il necessnrio JJresupposto ))crchò il socilllismo possa attuarsi ccl elaborarsi nel mondo della realtà. Il parlamcntariFlmO e il ministerin• lismo nello formo dell'oggi non sono i;c no'n modeste tappe sul cammino di <1uella conqui-;ta dcflnitirn. · K. E1s:n:11. (') SI noti come tulto etò nlJblR ogni lf\Orno lllÌ• Il suo rliJContro llllChe nelle COl1tllz!onl del JJftrtlll In 111111n. (.Vot,, dtl/0 Cft.lTICA).

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