Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-94che lavora. Questi non-istà mai a domandare a se stesso quante giornate di lavoro gli' costerà il sentiero che vuole aprire, la fonte che vuole incanalare, il boschetto e l'aiuola che vuole sbrucare o smaltare di fiori; il travaglio stesso che loro consaçra è per lui un piacere, egli trova i'1 tempo e le forze di farlo; perchè la soddisfazione non si scompagna dalla fatica : il danaro non gli farebbe mai eseguire ciò che l'amore della proprietà sua gli' rende factile» (r). Come non trascurerà un solo palmo di terra, così .profitterà d'ogni ora, d'ogni istante, e moltiplicherà i suoi sforzi e prodigherà le sue cure attorno a quella che il Michelet chiama la bella del contadino, e che ha la magia, direbbe il Joung, di mutate in oro l'arena del deserto. « Quando il giornaliere ha compiuto il suo compito, scrive un profondo osservatore, il piccolo proprietario trova un pi:;i.ceread occuparsi in cure meno laboriose e più delicate. Per esso è un divertimento il sarchiare ed irrigare il suo orto, e nettare i suoi alberi fruttiferi. E .quando il cattivo tempo invernale impedisce il lavoro dei campi, quando le giornate salariate vengono meno, allora l'abitante della capanna si occupa a costruire le sue terrazze sul fianco della montagna o a mutare in giardino l'arida cima di una rocca. Tali imprese non si .potrebbero tentare e pagarsi (1) Nuovi principii d'economla politica nella Bibl. dell' Economt'sta, prima serie, voi. VI, p. 512. B bi oteca Gino Bianco

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