Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-88che _noi procuriamo di rovesciare le vecchie posizioni del padronato industriale e del possesso fond1ario e di espellere dai poteri dello Stato i vecchi ceti conservatori, e supponiamo con ciò di dare la. « via libera » al socialismo, . fra quelle macerie germogliano nuove form~zioni di pr_oprietà privata e sul dissolvimento del vecchio organismo borghese va granulando il tessuto di una nuova borghesia. Alludo ai contadini, che in numero sempre più grande. - in Piemonte, in Ligu~ia, nell'Italia centrale, ecc. - diventano proprietari del podere, del quale furono sino a ieri affittuari e compartecipanti, giovandosi della frenesia del vendere, che anche per paura della .rivoluzione ha· invasi i vecchi proprietari fondiari, e delle facilitazioni giorno per giorno assicurate alla ricostituzione parcellare della proprietà della terra» (r). *** Ma sia pure che la tendenza odierna non vada diretta a sminuire il numero dei proprietari e ad ingrandire i fondi; non è detto però che questa propensione 1 o fame della terra, abbandonata senza contrasti· al suo corso spontaneo, non debba essere perniciosa alla produzione; perchè (osservano i difensori de11agrande proprietà) ]a migliore utilizzazionie della terra, ]a resa massi'ma de11e sue forze, non dagli anemici e minuscoli poderi, ma dalle grandi gestioni può essere effettuata. (1) Critica Sor!nlP, 1-15 maggio 1019, p. 132. 8-bl oteca Gino Bianco

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