Critica Sociale - Anno III - n. 15 - 1 agosto 1893

CRITICA SOCIALE :!37 appunto, nel regno remminllo la più 1rrena1a suo. vio– lazione. Il d!spreuo elle eccita la proslìtuzione maschile, inft• nito.mento più reciso di quelloche è pro,·ocatodalla. rem– minina, affinruori anche delle altre circo1to.nze parti• colari che concorrono a. dotermlnnrlo,1tarobbo anch'esso a mostrare, colla ,·ergogna maggioro attribuita alla perdita del 1mdore mascolino (?), il minor conto dc.I pudore muliebre. Si ,·erlftca, per ultimo, che in caso di visite e di ope– razioni mediche, mentre sugli inizi le donne sono reistio a scoprire le loro parti sessuali, vinta quella resistenza. che sarebbe sconveniente il non opporre, divengono assai accondiscendenti. ( 1 ) Nè io sono concordo cogli ,wtorl a proposito della frigldit~ sessuale da loro ambbinto. alla donna. Ben lo penso che l'uomo abbin. assni J>illgagliardi gli ~limoli, mn. non poi cho superi In. llonno. nello. pnrteci– pa1.iono nl pia.coro genetico. Più rorso stn. che appo lo donne sono abbastanza numerm1e lo npati, onde ,,i è per esso la probabilifa di generalizinre unn indifferenza pili simulala che ef– rctth'IL. 011 argomenti ed i ratti, sul quali il Lombroso ed il fcrrcro n1>poggiano la loro tosi, tranne qualcuno, non hanno una poderos& efficacia suggesth·a. I.a donna. abituata per cduculono n. reputare l'amore un quul reato, difficilmente, se non è assni spregiudi– cata, osa esporre lo proprie impressioni sulra.rduo tema, o no,·o volto su dicci non comunica. la \'Critil. L"abitudine remminilo del mendacio ò quella che distrae l'indagatore dalla. realtà. Sta int&nto che la donna, I&quale ha esperimentato i trnngli della. maternità, si lascia dominare e ricon– durre ,•olenlieri all'amplesso; che, nonostante gli osta.– coli ed I danni sociali dipendenti d&lla caduta e!). la. donn& cAde o rica.de ; elio le prostitute. per quanto ab– biano ad ctsero terribilmente n&useato dall'atto venereo, hanno sempre l'nmanlo, col qualo si ridesta. la. loro sonsibilitA. puro tcrrlbilmento sorfocatn o stancata; che negli Istituti romminili o nello grandi citfa i vizi sos– sunll femminini non sono un'cccE'ziono; cho la. donnn, con una mimici\ cd un'ospansivitù. che salgono non di r11doal pianto od al deliquio, Indica di corrispondere lntcn!Jftmente all'abbraccio virile. Che vi siano mollo donne 11turodel matrimonio e annoiato del marito, ciU non è una conrutaziono del mio asserto. Lo medesimo donne abbandonato ad una scelta se– condo l loro desideri cambierebbero, con molla proba– bilità, le loro ,·eduto, o quel prelato cattolico, che gli autori raccontano rircrisse a. uuma.s, che di cento sue penitenti ottanta dopo un mese si conrossanno tediato dal matrimonio, forse, dato ad cs1e un altro compagno, avrebbe ,·lsto che lo gelide penitenti M'e,•ano pili un catth·o cuoco che un nu.•schino A.ppetllo. Sen1.n.una concorrente sensibilità. femminina, la. sen– sibilità. ma.scolina si sarebbe difficilmente costituita nei secoli come si ò co11tiluita, e ,•ico,·erM, data. la. sensi– biliti, mascolina, è nolla. logicn della natura. elio per azione riflessa. la donna abbia do,·uto unire all'amplesso l'idea e quindi la. sensazione d'una. gioia potente. So lo i•slcopatie sessuali porgono un minor contributo ('I Per 111ttele argomentuionl qui aopu, veggul la poetilla In nne. (,\'0(/1 dtllq CfllTl('A SOCIAU:I. B1'111 ne 1., no L rra lo donne, oltre al moth·o della ripugnanza remmi– nina a s,·elarle, ,,1 è la circostanza che esse ha.nno un libero srogo nella. prostituzione. Non è dunque tanto che esistano mono, con relativa consoguonz& di minore alth'ità ed erotismo sessuale, quanto che 11.ppaionomeno. Ogni postribolo ò un ,·oro ,•i\•nio di pervertimento scssunlo, di genuine psicopatie. (') D'altronde sulla scorta del Lom!Jroso stesso (pag. 595) ricavo come le alienato remmine diano una percentuale altissima. di aberrazioni sessuali, di eccessive tendenze veneree. Se Il libertinaggio rnuchilo dil il concetto d'una pre– valonto passione erotica, ra. d'uopo considernro che r uomo ò pressochò costretto (l) al liboriinaggio dalle usa.nzo sociali che gli ritardano Il matrimonio fino ad nn·età nella qualo lo donno giò.da ,umi in media dànno srogo alla propria sossua.litù. ('> Oh·crso signore, colto o senza. 1mpo1-silzlonlconvon– :t.lonali, mi lmnno assicurato che \'apatit\ erotica di cui si gra.Ullcnno lo donne ò, pili che altro, una presunzione, o molti uomini, amatori \'igorosi o snplonli, ml hanno garantito che, so nella loro carriera. di don Giovanni si sono imbattuti In qualche an:t.rrodislaca. più di f're. quente sono rimasti stupiti e costernati dalla. violenza dell'erotismo suscitalo. l..a son1ibilitil seS&u:i..lorcmmlnllo ò più nascosta o assai mono Impellente; IDI\,aco,·ata, Oegualmente vi,·a della. mascolina. Cosi, non negan,lo alla donna. la. capAcllà di godere, vien affievolita la ,·clleitil maschile di gio,·arsi, a pro– prio benoftcio e per le proprio prepotenze, di questa protesa. indifferenu. ftsiologlca.. 1..a.runziono e l'i11tinto della maternità che, come ben rilevano gli autori, sono la runzlono e l'istinto precipuo della donna, ponono vincere ed incatenare la sessua– lità, ma non perciù la negano, corno purtroJlpO succede invece per l'intelllgcnia. cho è la vittima. della missione riproduUrico. Per mo, nmnre o riprodurre, o nm11reporchè si de,·e riprodurre, sono I termini entro i ,1u1II si &,•olgo,par– ticolarmente, per noccssìtiì. o s1>ccl11ll1.1.n.ziono fisiologica, l'attiviti~ remminirnl. Toccl\ndo nitri o.rgomonti, montro 1,ottoscrivo n. pione mani all'Inferiorità Intellettuale dolln. donna, circa alla lnreriorih\ morale, che puro ammotto,sonto però di do\'er rare una riser\'a. La donna, che delinque in una proporziono minima in paragone coll'uomo e che nella esistenza. normale esplica. sonz& dubbio una minore per\'ersltà, non giuo– cando, non ubbriacandosi quasi, non indebitandosi, ccc., h&da essere collocata moralmente in un gradino più basso di quello su cui l!i erige ruomol Non pare sirf1uta. una. contraddizione rh·oltante? I.a inferiorità. moralo muliebre non è una inferiorità individuflle, ma. piuttosto un'inrcrlorltl\ collotti,•a. L'uomo che truffa, che uccido, che stupra, che s'im– bestialisce coll'nlcool o col \'ino, che gioca, che s"ingotra nei llcbitl, cito ò la. desolazione dei padri e la rovina. ~:u ,c.hl, eredh1mo. (.Y044de/14 CMITlt'ASoclALS)- PJ Qui eTldentemenl• l'amico zerbc>alio penaa •Il• clo,iaeue che 1.I apoaano a t8 o tO aanl, Ua egli fatto Il conto della zitelle cl1e rlmaagonotall anche per tutta la •Il• e Il cui numero e atraor– dlnarlamen1e aumentalo dalle condl&lonl della Ylla e dell'indu- 1trla moderna t Ila e$fll fatto Il conto df!lle mal multate I Se foue la maneanza di IOddl1f11lonl 1e11uall la d ete.rn1l nante del llber– tlna11lo, I potlrlboll, temiamo, do•re!Jbero tue.re frequentati da femmine e abl1Jtl dJ rnaachl. (,\'ota clelltc CIIITIQ,\ SOCIALg),

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