Bartolomeo Vanzetti - Lettere sul sindacalismo

« Immaginatevi quanto durerà una rivoluzione che non vuole spostare da una casta a una classe diritti, poteri, egemonie politiche, ma interessi fondamentali su cui l'ordine riposa, traducendo nella realtà dei quotidiani rapporti questo ugua/,e diritto di tutti e di ciascuno a/,le' sistenza concepita nel suo significato più ampio, nel massimo sviluppo immaginabile di ogni energia individuale e collettiva. « Noi non intendiamo minimamente di escludere che durante la guerra guerreggiata contro la borghesia si debba immediatamente provvedere alla produzione e alla distribuzione dei prodotti, ad alimentare cioè la rivoluzione nel momento che avrà bisogno di tutte le sue risorse ad attingere il suo risultato pratico ed a dare, nel contempo, alle masse un pegno sensibile, col benessere immediatamente realizzabile, di quello maggiore e più stabile che sarà assicurato a tutti dal suo trionfo definitivo. « Ma escludiamo nel modo più categorico che ta/,i istituti possano assumere carattere definitivo, e che sovra organismi di assoluta indole e funzione provvisoria a_bbia ad istituirsi, ad accentrarsi una forma qua/,siasidi governo. Tanto più pericoloso che fin da oggi i sognatori delle imminenti dittature pretendono - nel nome della rappresentanza che li costituisce servitori e mandatari del proletariato - erigersi padroni; i nuovi padroni che prendono il posto dei vecchi colla stessa petulanza assurda ed esosa di subordinare la volontà dei singoli, le loro ragioni, le loro persona/,i vedute ai superiori voleri della collettività da essi riassunti e rappresentati; un giacobinismo idiota e feroce che le idealità nobilissime e gli eroici olocausti della rivoluzione tradurrebbe nel levati di lì che mi ci metto io, in cui tutte le passate rivoluzioni politiche si sono, coll'amaro disinganno degli annunziatori e degli artefici generosi, concluse. « Tanto più intollerabile che ciascuno di noi intende il valore e le funzioni dei partiti e la loro assoluta incapacità a fare la rivoluzione ». E <lacchèmi sembra che tu disconosci le minoranze come fattore storico e l'intervento e la capacità delle masse a fare e svi57 Biblioteca Gino Bianco

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