Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

58 CRITICA SOCIALE vittima della doppiezza dei liberali all'interno, pre– valsero nell'animo !uo, distogliendolo da ogni vel– leità. rivoluziona1·ia e rendendolo solidale coll'ari– stocrazia assolutista minacciata. La borghesia allora imprese a combattere senza ritegno anche la classe sacerdotale si nel terreno politico che nel reli~ioso, giungendo persino a cal– deggiare radicali r1fo1·me di religione, come il Mazzini e il Mamiani; lusso che ben valeva il po– tere politico ed economico, di cui la borghesia ve– niva a spogliare il clero. La lotta fu gelosa, accanitissima: e se per riguardi internazionali la borghesia dovette fe,·marsi nel 1870 alla città leonina, la classe sacerdotale fu però costretta a subire le persecuzioni e le soper• chierie della paurosa rivale, la quale cercava con ogni mezzo di indebolirne e diminuirne l'influenza si all'interno che all'estero, temendo che essa un giorno o l'altro ripigliasse il sopravvento. All'indomani della rivoluzione patriottica la classe bor~hese non aveva quasi altro nemico e altro pe1·1coloche quello. La classe operaia si manteneva ancora sua alleata e, in compenso del p1-oprio appog• gio, non domandava ad alta voce che l'ampliamento delle libertà politiche o al più la boninca dell'Agro romano, il quale era allora conside1:ato come la terra p1·omessa del lavoratore. La questione sociale, questo cattivo genio della borghesia. non era ancora apparsa alla tenda della combattente a minacciarla di una ventura Filippì. li risorgimento nazionale potè effettuarsi senza bisogno di ricorrere ai disegni socialisti-anarchici dol Pisacane. La preoccupazione della borghesia era dunque in quell'epoca di fare il vuoto attorno al potere sacerdotale e di premunirsi conti-o esso, alienan– done le simpatie delle popolazioni, su cui mante– neva sempre l'impero spil'ituale. E vediamo l'anti· clel'iealismo divenire di moda nel pubblico e di etichetta pei funzionari dello Stato, e vediamo Ci-1•• coli anticlericali fiorir dappertutto, spesso appoggiati dal Governo e da una misteriosa setta borghese, la 1nasson.e1"·ia, mentre si cerca eliminare per tutto l'influenza del clero, laicizzando scuole e istituti pii, per seguitando e mettendo in ridicolo con o~ni me1.zo la stampa e le manirestazioni clericali e lasciand o liberi gli altri di tenere il contegno pili violento conti-o la religione e la gerarchia eccle– siastica, tenendo per ciò in non cale gli espliciti articoli dello Statuto, non solo, ma rincrudendo il Codice penale contro ìl cle1-o. Il culmine di questa lotta a coltello fu toccato da Crispi, allorché egli promosse l'erezione del monu• mento a Giordano Bruno in Roma, e fu quella l'ul– tima tappa trionfale. Pili presto che noi si imma– ginasse, il potere sacerdotale, cosi off~soe chiamato nenitco della patria, doveva vedersi ridotto ad JJedes il focoso nemico, e camminare come a Ca– nossa e come a San Marco S'UJJeraspidem et ba– slliscuni .... Coll'avvento della borghesia al potere in Italia, a mali vecchi si sono aggiunti mali nuoYi. Essa ha lasciato sussistere odiose istituzit,ni medioevali, a cui si sono aggiunte istituzioni borghesi non meno odioso. Essa ha cercato di rovinare la vecchia eco• nomia e ha fatto sentire il vuoto della distruzione, ben poco sostituendo di positivo, perocchè il suo moto è stato un moto l'iflesso. Questo malessere un po' di tutti, questa anemia di produzione, causata non tanto dall'influenza del capitalismo nostrano quanto da quella del capita– Hsmo forastiero, cui le nosh'e industrie artigiane o piccole manifatture mal possono resistere, questa Gino B an sovrabbondanza di braccia al lavoro e di menti alle professioni, questo disagio indefinito che si traduce nella depressione mise1·evole delle mercedi, nell'infierire dell"usura o dello sfruttamento pei più bassi strati sociali e che fa crescere il disavanzo noi bilanci dello Stato, cui mal riparano nuovi debiti e nuove imposte ornai più gravide di ribel– lioni che di quattrini... concorre a formare un am– biente che asfissia le iniziative e trae moltissimi a guada~narsi da vivere per vie oblique, colla caccia spietata agrimpieghi, coi lavori improduttivi di intermediario, colle speculazioni, le avventure e le occupazioni parassitarie lecite o illecite. Che meraviglia dunque se le istituzioni, che attin· gono l'umor vitale dall'ambiente, ne abbiano preso l'indole, e tutti gli uffici, da quello di pubblicista a quello di pubblico funzionario. da quello di rappre• sentante de1la nazione a quello di ministro dello Stato, si facciano servire al tlne del luc1·0personale e che il patriottismo sia divenuto l'etichetta del– l'affal'ismo? li malcontento che queste condizioni hanno inge– nerato si manifestò l'anno scorso nelle sommosse incomposte e il•riffessive che dalla Sicilia ebbero un contraccolpo a Carrara con un brontolio sordo di minaccia un po' dappertutto. Non fu che una febbre calmabile, ma la borghesia, che 11011 si era rimessa del tumore maligno bancario e parlamen• ta1·e, ne fu sgomenta e, obbedendo a un cieco istinto di conservazione, colla paura pazza che in– gigantiva ai suoi occhi le proporzioni del pericolo, commise la salvezza delle sue sorti a chi, per l'energia brigantesca senza scrupoli, le parve pili adatto. afT~~~~•~:~femfucfl~i~f1!1~~~ 0 't~W!'31e\i~l:d:e 1~~ poteri eccezionali e, non contento di questo, si diè perfidamente a sbandare e seviziare migliaia di cittadini, colla galera, coll'esilio, col confino e col domicilio coatto. Ma questi mezzi, buoni per provvedere alle ne– cessità del momento, non valgono pe1>òad assicu– rare l'avvenire. Perciò Crispi, menti·e colla proget– tata legge sui latifondi pensa interessare parte dei malcontenU all'attuale ordine di cose, s'è ricordato del potere sacerdotale, fino allora sl ace1·bame11t0 combattuto e vilipeso. . . . Già in una epistola del 1888,l'astuto vecchio del Vaticano aveva ammonito la borghesia dominante, che invano si sarebbe sforzata colle leggi di estin• guere la crescente fiamma delle popolari passioni, persistendo a ripudiare l'aiuto della Chiesa, e aveva ad essa additato che la guarigione dei suoi mali era. l'iposta in questo, Ghe,mutatq avviso, individui e ~ociet..\si fossero l'iconciliati con lei. Nel 1890 poi, quando pili spavaldo e provocante si mostrava il contegno della borghesia, papa Leone, con linguaggio più esplicito, richiamandola ancora una volta a meditare sulla propria sorte e sui danni irreparabili a cui i due poteri andavano incontro colla prolungata discordia e rivelando senza ritegno l'intima natura e la funzione vera della classe sa– cerdotale, scrisse in una Enciclica al clero e al popolo italiano: e Uno dei più grandi o dei più rormidabili pericoli che corre la società presente sono lo agitazioni dei 1ociali1li, che minacciano di scompaginarla dalle ronda• menta. Da tanto pericolo l'Italia non va immune; e sebbene altre nazioni sieno più dell'Italia inrestate da questo spirito di SOV\'ersione e di disordine, non è men vero però che anche nelle sue contrade va largamente serpeggiando quello spirito e ogni giorno s'aff'orza. E

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