Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 33 -- *** Nla un'altra considerazione potrà ancora meglio dimostrarci la miseria logica del gran principio socialistico. La terra, si dice, è proprietà comune, appartiene al popolo. E sia. Nazionaiizziamo dunque tutte le terre, espropriamo gli espropriatori_. - Benissimo. - Ma a chi dovrà essere affidata questa proprietà? Allo Stato?, al Comune?, a,l sindacato?,- alla collettività insomma - qualunque essa sia. Qui sta il punto. Questa collettività dovrà certamente sfruttare i fondi con esclusione di altri comuni, di altre collettività. E _allora tutte le critiche, tutte le recriminazioni, tutte le difficoltà con cui si combatte la proprietà privata, si rovesciano contro la proprietà comunale o nazionale. Se un individuo non può di fronte ad un altro individuo vantare alcun diritto di proprietà fondiaria~ come lo .può un popolo di fronte ad un altro po.polo se la terra è il tesoro non di questo o di quell'altro popolo, ma di tutta la famiglia umana? Con qual diritto i Lombardi, ad esempio, coltiverebbero la vallata ubertosissima del Po, e ne escluderebbero i montanari della Svizzera confinante? E perch.è.-dei bacini carboniferi della Francia settentrionale non dovrebbero partecipare gli Svizzeri e gl'Italiani che ne sono del tutto sforniti? « La proprietà collettiva comunale, domanda P. Leroy-Beaulieu, sarà forse più giusta che la 3 B.bl oteca Gino Bianco

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