Bartolomeo Vanzetti - Lettere sul sindacalismo

mondo forma con Vanzetti un indissolubile sacro ricordo, dovremo pur brevemente dire: nativo di Torremaggiore (Foggia) e di tre anni più giovane di Vanzetti, era anche egli sbarcato in America nel 1908 ed aveva facilmente trovato vari lavori ai quali si dedicò con diligenza e assiduità. Specializzatosi, in seguito, alle macchine orlatrici, lavorò nei calzaturifici. Anche egli fu dei gruppi anarchici gravitanti nell'orbita di « Cronaca So1111ersi11a », e diede la sua opera fattiva agli scioperi che dal 1912 si venivano attuando con una compattezza sempre più allarmante per le classi dominanti. Casualmente si incontrò con Vanzetti in occasione di qualche conferenza o adunata in difesa di compagni arrestati. Gli divenne amico intimo nel Messico ove entrambi si erano rifugiati assieme ad altri compagni nel 1917, quando, scoppiata la rivoluzione in Russia, si era diffusa la speranza che essa si estendesse all'Europa, e si temeva - rimanendo negli S.U. - di non potervi accorrere in aiuto. Ripassata la frontiera, quando quelle speranze furono deluse, Sacco tornò presso la compagna ed il figlioletto e trovò lavoro in un calzaturificio di Stoughton Mass.; Vanzetti tornò a Plymouth e fece per qualche tempo il bracciante e infine il pescivendolo. Era quello il periodo ultra-reazionario del dopo guerra, degli arresti e deportazioni in massa; e le brutali operazioni poliziesche potevano violare non solo ogni senso di umana giustizia, ma persino le formalità legali - tanto aveva potuto suggestionare larghi strati della società americana la propaganda contro tutti i rivoluzionari, in special modo contro gli « anarchici pericolosi! ». Galleani e altri compagni erano stati deportati, e molti rimanevano in prigione sottoposti a mille torture. , Andrea Salsedo, collaboratore di « Cronaca So1111ersi11a » ed editore della rivista « Il domani» assieme a Roberto Elia, era stato con questi arrestato fin dal febbraio 1920. Quelli che restavano ancora a piede libero, avevano ragione di credere che presto o tardi sarebbe venuta la tortura anche per loro; e cercarono di organizzare la difesa. Vanzetti, incaricato di esaminare la situazione con il Comitato di Difesa di New York e con l'avv. Nelles. al suo ritorno riferì ai compagni adunati in East Boston il 2 maggio 1920 i risultati delle sue indagini: « I nostri compagni vengono crudelmente perseguitati. Per evitare che anche noi veniamo arrestati, dobbiamo nascondere tutti gli opuscoli e le altre pubblicazioni radicali che si trovano nelle nostre case e nei nostri circoli. E' questo il consiglio dell'avv. Nelles ». La mattina seguente A. Salsedo precipitava dal 14° piano di Park Row adibito ad ufficio segreto del Dipartimento di Giustizia: egli era stato lanciato (come pensarono gli amici) o vi era stato costretto dalla disperazione e dalle torture che da otto settimane gli erano inflitte. Nell'un. caso e nell'altro questo fatto costituiva un nuovo e più eloquente crimine del 6 Biblioteca Gino Bianco

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