militare in nome del kaiser e per il kaiser, o qualche uomo che lo sostituisca. È necessario che le masse siano compenetrate da questa verità che, sembra impossibile, è tuttora tanto sconosciuta a molti operai sinceramente rivoluzionari, se vogliamo davvero trionfare nella prossima rivoluzione. Pertanto, dato anche che io non possa fare altro che scarabocchiare, ho deciso di riportare qui le parole di altri meglio e più informati di me sul Problema Rivoluzionario per avvalorare la mia tesi e dir di più. Ecco degli squarci dell'articolo « Accidenti agli Scioperi» di Old Man, e pubblicato su Cronaca Sovversiva, Anno I, n. 3 - Nuova Serie: «... È pacifico tra noi che la rivoluzione sociale è qualche cosa di più di un postulato dottrinale od un orientamento politico; che è l'azione concreta per cui si compie la grande trasformazione economica che renderà possibile anche la rinnovazione politica che più direttamente le si connette,. l'abolizione cioè di ogni istituto d'autorità, e prima che di ogni altro, dello Stato. « La Storia ci ammaestra, per una parte, che sarebbe puerile avere della rivoluzione il concetto coreografico e semplicista che si coltiva fra le masse dei cattivi pastori secondo i quali noi, la nostra generazione cioè, faremo la rivoluzione, la spiccieremo in quattro e quattr'otto e ne regoleremo il domani immediato, pel quale dovremo fin da ora avere in pronto gli organismi economici corrispondenti, e su quelli, tutte leste, le gerarchie politiche attraverso le quali piglieranno corpo e funzione immediata le dittature sovrane delle classi proletarie. « Sono corsi centotrent'anni dal giorno in cui la Costituente ha pubblicato la Dichiarazio~e dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, e l'eguaglianza politica sancita dal primo grande atto della Rivoluzione Francese rimane sempre l'aspirazione lontanissima della realtà. E non si trattava e non si tratta, nel caso, che di conquiste formali, di nudo carattere politico. 56 Biblioteca Gino Bianco
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