Critica Sociale - Anno IV - n. 17 - 1 settembre 1894

CRITICA SOCIALE 271 nella pianura, dove il suolo appartiene prereribilmente a grandi proprietari. Il colono che rico,·e due terzi dei prodotti nel monto, ha la metà nel colle e meno della metà. nel piano, dovo le sementi son tulle a carico del mezzadro. Qual è poi la. tendenza del movimento della proprietà studiata altra.verso il tempo? Agli increduli dell'accen– tramento progressivo della proprietà rondiaria in poche mani, presenta un t!SOmpio luminoso il comune di Ma– cerata. Premetto che, come ra osservare la Commissione regionale dell'hachie,ta agraria del 181{2 (voi. Xl, 3\, la proprietà fondiaria nelle )larche ha avuto a subire le minimo trasrorma.zioni politiche, e lo stato odierno della proprietà. può dirsi del tutto simile a quello di sei secoli addietro. Orbene dal Catasto maceratese del 1268 si rilova cho noi Comune vi orano 1:k-17 capita, i quali, ralli i debiti calcoli, rapprosontnno circa 1500 possidenti, tutti abitanti nel torrilorio (di cui 132rorastiori•, senza. com• putaro i beni ecclesiMlicl o degli esercenti certe pro– ressioui, cho, come esenti da tasso, non figurano nel Catasto. Al giorno d"oggi hweco - osserva 1"hteltie11a agra,.ia del 1882 - i proprietari che posseggono nel Comune non sono che 868; 692 abitanti e possidenti; 350 che vi abilano senza posseJervi. i:; passando a con– frontare Il numero dei J>roprietari colla popolazione che in quel tempo pote,·a tull'al più raggiungere I diecimila. abitanti, si rilon. cho in all<Jra i propriet.Lri erano circa il 15 •t,, mentre oggi sono sohanto il 5'/,. Os– ser\•ando oltre a ciò il movimento della proprietà dal Catasto pontiftcio del l81t sino al l&l2 - malgrado il succosssivo concorso di cause speciali di maggior fra– zionamento (nuova legge successoria, demaniaziono e ,,endil<l &piccoli lotti dei beni ecclesiastici, comunali e delle corporazioni religiose) - si osserva, secondo I' h1ch.ie1iaog,·m·ia, un movimento di accentrazione. Non vi è poi alcuna ragiono per non credere che a tutt'oggi Il mo,•imento della proJ)rietà rondiaria non abbia con– tlnnnto per quella ,•la. oconclo il computo specinlo della Commissiono d'in– chiesta, la popolazione agricola marchiginna rorma circa il 00 •t• degli abitanti. Nel monte ossa vivo ra.ccolta in villaggi, nell'alto colle per lo più sparsa, nel basso collo o nel piano totalmente sparsa, sah•o i giornalieri cho vh'ono in piccole borgate o In paesi. In 15.i comuni la popolazione agricola sparsa. è maggiore dell"agglo– merata, In 20 minore: 65 l'hanno tutta sparsa, 3 tulta agglomerata. La collura è piccola e promiscua e derh·a in parte da condizioni naturali, ma moltissimo dal frastaglia– mento grande della proprietà., o dalla posiziono dello parcelle In diverse m&ni, che ne rendo estremamente difflclle la riunione, dal sistema di conduzione a mez– zadri& e dalla forza dell'ignoranza o della consuetudine. Quindi la trasformazione &(lricola.lenta i rara la intro– duzione di metodi più razionali o dì strumenti più porrozionati. La mezzadria è il contralto generale, sebbene, per le aumentato esigenze della vita e le pubbliche gravezze, nonché por lo s,·ilirsi del prezzo dolio derralo o in se– guito alla. cresciuta otrorln dello braccia, il padrone da qualche tem1>0in qua vada. inrnrcondo di pesi o di riservo I palli colonici (' . Ac•:enna a prender piede l'aflltto, racendo capolino nncho nella mezzadria. Vi sono ca.si di affitto diretlo al contadino; gravosissimo t 1 1 Vedi In proJ)Otllto e 1>er qu@Id,e Ngue Il mio uggio Sulla m<uodrla '" rehulo11e CO{JUIHt<rtni d,u•ogrleoltwra (Mace– rata, 18')), ll)t(:le al Clip. IV, V e VI. G B por lui riesce l'affl.Uo ad un intermediario speculatore, in uso presso lo amministrazioni delle Opere pie. 11.- Aumento della 11opolazlune - GII 01,crai 11grleo1I - t1111lgra:do11e allo Iare111111e - all'estero. Essendo la popolnziono agricola marchigiana molto numerosa, specie nei dintorni dello città, essendo tulle lo terre stabilmente occupate, o le poche industrie esi• stenti non ba.stando nemmeno a dar la\'Oro ai disoccu• pali urbani, !"aumento della popolazione è relatin– monto lollgero. 11 superlluo della. popolazione, Il rifiuto della concorrenza tra i coloni ha rorruato la classe dei disobbligati o ,,olanti, cho vi"e miseramente a giornata. « Alla popolaziono agricola che non ha impiego flsso nolla campagna - ossor\·~ por lo ~larche l'Jnchie1la ag,·an'a - non si prosonlnno che scnrsi mozzi di sussi• ston1.a. In alcuno proprietà agli stessi mezzadri o agri– coltori proprietari la terra coltivata non offre il neces• sario ali& vita. In questo conrlizioni all'agricoltore elio manca di lavoro non rosta elio emigrare.• È infatti da gran tempo in\·alsa nella Marca d"alto colle e di mon– tagna romigraiiono periodica alle Maremme, che dura dall'in,·erno 8110 a luglio, operandosi fra gli emigran1i doi dh•ersi comuni una spocio di di,·isiono di lavoro per occupazioni agricolo o per tratti di territorio. Molla parlo dcgll emigranti si raccoglie a. noma in pia7.Za Montanara, al mercato della mano d'opera, dove sono accaparrali e condolti al luogo del lavoro. Chi scrive, osser,·ando coi propri occhi i poveri contadini mozzo inebetiti, sdraiati per terra sul reUdo rardello dei loro panni o sugli attrezzi del lavoro, pensava tristamento che non diverso de,'e essere il mel'('afo degli schiavi. J."amico pror. COlelti in un boll'arlicolo sul Ma1-chi– qiano (Roma, 7 giugno l~JI) si è particolarmente occu• pato di questa emigrazione. • Gli emigranti, egli dico, sono per lo pii', raccolti o direlti da capo1·ali 1 che sono una specie 1ui generi, di capo-squadra, intermediario fra I lavoranti della sua compngnia o i fltta,,oli o proprlelari; esso sfruUa <1uanto più 1>uò l'operaio, spoculnndo sulla ditrorenzn. doi contratti rra lui ed i suoi operai od il contratto rra lui ed i pad;-oni, lu– crando sulle 1rnlicipazioni ratte ai suoi uomini e sullo rorniture dei ,,h•eri pessimi e rincarati.:. Tralascio per bre,•iliì. di riportare I& viva descrizione della ,·ila di quella povera gente nell'Agro romano, che a costo di raticho, di maltrauamentì o pericoli, giungono a gua– dagnare un salario medio di L. 2, oscillante tra L. 1,51) e L. 5 o o, massimo che dura IJen poco e nel solo pe– riodo della mietitura('). 1-·rulto di indicibili privazioni, gli emigranti portano a casa al ritorno, se la malari& non li amm&zza per via, un gruzzolo di risparmi che, a quanto mi ha rirorito un po,,oro vecchio, va dai ~ ai 24 scudi nello annate buone, e si riduce ai Jj o ai 14 nello calth•e. Una emigrazione relativamente tenue, ma che paro negli ultimi anni abbia J>rcso un ascendente insolito, specie noi Maceratese del basso colle o marittimo, ù l'emigrazione atresloro. All'aumentata popolazione non basta 1>ifl l'omigraziono temporanea nella Maremma, o una parlo di contadini, lusingata dalla speranza. di subili guada-gni, si decido ad abbandonare per sempre o por lungo tempo la lurr anath•a per lo avventuroso terre di oltremare, donde alcuni sobri o fortunati ritor- (:) lA ttallutche go"ernl\ll\'e no",:uno nel pt.rlodo di Il anni (t881·91) soll qu1uro 1c.lopt.rl di mletilorl ~I Laz. io.dl cui due per mancato pai;amenlo e manc ata sorarnlni1lnilone di 'l'iUo,e du• per aumento di mercede.

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