Bartolomeo Vanzetti - Lettere sul sindacalismo

si opponga, beninteso, la ribellione aperta, la quale per vincere dovrà essere superiore in forza fisica e mentale alla forza fisica e intellettuale· della restaurazione delle vecchie forme. Cosicchè io penso che se ci riuscirà ad abbattere il capitalismo e lo Stato - comunque mascherati - e ad organizzare la produzione, la distribuzione, lo scambio e la locomozione su basi economicamente e politicamente libertarie nell'accordo (libera intesa e iniziativa, e comunismo) noi potremmo giustamente chiamare« anarchico» un tale sistema, non monta quanto difettoso e imperfetto esso fosse. Perchè, basato com'esso, sull'anarchismo, tenderebbe naturalmente a progredire in senso anarchico. Solo in questo modo sarà possibile un periodo transitorio della futura - e presente già - rivoluzione sociale, in cui la proprietà sarebbe abolita di fatto quantunque la mentalità dei più fosse ancora lontana dalla bella filosofia anarchica. Perchè se dopo di avere vinto la borghesia e i suoi Stati e reso sociale il capitale privato, noi e il popolo permettessimo a uno qualsiasi dei diversi partiti rivoluzionari sì, ma autoritari e statali, di accaparrare la rivoluzione, di formare, sia pure in nome della rivoluzione stessa, un nuovo Stato, una nuova autorità con le sue leggi, le sue prigioni, birri e boia ed esercito, sai tu che cosa succederebbe? Succederebbe sempre quello che è successo e sempre succederà in tal caso: Il nuovo sgoverno rivoluzionario si approprierebbe subito della ricchezza sociale e con essa arruolerebbe al suo servizio tutti i birri dell'ante-rivoluzione, tutti i venali, e con essi, in nome della rivoluzione, il nuovo rivoluzionario governo sopprimerebbe, dapprima, alla spicciolata tutti quei rivoluzionari che discordano da esso, poi, quando le inevitabili cattive conseguenze spingessero le masse alla rivolta, sopprimerebbe anche le masse, in massa. Così è successo in Francia, durante la grande rivoluzione che condusse a Napoleone. Così è successo durante la socialista rivoluzione russa che s'incammina, dopo Lenin-Robespierre, ad un direttorio, e a quella tedesca che cammina verso una dittatura 55 Biblioteca Gino Bianco

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