Bartolomeo Vanzetti - Lettere sul sindacalismo

luppare la rivoluzione; eccoti un altro brano dello stesso articolo « Accidenti gli Scioperi», che tratta la genesi e lo sviluppo delle rivoluzioni: « Chi studia i fenomeni rivoluzionari ne discovre il processo agevolmente: la protesta antesignana è del pensiero; il pensiero si elabora, si integra, sfavilla, attinge in anime privilegiate l'ardore della fede che accende nelle anime dei precursori la face, la folgore di cui s'illumina la falange dei seguaci. La ribellione individuale è il prodromo dell'insurrezione collettiva, la cui anima, dove sia permeata di un più alto senso di verità e di giustizia, diventa l'anima della stirpe, dell'evo, dell'ordine nuovo che maturano e s'affacciano all'orizzonte della storia, infranto ogni vincolo dell'ordine superato: diventa rivoluzione». Qui tralascio per brevità, la prosa storica della rivoluzione nazionale italiana, dall'autore sinteticamente esposta a sostegno della sua tesi e mi limiterò all'esposizione storica del movimento rivoluzionario socialista-anarchico. « Babeuf che si taglia la gola in cospetto dei giudici è la prima protesta contro gli accaparratori della grande rivoluzione. Mezzo secolo dipoi la prot-esta diventa nelle mani di Proudhon l'atto d'accusa formale contro l'istituto della proprietà individuale: Marx, Bakunin, Cafìero, la recano fra le plebi; Cartagena, Benevento, sono le prime tappe, poi l'idealità lontana, confusa, generica prende consistenza nel grembo dell'Internazionale. Il movimento in seguito si scinde: per una parte si esagera nel senso di collaborazione colla classe dirigente, dall'altra si accentua la ribellione iconoclasta. La proprietà è il nemico? - e si attacca la proprietà nella cassa forte. << Il nemico è lo Stato? e si attacca nei suoi simboli coronati; negli inquisitori il santo ufficio superstite, l'ordine borghese in tutti i suoi anfratti, la morale borghese in tutte le sue ipocrisie; e nell'aria passano fantasmi corruschi, Ravachol, Angiolillo, Bresci e Czolgosz, maledetti dai numi conturbati dell'Olimpo, maledetti e rinnegati con uguale furore dalle pavide e sorpassate confraternite rivoluzionarie. 58 Biblioteca Gino Bianco

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