Critica Sociale - Anno V - n. 4 - 16 febbraio 1895

- Critica Sociale RIVISTA QUINIJICINALE IJEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Resno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - .&U'Eatero: Anno L. I.O-Semestre L.-&,50 Lettere, oaglia, cartoline-vaglia all'Ulllclo di CRITICA SOCIALE: IIILANO:Portici6allerla V. E., 23 (i" IIIIOlOllll) Per ■Il.ANO •I pub abbonanl anche alla Libreria Dum.olard: e. V. E., in, e dall'editore M. X:antorowlc:z: yJa Manzoni, 5. A■■oV-N.«. Non BI t1enM a nunieri separati. MIiano, 16 febbraio 1895. SOMMARIO Attualità. Alla conquista del Comw,e: la nuova orlen1a,to11e d.tl partW nelle de.ioni ammlni.ttratlte dl Mtla,10 {LA Cll.lTICA. SOCIALK). Il manifesto del soclalUtE (I SO<:IALISTI NILAl'iESI). Quai e 111 no,tra lottai A. di/ua <klla tattica de/1/Mraia dal Con.- 9re110 {Al\', l.BONIDA BISSOLATJ). Studt sociologici. IA cla.ue ,1acerctotale e la l>oryM.fla 1t,;i:Uarta: a pt•opostto degli ultimi accordi (Avv. DoME:oc1coSr1,.00N1). la marcia Cklle ra,i: la vrima (O. Gsoccm-VI\NI). l~'a111cura.sto,ie obUigato,•ia contro fili Infortuni ciel lalloro: con- 1r1buto at prossin10 Congreuo indetto dalla Camera d~I lavoro di N.1lano (ANGIOLO CAllRISII. Bìbfloteca àl p,·opaga11cta. ALLA CONQUISTA DELCOMUNE La nuovao-rientazione dei partiti nelleelezioniamministrative di Milano. Milano precorritrice offre all'Italia un vero espe– rimento da laboratorio politico. Pe1·ciò la lotta com– battuta fra lo sue mura desta, da Susa a Palermo, gli echi del paese. Le sue urne danno un oroscopo. Facciamo dunque gli zingari; leggiamo, se ci riesce, il vero pianeta politico d'Italia in questa mano tesa - mano intelligente e tutta isto1·iata di solchi - che ha nome Milano Certo, se la se,·e.nità.é con– dizione prima di chiacoveggenza, nessuno può pro– varcisi meglio di noi socialisti che, lieti pe1• l'au– mento dei nostri voti maggiore di gran lunga del– l'aspettativa, non legati da alleanze, non turbati da lusinghe deluse, scuotiamo la polvere del campo sgombri di passioni, di rancori, di sospetti, di sdegni. Partito in marcia, non ci abbandoneremo alla trivialità. degli inni di trionfo. Neppure dissimu– landoli sotto colore di inni .... della sconntta, come fanno i nostri buoni amici dell'Italia del Po• polo, gloriantisi di aver trascinato 13.000 elettori alle urne su programma repubblic,·u10.Innocente auto-inganno. Poichè, se uua cosa balza fuori evi– dente, è che i 13Jl00 furono piuttosto trascinati rnatg·rado quel p1·ogramma; e di scernere quanti fra essi lo accettassero di buon grado, i repubbli– cani, fondendosi nella lista radicale-monarchica, ci tolsero il modo. La loro propaganda, pè lo conte– stano, sottrasse voti alla lista. Non solo furono essi battuti, ma concorsero alla disfatta de~li alleati. Potevano lottare o, soli, por l'affermaziono o, cogli altri, pel successo: elesse1·0la ,·ia media; non sep• pero rinunciare né al domani nè all'oggi. I due termini stando in contrasto, li compromisero en– trambi. Dicano che questo è facile senno di poi, che ad ogni modo la loro propaganda fu seria e operosa, che cascando s'impara a star ritti, e di– ranno bene: nè noi lesineremo loro il diritto ad ogni sorta di consolazioni. Ma la loro tattica, giudicala dopo l'evento, fu quella di chi troppo ab– braccia e stringe l'aria al petto. Questa lotta comunale ebbe carattere eminente– mente politico. Lo aveva mentre si sperava vittoria democratica; non cessa di averlo perché fu invece disfatta. Con ciò nou si dice, colla Rtforma, che sia vittoria di Crispi: questo è un assurdo in Mi– lano, dove un partito crispino non esisterà mai, per ragioni politiche e morali insuperabili, ragioni di civiltà: tra Milano e il dittatore si eleva una mu– raglia che ha nome disprezzo. Pure, se non di CrisP.i, fu vittoria della reazione. Negarlo sarebbe puerile per chiunque, contt•addittorio per noi. Ci torrebbe la giustificazione che abbiamo di essere scesi a com– battere in quel modo che vi scendemmo. . .. li fatto saliente della lotta fu il contratto fra i moderati ed i clericali. Questo fatto rientra nelle previsioni generali dei socialisti e nel normale an– damento delle cose. Un nostro collaboratore ne il– lustra più avanti le ragioni in tesi generale. È erroneo pel'tanto quel che disse un nostro amico in una intel'vista, che l'appoggio dei socia– listi poté nuoce1•eai radicali determinando l'accordo degli avversari. Ciò è tanto falso, che l'Osservatore cattolico, interessat.o a disunil-ci, tosto lo conferma per vero. Vero, anzi, é l'inverso. Fu il contratto clerico-moderato che determinò il nostro contegno; poco importa che la stipulazione ufficiale venisse più tardi. Quel contratto appal'Ve•necessario e fu, salve le modalità, cosa decisa, fin dalle elezioni parziali dello scorso anno, dal giornO che i mode– rati milanesi si videro sbaragliati dalle forze radi– cali inopinatamente cresciute. Per essi era ornai questione di essere o non essere, di spulezza.re da tutte le loro posizioni, e a questo non poteva adat– tarsi un partito di ricchi, di arrivati, di gaudenti: che è negazione recisa di ogni idealismo e ha per motti il carpe diem e rap,-·ès moì le aéluge. Milano val bene una messa, e Gaetano Negri è abbastanza filosofo per trangu$iare, nonchè un arcivescovo, un Concilio ecumemco intero. Ma questa alleanza è l'ultimo at\ù del partito mo– derato come partito distinto in Milano. Esso ha sottoscritta, e non se Io dissimula, la propria abrli– cazione perpetua. Il « vecchio moderato milanese» che, nel Co1Tiere della se,-~a, garrisce i giovinotti dell'Idea liberale di a\'ere abbandonato e il sostan– tivo e l'aggettivo della loro imp1·esa,di avei' agito da vecchi decrepiti, di essersi piegati a contratta– zioni che rinnegano lo spit'.ito e l'essenza del par– tito1 può bensì deplorare il fatto, ma de,,e consta– tarne le consegue□ze. « Un.partito deve anche saper pC1·de1•e, saper ritirarsi - egli ammonisce - ma deve 1·estare integro, conseguente a se stesso. » Se no, « esso può ottenere una di quelle vittorie mo– mentanee per le quali chi ha i bei posti li conserv;;t

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